Paolo Rumiz era solito pubblicare i suoi reportage nel mese di agosto a puntata sulla pagina R2 de La repubblica. Viaggi alla scoperta di posti o persone con diversi mezzi alcuni originali, altri poco usuali. Barca, mongolfiera, bicicletta, a piedi, in treno e di certo ne ho dimenticato diversi.
Nel 2011 il reportage aveva un nome invitante Le case degli spiriti. Un viaggio attraverso l’Italia con una puntata nel Canton Ticino per rinfrescare la memoria di borghi abbandonati, dimore disabitate, case o complessi industriali con ospiti degli spiriti. Tanto per citarne alcuni i complessi che un tempo erano ospedali psichiatrici, ovvero i vecchi manicomi, conservavano tracce degli antichi abitatori come se fossero dei fantasmi. Un racconto appassionante quotidiano, a esclusione del sabato e della domenica, non mancò di attrarre la mia attenzione. La curiosità di conoscere questi luoghi un tempo pieni di vita ma oggi desolatamente vuoti fu enorme. Non saltai nessuna puntata.
Stuzzicato da queste letture riflettei e fece germogliare un’idea.
Da cosa nasce cosa. Feci una ricerca sul web per conoscere qualcosa di più su questi posti e con grande sorpresa trovai molti siti che parlavano dei paesi fantasma o a rischio di estinzione.
Qualcuno parla di oltre cinquemila posti, altri di quasi diecimila. Quale che sia la verità è una bella fetta d’Italia a rischio di scomparsa. Alcuni siti li hanno catalogati divisi per regione, altri per provincia. La parte del leone lo fa l’Italia meridionale con la Basilicata in cima come numero ma anche l’Italia settentrionale non scherza. La maggior parte si trovano in montagna, Appennini e Alpi, ma ce ne sono anche in pianura e dove meno te li aspetti. Consonno si trova nella verde Brianza non molto distante da Milano. Una persona originale costruì questo paese dal nulla per trasformarla nella Las Vegas casereccia. Ovviamente andò tutto a rotoli ed è finito tra i paesi fantasmi. Uno spettacolo desolante si presenta ai visitatori.
In America questi paesi fantasma si chiamano gost town e sono un’attrazione turistica. In Italia sono invece desolatamente abbandonati, mentre adeguatamente ristrutturati secondo le strutture originali potrebbero essere un bel richiamo turistico. Ma vabbé siamo in Italia e la vocazione turistica è legata alle grandi città d’arte.
A parte questi sfoghi, si può arguire che ci fossero informazioni in abbondanza per costruire una storia da pubblicare.
Raccolto un bel po’ di materiale, stampati centinaia di fogli ho scritto Un paese rinasce.
È stato ambientato a Castiglioncello, un borgo che nel medioevo era posizionato in un punto strategico tra Toscana e la Romagna nell’alta valle del Santerno. È un luogo meno famoso dell’omologo, sempre in Toscana sulla costa tirrenica e frequentato da molti vip. È un posto facilmente raggiungibile da Bologna, Ravenna e Firenze ma abbandonato nel 1960. Le immagini ci mostrano un borgo in sfacelo, eppure sono passati solo sessant’anni dall’abbandono, dove la natura sta riconquistando i suoi spazi. Nonostante tutto nei mesi estivi è meta di escursioni di diversi turisti.
Perché ho scelto questo borgo? Mi piaceva il nome. È vicino a Bologna e non lontano dalla costa romagnola. C’era molto materiale fotografico, non fruibile direttamente essendo coperto da copyright, ma permetteva di caratterizzare il luogo.
Ho immaginato una storia utopica con dieci giovani di età tra i venti e trent’anni che si dedicano al recupero di questo borgo contando sulle loro forze e sulle donazioni della rete. Parlare di utopia è un po’ riduttivo perché cinque ragazze e altrettanti ragazzi impiegano il loro tempo libero, fine settimane e vacanze, a lavorare per la ricostruzione di un paese è molto di più che singolare. Non solo riuscire nell’impresa usando i loro mezzi e l’aiuto della rete attraverso donazioni è possibile anche se poco probabile.
Però queste ragazze e ragazzi sono persone normalissime. Amano, litigano tra di loro, sono gelose se il loro compagno è oggetto di attenzioni femminili, fanno la pace ma in particolare si divertono. Insomma è il ricco repertoria di persone giovani che si affacciano sulla scena della vita.
Per chi ne volesse sapere di più di questa storia, può andare su Amazon per ebook e cartaceo, oppure su Kobo e Apple libri per l’epub.
Non sono bravo come Marco Freccero quando parla di libri su Youtube. In realtà ho anch’io un account ma non so come fare i video da caricare.
Quindi mi limito a scrivere e non rischio di fare sfracelli.
In questi giorni ho terminato di leggere, è la seconda volta, Rinascimento Privato di Maria Bellonci.
Per chi non lo sapesse Maria Bellonci è stata la mamma del Premio Strega, che ha ideato con Guido Alberti, proprietario del omonimo liquore.
Durante la seconda guerra mondiale per ingannare il tempo un gruppo di letterati si radunava nel suo salotto a discutere di libri alla domenica. Era il 1944. Sa questa abitudine nacque ‘Gli amici della domenica’ che furono nella primavera del 1946 il nucleo portante del premio Strega sponsorizzato da Guido Alberti. Il primo vincitore del premio nel 1947 fu Flaiano con il suo Tempo di uccidere. Però non voglio parlarvi di questo premio ma piuttosto di Rinascimento Privato.
La prima lettura l’ho fatta mentre scrivevo I tre cunicoli, ambientato a Ferrara che ha sullo sfondo l’amore tra il duca Alfonso primo e una bella popolana, Laura Dianti.
Da quella lettura ho tratto preziosi suggerimenti sulle personalità di alcuni protagonisti del mio romanzo.
La protagonista del romanzo, perché si tratta in effetti di un romanzo, è Isabella d’Este che insieme a Lucrezia Borgia furono le donne simbolo di quella stagione.
Isabella d’Este e Lucrezia Borgia si odiavano pur essendo cognate. La Borgia aveva sposato il fratello Alfonso, futuro duca di Ferrara. Il loro odio era misto alla gelosia per il rapporto, sia pure spirituale, col marito di Isabella e dunque cognato di Lucrezia Francesco secondo Gonzaga, marchese di Mantova.
Entrambe colte si circondarono di letterati.
Spiriti indipendenti, cosa rara in un mondo maschilista, ressero le sorti dei rispettivi stati durante le assenze dei consorti con piglio e autorità. Isabella d’Este dettò legge nel campo della moda femminile per il modo innovativo di vestirsi. È considerata come la donna più influente del Rinascimento.
La Bellonci nel suo capolavoro Rinascimento Privato ripercorre la vita di Isabella d’Este tramite dodici lettere di un prelato che si era invaghito di lei. È un pretesto per intrecciare storia e fantasia tra di loro, per analizzare il più periodo fecondo d’Italia per le lettere e le arti, ma in dettaglio per esaminare la psicologia femminile di quell’epoca rissosa, artistica e creativa che conosciamo come Rinascimento.
Nonostante il cospicuo numero di pagine la lettura è interessante e affascinante.
Il bene più prezioso dell’indie author è la proprietà intellettuale delle sue opere e di conseguenza la deve difendere da chi se ne appropria in maniera fraudolenta.
Una doppia considerazione. La prima è che è improbabile che rubino a un indie l’intera opera. Impossibile no ma molto improbabile sì, a meno che non sia un autore che vende vagonate di copie delle proprie opere – sogno di tutti gli autori. La seconda ci dice che è più facile che la nostra idea venga usata da altri per costruire la loro opera. Nel primo caso possiamo difenderci, nel secondo no. Non tratteremo il secondo caso, perché il mondo letterario, e non solo quello, è pieno di sfruttatori delle idee altrui, che non sono coperte dal copyright.
Come difendersi dal copia e incolla, anche se parziale, di un nostro testo? Non abbiamo molte risorse a disposizione. La nostra opera deve possedere una marca temporale non modificabile che ci assicuri che è stata scritta prima di qualsiasi altra copia in circolazione. Il sistema più semplice per provare che il testo è opera nostra sarebbe quello di pubblicare su un nostro blog pubblico ampi stralci di questa. La pubblicazione è dotata di data e ora. Un ulteriore tassello di protezione è l’uso di copyscape, un prodotto che serve a scovare se qualcuno ha copiato in parte o in toto i nostri contenuti. Si rimanda a questo link per capire come funziona. Esiste una funzione libera con molte limitazioni e una premium a pagamento.
La seconda possibilità è quella di usare la pec per inviare a un indirizzo mail nostro il file del nostro testo. La pec è una specie di raccomandata con ricevuta di ritorno che marca temporalmente testo e allegati. Questo consente di accertare che il nostro testo il giorno x all’ora y era in nostro possesso.
A questo punto è utile sfatare altre ipotesi che in modo ingannevole ci fanno dormire sonni tranquilli. È bene chiarire la diceria che sia sufficiente auto spedirsi il testo cartaceo per provare che sia nostro. Legalmente non vale nulla. Per avere valore legale ogni pagina dovrebbe essere autenticata da un notaio con data e ora, possibile ma costosa. Pure di valore nullo è spedire una copia cartacea alle due biblioteche centrali nazionali, Firenze e Roma, a cui dovremmo inviare in modo obbligatorio i nostri manoscritti cartacei dotati di ISBN nazionale a esclusione degli ebook. In tutti questi casi di parla di libri di carta e non digitali. Infine non ha nessun valore legale dotare i nostri ebook di ISBN. Infatti nulla vieta a un altro di pubblicare il nostro ebook esattamente uguale con altro ISBN.
Chiusa questo lungo inciso su come difenderci passiamo all’esame delle varie piattaforme. Nessuna intenzione di essere esaustivi ma un semplice panorama di queste con qualche indicazione utile.
Ne esistono in tutto il mondo ma parleremo di quelle conosciute. Nel mondo anglofono, o meglio quello americano, sono quelle che vanno per la maggiore: KDP, Smashwords, Google Play libri, Ibooks Apple e Draft2digital. Una sesta piattaforma è Lulu che è stata tra le prime a operare per il selfpublishing nel mondo della carta, che è la sua vera specializzazione. Con queste piattaforme, esclusoSmashwords che usa solo un conto Paypal, è possibile ricevere sul nostro conto corrente tramite bonifico internazionale le royalties con cadenze regolari, compilando un documento fiscale americano per non pagare le tasse in America, piuttosto salate. In alternativa al conto corrente esiste la possibilità di ricevere un assegno che verrà spedito al raggiungimento di un determinato importo. In ambito nazionale sono tre le piattaforme, ma non le sole: Streetlib, Ilmiolibro e Youcanprint. Ignoro per queste piattaforme italiane come avvengano i pagamenti. Per le piattaforme americane ci sono report chiari e dettagliati e scaricabili in formato foglio di calcolo. Per quelle italiane non conosco come siano i report.
Ci sarebbe da parlare delle royalties ma l’argomento è frammentato e richiede una trattazione separata. Diciamo solo che queste variano tra 30% e 80% del prezzo finale privo di IVA. Se ne abbiamo tempo e voglia e riusciamo a raccogliere la documentazione, vedremo di farlo. Nessuna promessa.
Infine capitolo ISBN: alcune lo offrono gratis, altri chiedono il pagamento di una cifra, altri ci dicono di arrangiarci. ISBN è di due tipi in Italia, se lo vogliamo acquistare: autopublishing e business. Il business è riservato agli editori tradizionali. La tariffa per un ISBN comprensivo del codice a barre è di 80 euro+IVA, necessario per la vendita del cartaceo presso i retailer. Comunque ci sono 5 pacchetti (da 1 a 5 codici) per gli autoeditori con importi unitari decrescenti. L’uso di ISBN italiano sul cartaceo implica l’invio di due copie alle biblioteche centrali nazionali di Firenze Roma. Un tempo si era detto che solo l’editore tradizionale doveva ottemperare a questo obbligo, poi essendo l’autore indipendente equiparato a un editore, di fatto è obbligatorio anche per loro. Obbligo che non esiste se ISBN è estero. Acquistando in America il pacchetto da dieci ISBN è più conveniente dell’analogo pacchetto italiano ovvero due pacchetti da 5 codici.
È la costola operativa per il supporto dei Kindle. Nata per la gestione degli ebook, due anni fa ha assorbito l’altra costola di Amazon, Createspace, per la creazione di libri stampati. L’assorbimento non è stato indolore, perché le esigenze di un ebook sono diverse da un libro di carta. Un solo esempio: la copertina. Inizialmente la creazione copertina era la stessa per entrambi i prodotti, creando non pochi problemi. In Createspace era gestita in modo professionale e specifico per un libro di carta. Molte delle funzionalità di Createspace sono incorporate in KDP ma il livello non è uguale a prima. Non mi dilungo oltre ma faccio un accenno a ISBN. Amazon per gli ebook assegna un ASIN, una sua codifica interna, e non pretende un ISBN. Se ne abbiamo uno per il nostro testo digitale lo possiamo caricare. Notare bene che non possiamo usare per gli ebook un ISBN attribuito a un libro di carta. Per quelli stampabili serve e possiamo usare uno di KDP gratuito oppure uno personale a nostra discrezione. Se è di KDP, è americano e non serve alcun deposito presso le biblioteche centrali nazionali. La distribuzione è su Amazon. Sarebbe possibile anche la distribuzione su tutti i retalier e librerie mondiali ma i prezzi sono raddoppiati e in certi casi si rischia di costare di più di libro edito in Italia.
Gestisce solo ebook dotati di un ISBN, gratuito di Smashwords oppure nostro, può essere distribuito presso molti store: Kobo, Tolino – lato tedesco e non IBS –, Ibook Apple e molti altri, compreso quello interno. Tratta tutti formati compreso mobi ma non ha un accordo con Amazon per la distribuzione. Dal suo sito è possibile scaricare diversi utili manuali che possono servire all’indie author per la produzione dell’ebook, il marketing, e altro. Visto che il formato primario è epub, questo deve essere validato.
Su Google play libri non è facile essere accettati. I criteri di ammissione non sono noti. Il formato accettato è l’epub validato. Le vendite sono su Google libri. Ci sarebbe da scrivere un romanzo sia sulle royalties sia sui prezzi ma ve le risparmio.
Ibook apple
Ultimo arrivato nel mondo del selfpublishing sfruttando il mondo IOS e MAC. Mette a disposizione un prodotto, Pages, molto interessante, che può funzionare sul mobile, sul Mac e con un qualsiasi browser, se si possiede un account Apple. Gli store collegati sono quasi tutti quelli di smashwords, compreso quello della piattaforma. Può essere interessante per chi oltre alla bolla Kindle decide di estendersi al mondo epub. Per chi usufruisce della piattaforma Smashwords, non vale la pena usare anche questa. Potrebbero nascere dei conflitti.
Più o meno è simile a Smashwords. Potrebbe risultare interessante per l’indie author che tradotta la sua opera in inglese punta sul mercato americano, qui è maggiormente diffusa. Non ho notizie precise su questo sito. Chi fosse interessato può usare il link fornito per curiosare.
Infine un accenno alle piattaforme italiane che sono meno note allo scrivente e di conseguenza ne farò un breve cenno per dovere di cronaca e orgoglio nazionale.
I vantaggi del loro utilizzo sta che parlano italiano, operano sugli store italiani e sono ordinabili nelle librerie nazionali – le versioni di carta. Ilmiolibro credo che abbia un accordo con LaFeltrinelli. Nata come alter ego di Lulu si è convertita all’ebook in tempi successivi. ISBN è a pagamento.
La più famosa e quella meglio attrezzata è Streetlib. Pubblica anche su Amazon oltre a moltissimi store online, compreso IBS. Ho letto che si sono attivati per il deposito obbligatorio del cartaceo. Se sia gratuito o a pagamento non lo so.
Infine Youcanprint, che come dice il nome, è nata come print on demand (POD) per il cartaceo. Ha attivato il servizio di deposito legale obbligatorio per tutti i libri di carta con ISBN nazionale in modo gratuito.
Uno dei motivi per cui ho puntato su KDP e Smashwords fin da subito è nel contratto di servizio. Questo è l’usuale contratto tra un prestatore e il fruitore senza molti vincoli, più formali che legali. Non firmo nulla ma accetto le condizioni di pubblicazioni. Faccio un esempio se dichiaro il falso che i diritti sono miei, loro mi cancellano l’opera tout court. I siti italiani fanno firmare, sia pure virtualmente dei contratti editoriali all’acqua di rose, almeno è quello che avevo letto quando ho esaminato la possibilità di pubblicare su di loro. Ad esempio l’editore diventa Streelib, Ilmiolibro o Youcanprint e non l’autore o un suo brand. Dettagli da nulla ma che mi infastidiscono.
Un ultimo addendum. Io sono iscritto alla mailing list di Storia continua, laboratorio di scrittura on line. Ci sono molti post utili per l’indie author e altrettanti indirizzi. Per chi volesse avventurarsi sulla graphic design delle copertine vi lascio questo link. Visto che come orso sono curioso gli indirizzi proposti sono davvero interessanti. Parlano inglese ma le icone sono intuitive.
Pensavo, ma a questo punto ho pensato male 😀 , di fare un unico post per parlare degli arnesi di lavoro per l’indie author ma poi ho visto che era troppo lungo. Quindi l’ho spezzato in due parti. La prima cosa sere per produrre la storia e la preparazione alla sua pubblicazione. Nella seconda mi concentrerò sulle piattaforme.
In questa parte ci occupiamo degli strumenti che l’indie author deve conoscere o utilizzare per produrre, preparare e pubblicare il suo libro.
Non c’è nessuna pretesa di scrivere un manuale d’uso né tanto meno di approfondire le tematiche che affronteremo ma rappresenta una specie di riassunto di ciò che gli serve.
Il presente documento sarà diviso in due parti. La prima quali strumenti servono per produrre e preparare un testo pubblicabile. La seconda quali strumenti servono per pubblicarlo e renderlo disponibile sugli store on line.
Però bisogna fare un inciso sulla produzione della nostra opera. È pura follia pensare di usare uno smartphone o un tablet per scrivere il nostro testo. Serve un PC e basta. Perché è altamente sconsigliabile l’uso di questi dispositivi? Per tre motivi.
1. La tastiera virtuale, salvo che il dispositivo possa usare una tastiera tradizionale, mal si adatta alla scrittura della nostra opera. Va benissimo per whatsapp, sms e mail e simili ma non per la scrittura di lunghi testi. Ricordo che nel dialogo diretto è preferibile usare le caporali « e », che non mi risultano disponibili sulla tastiera virtuale. In alternativa esiste il trattino lungo ma si devono rispettare precise regole e anche questo non compare tra i caratteri speciali. Inoltre non è mai agevole passare da una tastiera all’altra senza perdere la concentrazione di quello che si scrive.
2. Editor virtuale. Man mano che digitazione le lettere il nostro dispositivo cerca di indovinare quello che vogliamo scrivere e qualche volta in autonomia decide per noi. L’ideale sarebbe quello di disattivarlo, mentre è comodo negli altri casi. Anche in questo caso rischiamo di riempire di refusi la nostra opera. Poi risulta quasi impossibile eliminarli tutti.
3. La formattazione sul dispositivo mobile non sarà mai precisa o in qualche caso impossibile, specialmente se oltre al digitale pensiamo al cartaceo. Abbiamo detto in più punti che il punto di forza dell’indie author è di ottenere un prodotto digitale di livello superiore a quello proposto dall’editore tradizionale. L’ebook ha necessità di un documento come base di partenza prima di essere trasformato in epub o mobi. Inoltre l’ebook richiede sempre un sommario, la cosiddetta tocx, che può essere ottenuta o manualmente oppure in automatico. In questo ultimo caso i titoli dei capitoli o di quello che vogliamo nel sommario deve essere formattato secondo precisi attributi. Bisogna notare che questo sommario digitale è diverso dall’indice sommario che possiamo progettare all’interno del testo. Inoltre richiede il giustificato senza la sillabazione – l’allineamento a sinistra non è mai bello da vedere e potrebbe avere controindicazioni nella visualizzazione sui dispositivi mobili. Ben diverso è il trattamento per la pubblicazione cartacea. Il file di partenza per la stampa è un documento pdf, ovvero l’immagine della pagina da stampare. Inoltre la sillabazione è quasi indispensabile e il sommario non è necessario salvo che non lo voglia creare prima della trasformazione del testo in pdf. Ora per l’editore tradizionale il core business è il cartaceo, mentre il digitale è creato per necessità. Per l’indie author vale il viceversa. Si comprende come l’ebook dell’editore tradizionale è molto spesso inguardabile e di qualità scadente per effetto del doppio passaggio pdf a documento e poi a ebook. Per l’indie author c’è solo la trasformazione da documento a ebook. Va da sé che la produzione del cartaceo dell’indie author è di qualità inferiore a quella prodotta dall’editore tradizionale.
In conclusione l’uso di dispositivi mobili, salvo quelli che utilizzano un sistema operativo tradizionale, win, mac o linux, e dotati di tastiera da cristiani, è fortemente sconsigliato. Dovendo formattare il testo si rischia di introdurre ulteriori errori a quelli fatti durante la digitazione.
Chiuso questo lungo inciso, affrontiamo di quali strumenti si deve dotare l’indie author prima per produrre il testo poi per pubblicarlo.
Produzione e preparazione testo.
Dando per scontato che l’indie author userà un pc per scrivere le sue storie, gli serve un prodotto di videoscrittura. Poi deve dotarsi di un prodotto per la trasformazione del testo in ebook. Non è indispensabile ma gli può servire per capire come si presenterà il suo prodotto digitale. In qualche caso gli servirà per caricarlo sulla piattaforma di pubblicazione. Infine altri tre prodotti utili ma non indispensabili. Un prodotto di validazione per l’epub, utile per evitare un noioso tira e molla con la piattaforma, un convertitore pdf per il cartaceo e infine programmi per modificare il prodotto digitale finale in modo rapido. Ad esempio la creazione della tocx senza dover riformattare tutti i capitoli in maniera manuale.
Videoscrittura
Il prodotto più famoso e usato è Msword, che è anche quello accettato da tutte le piattaforme. L’unico problema è che la licenza ha un costo. L’alternativa? Libreoffice o OpenOffice, programmi open source e in download gratuito, che usano il formato ODF come standard. Sul Mac si può usare Pages. Tutti questi permettono di esportare o importare i documenti in formato doc (libreoffice e openoffice) o docx (libreoffice). La compatibilità con MsWord è più che buona e si possono usare le impostazioni del prodotto di Microsoft. Libreoffice è più moderno e tenuto aggiornato con buona frequenza, mentre openoffice non è sviluppato come dovrebbe. Entrambi partono dal medesimo nucleo originale, quello di Staroffice che voleva essere l’alternativa a MsOffice.
Una alternativa può essere Google document, che mette a disposizione Office online e consente di leggere e scrivere i formati proprietari Microsft o quelli liberi di ODF.
Per i sistemi Mac o Ios Pages è l’alternativa a MsWord. Avendo un account Apple, è possibile usarlo tramite browser su qualsiasi PC.
Si suggerisce di creare uno o più modelli e usare sempre quelli nella scrittura della storia, impostando caratteri, spaziature, titoli, ecc in modo di avere al termine un documento pronto per le varie esigenze di pubblicazione.
Conversione documento in epub o mobi
Quasi tutti i prodotti sopracitati hanno diverse modalità di esportazione, pdf o epub, in modo diretto oppure tramite estensioni. Per il mobi un tempo c’era un prodotto, mobicreator, che consentiva questa operazione. Adesso c’è Kindle Create che svolge la medesima funzione. Per gli epub ci sarebbe un secondo passaggio la validazione, perché o la verifichiamo noi o lo fa la piattaforma. Per evitare rimpalli per correzioni, si suggerisce di convertire il doc o docx in epub e poi validarlo per essere sicuri che il file che andremmo a caricare passi il primo vaglio della piattaforma.
Validazione epub.
Per validare un epub si possono usare due strumenti: o un sito online che ci fa l’operazione in modo gratuito oppure tramiti programmi installati sul proprio PC. Si suggerisce il sito on line – al momento disattivo. Era molto comodo e veloce oppure questo attivo che svolge le medesime funzioni. Per i programmi si rimanda a più sotto.
Convertitore PDF
Tutti i prodotti di videoscrittura hanno la funzione ‘esporta PDF’, però può essere utile un convertitore che possa fare anche la funzione inversa oppure convertire immagini o altro. Questo viene utile per la produzione di copertine in autonomia o caricare un testo per la stampa, essendo sicuro che l’immagine sia quella desiderata.
ToPDF è un sito on line che in modo gratuito e veloce esegue la conversione a PDF oppure da PDF.
In alternativa esiste un programma PDFCREATOR che installato sul proprio PC assolve alla funzione di convertitore.
Programmi utili
Ci sono due programmi utili che installati sul proprio PC possono aiutare nella preparazione dei testi da pubblicare. Per gli epub c’è Sigil, nato da una costola di Google. Permette di manipolare gli epub, ad esempio inserire la copertina, creare manualmente la tocx oppure tramite plugin validare l’epub. Svolge anche altre funzioni come ad esempio la visualizzazione del ebook oppure correggere piccoli refusi senza rifare tutto il processo di creazione. Il programma può essere installato su sistemi Win, Mac e Linux.
Per il mondo Kindle ci sono una serie di strumenti che permettono la creazione di un mobi validato, la visualizzazione sui diversi dispositivi mobili. Qualora abbia scritto un prodotto per i bambini o fumetti, quindi ricchi di immagini che devono essere collocate in posizioni precise, c’è a vostra disposizione due prodotti ad hoc. Questi strumenti sono messi a disposizione tramite KDP, la piattaforma di Amazon per la pubblicazione di libri.
Altro
Ci altri due argomenti che sono di difficile trattazione.
Il primo è la creazione della copertina, il secondo l’eventuale traduzione in altra lingua.
La creazione della copertina non è mai semplice, perché richiede un minimo di conoscenze di grafica. Eliminiamo KDP, perché al suo interno esiste una procedura guidata per la creazione della copertina, dove abbiamo tre strade.
1. proporre una nostra copertina
2. usare una nostra immagine e un loro template per mettere titolo, autore e quarta (solo per il cartaceo)
3. usare una loro immagine e un template.
In tutti gli altri casi dobbiamo arrangiarci. Come? Rivolgendoci a un graphic designer oppure utilizzare dei siti on line per la produzione di copertine oppure tramite programmi sul PC.
L’altro punto è la traduzione del nostro libro in un’altra lingua. A parte la scelta che sarà legata al mercato estero che vogliamo esplorare, possiamo scegliere tra siti che offrono la traduzione on line oppure rivolgerci a un traduttore freelance.
Vorrei chiarire che questi brevi post non hanno nessuna pretesa di essere esaustivi ma di descrivere un mondo, quello del selfpublishing, assai variegato che ogni indie author dovrà approfondire.
Due avvertenze: la prima è che non può pensare di fare concorrenza agli editori tradizionali. La seconda è che se pensa di vivere di scrittura farebbe meglio a cercarsi un lavoro.
Come abbiamo raccontato in precedenza l’autore indipendente – indie author – è l’editore di se stesso e scommette sulle proprie opere. Però prima di addentrarci sui suoi compiti, facciamo un rapido riepilogo di quello l’editore tradizionale deve, o meglio dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, fare nella sua attività imprenditoriale. Escludo dal novero degli editori quei pseudo editori che vivono alle spalle di molti scrittori, la cosiddetta editoria a pagamento (EAP). Le forme con cui queste persone agiscono per raggirare gli aspiranti scrittori sono le più varie e subdole. Chiudo questo inciso e parlo dei editori che in qualche modo rischiano il proprio capitale.
Quali sono i compiti?
1. scouting
2. editing
3. graphic design, la copertina
4. impaginazione
5. correzione bozze
6. quarta di copertina
7. traduzione, limitatamente a testi stranieri
8. promozione o marketing
1. Scouting
È forse l’attività più delicata di un editore. Trovare un testo da pubblicare con successo vuol dire per lui guadagno. Puntare su uno che è un flop, vuol dire perdita. Scartare un manoscritto che presso un altro editore sarà un successo è uno scorno. Va da sé la difficoltà nella selezione. Un tempo c’erano persone la cui attività consisteva nel leggere i manoscritti arrivati all’editore. Tra i più famosi cito Vittorini, Calvino e Pivano. Poi per effetto dei tagli per ridurre le spese e l’incremento vertiginoso degli invi hanno spinto molti editori a usare forze esterne per la selezione. Agenzie letterarie ed editor freelance fanno da filtro, conservando all’interno un piccolo nucleo di editor come lettori di ultima istanza o per quei manoscritti arrivati direttamente ritenuti meritevoli di attenzione. L’uso di forze esterne ha avuto un duplice effetto: evitare di leggere le valanghe di opere ricevute e risparmiare sui tempi di editing. I testi proposti di norma arrivano già pronti per la pubblicazione.
2. Editing
Questa attività è finalizzata a trasformare un testo acerbo in uno maturo pronto per la pubblicazione. Il fatto che arrivino da fonti esterne, che hanno tutto l’interesse perché sia pronto per la pubblicazione, consente all’editore di ridurre le spede di editing, che rimangono in capo all’autore.
3. Graphic design
La preparazione della copertina può essere fondamentale per il successo di un libro. Credo, ma non ne ho certezza, che a parte i grossi gruppi editoriali il resto si appoggino a graphic designer professionali. C’è qualche eccezione come Adelphi che usa una copertina minimale come marchio editoriale.
4. Impaginazione
A guardare molte pubblicazioni, specialmente tra gli ebook, non sembra che questa attività sia in cima all’attenzione dell’editore. Il prodotto digitale è quasi sempre scadente e costoso. Raramente si ottiene da un processo specifico per gli ebook. Non è che col cartaceo la situazione sia molto migliore ma di certo è un po’ più curata.
5. Correzione bozze.
Altro tasto dolente. Libri cartacei e digitali sono ricchi di refusi facilmente correggibili con un correttore ortografico. Un tempo questa figura era la persona di ultima istanza prima della pubblicazione. Oggi è in pratica quasi scomparsa e i risultati si vedono.
6. Quarta di copertina.
Ci sono dei professionisti chiamati copywriter che scrivono la quarta di copertina. Copertina e quarta sono gli elementi visivi di prima istanza che il potenziale lettore osserva. Quindi la scrittura di poche ma incisive parole può suggerire al lettore il suo acquisto.
7. Traduzione
Quando si acquistano i diritti di un testo straniero serve un traduttore per renderlo leggibile al lettore italiano. Anche in questo caso le traduzioni non sono molto accurate. Non è una regola ma capita. I traduttori di norma sono sottopagati a discapito della qualità della traduzione. A volte sembra che la traduzione sia ottenuta da traduttori automatici.
8. Promozione
In teoria l’editore dovrebbe promuovere i suoi prodotti. Salvo i grandi editori che investono soldi per il marketing a fronte di determinati testi, gli altri spesso non lo fanno per nulla oppure lo lasciano in carico all’autore.
Visto quello che un editore tradizionale dovrebbe fare, pare evidente che anche l’indie, come autoeditore, si deve attenere.
1. Scouting
L’indie non deve scovare un manoscritto ma trovare un’idea geniale da sviluppare e trasformare in una storia. Diciamo deve trovare il plot da mettere nero su bianco.
2. Editing
È il punto cruciale che l’indie deve superare per dare alla sua storia una veste professionale.
L’indie ha quattro strade avanti a sé.
a) eseguire l’editing in autonomia. I risultati non sono mai ottimali.
b) affidarsi a un editor professionale. Non è facile da trovare, perché i migliori ti snobbano e costano una fortuna. Chi costa poco, è un correttore di bozze e talvolta nemmeno. Diciamo bisogna aver fortuna.
c) trovare qualcuno che prepari una scheda valutazione coi fiocchi è raro e da tenere sul palmo della mano, perché con essa è possibile eseguire un editing in autonomia non perfetto ma di buon livello. Ne ho trovato uno moltissimi anni fa ma adesso non riesco più a rintracciarlo.
d) trovare un altro indie con buone competenze di editing col quale scambiarsi favori a vicenda. In definitiva è creare un gruppo con diverse competenze specifiche da scambiare. Non è facile ma possibile.
3. Graphic design
Se si hanno buone competenze grafiche si può tentare in autonomia la creazione della copertina. Le altre due strade sono o affidarsi a un graphic designer professionista o trovare un altro indie con cui scambiarsi le competenze.
4. Impaginazione
Può essere svolta in autonomia. Bastano buone conoscenze di word editor e leggere i documenti che spiegano come impostare pagine, paragrafi, ecc. Sono gratuiti e in qualche caso in italiano. Una volta costruito uno o più modelli a seconda delle necessità, basta usare sempre quelli fin dall’inizio della stesura del testo e si ritrova alla fine con un documento migliore di quello di un editore tradizionale. Non ci vuole molto ma rappresenta il punto di forza dell’indie.
5. Correzione bozze.
Anche questa attività può essere svolta in autonomia sfruttando correttori grammaticali professionali e qualche amico come betareader. Uno dei vantaggi dell’essere autoeditori è che possiamo aggiornare il libro già pubblicato per eliminare qualche residuo refuso. Nel caso di ebook la nuova versione sarà aggiornata sui lettori dei nostri acquirenti.
6. Quarta di copertina
Può essere fatta in autonomia ad esempio prendendo una frase importante del nostro testo. Altra strada è affidarsi a un copywriter. Questo nel caso che voglia produrre un testo su carta. Per gli ebook non serve. In questo caso lo si può sfruttare per fare una sinossi, il nostro biglietto da visita, coi fiocchi.
7. Traduzione
Se l’indie vuol tradurre in inglese la propria opera può ricorrere a società specializzate oppure ai traduttori automatici on line che di norma hanno delle limitazioni. In questo caso il processo è lungo e snervante con risultati incerti. Sarebbe meglio affidarsi a dei professionisti che però costano abbastanza. Se un indie ha delle conoscenze approfondite della lingua può tentare di procedere in autonomia. Comunque richiede tempo e competenze.
8. Promozione
Visto che raramente l’editore tradizionale promuove a sue spese un’opera pubblicata, l’indie può sfruttare diversi canali per fare pubblicità al suo testo. Uno è attraverso la piattaforma di selfpublishing, a pagamento. Però come vedremo in seguito di solito è orientato al mercato anglofono, quindi scarsamente usabile in Italia. Un altro, se ha prodotto un libro in formato cartaceo, può organizzare degli eventi nelle librerie della sua città oppure accordandosi con altri indie per svolgere una presentazione itinerante dei loro testi.
Conclusione
L’indie può offrire in ambito digitale una veste professionale della sua opera, perché l’editore tradizionale raramente cura i propri ebook.
Una buona soluzione è quella di creare un gruppo di indie che si aiutano a vicenda nel svolgere i vari passi prima della pubblicazione del testo. Il gruppo deve avere al suo interno specifiche competenze in modo tale da surrogare alcune figure professionali oppure svolgere l’attività del testreader o del betareader.
Altra buona norma, prima di intraprendere la pubblicazione è fissare un budget di spesa per evitare di imbarcarsi in una avventura dai contorni incerti.
Qualcuno, giustamente, ha detto che scrivo molto. Può sembrare così ma la realtà non è esatta.
Quest’anno sembra che abbia pubblicato quattro nuovi libri. Però due sono la revisione di testi pubblicati uno nel 2016 – Un paese rinasce – e l’altro nell’ottobre 2015 – I tre cunicoli. Quindi solo due sono quelli effettivamente pubblicati: Amanda e il bosco degli elfi, Una notte magica San Giovanni.
Però sembra comunque che scriva molto. Quindi è utile capire quanto dirò di seguito.
Fino al 2006 non riuscivo a scrivere nulla oltre le due pagine e poi incagliarmi. Quindi mi sono dedicato a scrivere poesie. Apro un inciso potrebbe darsi che le raccolga tutte e le pubblichi solo per lo sfizio personale.
Nel 2006 c’è stata la svolta. Complice un articolo che parlava di un episodio poco sconosciuto ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo. Riguardava l’amore segreto tra Goethe e Angelika Kauffmann. Angelika era una bravissima ritrattista che fu la prima donna a essere ammessa in un consesso maschilista come accademica di merito nell’Accademia San Luca. Questo primo romanzo, revisionato più volte è disponibile in download gratuito su Kobo Store, Tolino e Apple libri, oltre ovviamente Smashwords. Parliamo del 2015. Nell’ottobre di quell’anno I tre cunicoli, la seconda opera in assoluto, vede la luce come cartaceo su Createspace e come ebook Kindle tramite KDP, oltre ovviamente agli store epub sopra citati.
Da quell’ottobre ho pubblicato dodici opere, ovvero poco più di due e mezzo l’anno. Pochi sono i testi che tra la scrittura e la pubblicazione sono intercorsi meno di un anno. Quasi tutti sono rimasti per molti anni nel cassetto virtuale del PC. Tanto per esemplificare Una notte magica San Giovanni è stata la terza scritta nel lontano 2007, revisionata nel 2010 e poi ripresa quest’anno per la sua pubblicazione.
Diciamo che mediamente ho scritto due testi all’anno completi tra racconti brevi, lunghi o romanzi. Quindi avrei disponibili per la pubblicazione ancora una dozzina scarsa di opere.
Quest’anno non ho scritto nulla a parte un abbozzo in cui mi ero imposto di utilizzare Bibisco ma che è fermo ai primi capitoli. L’anno scorso ho scritto un testo incompleto, sono arrivato a metà strada, e uno di cui mancano i capitoli finali.
Insomma ho rallentato e non poco.
Progetti futuri? La revisione di libri già pubblicati e forse due raccolte di racconti brevi che sono da sistemare in modo organico.
Scrivo molto? Può darsi ma secondo me fatico molto di più.
vi annuncio che oggi 24 giugno, giorno di San Giovanni, esce
Una notte magica San Giovanni
in romanzo fantasy… o forse nemmeno un romanzo fantasioso.
Ecco la sinossi
Quella che per Deborah, una giovane cestista, doveva essere una vacanza rilassante tra mare e cielo, si trasforma in una singolare avventura che la fa viaggiare nel tempo e nello spazio, rendendola testimone di un’importante scoperta archeologica avvenuta decenni addietro.
È la sera del 23 giugno, la vigilia di San Giovanni, quando per una fortuita circostanza regalatale dalla sua curiosità, Deborah si reca in un paesino sulle colline di Cattolica dove, come da tradizione, per festeggiare “La notte delle streghe” viene allestito un mercatino. Tra una fitta folla, chioschetti, saltimbanchi e cartomanti, Deborah viene attratta dalla particolare luce emanata da un teschio di cristallo, risalente all’epoca Maya, in esposizione su una delle tante bancarelle di chincaglierie. Senza pensarci due volte, la giovane lo acquista. Il modico prezzo richiesto le fa supporre che sia un falso. Lentamente, però, attraverso una serie di visioni indotte dal potere magico dell’oggetto, Deborah capisce di essere in possesso di un pezzo dal valore storico: l’ultimo dei tredici teschi della profezia Maya, un tempo sottratto dalla casa di Anna Mitchell-Hedges.
La profezia vuole che, alla data del 12 dicembre 2012, i teschi vengano riuniti per dare così inizio a un nuovo ciclo di conoscenza ed elevazione per l’intera umanità. Scopre pure di essere lei la prescelta per la consegna del teschio di cristallo. Dovrà custodirlo in gran segreto fino al giorno in cui riceverà la chiamata.
Nonostante gli allenamenti, la trasferta in Sud America con la squadra di basket e l’inizio di una nuova storia d’amore, Deborah – con l’aiuto di Alex e del gatto Miao incontrati la notte di San Giovanni – riesce a mantenere l’impegno fino a quando un’ennesima visione le fa capire che è giunto il momento.
Un romanzo ricco di colpi di scena e assai intrigante.
Nella puntata precedente ho cercato di chiarire qualcosa tra il selfpublishing e l’editoria tradizionale, oggi metterò a confronto l’indie author e l’autore tradizionale.
Però prima di proseguire vi ricordo che domani 24 giugno, il giorno di San Giovanni, esce in formato ebook e cartaceol’attesissimo mio nuovo romanzo Una notte magica San Giovanni che potete trovare su Amazon
il formato kindle a € 2,69
il formato cartaceo a € 9,36
e per chi ama il Kindle Unlimited lo può leggere gratis
Indie author vs autore tradizionale
Affrontiamo il tema dell’autore nel selfpublishing che differisce molto da quello tradizionale.
Però prima spiego chi considero come autore tradizionale. È l’autore esordiente oppure chi ha all’attivo qualche pubblicazione di scarso successo. Insomma escludo tutti quelli che hanno firmato una esclusiva con un editore oppure sono celebrità prestate alla letteratura. Certo ci sono anche quelli finiti nella scuderia di un’agenzia letteraria più o meno importante ma all’inizio sono stati degli autori tradizionali.
Quale sono le problematiche di un autore tradizionale?
Prima di rivolgersi a qualche agente letterario al termine della scrittura del suo romanzo spedisce il manoscritto in giro nella speranza che qualche casa editrice lo noti. Dopo aver atteso i canonici sei mesi oppure un garbato rifiuto comincia a esplorare il mondo delle agenzie letterarie. Non entro del merito di come operano ma di norma chiedono soldi per leggere il testo senza che questo sia un binario privilegiato verso una casa editrice. Ovviamente il testo grezzo risulta poco invitante salvo che la storia non sia originale e in linea con i gusti dei lettori in quel momento. È difficile che raggiunga una casa editrice di livello medio alto, perché queste sono in collegamento con agenzie non facilmente raggiungibili. Quindi il nostro autore tradizionale, ammesso che superi la selezione iniziale, sarà indirizzato verso case medio, piccole o piccolissime. Firmerà l’agognato contratto editoriale e sarà felice. Però i suoi problemi non sono terminati. Anche se questi compiti spetterebbero alla casa editrice, molto spesso l’autore deve pagare l’editing, l’impaginazione, la grafica. La scelta di queste persone non è mai, o quasi, libera ma viene imposta dalla casa editrice. In altre parole non ha più il controllo del suo manoscritto. Finalmente la sua opera vede la luce secondo i tempi della casa editrice senza che lui possa influenzarli. Il suo testo finisce negli store on line e se c’è la carta potrebbe finire in libreria, ma non è detto. Il nostro autore tradizionale se vuole promuovere il suo libro, quasi mai viene organizzato dalla casa editrice ma deve farlo a sue spese. I dolori non sono terminati. Dopo aver speso tempo e denaro spera di racimolare qualche euro dalle royalties delle vendite. Alcuni contratti che mi hanno fatto esaminare contengono al riguardo clausole capestro come la vendita completa della prima tiratura entro due anni, cosa impossibile da raggiungere. Perché? Tra la firma del contratto e l’uscita del libro passano molti mesi, qualche volta un anno. Visto che la durata, salvo rinnovo, è di due anni dalla data della firma, si capisce quanto sia improbabile l’esaurimento della prima tiratura salvo eccezioni clamorose. Ci potrebbe essere al posto di questa clausola, il raggiungimento di cinquanta euro coi diritti. Qui si apre un problema per il nostro autore. Quanto percepirà di diritti per ogni copia venduta è espresso in modo nebuloso ovvero l’autore non saprà l’importo per singola vendita per via di un conteggio astruso. A spanne si può dire che dal prezzo di copertina tolta l’IVA, il compenso al distributore, nel caso del cartaceo, e gli sconti presso gli store su quello che rimane sono calcolati i diritti. Altro punto dolente sono i report di vendita che arrivano con molto ritardo e quindi inutilizzabili per conoscere l’andamento del testo.
Non è che per l’indie author le cose siano tutte in discesa. Come abbiamo detto qui, l’autore indipendente è anche l’editore di se stesso. Quindi deve svolgere tutte le attività che un editore tradizionale deve fare. In primo luogo si fa fare una scheda di valutazione esaustiva che gli permette di fare una prima revisione alla sua opera e capire le potenzialità di gradimento. Poi cerca un editor per eseguire l’editing del testo. Se poi bisticcia con la tastiera, gli servono altre due figure: il graphic designer per la copertina e l’impaginatore per dare una veste professionale alla sua opera. Infine deve trovare una piattaforma di selfpublishing per pubblicarla. In compenso ha chiaro quanto percepirà di diritti, i report di vendita sono chiari e puntuali alla giornata, i pagamenti non hanno condizioni particolari, salvo che non opti per pagamento con assegno. In questo caso si deve raggiungere un determinato importo. Però su un conto corrente o paypal le rimesse sono mensili senza limiti di importo. In conclusione l’indie author deve disporre di un budget iniziale per iniziare la sua avventura. Lo stanziamento deve essere congruo alle aspettative che ripone nel suo testo.
Arriviamo alle conclusioni mettendo a confronto le due tipologie di autore.
Vantaggi dell’autore indipendente
1. ha il pieno controllo della sua filiera editoriale.
2. può scegliere le figure professionali in autonomia
3. ha tempi certi nella pubblicazione
4. conosce quanto percepirà con ogni vendita
5. report puntuali come i pagamenti
6. i meriti e demeriti sono solo suoi
7. i diritti d’autore rimangono a sua completa disposizione
Svantaggi dell’autore indipendentemente
1. deve disporre di un budget per pagare le figure professionali
2. i suoi testi cartacei difficilmente arrivano in libreria oppure sono ordinabili presso un libraio
3. le sue opere sono viste con scetticismo come lo sfigato che non ha trovato una casa editrice.
4. deve dedicare molto del suo tempo per arrivare alla pubblicazione del suo testo
5. raramente riesce a pareggiare entrate e uscite, di sicuro all’inizio della sua avventura come autoeditore
6. se vuole vendere sui mercati esteri, deve provvedere alla traduzione del suo testo
7. vendere i diritti per un suo utilizzo in TV o cinema sono praticamente nulli.
Vantaggi dell’autore tradizionale
1. pubblica con una casa editrice
2. si sente appagato perché una casa editrice l’ha pubblicato
3. una volta finito la stesura del libro dedica un tempo relativamente modesto prima della pubblicazione
4. i suoi testi cartacei sono ordinabili in libreria e talvolta arrivano sugli scaffali
5. eventuali vendita diritti all’estero non implicano partecipare economica
alla traduzione del suo testo.
6. la possibilità che possa approdare in TV o al cinema non sono elevate ma non nulle
Svantaggi dell’autore tradizionale
1. perde il controllo della filiera editoriale
2. perde i diritti per almeno due anni
3. deve fare attenzione se nel contratto sono previste clausole di rinnovo automatico
4. l’eventuale promozione è quasi sempre a carico suo
5. i report di vendita sono redatti in tempi lunghi
6. fatica a comprendere a quanto ammontano i suoi diritti
7. i soldi spesi difficilmente colmano le entrate dei diritti
8. se vuol raggiungere un editore di norma si deve appoggiare a un’agenzia letteraria. Difficilmente ci riesce da solo
9. deve fare attenzione agli pseudi editori, i cosiddetti editori a pagamento (EAP), per evitare di riempirsi la cantina dei suoi manoscritti comprati a caro prezzo.
Concludendo, ogni autore può decidere se abbracciare la strada dell’autore indipendente o quello tradizionale. Pro e contro ci sono e non sono di facile pesatura. Personalmente ho scelto la strada dell’indie author e non tornerei indietro per nessuna ragione. Mi sono trovato bene e sono soddisfatto degli esiti. Non ho mai provato a battere la strada dell’editoria tradizionale, perché considero le mie opere come una parte integrante di me e non riuscirei a distaccarmene.
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