Oggi, manco a dirlo è lunedì e Eletta Senso promuove il suo gioco linguistico.
«…Si vede il bosco denso di abeti? Questo è popolato da elfi e gnomi e tante leggende…».
Giuseppe segue il nonno che legge la fiaba del bosco incantato e sta attento: non manca un singolo vocabolo. Gli piace quanto lui espone con calma. La sua voce è melodiosa e Giuseppe ne è avvinto.
La folla del gnomo Ospino, letta dal Nonno Alessio, è avvincente come un testo di fantasy e stimola la fantasia di Giuseppe.
Il bambino ha la bocca socchiusa e gli occhi incantati.
«Adesso. Tutti a nanna!» E spegne tutte le luci uscendo dalla stanza.
Sono lieto di annunciare che su Caffè Letterario è stata appena pubblicata la sesta puntata dell’avvincente storia che ha come protagonisti Baldegunde e Markus.
Premetto che non sono un grosso estimatore dei romanzi cosiddetti rosa. Perché poi li classificano così non saprei. Comunque diciamo quei romanzi dove sentimenti e passioni sono il filo conduttore della storia.
Ho letto Natale con amore e sono rimasto piacevolmente sorpreso per il garbo con cui sono stati raccontati i sentimenti di Alexandra, una giovane donna che fuggita da un mondo ristretto di una sperduta cittadina dell’Alaska ritorna qui dopo dieci anni.
È come se quel lasso di tempo non sia mai trascorso. Ritrova quella passione che credeva d’aver domato e si interroga sui propri sentimenti fino a trovare la dimensione giusta. Per chi fosse curioso di sapere come finisce suggerisco loro di acquistare l’ebook o il cartaceo.
Elena tratteggia in modo mirabile i vari personaggi con le loro passioni, sensazioni e sentimenti. Tutto ruota intorno alla crisi di Alexandra che scavando dentro se stessa sa a chi donare il proprio cuore.
La scrittura agile accompagna il lettore pagina dopo pagina fino alla fine. Una lettura piacevole che prende la curiosità e sospinge a leggere la storia.
A chi piace questo genere di storie è consigliatissimo ma anche a chi, come me, è un po’ refrattario e predilige altro.
Passegere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo sì, certo.
Passegere. Come quest’anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passegere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passegere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passegere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passegere. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passegere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passegere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passegere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passegere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passegere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passegere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passegere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
Passegere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passegere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passegere. Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passegere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.
Tratto dalle Operete morali di Giacomo Leopardi – liber liber
tratto da https://ekbloggethi.blogspot.com/2017/10/dialogo-di-un-venditore-dalmanacchi-e.html
Siamo come il passegere che dice di essere stato trattato male e spera che il nuovo sia più più benevole di quello che ci siamo lasciati alle spalle.
Foto di Anna Shvets da Pexels
Auguro a tutti voi che passate dal mio blog silenti oppure no un felice 2022.
Auguro a tutti quelli che passano da qui sia essi siano silenti sia essi lascino un segno
un felice Santo Natale.
Senza la vostra presenza questo blog non sarebbe nulla. Senza i vostri segnali avrei già smesso. Vi ringrazio di sopportare le quattro sgangherate cose che scrivo.
Su Caffè Letterario è stata appena pubblicata la quarta parte di Krimhilde e la scomparsa delle ragazze.
Buona lettura
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