Sul blog di Eletta senso e qui trovate il mio tautogramma in M.
Marcerai, Marcello, per mari e monti ma minchia ci mancherai. Memoria del mondo mistico menti in modo mefistofelico, in maniera madornale e malcelato motteggio, mirando a motteggiare Marina. Mentre mimi Mario, minuto menestrello, mostri la tua mano con machiavellica modestia. La mercanzia nel magazzino marcisce per mancanza del mercante di morte.
Il post è stato appena pubblicato su Caffè Letterario e lo ripropongo di seguito.
Il suo cuore batteva all’impazzata mentre si avvicinava alla porta della stanza in cui sapeva che l’avrebbe trovato.
Si fermò per ascoltare. Nessun rumore. Mosse un passo e si bloccò con la mano a mezz’aria come una bandiera in segno di lutto.
Sentiva il cuore battere e il rumore prodotto era più intenso perché tutto intorno c’era silenzio.
Mirna rifletté se doveva abbassare quella maniglia oppure girare i tacchi e fuggire. Però sembrava che il pavimento di lucido tek fosse vischioso come la colla da falegname. Incapace di muoversi, paralizzata nella mente restava lì a cinquanta centimetri da quella porta che sapeva d’inferno.
“Devo decidermi” mormorò mentalmente, impegnata com’era tra il pensiero della fuga e affrontarlo per chiarire cosa non funzionava.
Piero era il suo capo ma anche il suo amante. E lui era lì dietro quella porta. Aveva capito in ritardo che era tutto sbagliato. Non doveva e invece l’aveva fatto. Si era lasciata coinvolgere in un gioco superiore alle sue forze e si era ritrovata sola. Tutti erano a conoscenza del legame tra lei e Piero e sorridevano ironici quando la vedevano. La scansavano come un’appestata.
Da questa relazione non ci aveva ricavato nulla, solo le frecciate velenose degli altri. Eppure lei era libera senza legami e non doveva rendere conto a nessuno. Semmai era Piero che era in fallo con la sua famiglia. Però adesso doveva decidersi ma era paralizzata.
Mosse un passo indietro riportando il braccio sul fianco, perché aveva sentito delle voci dietro quella porta. Spalancò gli occhi e increspò la fronte. Forse la tensione gli aveva giocato un brusco scherzo. “Non è possibile!” e si avvicinò cauta alla porta per ascoltare meglio. “Sì! È una voce femminile e familiare. Cosa sta a fare lì dentro?”
Udì un cigolare di molle e dei sospiri che non si prestavano a equivoci fino all’esplosione di gioia soddisfatta. «Ancora! Ancora!» Un grugnito animalesco sovrastò la voce femminile e poi fu silenzio pieno di un ansare per respiri affannosi.
Mirna era impietrita. “Devo scappare!” Però rimase lì col viso a pochi centimetri dalla porta, quando…
Il battente si aprì e vide Piero accasciato sul divano rosso e Angela scarmigliata con la gonna in mano che la travolse.
Un caso per tre, il romanzo scritto a quattro mani con Elena di Nonsolocampagna, esce in veste rinnovata nella copertina sia nel formato mobi per Kindle, sia in formato epub – novità! –
Walter, Sofia e Puzzone erano partiti pieni di entusiasmo da Treviso con la macchina nuova per raggiungere Roccapietrosa, un paesino tra Rivisondoli e Roccaraso. Una meta insolita, lontana seicento chilometri, quando vicine c’erano le Dolomiti.
«Dobbiamo festeggiare i nostri dieci anni» aveva detto ai primi di giugno a Sofia. «Niente mete esotiche ma un paesino dell’Abruzzo».
Sofia aveva sgranato gli occhi tra la sorpresa e la paura del terremoto. Aveva aperto la bocca per richiuderla senza dire nulla. Si era seduta appoggiandosi al tavolo della cucina con lo sguardo smarrito.
«Rocca… Cosa?» Aveva mormorato quasi incredula per un nome del tutto sconosciuto.
«Roccapietrosa» aveva precisato Walter ridendo mentre osservava il senso di smarrimento dipinto sul suo viso. «Vedrai. Una vera sorpresa».
Sofia deglutì più volte. La sorpresa l’aveva colta a tradimento in modo inatteso. Si sarebbe aspettato tutto ma non un paesino, un puntino invisibile sulle carte geografiche più dettagliate come aveva constatato successivamente.
…
Così inizia questa avventura che vedrà coinvolti Walter e Debora con Puzzone.
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Questo lunedì Eletta Senso ci propone una novità scrivere un haiku floreale.
Forse lo conoscete tutti ma per chi non sa cosa sia provo a spiegarlo in breve.
L’haiku nasce in Giappone nel XVII secolo e si basa sul concetto di suono o “on” in tre versi così composti: 5 – 7 -5.
Cosa sono? Gli haiku sono brevi poesie che usano linguaggi sensoriali per catturare un sentimento o un’immagine. Sono spesso ispirati da elementi naturali, un momento di bellezza o un’esperienza emozionante. Per i giapponesi “on” è un suono breve non riproducibile negli altri linguaggi che hanno adottato il concetto di sillaba. Così è stato anche per l’italiano.
Le sillabe italiane variano molto in lunghezza, mentre gli “on” giapponesi sono tutti ugualmente brevi. Per questa ragione una poesia di 17 sillabe italiane può essere molto più lunga di una tradizionale poesia giapponese di 17 “on”, eludendo il concetto che gli haiku sono nati per dare l’idea di un’immagine usando solo pochi suoni.
Ecco la mia proposta
Come ormai sapete da tempo Eletta Senso sul suo blog inchiostroneroweb propone ogni lunedì un gioco linguistico, che viene replicato qualche giorno dopo da Luisa Zambrotta sul suo words and music and stories. Questa settimana la proposta è intrigante un acrostico di marzo a doppio senso ovvero marzoozram. Ebbene come da tempo faccio ho partecipato anch’io.
L’ultima cosa che ricordo è il suo sorriso, poi tutto è diventato nero.
Quando mi sono svegliato ero disteso su un marmo bianco, almeno questa è stata l’impressione ma non potrei mettere la mano sul fuoco per confermare il ricordo.
Però sentivo freddo sulla schiena. Per forza ero nudo! Ho provato a muovere una mano sinistra senza riuscirci. Pareva ancorata al marmo ma non vedevo o sentivo un qualsivoglia legaccio che me la bloccasse. Poi ho tentato con la destra ma la sensazione è stata la stessa: impossibile a muoverla.
Ho aperto gli occhi ma non ho visto nulla. Solo nero pece. Eppure le palpebre non sono incollate. Si sono mosse liberamente. Ho riprovato col braccio, sperando in miglior fortuna. Niente! Sempre aderente al corpo.
Ho cominciato a sudare perché ho capito che ero in un bel impiccio. Buio e silenzio. Solo il mio respiro rauco. Poi una tenue luce in lontananza.
Era un buon segnale oppure pessimo? Dovevo solo aspettare. Nel mentre sono tornato indietro nel tempo. Ero venuto con Nicola, una bella ragazza bionda conosciuta ai tavolini del Bunga Tavern. Tra una birra e l’altra, un sorriso malizioso e occhiate traditrici abbiamo deciso di fare una puntata nella villa del Capitano.
«C’è una festa in costume molto riservata» aveva aggiunto per convincermi. «Però le voci che girano parlano di festini a base di sesso. Vorrei immortalarli con la mia fida Leica».
Forse le troppe birre mi hanno obnubilato la mente e come uno scemo ho detto di sì.
Così abbiamo scavalcato un cancello laterale. Lei armata di macchina fotografica, io della mia incoscienza.
In silenzio ci siamo addentrati nel parco. Poi… eccomi qui immobilizzato e incapace di scappare e chiedere aiuto.
Sia Eletta Senso sia Luisa propongono il medesimo gioco. Scrivere un pensiero con lemmi inizianti per i.
Ecco cosa ho proposto a Eletta Senso
Ignora l’inizio, Ilenia. L’indice incomincia con la I. Infatti l’inventario include idee che iniziano con i. Ideologie infide inficiano ipotesi infelici. L’infimo inferno inasprisce immediatamente l’infelicità del intero insieme. Irrigidito, impettito indaga l’infinito con ieratica immobilità. Incrocia l’indizio sulla iella con la iattura dell’infelice individuo invero ingenuo.
Per Luisa ho scritto questo
Nell’immensità s’inchina incerta Iride. Incespica e impallidisce, improvvisando insieme a Iacopo un impetuoso imprevisto. Un’incomprensione ingenera un incidente tra Ivano e Isotta all’incrocio: una iattura irrimediabile li induce a incontrarsi sull’impatto ideale su idee ineguali.
Tra non molti giorni, spero, dovrebbe uscire la versione epub sugli store italiani di Kobo, Ibs, LaFeltrinelli. Inoltre sarà disponibile anche su Apple libri e Scribd. Per gli amanti dell’esotico su diverse piattaforme statunitensi.
In attesa che Un caso per tre diventi disponibile, potete trovare i miei ebook.
Eletta Senso propone per il gioco linguistico un abbecedario ordinato. Ovvero scrivere un breve testo dove le parole cominciano con le lettere dell’alfabeto in sequenza ordinata e senza ripetizioni.
Ecco il mio testo
Aspetta buono, caro Davide. È fuori gara, ha incontrato Jack Kerson, la mina nascente, opportunista pericoloso. Qualcuno ricorderà, se temi una vera waterloo, Xii Yang zoppicante.
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