Gennaio il nuovo gioco

La bambina senza nome

Oggi è lunedì ed Eletta Senso propone un tautogramma in G come gennaio

Giovanetta graziosa giocava coi grandi, guardando giocosa i gesti di Giovanna.

Il gatto si gingillava col gomitolo grigio e gabbava il gaglioffo con la gamella.

Giuseppe il galante si gingillava col guanto e un gambo di giacinto che giaceva sul giaciglio.

Il gavitello galleggiava nella gelida gabbia di ghiaccio.

Gennaio giunge gentile.

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Il questionario di Proust

La bambina senza nome

Eletta Senso ha proposto questo simpatico questionario per conoscerci meglio. Le risposte in corsivo sono le mie.

  • Il tratto principale del mio carattere
 cancerino
  • La qualità che desidero in una donna saper accettare i tratti negativi del mio carattere
  • La qualità che preferisco in una donna saper parlare di tutto
  • Quel che apprezzo di più nei miei amici non essere invadenti
  • Il mio principale difetto essere ostinato e testardo
  • La mia occupazione preferita lavori creativi disegnare scrivere e leggere
  • Il mio sogno di felicità vivere sereno in salute
  • Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia guerre, violenze verso tutti gli esseri viventi e mancanza di rispetto per Madre Natura
  • Quel che vorrei essere quello che sono
  • Il paese dove vorrei vivere qualunque posto che mi dia serenità
  • Il colore che preferisco tutte le tonalità calde dal giallo passando al rosso e finendo all’arancione
  • Il fiore che amo orchidea ma farei un torto a tutti gli altri
  • L’uccello che preferisco pettirosso
  • I miei autori preferiti in prosa Calvino, Rodari e Cassola
  • I miei poeti preferiti Leopardi
  • I miei eroi nella finzione
  • Le mie eroine preferite nella finzione
  • I miei compositori preferiti
  • I miei pittori preferiti Van Gogh
  • I miei eroi nella vita reale le persone sincere che fanno le cose senza chiedere nulla in cambio.
  • Le mie eroine nella storia come sopra
  • I miei nomi preferiti Giuditta e Giuliana
  • Quel che detesto più di tutto ipocrisia e falsità
  • I personaggi storici che disprezzo di più sono troppi
  • L’impresa militare che ammiro di più nessuna
  • La riforma che apprezzo di più giustizia sociale ma è più un sogno che realtà
  • Il dono di natura che vorrei avere la pazienza e tolleranza
  • Come vorrei morire senza accorgemene
  • Stato attuale del mio animo serenità
  • Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza nessuna
  • Il mio motto non saprei
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La fiamma – seconda parte

La bambina senza nome

La seconda parte è pubblicata anche su Caffè Letterario.

La prima parte la trovate qui.

Ecco la seconda e ultima parte

Camminò per tre lune e tre soli, quando, incespicando nel buio, la sua mano percepì una superficie secca e ruvida. La tastò facendo scivolare le dita della destra e il palmo su di essa. Emise un gemito di dolore. Qualcosa di minuscolo si era incuneato sotto l’unghia dell’anulare. Era un pezzo di legno, una scheggia non di più. Forse era una parte di un ramo strappato dal vento oppure uno arbusto rotto dal passaggio di qualche animale. Lo infilò nella bisaccia che portava a tracolla. Tastò il terreno intorno alla ricerca di altre schegge, che ripose insieme alla prima.

Preso dalla frenesia, dal desiderio sfrenato di creare una luce in quel buio così profondo, si accucciò sul terreno. Estrasse quei pezzetti di legno che dispose a formare una piccola piramide. L’ultimo lo afferrò saldo nella destra e cominciò a sfregare, sbattere la pietra contro il pezzo di legno, finché all’improvviso apparvero una, due, tre scintille e si sprigionò una grande fiammata. Dal mucchietto si levarono delle lingue di fuoco che illuminarono il buio della notte. Lui arretrò impaurito per la magia della luce. Si avvicinò e avvertì calore. Si allontanò e il freddo riprese il sopravento. Tornò dove ardevano i legnetti. Raccolse altri pezzi che aggiunse alla pira e il fuoco riprese vigore. Sgranò gli occhi stupito, avvertendo che quella prodigiosa fiamma fosse una magia miracolosa ma anche pericolosa. La facilità, con cui da quel pezzo di legno si erano sprigionate delle lingue rossastre che salivano verso l’alto, era a dir poco prodigiosa. Eppure fino a pochi giorni prima il cielo aveva riversato sulla terra una pioggia torrenziale che l’aveva trasformata in un immenso pantano fangoso.

Quella fiamma però aveva un che di strano e terribile, di affascinante e misterioso. Il modo in cui le scintille guizzavano e si riunivano, vorticavano nell’aria nera, si espandevano e ritiravano la loro luce ardente gli faceva crescere una sensazione di paura e curiosità. Attrazione e repulsione erano i sentimenti che provava senza rendersi conto che si stava muovendo verso il fuoco, sempre più vicino. Se all’inizio, avvicinandosi percepiva dolore sul palmo delle mani, adesso non sentiva più nulla ma solo piacere. Più si accostava, più si accorgeva di non percepire calore, come se le fiamme che danzavano davanti a lui non fosse null’altro che una visione. Le scintille si fondevano davanti ai suoi occhi delineando forme nuove, segrete, svelando immagini diverse. All’improvviso nell’eterno caos del falò, qualcosa apparve e prese vita, unendosi con il suo corpo in una elegante danza. Capelli ardenti, le linee sensuali della bocca, il braciere degli occhi, le dita come lingue di fuoco, i seni morbidi e caldi, il ventre perso nelle vampe. Quella terribile e stupenda creatura lo attirava verso di sé, lo riscaldava con le sue parole e con la passione che sprigionavano i movimenti del suo corpo. Infondeva in lui un calore mai provato prima, che lo avvolgeva, lo faceva sentire strano, stanco in un limbo di piacere e tortura. La fiamma lo avvolse, bruciò i suoi miseri vestiti, lo irradiò di forza ed energia trascinandolo con sé e dentro di sé. Le mani roventi lo cinsero e le labbra cercarono le sue, con la lingua di fuoco caldo che danzava sul suo palato, esplorando la sua bocca. Lui, non potendo capire altro che la sensazione bellissima e tremenda del fuoco, ovunque sopra il suo corpo, rimaneva immobile. Gli occhi divorati dalle fiamme, le labbra schiuse in quell’ardente bacio. Nel crescendo di calore sentì a un tratto la sensazione intensa del piacere, che saliva e aumentava, stimolata dal furore di quelle mani, di quel corpo focoso. Nel delirio del rogo desiderò di possedere quella donna e le sue mani si mossero attraverso di lei.

Preso da quel bacio di fuoco carezzò il grembo caldo di lei, sentendo la fiamma vibrare sotto il suo tocco. Quella figura riprese vigore e ardore e dal ventre salirono fiammate azzurre di piacere. Lui era ormai diventato parte del fuoco, fiamma lui stesso e sopra la pira in fiamme accarezzò con desiderio la donna, risalendo e scendendo con la mano, seguendo le curve di quel corpo perfetto.

Lei, in risposta, lo avvolse nel fuoco della passione, lo spinse dentro di se avviluppandolo tra le fiamme. Lui, immerso nella smania del piacere, non percepiva il dolore del fuoco e del suo corpo in combustione. Godeva del piacere della fiamma. L’abbracciò traendola verso di sé. Le fiamme azzurre aumentarono. Nell’aria risuonava il gemito strano della donna e quello soffocato di lui, chinati l’uno sull’altra, ansimanti. All’improvviso il volto dell’uomo fu investito da una vampata di fiammate rosse. La lingua rossastra si contorse come mossa dal vento. La sua bocca rovente lo avvolse completamente.

Le vampate azzurre si alzarono in alto per gli scatti felini del bacino di lei. Lui sentì la bocca rovente allontanarsi dalla sua. Lei si alzò, attraversandolo totalmente, infiammandogli le viscere e lo cinse di nuovo tra le braccia, stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi.

Lui travolto dal desiderio e dalla passione la strinse forte a sé. Lei imprigionata nella sua stretta perdeva man mano la sua parvenza di fiamma, avvolta dalle vampe azzurre del godimento. I loro corpi, le loro essenze erano ormai un’unica cosa, stretti l’uno all’altra in un incendio blu e rosso da cui si alzavano urli e gemiti. Le fiamme azzurre li avvolsero entrambi, tuonarono nei loro ventri, li gettarono nel delirio di un immenso piacere. I loro movimenti convulsi li facevano apparire come un unico grande essere di fuoco. Le vampate celesti si fusero nei loro corpi divenuti un’unica fiamma, finché il piacere non si estinse e di loro non rimase altro che cenere.

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Anno nuovo, gioco vecchio

La bambina senza nome

Anno 2024, gioco acrostico. Nato da Eletta Senso, interpretato da me. Leggete

acrostico 2024

Domani

universi

emergenti

mostrano

intriganti

lavorio

autentico.

Vengono

elementi

nuovi,

trascinati

insieme

quasi

uniti,

alternati

tra

terre

remote

occulte.

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Arriva il 2024

Come ogni anno leggiamo gli oroscopi che descrivono l’anno che verrà. Speriamo sempre che il nuovo sia sensibilmente migliore del vecchio, perché quello che si sta chiudendo non ci ha regalato molte gioie o soddisfazioni.

Questa operetta morale di Giacomo Leopardi riassume da oltre duecento anni questa intima voglia che il nuovo sia migliore del vecchio. Nonostante gli anni che ha è sempre fresca e attuale e io la ripropongo come saluto al nuovo anno coltivando la speranza che il 2024 possa essere migliore del 2023 che ci ha salutato da pochi minuti.

Dialogo di un venditore d’ almanacchi e di un passeggere (G. Leopardi)

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Passeggere. Almanacchi per l’anno nuovo?

Venditore. Si signore.

Passeggere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?

Venditore. Oh illustrissimo si, certo.

Passeggere. Come quest’anno passato?

Venditore. Più più assai.

Passeggere. Come quello di là?

Venditore. Più più, illustrissimo.

Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?

Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.

Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.

Passeggere. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?

Venditore. Io? non saprei.

Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?

Venditore. No in verità, illustrissimo.

Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

Venditore. Cotesto si sa.

Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?

Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.

Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?

Venditore. Cotesto non vorrei.

Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?

Venditore. Lo credo cotesto.

Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.

Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?

Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.

Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore. Appunto.

Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore. Speriamo.

Passeggere. Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.

Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

Passeggere. Ecco trenta soldi.

Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

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A richiesta

La bambina senza nome

Lista degli ebook in formato epub

Pubblicazioni su Smashwords, Kobo e Apple libri

Titolo Data ISBN
Un paese rinasce 2016-09-30 9781370474165
Racconti di Vita 2017-01-28 9781370287611
Lucrezia e il racconto erotico 2017-08-13 9781370365944
Luca e altre storie 2017-10-01 9781370378456
Le linee parallele si incrociano 2015-10-28 9781311761606
Il mazzo di fiori 2017-10-09 9781370494514
I tre cunicoli 2013-01-16 9781301736997
La kitsune 2019-05-22 9781370408887
Amanda e il bosco degli elfi 2020-03-20 9781370029990
Un giallo Puzzone 2019-09-01 9780463052631
Goethe e la felicità nascosta 2013-01-09 9781301666591
Una notte magica San Giovanni 2023-01-22 9798215766705
Una avventura – Sulle tracce di Pietro da Bologna 2023-01-23 9798215416365
Puzzone e il sottomura 2023-02-23

9798215954959

Intrigo internazionale – un’avventura di Puzzone No

9798215521403

Un viaggio e altri racconti no
Il sogno di Ellie no
Krimhilde e le fanciulle scomparse no
Le indagini di Puzzone 2023-03-03

9798215989241

Un caso per tre 2023-01-27

9798215084496

Lista libri acquistabili su amazon.it e altri siti di amazon

Pubblicazioni su Amazon

Un paese rinasce
Racconti di Vita
Luca e altre storie
Le linee parallele si incrociano
Il mazzo di fiori
I tre cunicoli
Lucrezia e il racconto erotico
Amanda e il bosco degli elfi
Un caso per tre – coautrice Elena Andreotti
La kitsune
Una notte magica San Giovanni
Un giallo Puzzone
Puzzone e il sottomura
Una avventura – Sulle tracce di Pietro da Bologna
Intrigo internazionale – un’avventura di Puzzone
Un viaggio e altri racconti
Il sogno di Ellie
Krimhilde e le fanciulle scomparse
Le indagini di Puzzone
Daniele
La bambina senza nome

Per maggiori informazioni vedi la pagina di autore centrale

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La bambina senza nome

La bambina senza nome

Lorenzo era irritato con se stesso e non lo nascondeva. La bocca serrata, la fronte aggrottata, i muscoli facciali, che si muovevano in modo frenetico contraendosi e rilassandosi.

Non era stata sua intenzione affrontare i primi contrafforti dell’Appennino con una giornata grigia che non prometteva nulla di buono. Il cielo era plumbeo non per le nubi da pioggia ma per quella nebbia stagnante a mezza altezza. Lo sapeva per certo perché giornate come questa le aveva già affrontate in passato. Sulla strada che lo conduceva alla Trattoria del Duca avrebbe trovato banchi di nebbia mobili che sarebbero comparsi improvvisi dopo una curva o a metà di un breve rettifilo.

Così comincia l’avventura di Lorenzo nel mio nuovo romanzo La bambina senza nome appena pubblicata su Amazon in formato ebook e cartaceo.

Fino al 3 gennaio 2024 sia l’ebook sia il cartaceo sono offerti in promozione al prezzo di lancio di 0,99€ per l’ebook e 4,15€ per il cartaceo. Dopo quella data il prezzo cresce a 2,99€ e 6,15€.

Approfittatene. La promozione dura poco.

Autore centrale

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La fiamma – parte prima

da pexels-pixabay

La notte lo avvolgeva dentro il suo manto scuro e impenetrabile, costringendolo a camminare a carponi tastando il terreno con le mani per capire dove stava andando. Ignorava se la direzione era quella giusta ma non aveva alternative. Doveva muoversi, non poteva restare fermo. Intorno a lui c’erano pericoli che avvertiva come fitte nella testa.

Nella mano stringeva una pietra appuntita che gli dava relativa tranquillità ma sapeva che erano solo illusioni, un mero simbolo di speranza. L’aveva già usata per difendersi da un coyote che gli contendeva la preda appena uccisa. Non era servita a molto, perché aveva dovuto cederla all’altro, al predatore.

Secondo lui aveva una seconda e più importante proprietà: quella di generare il fuoco. Aveva visto molte lune prima, che un uomo del suo clan aveva usato una pietra dai colori strani emettere scintille come opera di magia. Poi si era sprigionata una fiammata rossa che aveva spaventato i presenti. Gli altri uomini si erano allontanati di un passo ma donne e bambini si erano stretti intorno a lui. Per questo prodigio era stato acclamato capo del clan e aveva intorno a sé donne e bambini che ubbidivano ai suoi ordini. Lui non poteva accettare la sua superiorità, perché lo giudicava vanitoso e senza capacità di guida. Così era partito alla ricerca del simbolo del fuoco. Aveva vagato per giorni nella valle, aveva scalato pendii impervi ma della pietra del fuoco nessuna traccia. Deluso aveva rinunciato alla ricerca e deciso di ritornare nel suo clan e accettare la guida dell’altro. Inciampò in una pietra e rovinò nella polvere. Avvertì nel costato un oggetto pungente che segnò la sua pelle dura come il cuoio. Alcune stille di sangue bagnarono il terreno. Si mise seduto e osservò alla luce del sole morente quello che gli aveva procurato dolore. Era una pietra aguzza dal colore strano. Verde con venature biancastre. Non ne aveva mai visto una simile. Con la mano tolse la polvere e acquistò lucentezza. Mandava bagliori a seconda di come la teneva in mano. Forse era la pietra che aveva cercato per giorni senza successo. Provò a sfregarla su un pezzetto di legno e produsse alcuni puntini luminosi che si spensero subito. Sobbalzò, lasciandola cadere. Riprovò e di nuovo quella magia si riprodusse. Quella scheggia di legno era diventata nera dove aveva sfregata la pietra. Intorno ce ne erano delle altre di forma diversa ma del medesimo colore. Incrociò le gambe sotto di sé e cominciò a lavorarla per renderla più aguzza. Osservò soddisfatto cosa era riuscito a ottenere ma il sole era basso sull’orizzonte. Doveva muoversi perché rimanendo fermo sarebbe stata facile preda degli animali che cacciavano di notte. Si alzò e si incamminò per tornare dal suo clan, tenendo stretto nella mano sinistra il suo trofeo.

[continua]

Pubblicato anche su Caffè Letterario.

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