La gelosia di Sally
Jean e il sogno
I dubbi di Lucy
Lucy e Rachid
Sally
Jean
Lucy a les Deux Magots
Lesbo è un'isola dell'Egeo di Alessandra Bianchi
Lesbo è un’isola dell’Egeo
Avevo aperto da poco il mio blog su Splinder e girando mi ero imbattuto su “Il blog di Sandra” e alcuni post che poi sarebbero stati cancellati con la pubblicazione del suo libro. Nel luglio del 2008 vidi il suo libro insieme ad altre pubblicazioni di editori poco conosciuti, ma rimandai l’acquisto perché avevo esaurito il mio bonus per quel giorno.
Ci siamo incontrati a commentare amici comuni e successivamente i nostri post. Lei è stata sempre generosa nei miei confronti, io forse un po’ meno, un po’ più critico.
A settembre 2009 ho deciso di acquistarlo e leggerlo.
L’inizio è molto accattivante con la sua prosa che conosco bene fluida, scorrevole, incisiva ed asciutta. Così mi sono concentrato a leggerlo e in breve sono arrivato a metà.
Però c’era qualcosa che non andava come se la storia fosse sommersa da altri aspetti. La narrazione era brillante e piacevole, ma lasciava un retrogusto di insoddisfatto. Con il capitolo Bingo ho capito il motivo: la parte erotica del romanzo sovrastava le emozioni della protagonista. A partire da lì i ruoli si sono invertiti. Le emozioni, le sensazioni, le introspezioni sono diventate vive, brucianti, immediate e coinvolgenti, mentre le descrizioni di sesso sono diventate il fondale dell’affresco generale. Lo sprofondarsi nella delusione dell’amore è descritto con molta intensità, il volersi punire per avere amato è vissuto nella consapevolezza di avere fallito nel dare amore senza indulgenze melanconiche ma con molto realismo.
“Non ero contenta di me stessa, non mi soddisfaceva la piega che stava prendendo la mia vita.. Era una mia scelta, ma ciò non significava che mi piacesse.” Realismo ed analisi di quello che non andava, ma anche consapevolezza dei propri limiti caratteriali.
Poi di nuovo amore e la protagonista rinasce, come gli alberi in primavera dopo essersi spogliati delle foglie nel lontano autunno. La traversata del gelido inverno, che Alessandra non ama diversamente da Viviana, si è conclusa e si avvia verso la calda estate.
“Era bello sentire il Mistral giocare con i nostri capelli, assaporare l’aria che sapeva di salsedine, spingere lo sguardo verso il mare azzurro, incontaminato sino all’orizzonte. Se a Milano era primavera avanzata, a Cannes praticamente era già estate.” Poesia pura queste descrizioni che anticipa nel cuore di Alessandra la stagione calda. Questa seconda parte è ricca di introspezione, di analisi acute del proprio io, delle sue insicurezze, delle sue certezze, dei suoi sentimenti.
Poi arriva di nuovo l’autunno con la nuova delusione d’amore, ma tutto diventa sfumato come Milano avvolta nella nebbia. Di grande impeto è la vacanza in Brianza vicino al bosco che assume toni di una liricità veramente notevole. “Ma nell’atmosfera incantata di quel bosco, nella tranquillità della casa che avevo preso in affitto,non avevo nemmeno bisogno di razionalizzare i miei pensieri. ….Si era trasformata in un vago ricordo, tutto sommato poco significativo; le nebbie del tempo la allontanavano sempre più da me. E il vento che la sospingeva era sempre più forte.” La descrizione di quelle sensazioni di pace si fa più intensa nelle righe successive. Una sorta di catarsi per disintossicarsi dalle scorie dell’amore e di una vita piena di luci e ombre inquietanti. “Provavo un irresistibile desiderio di fermarmi lì per sempre, lontana dal mondo che avevo frequentato sino a quel giorno.”
Poi si corre verso la fine amara con quello stupido tentativo di suicidio descritto con notevole forza ed energia in tutti i pensieri più reconditi compreso l’istintivo anelito di sopravvivenza.
Però è il finale a sorpresa che sorprende il lettore nello stile tipico di Anneheche. Forse ritorna sulla retta via? Se ci fosse un sequel, lo potremmo sapere.
A questo punto ero soddisfatto dei 12€ spesi.
Usando le stelline anobiane do due stelline la prima parte, ma quattro (il massimo) per la seconda parte.
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