Mentre camminano verso il caffè, Lopapa, scuro in volto, si rivolge a Ricardo: “Non ti permettere più di stabilire se un teste deve essere lasciato libero senza il mio consenso”.
Il commissario resta muto per diversi secondi prima di abbozzare una risposta.
“Carmelo, hai ragione. Mi sono preso la responsabilità di decidere che il teste poteva andarsene. Però…”
“Però, cosa?” lo interrompe il magistrato.
“Come avrai notato, la Russo non aveva intenzione di dire qualcosa in più rispetto all’altra volta. Quindi ho cercato di renderla più loquace. Anche se la mettevi in cella, non avresti ricavato nulla. Sarebbe rimasta muta come un pesce. Almeno qualche informazione…”.
“D’accordo. Non avrebbe aperto bocca, lo so e hai ragione. Ma la prossima volta decido io come e quando terminare l’interrogatorio” replica Lopapa, addolcito nei lineamenti.
“Qua la mano” dice Ricardo allungandola. “Incidente chiuso e messaggio ricevuto”.
Mentre prendono il caffè, parlano di sport, di donne e delle vacanze che sono un ricordo. Ridono e scherzano, avendo dimenticato il precedente screzio.
Rientrati in ufficio, cominciano a esaminare le informazioni ricevute dalle due donne.
“Dunque un collegamento con Carlo Inzoli esiste ed è interessante. Sua sorella è fuggita col padre di Teresa sette anni fa. Quello che mi torna meno, è il perché abbia mandato due mazzi alla Presente” comincia Lopapa.
“In realtà sono convinto che ne abbia mandato uno solo. Quello non recapitato o quanto meno non ancora consegnato” replica Ricardo.
“Perché affermi che il mazzo di fiori, quello del quale abbiamo visto il biglietto, non è stato inviato da Inzoli?”
“Mi fido dell’intuito femminile. Ludmilla… la Presente l’ha escluso, perché non sarebbe tipico del nostro uomo. Romantico e innamorato, sicuramente lo è ma a modo suo. Ha escluso categoricamente che fiori e biglietti facciano parte del suo bagaglio. Lo conosce da sempre e da sempre le ha fatto la corte senza successo”.
“Va bene, mi hai convinto. Ma quello recapitato chi lo ha mandato?” gli domanda Lopapa.
“Non ci ho ancora ragionato a sufficienza” risponde Ricardo. “Però è servito a tendere il tranello per la Lopiccolo. L’intuito mi dice che per convincere la donna a seguire la Presente sia stato usato quel famoso mazzo di fiori. Come e perché non lo so ma di certo è stata una leva manovrata dal nostro killer”.
“A spanne sono d’accordo con te. Ma per il momento accantoniamo questa tua supposizione e ipotizziamo che Inzoli sia stato il mandante dell’uccisione di Teresa e che il killer l’abbia ucciso per eliminare un testimone scomodo…” ragiona ad alta voce il magistrato.
“Come ipotesi può andare e potrebbe essere del tutto plausibile. Carlo Inzoli vuole vendicarsi che il padre della Lopiccolo sia fuggito con la sorella. Ingaggia un killer professionista, che uccide la figlia per vendetta. Poi viene ucciso dall’assassino, che conosce, visto che gli ha aperto la porta di casa. Ma ci sono diversi dettagli che non tornano” dice il commissario.
“Quali?” domanda Lopapa.
“Il primo è come Inzoli abbia ingaggiato il killer senza che ne rimanga traccia o segnalazioni di contatti. Mi riesce difficile pensare che abbia contatti con quel sottobosco, che abbia scelto il migliore o comunque uno dei migliori, senza che i miei informatori non sappiano nulla. Inoltre non credo che abbia pagato in anticipo l’intero importo. Nessuno rinuncia ai soldi pur di coprirsi le spalle” risponde Ricardo.
“Nulla vieta che fosse stato pagato dopo l’uccisione della Lopiccolo” replica il magistrato, poco convinto.
“Potrebbe essere un’ipotesi realistica ma per quale motivo il killer è rimasto in città per oltre una settimana col rischio di essere scoperto? Perché non ha fatto fuori il testimone scomodo subito dopo l’uccisione della Lopiccolo? Se è rimasto, vuol dire che non ha ancora concluso l’intero incarico” afferma il commissario, alzando il tono della voce.
“Mi hai convinto. Sarebbe stata una buona ipotesi ma solo in linea teorica. Dimmi quale altro aspetto non ti quadra” chiede Lopapa.
“Il secondo punto oscuro è il motivo per il quale la Lopiccolo ha seguito la Presente quella sera. Suppongo che sia stato il famoso mazzo di fiori ma, escludendo Inzoli, chi potrebbe avere avuto quest’idea? Chi l’ha spinta a fare quel pedinamento assurdo?”dice Ricardo scuotendo la testa. “Ci ho pensato ma non ho trovato nessuna spiegazione che possa collegarsi a Inzoli”.
“In effetti hai ragione. E’ un quadro pieno di buchi pensare che Carlo Inzoli sia il mandante”.
Il commissario resta in silenzio pensieroso, giocando con una penna. Sta pensando al collegamento tra Carlo e Teresa, al killer misterioso, a Antonio e Maria, agli inquietanti mazzi di fiori. Il quadro gli appare sfocato, troppe tessere non combaciano. Deve scoprire dove si nasconde Antonio e il perché è sparito prima a Lecce, poi a Ferrara. Per lui la fuga con Anna Inzoli è solo un pretesto. Ci deve essere qualche altra motivazione alla base ma la Russo non ne vuole parlare. “Speriamo che Ludmilla ci riesca” si dice speranzoso. Poi deve scovare al più presto il killer, prima che possa colpire ancora. “Chi sarà la prossima vittima?” si domanda.
Il magistrato osserva Ricardo, immerso nei suoi pensieri. Si sente svuotato. La lunga nottata, passata insonne, sta presentandosi per reclamare il pedaggio. La giornata si preanuncia ancora lunga e deve programmare i prossimi interventi. “Devo interrogare il tunisino e qualche vicino di Inzoli” si dice, allungandosi sulla poltroncina. Poi guarda il poliziotto, che pare isolato mentalmente.
“A cosa stai pensando?” gli chiede Lopapa.
“A troppe cose. Ma per prima cosa devo recuperare gli elenchi degli ospiti degli alberghi nell’ultimo mese” risponde pacato.
“Non vai troppo indietro nel tempo?” gli chiede il magistrato, sorpreso dal lungo periodo preso in esame.
“No. Sono convinto che il killer sia in città da molto tempo. Non mi pare il tipo che tralasci i dettagli. Un mese è il minimo da prendere in considerazione. Poi devo trovare una foto di Antonio Lopiccolo. La moglie ci preso per il naso, dicendo che ha bruciato tutte le fotografie. Non ci credo. Qualche istantanea l’ha conservata ma non la vuole mollare. Forse pensa di proteggerlo col suo atteggiamento ma secondo me sbaglia. In attesa che la donna si sblocchi, mi rivolgo all’anagrafe per averne una, sia pure in formato fototessera”.
“Due ottime mosse. Direi che è meglio sbrigarsi per non lasciare scorrere un’altra giornata. Mentre tu ti attivi su quel fronte delle indagini, io convoco il tunisino per torchiarlo per bene. Secondo me conosce più dettagli di quelli dichiarati inizialmente” dichiara Lopapa.
“D’accordo. Torno in ufficio per sguinzagliare i miei uomini. Ci sentiamo nel pomeriggio” dice Ricardo salutando il magistrato, prima di sparire oltre la porta.