Su Caffè Letterario è stato da poco pubblicata la nuova puntata di Konnie, che potete leggere anche qui.
8 settembre 2144 ore 8
La relativa sicurezza del luogo unitamente alla stanchezza ha favorito il riposo notturno. Dopo una frugale cena a base di gallette e formaggio sono sprofondati in un sonno pesante senza sogni o incubi. Cucciolo anche se in apparenza sembra dormire ha i sensi all’erta per captare eventuali pericoli o minacce.
Dopo molte giornate incerte o piovose la mattina li sveglia con un cielo azzurro senza nuvole. La temperatura rimane comunque rigida.
«Sbaglio o la strada è in condizioni peggiori rispetto a tre settimane fa?» Chiede con voce dubbiosa Alba, osservando come sono cresciute altre piante spuntate dal fondo della strada.
Matteo sta per rispondere, quando Cucciolo comincia a ringhiare sommesso mostrando i denti. Si gira alla sua sinistra cercando di scorgere il possibile pericolo. La sua visuale è occultata da vistose felci. “Eppure in quella direzione c’è in agguato una potenziale insidia. Cucciolo non ringhia per dare aria ai denti» riflette afferrando la mano di Alba.
«Cosa pensi che ci sia?» Domanda la ragazza con un’intonazione del voce che denota paura.
Poi sentono un fracasso di rami rotti come se qualcuno a forza stia tentando di aprirsi un varco.
«Fermo Cucciolo! Se non ci attacca lo lasciamo in pace!» Esclama Matteo vedendo il lupetto pronto a scattare in avanti.
«Cosa facciamo?»
«Nulla. Non sappiamo cosa è».
Poi vedono sbucare una massa pelosa e scura che cammina a quattro zampe. «Cos’è?» Chiede Alba terrorizzata, mentre Matteo trattiene Cucciolo col braccio intorno al collo.
Il ragazzo cerca di ricordare le figure degli animali selvatici presenti in montagna. «Potrebbe essere un orso ma non ne sono sicuro».
La bestia si erge sulle zampe posteriori e ruglia con un verso poderoso. Poi si gira e torna nel folto del boschetto alla loro sinistra.
La ragazza respira a fondo rilassata. «Orso o non orso mi sono spaventata. Se ci avesse attaccato saremo finiti male» farfuglia incespicandosi nelle parole.
Matteo sorride perché è andata bene. È riuscito a trattenere Cucciolo e l’orso ha preferito ritornare nel folto del bosco.
«Ora che il pericolo è scampato, devo ammettere che era un bestione enorme. Di certo con una zampata ci avrebbe abbattuto come birilli».
Ripreso il cammino e metabolizzato lo spavento, i due ragazzi vanno alla ricerca del ponte per passare il torrente e iniziare la salita alla Città del Sole.
Il torrente è gonfio di acqua color ruggine e trascina a valle rami e tronchi d’albero. «Era molto più quieto qualche settimana fa» borbotta Alba con l’intonazione della voce preoccupata. «Il ponte era messo male quando l’abbiamo attraversato. Mat, pensi che abbia resistito?»
Matteo ha il viso aggrottato perché la domanda della ragazza se l’è posta anche lui. Non l’ha esternata perché non era sua intenzione metterle apprensione ma adesso deve rispondere. «In tutta franchezza non lo so ma spero che sia ancora transitabile. Altrimenti sarà un vero guaio».
Il ragazzo si ferma e riflette. «Alba, prendi la cartina che la consultiamo. Vediamo di fare un piano di riserva».
Dispiegano la mappa su una roccia rotolata dal monte, mentre Cucciolo si siede sulle zampe posteriori con lo sguardo vigile.
«Noi siamo qui» illustra Matteo con tono sicuro.
«Ne sei certo?» Replica Alba con voce incerta. Dubita molto che conoscano la località esatta dove si trovano.
«No» esclama ridendo. «Suppongo che siamo qui» e col medio indica un posto sulla carta.
«Ti ricordi la posizione?»
Matteo rimane in silenzio prima di rispondere. «Presumo che sia questo. Almeno credo. C’erano un paio di insediamenti tra Arabba e il ponte».
Alba ridacchia perché Matteo è un ottimista incorreggibile. “È una bella cosa ma se si sbaglia sono dolori”. E allora chiede: «Se è questo, ce ne è una prima. Ma non si capisce se la strada sia agibile oppure è franata nel torrente».
Matteo scuote il capo in segno di diniego, perché è troppo lontano dal percorso verso la Città del Sole. «Però ce ne è uno a valle che potrebbe essere interessante per scavalcare il torrente e relativamente vicino alla strada che dobbiamo seguire per salire in quota».
Ripiegata la mappa, riprendono il cammino.