Da poxo è stata pubblicata la ventinovesima parte di Konnie su Caffè Letterario. La potete leggere anche qui.
14 settembre 2144 Città del Sole
Dopo le turbolenze dei giorni precedenti il tempo vira con decisione al bello. Il cielo è limpido e il sole inonda l’abetaia.
Dal Consiglio dei Saggi non è arrivata nessuna risposta. Tutto tace. Hanno letto molte pagine del diario di Konnie ma nella giornata odierna il tempo finalmente stabile li invita a passeggiare nel bosco. Cucciolo è sempre vicino a loro e si allontana di poco come se temesse di essere abbandonato.
Alba e Matteo si tengono per mano come due innamorati. «Il pensiero di rintanarmi di nuovo sottoterra mi perseguita da quando ho scoperto il mondo di sopra» spiega il ragazzo dando alla voce un’intonazione acida.
«Cosa pensi di fare?» Alba si irrigidisce perché fatica a comprendere il senso dell’affermazione. Immagina che ha in mente qualcosa ma non riesce a concretizzare il pensiero.
«Mi piacerebbe tornare a Bozen, nel bunker di Konnie. Salire o scendere senza chiedere il permesso tutte le volte ai saggi».
La ragazza rimane in silenzio. Riflette. Quell’idea l’ha sfiorata in questi giorni ma ci sono troppe variabili da tener presente. “Sì. Il pensiero è solleticante ma… Ci sono i viveri, la stanza di decontaminazione e poi noi due”. Si ferma ed espone cosa pensa. «Se spieghi meglio il progetto che hai in testa, ne possiamo ragionare».
«Il bunker è abbastanza ampio per ospitare diverse persone. Ci sono quattro ampie stanze, una sala e una cucina oltre ai servizi. C’è una zona del freddo che è ideale per conservare viveri e altro…».
«Ma Cosa pensi di fare dei corpi di Kurt e Marie?»
«Dare loro una degna sepoltura oppure cremarli come abbiamo fatto con Konnie. Lasciarli là in attesa che il generatore atomico smetta di funzionare mi sembra un insulto alla loro memoria».
Alba annuisce perché si trova d’accordo con lui. Però ci sono altri aspetti da vagliare. «Manca la stanza di decontaminazione perché l’ambiente esterno è e sarà pericoloso ancora per lungo tempo».
«La si può costruire. Serve una doccia».
Alba scuote la testa. Matteo la fa troppo semplice. «Poi c’è il problema dei viveri. Non è come nella Città del Sole che una vasta area è destinata alla coltivazione e all’allevamento di animali».
«Lo ammetto questo è più complicato ma è risolvibile costruendo una serra in superficie. Nel giardino».
«D’accordo. I problemi principali sono superabili ma servono materiali e competenze. Bozen è lontana. Ci sono due fiumi da scavalcare, due passi da scalare e delle vie in condizioni disastrose. Non abbiamo mezzi di locomozione che ci possano aiutare nel trasporto dei materiali. Tutto questo mi sgomenta» confessa la ragazza che ritiene non fattibile il progetto.
Matteo annuisce. Le obiezioni della compagna se le è poste anche lui, trovando soluzioni praticabili. Il progetto è solo in embrione. Va sistemato in tutti i suoi tasselli e sottoposto al Consiglio dei Saggi per la sua approvazione. Deve essere a prova di critiche. «Se studiamo bene il progetto in modo che sia realizzabile, poi abbiamo otto o nove mesi per attuarlo, perché prima di aprile maggio del prossimo anno non può diventare esecutivo. Dobbiamo parlare con Arturo per la stanza di decontaminazione e la serra. Se ci dice che possiamo costruirle trasportando i pezzi, abbiamo un jolly per le mani. Poi se troviamo altre coppie disposte a condividere il nostro progetto, potremo dire che è una prima colonia esterna della Città del Sole».
Alba sorride al pensiero di costruirsi un futuro con Matteo. «Ma Cucciolo nel frattempo?»
«Al di là se il progetto Colonia verrà approvato o meno, ho pensato di lasciare intatto il nostro accampamento esterno e di uscire tutti i giorni per tenergli compagnia. Se il tempo è clemente, anche più a lungo».
Alba lo abbraccia. È stata timida perché non ha proposto per prima quella soluzione. Però è contenta che Matteo abbia pensato come lei. Si sente in sintonia con lui.