In risposta al blog della Grazia che salutava l’arrivo del solstizio d’estate, ho scritto che il 24 giugno si festeggia San Giovanni il corto e questo ha suscitato la sua curiosità se esiste anche il lungo.
Se avesse comprato e letto il mio romanzo Una notte magica San Giovanni avrebbe trovato soddisfatta la sua curiosità.
Quindi vedo di spiegare anche a qualche altro curioso il motivo di queste definizioni.
Premesso che l’agiografia dei santi e beati della chiesa cattolica è zeppa di Giovanni, ma due sono quelli che sono più importanti: il Battista e l’Evangelista.
Il primo è festeggiato il 24 giugno e il secondo il 27 dicembre. Del primo si celebra la nascita, del secondo la morte. Ci vuole molta fantasia pensare che queste due date rappresentino in effetti questi due momenti, visto che non esiste certezza nemmeno sugli anni.
In realtà queste due date sono rappresentative due momenti clou dell’anno: il giorno più corto e quello più lungo. I più svegli avranno già capito il senso di corto e lungo attribuito ai due santi.
Però fingiamo che nessuno abbia compreso e proseguiamo. La chiesa cattolica all’inizio non poteva inventarsi delle festività che la popolazione che adorava ancora gli dei e legata alle sue tradizioni non avrebbe compreso. Quindi ha preferito la scorciatoia: fare sue le tradizioni romane e celtiche, per citare quelle dominanti. Tanto per esemplificare. Per i celti il primo novembre era per tradizione la festa dei morti che la chiesa ha dedicato a tutti i santi. Prendiamo il Natale e il periodo che finisce col sei gennaio. Dovendo festeggiare la nascita di Gesù quale periodo era migliore di quello tra il 25 dicembre e il 6 gennaio? Nessuno tenendo presente a Roma tra quelle due date si tenevano i Saturnalia, una specie di carnevale pazzesco dove gli schiavi erano liberi e tanto altro ancora. I romani celebravano la festa del Natalis Solis Invicti, associata alla rinascita di Apollo (e del Sole) dopo il periodo più oscuro dell’anno. Da questa festa prese spunto l’idea del 25 dicembre come data di nascita di Gesù. Quindi visto che fino al IV secolo d.C. non si celebrava la nascita ecco il periodo dove collocarla. Potrei andare avanti con altre feste pagane che sono diventate feste cristiane.
Però torniamo ai nostri due Giovanni, il corto e il lungo. Per i celti il 24 giugno e 27 dicembre rappresentavano due punti fondamentali nella loro vita. Il 24 giugno era la data d’inizio dei raccolti, che sarebbero finiti il primo novembre. Quindi per la chiesa rappresentava la nascita del Battista che coincideva col la notte più breve dell’anno. Ancora per i celti il 27 dicembre coincideva con la notte più lunga dell’anno e dal giorno dopo la luce avrebbe guadagnato tempo sulle tenebre della notte. Quindi idealmente per la chiesa avrebbe rappresentato la morte dell’Evangelista, perché poi avrebbe goduto il regno dei cieli.
Ancora una volta la chiesa si è appropriata di tradizioni pagane per celebrare questi due santi.
Ora se il 27 dicembre è meno sentita come festività, considerate quelle che la precedono e quello che seguono, il 24 giugno è un misto tra festa cristiana e pagana con un gran fiorire di saghe e tradizioni magiche, un po’ come la festa del sei gennaio coi suoi falò notturni.
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