Giacomo con un certo affanno raggiunse il bus che l’avrebbe portato a Sasso Marconi sul posto di lavoro.
“Ciao” disse a Mattia, che come ormai faceva da diverse settimana gli teneva il posto vicino a lui.
“Ciao!” gli fece di rimando l’amico.
Però diversamente dai giorni precedenti il ragazzo si chiuse in un mutismo con la fronte aggrottata, suscitando lo stupore e la curiosità del compagno. Era come se avesse mille pensieri che lo assillassero senza dargli tregua.
Giacomo continuava a rimanere in silenzio, mentre rifletteva sulle due ragazza. Era combattuto tra due fuochi Laura e Betta. Entrambe le piacevano ma erano molto diverse tra loro. La prima aveva un carattere alquanto spigoloso, era decisa e non demordeva dai suoi obiettivi. Però con lei non si riusciva a fare un discorso alla pari: o si era d’accordo o si era contro, le vie di mezzo non esistevano. Quando si toglieva l’armatura, era dolcissima e si faceva coccolare come un gatto. «Peccato che lo faccia raramente!» pensò. La seconda la conosceva poco, appena un paio di viaggi tra Ferrara e Bologna ma gli dava l’impressione che fosse più dolce, più affettuosa e più malleabile come personalità. Aveva bisogno di affetto per compensare quello che le era mancato durante l’adolescenza. Sicuramente era più matura di Laura. Anche lei era decisa sulle mete da raggiungere senza però farsene un’ossessione come l’altra. Gli dava l’impressione che fosse possessiva, forse anche gelosa: il suo uomo era suo e soltanto suo. Anche fisicamente erano differenti ma era attratto da entrambe. Laura aveva un bel fisico slanciato e due stupendi occhi grigioazzurri. Colpiva immediatamente per il bel sorriso e il viso ben proporzionato. Betta aveva una corporatura più esile, un sorriso stanco e malinconico, che campeggiava sul viso minuto contornato da capelli talmente scuri da apparire neri. Gli occhi erano meno espressivi, piccoli e scuri ma nonostante questo era mobili in continuo movimento.
«E’ sicuramente meno appariscente a uno sguardo superficiale ma poi ti colpisce con una forza che pare magnetica, quando la osservi con attenzione».
Ricordava quando la vide la prima volta: si era soffermato a osservarla senza un motivo preciso, anche se c’erano delle ragazze più belle in attesa del treno.
“A cosa stai pensando?” chiese Mattia, vedendolo assorto e distante di fianco a lui.
“A nulla” rispose riscuotendosi dall’apatia delle riflessioni.
“Non mi pare. Non ti ho mai visto così taciturno. Forse non gradiscono la mia presenza nel gruppo?”
“No, no! Tutt’altro!”
“Allora cosa c’è che ti assilla?”
“Stavo riflettendo …”.
“Sulla mia presenza ..”
“Ma no! Laura è in sintonia con me sulla tua presenza …”.
“Eppure non è stata sciolta la riserva”.
“Vogliamo sentire anche il parere di Eva e Marco, gli altri due con i quali abbiamo iniziato questa avventura”.
“D’accordo. Mi sembra corretto ma …”.
“Non credo che muoveranno obiezioni. Perché dovrebbero eccepire? Entrerai a far parte stabile del gruppo che prende le decisioni. Sabato ci incontriamo a Modena per fare il punto della situazione e decidere l’allargamento”.
“Se non è questo il pensiero che ti tormenta, cosa ti rende così pensieroso?”
“Nulla”.
“Non credo. Qualcosa di strano c’è”.
Giacomo era incerto se parlare dei dubbi sulle due donne che in qualche modo lo attraevano. Decise di tacere, perché doveva fare una scelta in maniera autonoma. Mattia non poteva comprendere i suoi dilemmi, perché gli sarebbe stato difficile descriverle con sufficiente lucidità. Pensò che forse fra qualche giorno con le idee più chiare avrebbe potuto affrontare la questione, discutendone con lui.
Cambiò atteggiamento e deviò i discorsi su altri argomenti, cercando di tenere desta la conversazione.
Per fortuna erano quasi arrivati.
“Sai, stavo pensando …” cominciò Giacomo.
“Davvero?” rispose ironico Mattia.
Lo guardò in tralice, quasi lo volesse fulminare ma finse di non aver ascoltato l’ultima parola.
“Sei libero sabato prossimo?”
L’amico lo osservò senza rispondere.
“Se sei libero e se hai voglia di trascorrere una giornata con noi, dico a Eva che vieni anche tu”.
“Potrebbe essere una buona idea” replicò guardingo.
Eppure pochi minuti prima era interessato a far parte del gruppo, mentre adesso pareva che non lo fosse più.
“Pensaci” gli disse Giacomo.
Una risata breve e vigorosa uscì dalle labbra di Mattia.
“Ma io ci ho già pensato …”.
“Quale decisione hai preso?”.
“Sono libero e vengo volentieri. Così …”.
“Così cosa?”
“Nulla! Uno sghiribizzo ma è passato in un attimo”.
“Però mi piacerebbe conoscere cosa …”.
“Ma dai! E’ un’ottima occasione per conoscervi”.
“Non la racconti giusta”.
“Viene anche Betta?” domandò curioso.
“No, non credo. Non me l’ha chiesto” disse mentendo.
“Convincila. Almeno così siamo pari” continuò ridendo.
“Non so se Eva abbia piacere …”.
“Cinque o sei non vedo la differenza. Stasera non la vedi?”
“Sì” replicò di getto senza pensare che non gli aveva detto nulla su questo punto.
“Come fai a sapere che stasera la vedo?” gli domandò curioso e stupito.
“Non ti ha aspettato ieri sera?”
“Certamente”.
“Perché non lo dovrebbe fare anche stasera?”
“In effetti è così” confermò incerto, pensando che gli avesse letto nel pensiero.
“La inviti, così siamo pari. Tre donne e tre uomini”.
“Ci penserò” disse mentre si preparava a scendere.
“Sono convinto che un pensierino l’hai fatto…”.
“Ora basta chiacchiere. Il lavoro ci aspetta” concluse Giacomo che voleva chiudere il discorso.
“Troppo serio” replicò Mattia, mentre si incamminavano verso l’ingresso.
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