“Oh! Ma che fai qui?” domandò basito Mattia.
“Sapevo che eri solo. Sono venuta a tenerti compagnia” rispose Teresa, entrando e baciandolo con passione.
Il ragazzo si sciolse dall’abbraccio e chiuse la porta. Non riusciva a comprendere il senso delle parole. Le fece strada accompagnandola nella sala.
“Una bella casa calda e accogliente” disse Teresa, guardandosi in giro.
“Vivi da solo?”
“No!”
“E con chi?” gli chiese.
“E secondo te chi sarebbe?”
“Una compagna” rispose ridendo, sedendosi sfacciatamente sul divano, dopo essersi tolta il piumino.
Sembrava che fosse a casa sua e non ospite di qualcuno. Mattia restò in piedi. Era arrabbiato per quell’intrusione.
“Cosa facciamo? Arriviamo fino a Milano Marittima?” domandò sfrontata, accavallando le gambe in modo plateale.
“No” rispose Mattia secco con tono duro.
Teresa lo guardò sorpresa. Non credeva che reagisse in maniera così brusca. Eppure il suo atteggiamento non si prestava a equivoci: desiderava fare sesso con lui.
“Perché?”
“Domani mi alzo alle sei. Devo essere a Bologna per le otto” replicò con voce aspra.
“E io?” domandò con una smorfia di disappunto, come una bambina alla quale avessero tolto il giocattolo preferito.
“Ti porto a Bologna con me” rispose.
“Non puoi”.
“Che tu voglia oppure no, verrai con me”.
“Ho detto che ritornavo lunedì” disse con voce querula.
“Beh! Il problema è tuo. Dirai che hai cambiato idea”.
Mattia furioso come un gatto andò verso la cucina. L’intrusione di Teresa l’aveva messo di cattivo umore.
«Dopo una giornata faticosa di lavoro e con la prospettiva di un’altra non meno pesante di quella odierna l’arrivo di Teresa mi ha innervosito e non poco».
Masticò amaro e cercò di mascherarlo inutilmente.
“Se non c’è nulla da mangiare in casa, possiamo andare in pizzeria per una pizza” urlò dalla sala la ragazza.
“Ti dovrai adattare a quello che c’è” le rispose di malagrazia.
“Cosa?”
“Mozzarella, robiola, formaggio di fossa” disse aprendo il frigo che era praticamente vuoto.
A Mattia era passata anche quel poco di fame, che aveva quando era arrivato a casa.
“Mi sembra poco” esclamò la ragazza. “Non possiamo telefonare a una pizzeria d’asporto?”
“Puoi chiudere per un momento quella bocca?” le rispose irosamente Mattia.
“Ti sento nervoso…”.
“Vorrei vedere te alla prese con qualcuno piovuto all’improvviso in casa alle otto di sera!”
“Non sono qualcuno. Sono Teresa. Visto che la metti così, me ne vado…”.
“Dove pensi di andare?” le chiese, mettendosi davanti.
“Non ho ancora deciso… Forse faccio l’autostop per Milano Marittima. Sicuramente troverò qualcuno più gentile di te” rispose alzandosi in piedi.
“Tu non esci da qui fino a domattina” replicò brusco e duro.
“Mi sequestri?”
“No. Mi preoccupo della tua incolumità”.
“Grazie” disse sedendosi di nuovo, mentre mostrava le mutandine di pizzo nero.
“Cosa vuoi mangiare?” le chiese un po’ addolcito.
“Una pizza margherita va bene”.
Mattia si allontanò per telefonare. Il nervosismo stava scemando ma era visibile. Continuò a interrogarsi per quale motivo Teresa era piombata alle otto di sera a casa sua. «Forse vuole mettermi alla prova, se sono fedele a Laura». Scosse il capo. Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. Tra lei e Laura c’era un abisso ai suoi occhi. «Teresa è troppo infantile nelle sue esibizioni e disinibita per i miei gusti». Pensò che una scopata l’avrebbe fatta volentieri ma tutto sarebbe finito lì. Era consapevole dei pericoli insiti, perché era capacissima di sbandierarlo ai quattro venti. Laura, pur con tutti i suoi difetti, era una ragazza solida e determinata. Era intelligente e matura, perché sapeva come stare in gruppo. «E’ vero che a volte la prenderei a schiaffi per certi atteggiamenti puerili ma è capace di chiedere scusa se si accorge di sbagliare».
Mattia tornò in sala e vide uno spettacolo che non si aspettava. Teresa era più nuda che vestita.
“Che fai?” le domandò, strabuzzando gli occhi.
“Voglio fare all’amore con te”.
“C’è tempo” le rispose pensando alle riflessioni fatte prima. “Tra mezz’ora arrivano pizze e birre”.
“Ma preferisco la coca”.
“Ce ne è una frigo”.
La ragazza scoppiò a piangere. Mattia rimase distante e in silenzio. Stava ragionando sul come evitare di fare sesso e sulla telefonata programmata con Laura. La situazione era davvero precaria, senza che riuscisse a trovare una soluzione soddisfacente. Rifletté che si trovava in una posizione scomoda, perché Teresa avrebbe potuto affermare qualsiasi cosa e sarebbe riuscita più credibile rispetto alle sue parole.
“Ti faccio schifo?” gli chiese con gli occhi pieni di lacrime.
“Tutt’altro” le rispose, cercando di dissimulare le sensazioni che stava provando.
“Allora perché non mi scopi?”
“Ho detto che c’è tempo. Vuoi dare spettacolo al pizzaiolo?”
Teresa alzò le spalle senza rispondere e si rivestì.
«La situazione si complica» si disse, preparando i soldi per pagare le pizze. «Ma non riesco a trovare una soluzione senza offenderla e cosa dire a Laura quando mi chiama. Mica posso ammettere candidamente che Teresa è qui per farsi scopare».
Mangiarono in silenzio la pizza. Entrambi immersi nei loro pensieri.
Teresa stava pensando di essersi comportata come una ragazzina in piena crisi ormonale. Rifletté che Mattia era troppo maturo per cadere nella trappola del sesso, che lei gli aveva teso, perché il rapporto con Laura era solido.
«Sono proprio una stupida! Non era pensabile che lui mi portasse a letto per scoparmi senza dire un bao. E poi cosa sarebbe successo dopo? Avrebbe piantato Laura? Come avrei reagito io? Mi sarei accontentato di questa avventura o avrei voluto qualcosa di più?»
Più ci ragionava sopra, più si rendeva conto di aver fatto una cazzata. Il ragazzo gli piaceva ma convenne di non avere scelto l’approccio corretto.
Mattia rimuginava le considerazioni che aveva fatto poco prima e non trovava uno sbocco al problema senza la collaborazione leale di Teresa. Decise di affrontare la questione, prendendola di petto.
“Dimmi, Teresa” cominciò con tono calmo e misurato. “Qual’era l’effettivo obiettivo di stasera?”.
“Mi piaci, anzi ho una cotta per te” rispose con sincerità.
“Mi spiace dirlo. Ti stimo come persona ma non provo nulla per te. Non ti offendere. Amo Laura e non me la sento di tradirla per una scappatella dagli esiti incerti”.
“Ero conscia di questo ma volevo sentire quale reazione avrebbe avuto il mio corpo a contatto col tuo”.
“E poi?” le domandò curioso.
“Non lo so cosa avrei fatto. Sono stata una sciocca immatura. Alba me lo dice sempre, facendomi infuriare”.
“Da come ti sei comportata non mi pare che fosse soltanto quello. Se avessi fatto subito sesso con te, ti sarebbe stato sufficiente? Non credo ma posso sbagliarmi”.
Teresa rimase in silenzio prima di rispondere.
“No. Non sarebbe stato sufficiente”.
“E se lo facessimo ora?”
“Non sarebbe come prima. La magia è scomparsa. Ora sarebbe solo un atto meccanico”.
Mattia sospirò, pensando il primo problema era accantonato. Rimaneva il secondo che affrontò con ugual decisione.
“Tra non molto Laura mi telefonerà. Non posso dirle che tu sei qui a tenermi compagnia. Non sarei credibile. E credo che lo penseresti anche tu…”.
“Sì. E’ difficile credere che due ragazzi soli in casa si guardano negli occhi senza fare nulla. Parla come se io non ci fossi”.
“Grazie” le rispose, dandole un bacio.
Alle undici suonò il telefono di Mattia.