Il Borgo – Capitolo 75

Il 10 agosto si ritrovarono tutti davanti alla rocca a festeggiare la fine del cantiere. Solo qualche abitazione era priva di arredi. A queste avrebbero provveduto col tempo, visto che la gestione sarebbe stata a loro carico. Le altre erano state arredate con mobili e lampade, raccolte negli ultimi due anni.

La chiesa era quella che presentava più completa per arredi, vetrate e dipinti. Lorenzo e Matteo avevano realizzato il portone con pazienza e perizia, usando i disegni di Eva. Il legname era tutto di recupero ed era stato restaurato con abilità da Betta con l’aiuto di Alba. Chiunque lo osservasse, destava una magnifica impressione, come se fosse un autentico portale antico. Sulle finestre laterali erano state montate vetrate colorate, che narravano la storia dei SS. Giovanni e Paolo. Pure l’altare, in legno vecchio, era stato disegnato da Eva. L’arredamento interno era in gran parte il frutto dei pellegrinaggi di Giacomo nel ferrarese e nel modenese. Il ragazzo si presentava ai parroci, proponendo loro di sostituire le vecchie e consumate panche con delle nuove. Molti avevano accettato, qualcuno nicchiò ma alla fine il raccolto fu abbondante. Lucidate e rattoppate erano tornate a splendere. Più complicato era stato reperire gli arredi sacri ma alla fine qualcosa era stato trovato. Betta aveva poi ripreso qualche frammento dei vecchi affreschi e, dopo il restauro lungo e paziente, li aveva sistemati sulle pareti.

La ragazza aveva dimostrato una grande abilità nel restauro sia di mobili sia di tele, oltre che a essere un’oculata amministratrice della cassa della onlus. Anche Alba si era rivelata una valida allieva, dando più di una mano alla maestra. Ben presto la voce della bravura di restauratrice si era sparsa nelle località vicine e arrivarono molte richieste. «Non vi chiedo nulla» diceva ai committenti. «Fate una libera donazione al Borgo». Il lavoro non mancò con effetti benefici alla cassa.

Marco organizzò con l’aiuto di associazioni ambientaliste un’interessante mostra nei locali del Foro Boario a Modena con le fotografie su come procedevano i lavori. Il ricavato delle vendite finì anch’esso nel conto del Borgo.

Laura scrisse sulle loro attività sia sul web sia sulla carta molti articoli, che suscitarono interesse e curiosità e che stimolarono diverse persone a contribuire economicamente alla riuscita del progetto.

In conclusione furono tre anni di disinteressato fervore, durante i quali nessuno si tirò indietro. Un periodo costellato da tanti litigi e incomprensioni, da amori sbocciati e da gelosie profonde. Però adesso, per una sera, era tutto dimenticato, felici del positivo esito della loro iniziativa, sulla quale nessun osservatore esterno avrebbe scommesso un centesimo. Gli screzi erano un lontano ricordo.

La serata non sembrava che terminasse mai. Nessuno aveva sonno, nessuno era stanco. Tutti erano allegri.

Era all’incirca la mezzanotte, quando il Vecchio comparve tra loro.

Grazie, ragazzi” disse loro, sedendosi accanto al fuoco.

Laura prese un nuovo ciocco e lo gettò tra le fiamme che tendevano a morire. Queste di colpo ripresero vigore.

Benvenuto tra noi!” esclamò allegra la ragazza, mentre gli altri zittirono. “Il Borgo è tornato a nuova vita”.

Vedo che è rinato. Tutto questo lo devo alla vostra abnegazione e tenacia”.

Teresa stava per rompere l’atmosfera magica che si stava instaurando con «Uffa! Ancora con questa lagna! Parla da sola rivolgendosi all’aria», quando fu zittita da Lorenzo con un bacio. Tentò di liberarsi dalla morsa del ragazzo ma alla fine si calmò e rimase in silenzio.

C’è anche un’altra bella notizia…” continuò la ragazza.

Quale?” domandò il Vecchio curioso.

“…Proprio in questi giorni il comune di Fiorenzuola…” riprese Laura. “… ci ha concesso la gestione del Borgo per quindici anni. Una novità stupenda!”

Cosa significa?”

Il Borgo rimarrà esattamente come si vede ora. Nessuno per tutto il tempo, che lo gestiremo, potrà trasformarlo”.

Il Vecchio sorrise e si strinse nelle spalle.

FINE

Vedo Ersilia, Tonino e tutti gli altri che stanno facendo festa e mi chiamano a gran voce. Ora li raggiungo. Addio, ragazzi” disse salutandoli.

Si alzò e sparì dalla loro vista.

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Il Borgo – Capitolo 74

Matteo riuscì a fissare un appuntamento per il sabato successivo alle 11. Tutti furono presenti all’incontro.

Il sindaco, quando vide i dieci ragazzi che occupavano l’intero studio, inarcò un sopracciglio per la sorpresa.

Un bel gruppo” disse. “Vedo facce nuove”.

Si presentarono i nuovi e rimasero in attesa che cominciasse a parlare.

Non ho molto tempo da dedicarvi. Al massimo mezz’ora” continuò freddo. Era infastidito dalla loro presenza.

Potrebbero essere sufficienti anche solo cinque minuti” intervenne Laura con decisione.

Benissimo. Cominciamo subito senza perdere ulteriore tempo. Il motivo della vostra visita?”

Castiglioncello dovrebbe essere completamente restaurato entro settembre o ottobre del prossimo anno, al massimo, se riusciamo a trovare tutti i fondi necessari…” cominciò Giacomo.

Avete intenzione di chiederci un’elargizione?” lo interruppe bruscamente il sindaco.

Nessuna richiesta in tal senso” disse Betta seccata per l’interruzione. “Contiamo di farcela da soli, come negli anni passati. Speriamo di ottenere donazioni sufficienti per avviare e concludere i lavori”.

Il primo cittadino si rilassò e stava iniziando a chiedere di nuovo la motivazione, quando Lorenzo lo precedette.

Per meglio gestire il progetto abbiamo costituito una onlus, Il Borgo, della quale sono il presidente…”.

Ottima scelta” interruppe il sindaco.

“…Come tale, chiediamo l’affidamento in gestione del Borgo risanato per un certo numero di anni…”.

Perché il comune dovrebbe acconsentire?” domandò stupito.

Con il nostro impegno e con il denaro raccolto esclusivamente da privati abbiamo valorizzato un cespite che per il comune valeva in misura sensibilmente inferiore allo stato attuale. Come ricompensa del lavoro svolto…”.

Veniamo al concreto. Per quanti anni?”

“…Diciamo almeno venticinque anni con la manutenzione a nostro carico. Quindi nessun gravame sulle casse comunali” concluse il ragazzo.

Il sindaco, mentre rifletteva, consultò l’orologio e notò che erano passati appena dieci minuti.

Fatemi avere una proposta scritta da sottoporre al consiglio comunale”.

Sarà fatto al più presto”.

Altri argomenti da trattare?” domandò il primo cittadino.

Nient’altro, salvo la curiosità di conoscere lo stato del progetto del ripristino del ponte sul Santerno” chiese Lorenzo.

Ancora in alto mare. I soldi sono scarsi e l’opera non rientra nelle priorità comunali e regionali. Soddisfatto?”

Sì” rispose, allungando la mano per indicare che per loro l’incontro era concluso.

Usciti dal palazzo comunale, si ritrovarono al bar sulla piazza Agnolo.

Però potevamo ricordargli che aveva promesso un aiuto economico” disse Laura, scocciata per la non decisione del sindaco.

Sarebbe stata una pessima trovata. Ci avrebbe chiuso la porta in faccia. Almeno uno spiraglio c’è” ammise sconsolato Giacomo.

Condivido” aggiunse Mattia. “Avete visto come si è rilassato dopo che Betta gli ha detto che non eravamo in cerca di soldi”.

Sì, però l’aveva promesso pubblicamente” continuò polemica Laura.

Facciamo come sempre. Pubblici appelli in rete. Qualcuno di generoso lo troviamo” disse per chiudere l’argomento Marco.

Consumato un veloce pasto nel ristorante Al Cacciatore, ripartirono per tornare a casa.

L’inverno trascorse senza particolari novità, salvo qualche donazione che andò a incrementare la cassa. Il 2012 non si presentava sotto i migliori auspici. La crisi mordeva e pochi erano disponibili a mettere mano al portafoglio. I fondi non avrebbero garantito più di quaranta giorni di cantiere. Lorenzo fece avere al sindaco di Fiorenzuola la loro proposta e rimase in fiduciosa attesa del suo buon esito.

Erano i primi di aprile, quando arrivò la comunicazione che la domanda era stata accolta, limitando la gestione a quindici anni. Nel frattempo qualche altro spicciolo era affluito in cassa.

Rimasero un po’ delusi per il numero degli anni concessi ma accettarono lo stesso il documento che diventò ufficiale. La onlus ‘Il Borgo’ avrebbe gestito a partire dal 1 settembre 2012 Castiglioncello, avendo come onere la garanzia di manutenzione. Potevano sfruttare a fini turistici il luogo senza trasformazioni delle abitazioni o della rocca. Avevano il copyright sullo sfruttamento pubblicitario. Eventuale personale assunto era a carico della onlus. Il comune non avrebbe corrisposto un euro a sostegno dell’operazione.

Rimaneva comunque il problema di trovare le risorse necessarie per completare l’opera. Le elargizioni e donazioni erano insufficienti per garantire di pagare maestranze e materiali. Le idee fioccarono ma nessuna era risolutiva.

Se ci lavoriamo anche noi” disse Betta durante una delle tante chat su skype. “Possiamo arrivare a ferragosto con le disponibilità attuali”.

Ma certo che ci diamo da fare” rispose Laura. “Nessuno si tirerà indietro!”

Il 22 di maggio il cantiere riprese e si concluse felicemente il 7 agosto.

Il Borgo era rinato.

Il giorno di San Lorenzo sarà una grande festa” proclamò sorridente e soddisfatta Laura.

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Il Borgo – Capitolo 73

Quando i quattro ragazzi raggiunsero il campo in riva al Santerno, Lorenzo e Teresa non c’erano. Erano partiti subito dopo la salita al Borgo di Betta e Giacomo. L’atmosfera era ancora elettrizzata per il duro scambio di parole tra le due ragazze. Nessuno voleva parlare e tacitamente chiusero le tende e se ne andarono.

Si dovevano smontare i due campi prima dell’inizio dei lavori sulla passerella pedonale e sulla teleferica. Non rimaneva molto tempo a disposizione. Il secondo week end di ottobre fu all’insegna della pioggia al punto che decisero di disertare l’appuntamento, rimandandolo al fine settimana successivo con la speranza in un miglioramento del tempo. Salire al Borgo con la pioggia o, subito dopo che aveva piovuto, era estremamente pericoloso, come aveva sperimentato Teresa. Fortunatamente la settimana successiva fu soleggiata e sufficientemente calda da asciugare prato e salita. Le previsioni meteo preannunciavano sole con al massimo qualche nuvola.

Laura, Matteo e Lorenzo arrivarono il venerdì mattina e verso sera furono raggiunti dal resto del gruppo. I primi arrivati cominciarono a smontare le tende da campeggio non utilizzate per stenderle al sole di ottobre per asciugarle. Non era il solito clima allegro e spensierato degli incontri precedenti. Si percepiva una forte tensione. Poche parole, qualche battuta ma niente di più. Laura e Teresa si ignoravano a vicenda. Lorenzo era combattuto tra le due ragazze e avrebbe voluto che facessero pace.

«Quella sciacquetta, se ci prova ancora, si pentirà di essersi aggregata al gruppo» rifletteva Laura, osservandola di nascosto. «Le strappo i capelli a uno a uno». Se per caso incrociavano gli sguardi, un lampo di rabbia partiva da entrambe prima che si spegnesse, girando il capo. In ugual maniera si notavano scintille, se per sbaglio si sfioravano. Laura era cupa, nervosa e pronta a scattare per un nonnulla. Era insomma elettrizzata oltre misura.

Non molto diverso era lo stato d’animo di Teresa che rimuginava scenari di lotta e di insulti. «Quella troietta crede di essere la padrona di tutto e di tutti. Deve decidere tutto lei e gli altri a capo chino accettare le sue scalmane» si diceva, mentre aiutava Lorenzo a raccogliere sedie e tavoli da sistemare ordinatamente sul prato.

Betta osservava preoccupata le due antagoniste e, nonostante non provasse grandi simpatie verso Laura, parteggiava apertamente nei suoi confronti. «Teresa è una scansafatiche. Ha lavorato poco in questi due anni. In compenso ha fatto gli occhi dolci con Mattia, che, parola di donna, non è stato insensibile. Non ho le prove ma credo fermamente che abbia tradito Laura più di una volta».

Nonostante la vistosa tensione si arrivò alla domenica pomeriggio senza apprezzabili scontri o litigi. I due campi erano stati sgomberati sia dalle tende da campeggio sia dalle attrezzature di servizio. Il prato appariva vuoto e largamente chiazzato di marrone la dove erano state collocate. Tutto il materiale era stato sistemato nel magazzino di Moraduccio in attesa del prossimo anno.

Si ritrovarono nella casa presa in affitto in paese per le ultime decisioni prima della chiusura di tutte le attività. Era un piccolo edificio di mattoni, un tempo rossi, con tre vani più un servizio e un sottotetto raggiungibile tramite una botola. Era il regno di Betta e della sua aiutante, Alba. Qui aveva restaurato mobili e infissi, tele e altri oggetti. Adesso appariva vuota e silenziosa. Non era allacciata alla rete elettrica ma sfruttava un piccolo generatore a pannelli solari per illuminare gli interni.

Si sistemarono nella stanza più grande, che in origine avrebbe dovuto essere la camera da letto. Seduti intorno al tavolo da campeggio che era stato collocato nel centro, si udiva il brusio delle loro chiacchiere. Un colpo di tosse fece calare il silenzio.

Ormai il Borgo è stato recuperato…” cominciò Giacomo, subito interrotto.

Veramente di lavoro ce ne è ancora” disse Lorenzo.

Non lo nego” replicò il ragazzo. “Però tutti gli edifici hanno un tetto e ogni apertura è chiusa per proteggere gli interni”.

Questo lo sappiamo” domandò Matteo. “Quale altra grana abbiamo?”

Nessuna grana. Una semplice riflessione…”.

Come la stai prendendo larga” esordì Eva, che non riusciva a comprendere dove volesse arrivare.

Provo ad accorciare” affermò il ragazzo. “Quando il Borgo sarà completamente finito, noi non possiamo accampare nessuna pretesa. Detto in altre parole. Se il comune di Fiorenzuola volesse vendere le abitazioni o l’intero complesso, noi possiamo solo assistere…”.

No!” interruppe Laura, che fino a quel momento era rimasta silenziosa. “Il Borgo è nostro!”

Mi spiace deluderti ma non è così” replicò Lorenzo.

Perché?” domandò incredula.

Il comune ci ha concesso una licenza edilizia per il suo risanamento ma il reale proprietario rimane lui”.

Allora cosa dobbiamo fare?” chiese con la voce incrinata dall’ira.

Suggerisco di chiedere un appuntamento col sindaco” disse Giacomo.

E poi?”

Chiediamo come onlus di gestire a tempo il Borgo” rispose il ragazzo.

Pensate che ce lo conceda?” intervenne Marco che aveva seguito con interesse l’intera conversazione.

Credo di sì. Anzi ne sarei quasi certo” affermò Giacomo, come se fosse sicuro delle sue affermazioni.

Ma il comune potrebbe ricavarci una bella sommetta dalla vendita” intervenne Lorenzo. “Ho sentito dire che una società di gestione di località turistiche era disposta qualche anno fa di pagare bene il Borgo e l’area adiacente. Voleva ricavarci un bel resort”.

Sarebbe una vigliaccata!” esternò Alba.

Potremmo chiederne la gestione per cinquant’anni, ad esempio, facendoci carico della manutenzione” suggerì Matteo.

Esattamente il mio stesso pensiero” confermò Giacomo.

Ma ci sono dei costi” affermò Betta. “Dobbiamo fare delle buoni valutazioni economiche prima di avanzare una qualsiasi proposta…”.

Sembri il classico ragiuner!” la canzonò Mattia. “Non vorrei essere nei panni di Giacomo…”.

Perché?”

Dovrà mettersi col piattino in bocca all’angolo della strada per avere qualche soldo in tasca”.

Una fragorosa risata accolse l’ultima battuta, mentre Betta diventò rossa un po’ per rabbia, un po’ come vittima del dileggio del gruppo.

Ma ha ragione Betta” intervenne Eva a sostegno. “Abbiamo delle serie difficoltà economiche per il prossimo anno. Non credo che il futuro sia più roseo”.

Laura era irrequieta, mentre Teresa pareva distaccata.

Credo che, se facciamo un buon lavoro il prossimo anno, per un certo periodo non dovremmo avere grosse spese” spiegò Giacomo.

No, no!” esternò Laura. “Il sindaco non può negarci l’assegnazione. Quando partiamo?”

Calma, calma” esclamò Marco. “Prima dobbiamo essere sicuri di farcela. Poi chiediamo udienza al sindaco”.

Uffa! Quante lungaggini! Si parte e si va” affermò battagliera la ragazza.

Lorenzo” domandò Mattia, attirandone l’attenzione. “Quanto pensi che possa costare la manutenzione annua del Borgo?”

Difficile da quantificare. Dipende”.

Spara una cifra” lo incitò Matteo.

Così a spanne direi circa 15.000€ per il ripristino da atti di vandalismo e per la normale manutenzione degli edifici”.

Non mi pare una grossa cifra” disse Betta. “Qualche visita guidata, qualche donazione. Potremmo anche farcela”.

Allora domani partiamo per Fiorenzuola?” intervenne Laura che mordeva il freno.

Domani, no di certo” raffreddò gli entusiasmi Lorenzo. “Forse sabato prossimo se è disponibile”.

Bene” disse Matteo. “Telefono e prendo appuntamento”.

Ancora qualche schermaglia dialettica impegnò il gruppo, prima di salutarsi con un arrivederci al sabato successivo.

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Il Borgo – Capitolo 72

Quando ai primi di ottobre tirarono le somme, il bilancio era più che roseo.

Siamo a buon punto” disse Laura visibilmente soddisfatta. “Rocca e chiesa hanno un tetto, finestre e porte. Non temono di certo il prossimo inverno. Le restanti case hanno una copertura, anche se mancano molte porte e finestre”.

Quelle sei mani supplementari sono state provvidenziali” aggiunse Eva.

Però la cassa adesso piange” dichiarò Betta. “Da un approssimativo rendiconto stimo un residuo non molto tranquillizzante. Se non arrivano altre donazioni, la vedo dura per il prossimo anno”.

Ma chi se ne frega dei soldi!” sbottò Laura, alzando le spalle.

Quanto è rimasto?” chiese Marco, che preferiva andare sul concreto.

Il conteggio è provvisorio e sbrigativo. Proprio due conti volanti, senza molte pretese…”.

Avanti spara la cifra” disse Mattia col viso serio. “Se non siamo in rosso, possiamo anche brindare”.

“…Direi all’incirca sui ventimila euro. Forse meno che più”.

Pensavo peggio” replicò Matteo. “Non sono molti ma almeno possiamo avere qualche settimana di respiro”.

Matteo, non sarei così ottimista” intervenne Lorenzo, che fino a quel momento era rimasto silenzioso. “Ci mancano molte porte e finestre. Gli interni sono nudi. Con quello che rimane si fa poca strada. A malapena si possono acquistare i materiali e nemmeno tutti”.

Mi avete stancato con tutte le vostre chiacchiere da disfattisti” borbottò irosamente Laura. “Ormai siamo arrivati quasi a dama. Il prossimo anno il Borgo torna a vita nuova”.

Beata te che sei ottimista” la punzecchiò acidamente Teresa.

Tu sta zitta!” le intimò Laura, avvicinandosi pericolosamente.

Parlo quanto mi pare” ribatté per nulla intimorita, fronteggiandola pronta a menare le mani.

Hai solo rotto i coglioni, senza fare un cazzo!” le urlò sulla faccia.

Ti cavo gli occhi, p…” riuscì a dire prima che Lorenzo non la mise a tacere con una mano sulla bocca mentre con l’altro braccio l’abbracciava per bloccarla.

Laura stava per scagliarsi su Teresa, quando Giacomo si interpose per dividerle.

Lasciami!” urlò la ragazza fuori di sé per la rabbia.

Calmati, Laura” disse dolcemente Mattia, prendendola tra le braccia per evitare lo scontro fisico.

Traditore!” continuò esagitata. “Sei un bugiardo traditore!”

Vieni, usciamo” le disse, trascinandola fuori verso il Santerno.

L’atmosfera era diventata gelida. Nessuno fiatava. Teresa rossa in viso per la rabbia e impossibilitata a parlare si quietò piano piano, dopo che i due ragazzi si furono allontanati.

Mattia e Laura andarono verso la passerella, mentre la ragazza continuò parlare concitata e arrabbiata. La condusse al Borgo. Si sedettero sul prato umido per la rugiada notturna. Il sole non era riuscito ancora ad asciugare l’erba. Loro non percepivano il bagnato. Era come se si fossero accomodati su una panchina asciutta. Mattia era appoggiato sul tronco dell’unico alberello della radura, mentre Laura stava accoccolata tra le sue braccia.

Ti sei calmata?” le chiese il ragazzo.

No!” esclamò. “Se la vedo ancora, le strappo la lingua!”

Solo quella?” chiosò ironico.

Vuoi che ti strappi qualcosa anche a te?” urlò con la voce strozzata dalla collera.

Mattia rise senza rispondere, spiazzandola. Laura lo guardò stupefatta. Non si aspettava che ridesse alla sua esternazione. Ripensò a quello che aveva detto e scoppiò in una risata, come se questa fosse contagiosa. Il ragazzo la strinse e la baciò con vigore, distendendola sul prato.

Il bacio durò a lungo e fu appassionato. Erano ancora avvinti, quando udirono la voce di Betta.

Ecco dove si erano imboscati!”

Laura avrebbe voluto alzarsi ma Mattia glielo impedì. Sentirono i passi avvicinarsi, finché Giacomo e Betta non furono nel loro campo visivo.

Noi eravamo preoccupati. Pensavamo al vostro suicidio. Invece…” disse con tono ironico la ragazza. “Eccoli lì, avvinghiati come l’edera a limonare”.

Mattia si staccò. Si misero a sedere e risero.

Uffa! Non si può avere un secondo di intimità che subito arrivano i rompiscatole”.

Siamo sempre in tempo per andarcene… Però restiamo” rispose sarcastico Giacomo.

Sotto cosa stanno facendo?” chiese Mattia, mentre Betta si sedeva accanto a Laura.

Niente. Litigano” rispose lapidario.

Chi?”

L’innominata e Lorenzo”.

Un nuovo scroscio di risate si diffuse nell’aria.

Passata?” le domandò Betta.

Non proprio. Se ripenso a quella… mi sento un toro davanti al drappo rosso” rispose rilassata.

Allora non pensarci!” disse Giacomo. “Però a volte le rispostacce te le vai a cercare”.

Uffa! Cominci anche tu?” replicò, aggrottando la fronte. “Si parla sempre di soldi che non ci sono! Io voglio far tornare in vita il Borgo!”

Ma senza quelli non possiamo far progredire i lavori” ribatté Betta.

Betta ha ragione” confermò Mattia. “Ne servono tantissimi. Senza il nostro apporto gratuito e volontario, senza la nostra continua ricerca di materiali usati ne sarebbero serviti una vagonata”.

E va bene. Dico che avete ragione ma tutto questo non fa parte di me” concluse Laura, appoggiando il capo sull’incavo della spalla di Mattia.

Giacomo si sedette anche lui sull’erba bagnata accanto a Betta.

Oltre all’argomento fondi, senza i quali non possiamo concludere il progetto, c’è un’altra questione non meno spinosa”.

Quale?” domandò Laura che aveva assunto nuovamente un’aria bellicosa.

Quando abbiamo finito, il Borgo sarà abitabile. Cosa facciamo?” rispose con un’altra domanda.

E’ nostro!” disse quasi urlando. “l’abbiamo fatto rinascere, quindi ci appartiene”.

Non ne sono molto sicuro” intervenne Mattia. “Concordo con Giacomo che dobbiamo parlarne e trovare una soluzione. Dopo tanto sudare non ho intenzione di farmelo scippare dal primo che passa”.

E cosa pensate di fare?” domandò Laura, aggrottando le sopracciglia.

Facciamo la gara degli indovinelli?” replicò Giacomo, strizzando gli occhi per ul raggio di sole che lo aveva colpito.

Non saprei” rispose Betta.

Con quest’ultimo dubbio i quattro ragazzi presero la strada del ritorno.

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Il Borgo – Capitolo 71

Teresa rimase ingessata quaranta giorni ma volle comunque partecipare a metà aprile alla riapertura del campo sul greto del Santerno. Il 20 maggio ripartì il cantiere con due settimane di anticipo rispetto ai piani iniziali.

Il bel tempo favorì i lavori, che procedettero con notevole alacrità, mentre i ragazzi intensificavano le ricerche di materiale per porte e finestre. Eva, basandosi su documenti antichi, disegnò il portone della chiesa e della rocca. Giacomo trovò un bravo artigiano a Ferrara per i vetri colorati della rocca. Mattia e Lorenzo battevano cantieri e discariche alla ricerca di infissi vecchi. Era tutto un fervore di attività collegate al cantiere.

Non ebbero molto tempo nei fine settimana per discutere di argomenti frivoli, perché erano concentrati sui problemi del recupero del Borgo.

Alcuni artigiani di Castel del Rio si presentarono al campo sulla riva del Santerno, chiedendo di poter lavorare nel cantiere.

Io sarei favorevole per alcuni di loro” disse Giacomo che con Betta teneva i contatti con la comunità locale. “Idraulici e elettricisti ci potrebbero far comodo, una volta che chiesa, rocca e case abbiano un tetto. Anche qualche falegname può essere utile per finestre e porte”.

Però in questo momento non servono” obiettò Lorenzo.

Beh! Senza sbilanciarsi in promesse avventate, possiamo dire che, non appena ci saranno le condizioni per un loro impiego, li contatteremo” suggerì Mattia.

Alcuni muratori hanno chiesto di poter lavorare con noi” aggiunse Betta. “Potrebbero essere utili”.

Due in più potrebbero velocizzare i lavori in muratura!” esclamò Laura, che era sempre in ebollizione.

Temo di sforare col budget di spesa” replicò la ragazza con voce sommessa.

Quanto vogliono?” domandò Lorenzo.

Di questo non abbiamo parlato ma se costassero meno dei tre attuali…”.

Frena, frena, Betta…” intervenne Matteo.

La ragazza lo guardò con aria interrogativa.

…Se creiamo disparità di trattamento, inneschiamo conflitti e malumori” concluse il discorso interrotto.

Se però li paghiamo a ore con tutti i contributi a loro carico, forse possiamo limare qualcosa nel compenso…” suggerì Mattia.

Uffa! Quante storie! Li prendiamo nel cantiere, così si finisce prima!” esclamò insofferente Laura.

Possiamo sentire quanto vogliono e poi decidere” concluse Lorenzo, mettendo fine alla discussione.

Dopo una trattativa durata qualche settimana, tre muratori si aggiunsero a quelli, che già operavano, con un contratto che lasciava soddisfatti tutti. I lavori ebbero un impulso notevole e si velocizzarono moltissimo. In pratica gli obiettivi del 2011 furono raggiunti ai primi di agosto.

Era il giorno di San Lorenzo, quando chiesa e rocca ebbero una copertura. Le attività murarie si spostarono sulle case. Per lavorare sugli interni ci avrebbero pensato il prossimo anno. Erano prioritari i tetti, le finestre e le porte per riparare il Borgo dal nuovo inverno che tra qualche mese si sarebbe presentato.

Il giorno di ferragosto del 2011 i ragazzi accesero un grande falò nello spazio prospiciente la rocca per festeggiare il primo traguardo della loro impresa.

Mattia prese la chitarra e cominciò a pizzicare le corde.

Cosa ci canti?” chiese Teresa.

Veramente nulla. Sono stonato” rispose, mentre alcune note si diffondevano nell’aria.

Allora suona qualcosa. Cantiamo noi” insistette la ragazza, avvicinandosi.

Laura, che era rimasta in silenzio vigile, tenendo d’occhio Teresa e le sue manovre, si alzò e si sedette accanto a Mattia.

Uhm!” disse il ragazzo. “Credo che capitiamo male…”.

Perché?” domandò Betta.

Conosco solo vecchie canzoni”.

Quali?” chiese Giacomo, abbracciato a Betta.

‘Concerto’ degli Alunni del sole…”.

Alunni del sole?” esclamò stupito Lorenzo. “Mai sentiti!”

Una band dei primi anni sessanta” disse il ragazzo. “Oppure ‘Scende la pioggia’ di Morandi…”.

Beh! Almeno il nome non mi è sconosciuto” disse Matteo con tono sollevato. “Però il titolo non mi dice nulla…”.

E’ stata uno dei primi successi di Gianni”.

Insomma non c’è niente di più recente?” sbottò Alba.

Pare di no” concluse Marco, che si stava annoiando.

Mattia fece una specie di karaoke, usando come base la playlist del suo Ipod. L’atmosfera si riscaldò e alla fine tutti cantarono canzoni a loro sconosciute. Erano la tre di notte e il fuoco stava morendo, quando Eva gridò.

Una stella cadente!”

Dove?” domandò mezza assonnata Laura, che si risvegliò di colpo. “Voglio fare un desiderio”.

Là” rispose la ragazza indicando un angolo buio del cielo punteggiato da stelle disposte a zig zag. “Ecco l’ho vista là”.

Ma non si vede nulla!” rispose Laura visibilmente amareggiata.

Stai col naso all’insù” commentò Lorenzo, che nonostante il buio vide la linguaccia della ragazza.

Come il fuoco morente si ravviva con nuova legna, così i ragazzi si svegliarono dalla sonnolenza dell’ora tarda e delle molte libagioni. Tutti a guardare il cielo nero. Chi a destra, chi a sinistra senza scorgere la mitica scia della meteora che si brucia nell’atmosfera.

Ecco, ecco!” gridò Betta.

Hai fatto il desiderio?” domandò Giacomo deluso di non averla scorta.

Sì! Ma forse non vale”.

Perché?”

L’ho fatto dopo l’avvistamento” ammise la ragazza. “Credo che debba essere espresso nel preciso istante che si vede”.

Quante storie!” disse Laura, irritata perché non aveva visto manco un tenue bagliore.

Finalmente anche lei vide la sua stella cadente, che lasciò una misera traccia.

Non vale!” esclamò la ragazza. “Sembra stitica la scia. A me è toccata in sorte una stella cadente già esausta”.

Tutti risero a questa esternazione.

Ma il desiderio?” domandò curioso Mattia.

Ero talmente arrabbiata che me ne sono dimenticata” rispose, mentendo. Lo aveva fatto ma non lo voleva rivelare.

Non ci credo!” disse Lorenzo ridendo.

Perché?” chiese con fare ingenuo.

Non sarebbe da te!” le rispose. “Immagino che avevi preparato il desiderio con cura prima. Siamo curiosi di conoscerlo”.

Tutti chiesero che rivelasse l’argomento.

No, no! Siete sulla strada sbagliata. Ero talmente concentrata che, quando ho visto quello schifo di scia, il pensiero è svanito”.

Ridendo e scherzando, decisero di osservare dal Borgo il sorgere del sole.

Chissà se il Vecchio ci viene a dare il buongiorno” disse Laura, sospirando.

Per quale motivo non dovrebbe venirci a salutare?” domandò Betta. “Se non erro, è da molto che non lo vediamo”.

Mentre il cielo si andava schiarendo, facendo scomparire a una a una le stelle, Teresa dormiva fra le braccia di Lorenzo, che l’aveva abbracciata.

Eccolo!” esclamò Laura visibilmente felice.

Chi?” chiese Marco, che sbadigliava senza troppo ritegno.

Ma chi vuoi che sia?” gli rispose piccata la ragazza.

Ah! Non l’avevo visto” replicò divertito.

Buongiorno, ragazzi” disse il Vecchio sedendosi accanto al fuoco, che si andava lentamente spegnendo. “Avete assistito allo spettacolo delle Perseidi?”

Laura non rispose subito, perché si domandò chi erano.

Sì!” rispose rinfrancata, ignorando cosa intendeva dire.

Allora avete espresso i vostri desideri che entro un anno saranno esauditi”.

Davvero? Non lo sapevo! Che bello!” esclamò battendo le mani come un bambino.

Hai detto una bugia!” affermò senza indugi Matteo.

Ma no!” cercò di difendersi la ragazza.

Ora ce lo devi dire” continuò irremovibile il ragazzo.

Il Vecchio sorrideva, vedendo le schermaglie tra di loro.

Avete fatto un bel lavoro!” disse, cambiando argomento. “Mi sento più giovane di un centinaio di anni”.

Davvero?” domandò Laura.

Certamente. Avete rispettato il vecchio Borgo, facendolo rinascere come lo era nei primi del novecento. Ma ora vi lascio. Ci risentiremo presto”.

Il Vecchio, che sembrava effettivamente ringiovanito, si alzò e sparì fra le case del Borgo.

Spento il fuoco, fecero ritorno al campo.

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Il Borgo – Capitolo 70

La sveglia suonò, quando c’era ancora buio tra i lamenti e i borbottii del tipo «Ho ancora sonno», «Nemmeno alla domenica si può poltrire a letto» o «Ma c’è ancora buio. Dove dobbiamo correre?».

Matteo, sceso in cucina, preparò con l’aiuto di Laura diverse moka di caffè, il cui aroma li svegliò completamente. Si ritrovarono scarmigliati e con gli occhi socchiusi per il sonno a bere la prima tazza della giornata.

Per chi vuole, posso tostare delle fette di pane da ricoprire con una marmellata di more, fatta da mia madre” disse il ragazzo, mentre dalla finestra si poteva osservare il cielo che virava dal blu nero della notte al rosato del nuovo giorno.

Sono quelle dove è finita ieri Teresa?” domandò con sfacciata ironia Giacomo.

La ragazza rispose facendo la linguaccia, mentre Betta lo pizzicava su una gamba.

Non sei capace di stare zitto?” lo rimproverò con asprezza.

No!”

Un’occhiata di traverso mise fine al battibecco.

Mattia si mantenne defilato, quasi come si volesse nascondere, mentre Laura era più pimpante che mai e fremeva per prepararsi e partire.

I ragazzi rumorosamente terminarono la colazione, mentre il sole saliva nel cielo ancora chiaro per l’alba.

Lascio qui la mia macchina” disse Lorenzo a Matteo. “Mi è più comodo per tornare a Firenze”.

Mattia si accordò con Giacomo.

Riporto la mia Golf a casa, a Imola. E salgo con voi per arrivare al Borgo” gli propose.

D’accordo” rispose, avviandosi dietro Matteo.

Il tragitto fu tranquillo senza intoppi fino a Imola, dove Mattia lasciò la sua auto, prima di proseguire verso Moraduccio.

Si fermarono a Castel del Rio al bar, che avevano frequentato durante l’estate dell’anno precedente. Il barista salutò calorosamente Betta, che riconobbe appena varcata la soglia.

Ben tornata!” le disse, baciandola sulle guance. “Cosa posso offrirti?”

Un caffè” rispose, arrossendo per l’imbarazzo, mentre osservava le reazioni di Giacomo, che diede segni di nervosismo per quelle attenzioni.

Solo un caffè?” insistette l’uomo.

Sì, solo quello” ribatté decisa la ragazza, alla quale dava fastidio tutta quella confidenza, che si stava prendendo.

Volgendosi verso gli altri, domandò: “E voi che volete?”

Caffè e brioche” rispose Teresa, mentre ognuno faceva la propria ordinazione.

Uffa” disse Betta sottovoce verso Giacomo. “Mi piace poco tutta questa espansività”.

Ma dai. Cerca solo di essere gentile” rispose, mentendo sui suoi reali pensieri.

Non credo. Mi guarda come se mi spogliasse con la vista” replicò la ragazza imbarazzata. “Per caso sei cieco?”

Ci vedo bene, purtroppo! Cosa faccio? Comincio a essere geloso di un barista?” disse di rimando Giacomo sorridente per nascondere la sua irritazione.

Betta si strinse a lui come se cercasse protezione, mentre udì la voce del barista.

E’ pronto il tuo caffè”.

Terminata la seconda colazione, Giacomo fece una fermata agli alimentari di Moraduccio per prendere qualcosa per il mezzogiorno. Laura scalpitava ed era innervosita da tutte quelle soste. Voleva arrivare al Borgo il prima possibile ma quel gruppo di tiratardi rallentava la marcia, fermandosi in continuazione. Sbuffò, sospirò e borbottò qualcosa.

Pazienta un secondo” le disse Mattia. “Il Borgo non scappa”.

Uffa! C’è necessità di fermarsi a ogni cantone come i cani?” replicò con voce adirata.

Siamo in gita. Non c’è bisogno di avere fretta” esclamò il ragazzo.

Va bene! Ma voglio vedere come sta il Borgo!” gli rispose nervosa.

Mattia la baciò, prima che Giacomo riavviasse la macchina e infilasse lo stradello che portava al parcheggio sul greto del Santerno. Giunti nell’area di sosta al termine della strada e parcheggiate le auto, valutarono le condizioni del prato.

Come vedi” disse Lorenzo a Laura. “Il terreno è troppo molliccio per mettere le tende. Il primo soffio di vento le strapperebbe. Poi c’è troppo fango. Credo che, se il tempo rimane stabile, in due o tre settimane si sarà asciugato tutto senza correre il rischio di rimanere piantati nella fanghiglia”.

Sei sicuro?” domandò Laura per nulla convinta.

Sì, ne sono certissimo”.

Il ponte pericolante era rimasto nelle stesse condizioni di sei mesi prima. Agibile con prudenza. I ragazzi in fila indiana salirono con cautela la ripida strada che portava al Borgo. Il sentiero aveva uno strato di fango, che aderiva pericolosamente alle scarpe, rendendole scivolose come saponette.

L’ascesa fu lenta, costellata da tanti piccoli incidenti. Teresa in più di una occasione rischiò di scivolare all’indietro, se non avesse avuto Lorenzo alle spalle che l’avesse afferrata, impedendole una caduta dagli esiti incerti e rovinosi.

Laura guidava il gruppo come se fosse ispirata da una divinità segreta. Mattia la seguiva con prudenza.

Non credo che sia stata un’ottima idea quella di salire al Borgo” disse con fiato rotto dalla stanchezza e dalla tensione.

Perché?” rispose senza voltarsi.

Mi sembra un azzardo…”.

“…Non mi pare…”.

“…Se rischiamo di cadere durante la salita, non oso immaginare cosa succederà durante il ritorno in discesa…”.

Laura stava per ribattere, quando Teresa cadendo ancora una volta, sbottò irata.

Basta! Io ritorno giù” disse invertendo la marcia.

Ci vediamo al parcheggio” affermò Lorenzo, tenendo per una mano la ragazza.

Anche noi preferiamo tornare giù” disse Matteo, che sorreggeva Alba senza fiato.

Va bene!” rispose Mattia. “Fatte attenzione nella discesa. Se ci sono problemi, chiamateci sul telefono”.

Uffa! Quante storie!” esclamò Laura, indispettita.

Nel mentre Betta interrogava Giacomo se era il caso di proseguire oppure no.

Non saprei” disse il ragazzo. “Arrivati a metà strada, cambia poco se proseguire oppure tornare indietro”.

Ho capito” replicò la ragazza, seguendolo con prudenza per non scivolare per il fango.

Non erano ancora giunti alla fine del sentiero, quando udirono un urlo strozzato dal dolore. Si fermarono per comprendere meglio cosa era successo. Sentirono delle voci concitate che non riuscirono ad attribuire a qualcosa di specifico.

Cosa sarà accaduto?” domandò Giacomo con apprensione.

Non saprei” rispose Mattia, che intuiva un qualche incidente agli altri del gruppo.

Riprendiamo a salire” disse Laura, infastidita dalla sosta e dal senso di turbamento degli altri.

Stavano per riprendere a camminare, quando il telefono di Mattia squillò. Era Matteo che chiamava.

Dimmi” disse il ragazzo con un filo di apprensione.

Teresa è scivolata e con lei anche Lorenzo. Credo che si sia rotta una gamba. Andiamo a Imola, all’ospedale, per un controllo”.

Sei sicuro?”

Da come è messa, direi di sì”.

Ma dove siete?”

Mancava pochissimo al piano. Ci sentiamo più tardi”.

Mattia guardò il telefono che si spegneva e alzò lo sguardo verso gli altri.

Pare che Teresa, scivolando, si sia rotta una gamba. Stanno andando a Imola” disse laconico. “Che facciamo?”

Io salgo al Borgo” disse decisa e risoluta Laura.

E va bene” concordò Mattia un po’ demoralizzato. “Avevano ragione a sconsigliare la salita dopo la pioggia. E’ pericolosa”.

Quella sciacquetta non è stata attenta. Sempre a pensare agli uomini” aggiunse Laura, cominciando di nuovo a salire.

Betta e Giacomo si consultarono e poi dissero: “Noi scendiamo. Li raggiungiamo a Imola”.

Mica ci lasciate qua?” esclamò allarmato Mattia.

No. Non ti preoccupare!” rispose ridendo Giacomo. “Veniamo a recuperarvi”.

A dopo”.

Dopo averli salutati, si incamminò per raggiungere Laura, che era sparita dalla visuale.

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Il Borgo – Capitolo 69

Betta prese sottobraccio Laura, mentre Giacomo affiancava Mattia. Teresa era poco dietro loro, distaccata ma vigile, pronta a innescare un nuovo incidente tra i due innamorati.

Camminavano allegri, osservando la campagna che stava diventando un bel verde smeraldo. Matteo, tenendo per mano Alba, faceva da cicerone, mentre Lorenzo stava da solo ed era scuro in volto. Il litigio gli aveva lasciato la bocca amara, perché non si aspettava che Laura si inalberasse in quella maniera. Avrebbe provato a chiarire con pacatezza, quando si fosse calmata. Adesso rischiava di avere un nuovo scontro.

Eva e Marco, in coda al gruppo, commentavano sottovoce la scenata di Laura.

Quando arriviamo in questo periodo, Laura perde le staffe. Diventa incontenibile” disse la ragazza. “Sembra che non voglia più ragionare e crea più di un problema”.

Bisogna capirla” rispose il compagno. “Per lei burocrazia e soldi sono degli intralci, che non riesce a comprendere. Ritiene questi aspetti, che purtroppo ci sono e contro i quali si deve combattere, delle invenzioni del diavolo”.

Eva ridacchiò e annuì con la testa.

Però quella Teresa non mi piace per nulla. Più che a far gruppo pensa a sfasciarlo. Hai visto come si è avvicinata ai due ragazzi? Non per porsi come paciere ma per innescare un incendio più grosso” disse la ragazza, cambiando tema del discorso.

Sì, hai ragione” replicò pacato Marco. “E’ un elemento destabilizzante. Lei cerca ogni appiglio per separarli, agendo sulla leva della gelosia di Laura. Non mi aspetto nulla di buono nemmeno ora. E’ in attesa come un avvoltoio”.

Giacomo con la coda dell’occhio osservava le mosse di Teresa, che pareva in agguato, pronta a sferrare un colpo basso. Si ripromise di vigilare e di sventarlo.

«Oggi ci sono state troppe polemiche inutili per creare altre tensioni» si disse, mentre chiacchierava con l’amico.

Davanti a loro Betta parlottava fitta con Laura, che annuiva con la testa. Si udiva solo qualche brandello di conversazione. Niente di importante, solo chiacchiere tra amiche.

Mentre percorrevano uno stradello in leggera salita, si udì Teresa, che gridava, chiedendo aiuto. Tutti si fermarono e non videro la ragazza. Mattia si stava lanciando verso il luogo dal quale si sentivano le invocazioni, quando Giacomo lo fermò e si diresse verso un cespuglio di rovi, che cresceva sulla riva del fossato, che costeggiava il sentiero.

Esci da lì” le intimò con voce dura e con tono perentorio.

Non posso” rispose delusa, perché aveva sperato nell’arrivo di Mattia, pronta a fare la smorfiosa.

Allunga una mano che ti aiuto a venir fuori” ribatté ancora più deciso.

Lorenzo affiancò Giacomo, cercando di vedere, dove si trovava la ragazza.

E’ lì” disse, indicando un posto tra canne palustri e rovi.

Dove sei?” chiese Lorenzo, ignorando l’indicazione.

Sono qui. Non riesco a risalire” rispose, sospirando.

Fatti vedere, che scendo per aiutarti”.

Finalmente Teresa si mostrò, sporca di fango, e, allungata una mano verso Lorenzo, tornò sul sentiero.

Sei tutta inzaccherata. Meriti una foto” le disse il ragazzo ridendo, mentre con lo smartphone le scattava qualche fotografia. La ragazza fece delle smorfie per non essere ripresa in quello stato ma senza risultati pratici. Si rassegnò e si lasciò fotografare.

Matteo, trattenendo il riso nel vederla così conciata, si offrì di riaccompagnarla al casale per darsi una pulita sommaria.

No. Resto con voi” rispose, mentre tentava inutilmente di togliersi il fango dal viso con l’aiuto delle altre ragazze.

Lorenzo la prese sotto il braccio per consolarla.

Ma come hai fatto a cadere nel fossato?” le chiese, anche se era quasi certo che l’avesse fatto intenzionalmente.

Ho visto un fiore e sono scivolata giù” rispose sapendo di mentire.

Ma almeno l’hai colto?”

No”.

Giacomo sussurrò qualcosa nell’orecchio di Mattia, che scosse il capo incredulo.

Tu credi?” gli chiese.

Sono certissimo. Voleva creare un nuovo incidente tra te e Laura”.

Mi domando il perché” disse con espressione candida, pur conoscendone bene le motivazioni.

Come sei ingenuo!” esclamò Giacomo divertito. “Non capisci? Pensa a quello che è successo a Modena e anche prima. Di certo non rinuncerà facilmente”.

Mattia sorrise con furbizia, prima di riprendere il cammino. La passeggiata proseguì senza altri incidenti. Teresa masticò amaro e diede del rompicoglione a Giacomo, perché aveva sventato la sua mossa. Non si staccò da Lorenzo, mentre il fango si seccava sul viso e sui vestiti.

Tornarono al casale nelle prime ore del pomeriggio, stanchi e affamati. Teresa si ripulì in maniera approssimativa, mentre gli altri erano indaffarati coi fornelli.

Il clima si era rasserenato e non si notavano più musi lunghi. Lorenzo e Mattia spiegarono a Laura le motivazioni per le quali non era possibile anticipare i tempi. Pur manifestando segni di insofferenza, la ragazza comprese che prima di metà maggio non sarebbe stato possibile riavviare il cantiere.

E va bene” disse, sospirando come per fare una gentile concessione. “Mi avete convinta. Però il campo nel prato adiacente al Santerno lo possiamo riattivare prima”.

Certo, se le condizioni del terreno lo permettono” rispose Mattia.

Vi faccio una proposta” intervenne Matteo, catturando l’attenzione di tutti. “Se vi fermate per la notte, domani possiamo salire al Borgo per controllare la situazione”.

Ci dispiace” disse Marco. “Come già sapevi, domani ho il solito servizio fotografico per un matrimonio. Sono curioso di verificare lo stato delle opere dopo questo inverno un po’ anomalo ma non posso trattenermi. Confido di esserci la prossima volta”.

Altre defezioni?” domandò, scorrendo con gli occhi il resto del gruppo. “Bene. Nessuno dice nulla, quindi tutti arruolati per la spedizione di domani”.

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Il Borgo – Capitolo 68

Dopo l’incontro a Modena seguirono altre riunioni per mettere a punto la strategia della primavera 2011. Lorenzo e Teresa cambiarono atteggiamento nei confronti di Laura e Mattia. Avevano compreso che la coppia era affiatata e difficilmente sarebbero riusciti a scalfirla con le loro avance.

Arrivati ai primi di marzo Laura cominciò a scalpitare per aprire i campi e avviare i nuovi lavori. Un sabato di metà mese Matteo invitò il gruppo a casa sua per fare una prima verifica sullo stato delle decisioni, dopo che erano state avviate le trattative con alcuni sponsor minori, scelti tra quelli disponibili a finanziare il progetto senza oneri gravosi.

Era un sabato soleggiato ma fresco al termine di una settimana grigia e anonima. Si ritrovarono riuniti attorno al grande tavolo rustico della cucina. Si disposero senza un ordine preciso: a seconda degli umori personali.

Betta illustrò la situazione di cassa, che appariva florida e priva di pericoli immediati.

Con gli ultimi versamenti attualmente abbiamo 131.500 euro sul conto. Altri ventimila circa arriveranno nei prossimi mesi. Una situazione rosea, superiore alle nostre aspettative. A questi si potrebbero aggiungere altre donazioni minori tramite Facebook e gli introiti delle visite guidate. Non saranno cifre importanti ma utili ad accrescere la dotazione dei nostri fondi”.

L’ultima volta hai detto che avresti formulato una previsione di spesa” domandò Matteo.

Sì. In linea di massima esiste” rispose la ragazza, aprendo un foglio con cifre e nomi.

Puoi darci qualche ragguaglio” chiese Mattia.

L’impresa edile dello scorso anno, che abbiamo confermata, ci ha detto che dovrà dimezzare il suo contributo per via della crisi. La spesa prevista lieviterà dai 68.000 dello scorso anno ai 75.000 stimati per il 2011. Però le spese generali dovrebbero calare sensibilmente, per cui le due voci si dovrebbero compensare”.

Quindi queste due voci a quanto ammontano?” domandò Marco.

Si prevede una spesa di 85.000 euro. Le altre uscite dovrebbero essere in linea coi consuntivi che conoscete. Quindi il totale delle uscite dovrebbe aggirarsi tra i centomila e centocinquemila euro. In cassa dovrebbero rimanere grosso modo cinquantamila euro…”.

Siamo ricchi!” esclamò con un fischio da maschiaccio Teresa.

Calmati! Abbiamo altri due anni da affrontare, se tutto procede secondo i programmi” replicò Betta seria.

Uffa!” esclamò Laura. “Tutti questi numeri mi annoiano. Abbiamo finito oppure …”.

Tutti scoppiarono a ridere all’uscita della ragazza, che manifestava tutta la sua insofferenza verso le cifre.

Un solo appunto. Poi passiamo ad altri argomenti” disse Betta sorridente.

Cosa?” domandò Laura, sbuffando.

Quest’anno dobbiamo cercare tegole vecchie, porte e finestre, anche rotte da restaurare, infissi. Quindi se vi capita di trovarne, prendeteli. Con questo avrei finito. Cedo volentieri la parola agli altri”.

Ci fu un momento di pausa, prima che qualcuno aprisse un nuovo fronte.

Che ne dite di un caffè e qualcosa da mangiare?” propose Matteo.

Ottima idea” rispose Lorenzo, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.

Voi pensate sempre a mangiare e bere ma quando attrezziamo nuovamente i campi?” domandò decisa Laura.

Mentre voi discutete e vi accapigliate, io preparo caffè, pane fresco o tostato, marmellata di prugne” disse Matteo, mettendosi ai fornelli.

Non è possibile” rispose Lorenzo calmo e pacato.

Perché?” esclamò la ragazza, fiammeggiante d’ira.

Calmati, Laura. Ascoltiamo i motivi da Lorenzo” disse Mattia nel tentativo di frenare l’irruenza della ragazza.

Teresa, nel vederlo deciso e sereno, pensò che era un vero spreco nelle braccia di Laura. «Ci devo riprovare!» rifletté.

I motivi?” cominciò Lorenzo. “Per il campo in alto, vicino al Borgo dobbiamo aspettare maggio…”

Maggio?” urlò la ragazza, ancor più rossa in viso.

Ascolta in silenzio. I commenti lasciali alla fine” intervenne di nuovo Mattia, cingendole le spalle.

Deponete le armi” esclamò Matteo. “Arriva il caffè e la marmellata”.

Il padrone di casa sistemò al centro del tavolo tazzine fumanti e un piatto pieno di pane e marmellata.

Tutti si avventarono all’infuori di Laura, che aveva le guance di rosso acceso.

Non devi fare così” le sussurrò Mattia in un orecchio, mentre prendeva due tazzine di caffè.

Non lo voglio” rispose stizzita.

Sei infantile, quando ti comporti in questo modo” riprese il ragazzo, guardandola negli occhi.

Sei un perfido bugiardo” replicò alzandosi.

Dove vai?”

Lasciami stare!”.

Teresa osservava la scena con occhi interessati. «Ottimo! Se c’è una crepa, la farò diventare una voragine».

Mattia la seguì sotto gli sguardi stupiti degli altri, che non comprendevano le motivazioni dello scatto d’ira. La raggiunse e cercò di parlarle con pacatezza.

Cerca di ragionare, anziché scaldarti e bruciare come un fiammifero. Siamo qui per valutare cosa dobbiamo fare nei prossimi mesi”.

Vattene. Non ti voglio più vedere” gli gridò in faccia.

No. Resto, finché non hai ripreso il controllo di te” rispose con calma.

No, non voglio più vederti!” ripeté con la voce rotta da un pianto isterico.

Teresa si avvicinò con passo felpato e cominciò a parlare.

Stammi alla larga se vuoi conservare il tuo bel visino” sibilò minacciosa.

Volevo solo…” continuò con voce falsa e ipocrita.

Sei sono una puttana!” le urlò in faccia.

Mattia le prese un braccio per allontanarla ma lei si divincolò, rimanendo ferma, decisa alla lite. Il ragazzo si avvicinò a Laura e le cinse le spalle per trascinarla fuori in giardino.

Vieni. Usciamo” le disse con calma e dolcezza.

No!” rispose ma si lasciò condurre all’esterno con dolcezza.

Si sedettero sulla terra umida sotto il noce, ancora spoglio di foglie. La abbracciò e la strinse a sé. Laura riprese a piangere convulsamente.

Capisco che vorresti ricominciare subito ma non sempre è possibile. Bisogna pazientare anche se sentiamo il fuoco dentro dentro di noi” iniziò, mentre le accarezzava i capelli.

Tu sei in combutta con quella stronza di Teresa” replicò con gli occhi arrossati dal pianto.

Cosa dici? Lo sai benissimo che penso solo a te” le rispose, nascondendo i suoi pensieri.

Sarà ma le fai gli occhi dolci. La inciti a strusciarti a te. Ti ho visto a casa di Marco” gli rinfacciò acida.

Se fosse come dici, pensi che sarei qui con te?” le domandò.

Sei bugiardo. E mi prendi in giro! Lorenzo…” le uscì involontariamente prima di fermarsi.

Credi che non abbia visto che ti corteggia? Che appena può, ti mette le mani addosso? Come da Marco?” le disse con tono asciutto e duro.

Sei un ingrato”.

Ti ho già detto più di una volta che in certi momenti sei insopportabile. Però mi piaci, anzi ti voglio sinceramente bene. Se vuoi rompere, dimmelo. Me ne farò una ragione”.

Laura lo abbracciò, baciandolo.

Scusami! Oggi sono particolarmente nervosa e conosci il motivo. Hai ragione. Devo tornare in me. Ti amo. Lo so che Lorenzo mi fa il filo. Vorrebbe stare con me. Io preferisco te. Tu sai darmi quella calma che nessun altro c’è mai riuscito”.

Torniamo dentro. Abbiamo dato sufficiente spettacolo”.

Sì” gli rispose, mentre mano nella mano tornavano in casa.

Matteo si fece incontro per stringerle una mano e, rivolgendosi agli altri, disse: “Per oggi basta discussioni. Facciamo un giro per i campi, se non vi disturba infangarvi in campagna. La natura sta risvegliandosi”.

Un coro di sì accolse la proposta e sciamarono allegri per il sentiero che conduceva verso la collina.

Teresa non aveva intenzione di rinunciare ai suoi propositi e aspettava l’occasione propizia per attuarli.

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Il Borgo – Capitolo 67

Si ritrovarono la domenica successiva a Modena a casa di Marco, che era stata indicata come la sede legale della onlus. La scelta della giornata era stata obbligata, perché il giorno prima Giacomo era di turno al lavoro.

Era la prima riunione ufficiale della società per discutere delle offerte ricevute il fine settimana precedente a Roma durante il meeting ‘Il turismo sostenibile a Km 0. Come valorizzare le risorse vicino a casa‘.

Eva aveva sistemato i posti in maniera che Lorenzo fosse centrale con Laura alla destra e Betta alla sinistra, che aveva accanto Marco. Matteo stava di fianco a Laura. Di fronte, sul lato opposto, sedevano in sequenza: lei, Giacomo, Teresa, Mattia e Alba. Ognuno aveva davanti a sé il segnaposto col proprio nome e un blocco per gli appunti. Il tavolo di cristallo era coperto con un panno verde.

Mattia, quando studiò la disposizione, storse il naso. Avrebbe voluto chiunque accanto a sé all’infuori di Teresa. Ricordava bene cosa era successo a casa sua una settimana prima. La riteneva inaffidabile e di certo avrebbe fatto di tutto per metterlo in difficoltà. Cercò di mascherare lo stato di ansia e di nervosismo che l’aveva colpito, fingendo indifferenza. Nonostante i suoi sforzi il nervosismo trapelava dagli occhi e dai gesti. Osservò Laura, che gli stava dinnanzi, e notò che aveva una strana faccia, che attirò la sua attenzione. Non era il solito sguardo deciso e geloso, che era abituato a scorgere, quando Teresa era nelle vicinanze. Aveva un qualcosa di sofferente, come se avesse delle preoccupazioni segrete. «Quale sarà mai il segreto che la rende nervosa?» si domandò inquieto, perché non l’aveva mai vista così tesa.

Laura ebbe un tuffo al cuore, quando vide che alla sua sinistra sedeva Lorenzo. Pensò che quella disposizione fosse stato un pessimo scherzo del destino. Aveva dovuto combattere con lui pochi giorni prima per non lasciarsi travolgere ancora, come in quel lontano fine maggio, e adesso doveva mettere in conto che lui ci avrebbe riprovato. Mise a confronto i due ragazzi. La vicinanza di Lorenzo le provocava strane sensazioni fisiche e metteva in fibrillazione il suo corpo ma non sentiva nessuna farfalla nello stomaco. Era più fisico che intellettuale lo stimolo, che avvertiva in maniera netta. Il ricordo di quella notte era ancora vivo nella sua mente ma era conscia che, passata la molla sessuale, tutto sarebbe naufragato nell’indifferenza. Non percepiva in Lorenzo quel calore che emanava Mattia, che sapeva toccare i punti più profondi del suo io. La sua vicinanza aveva il potere di calmare quell’agitazione interiore che era la la leva potente del suo decisionismo. Lorenzo non aveva un’uguale capacità. Per lei non c’era confronto o meglio era impari e a favore di Mattia. Sentiva il nervosismo salire, senza che riuscisse a nasconderlo. Adesso vedendo il suo ragazzo accanto a Teresa, percepì anche la gelosia verso la ragazza, che aveva la facoltà di metterla in fibrillazione. Guardò Mattia e con sorpresa lo vide teso, arrabbiato come se avesse scoperto quel tradimento. Questo pensiero la imbarazzò ulteriormente e le sembrò di essere seduta su un cuscino di spine.

Dichiaro la riunione aperta” dichiarò con solennità Lorenzo. “Due sono gli argomenti: l’esame del bilancio sociale e le offerte ricevute a Roma. Passo la parola a Betta, la nostra tesoriera”.

Nei documenti davanti a voi c’è la rendicontazione nei dettagli di entrate e uscite” cominciò dopo aver schiarito la voce. “Per non tediarvi farò un macro riassunto. Nella cassa, senza conteggiare i materiali offerti gratuitamente, sono affluiti circa 147.500 euro tra donazioni, nostri versamenti e incassi con le visite guidate. Abbiamo avuto uscite per 101.500 euro. Al momento abbiamo un attivo di 46.000 euro che ci consentirà un’autonomia di circa due mesi alla prossima partenza del cantiere in assenza di nuove donazioni”.

Teresa allungò una mano decisa sul sesso di Mattia che sobbalzò per la sorpresa. Ebbe un’erezione quasi istantanea. Le prese la mano e la riportò sulla gamba della ragazza, che tentò di trascinarla verso l’inguine. Il ragazzo la guardò in cagnesco, mentre lei sorrideva soddisfatta.

«Come previsto. Da questo momento non ci sarà un attimo di tregua» pensò amaramente.

Mentre Mattia era alle prese con Teresa, Lorenzo posò la sua mano sulla coscia di Laura, che ebbe un moto di sconcerto, avvampando per la sensazione provata. Avrebbe voluto scacciarla ma non fece nulla.

Mattia tornò a osservare Laura, notando un’espressione inconsueta. Qualcosa non tornava. Non era di gelosia la sua espressione ma di altro genere che faticava a comprendere. «Cosa?» si chiese senza risultato.

Lorenzo accarezzò l’interno della coscia e la sentì fremere. Laura era combattuta tra il lasciar fare e il contrastare con decisione quel tormento. Aveva visto che Mattia la scrutava con occhi indagatori e presto avrebbe compreso il senso della sua espressione. Doveva interrompere quelle carezze, doveva imporsi di resistere alle lusinghe sessuali o altrimenti lo avrebbe perso irrimediabilmente. Stava per allontanare quella mano, quando Betta ripassò la parola a Lorenzo. Respirò a lungo e si rilassò, perché il ragazzo aveva riportato la mano sul tavolo.

Durante il convegno si sono fatti avanti diverse persone con offerte varie”. Fatta una breve pausa riprese il suo intervento. “Enel e Eni sarebbero disponibili a pagare tutte le spese fino al completamento dell’opera: unica condizione sfruttarci per i loro messaggi pubblicitari. Un’impresa di costruzioni, di cui non ricordo il nome, pagherebbe tutto, sia le spese già sostenute, sia quelle future. Vuole la completa gestione del progetto, perché la loro intenzione è di creare un resort turistico. Poi ci sono altre offerte sia in denaro sia in materiali. L’elenco completo lo trovate tra i documenti davanti da voi”.

Mentre Lorenzo parlava, Teresa tornò alla carica con grande disappunto di Mattia, che tentò di allontanare le mani moleste senza riuscirci. Laura li osservava e pensò che lui accettasse il corteggiamento della ragazza. «Mi sta tradendo» si disse, senza ragionare che anche lei lo stava tradendo.

Mattia si alzò di scatto per porre termine a quel tormento. La discussione, che si stava aprendo alla conclusione dell’intervento di Lorenzo, si interruppe. Tutti lo guardarono stupiti.

Che c’è?” chiese Marco, che aveva notato le manovre.

Mi è venuto un crampo” rispose mentendo.

Facciamo uno scambio” suggerì il padrone di casa e si alzò per lasciargli il posto.

Laura comprese che i suoi pensieri erano errati, perché era Teresa che lo importunava. Una lacrima scese sulla guancia. Doveva evitare che Lorenzo ricominciasse con le sue attenzioni. Avrebbe voluto alzarsi e baciare Mattia ma si rese conto che non era possibile. L’avrebbe ripagato più tardi.

A Teresa il sorriso di piacere morì sul viso, quando Mattia si sedette al posto di Marco, che la guardò come per avvertirla di non provarci anche con lui.

Riprendiamo la discussione interrotta” disse Lorenzo. “Dobbiamo valutare offerte ricevute e decidere quale strategia intendiamo usare. Cosa ne pensate?”

Direi di lasciare cadere le offerte di Enel, Eni e impresa di costruzioni e di analizzare con attenzione le altre” affermò con piglio decisionista Laura.

Bene. Altre voci?” chiese Lorenzo guardandosi in giro.

Vorrei sapere se è stato fatto un budget di spesa per i prossimi due anni?” domandò Matteo.

In realtà non mi risulta” rispose Lorenzo. “Ma forse è meglio sentire la voce di Betta”.

Non appena la ragazza cominciò a parlare, Lorenzo sistemò la sua mano sull’interno della coscia di Laura, che con decisione la riportò sul tavolo, incurante degli sguardi e lo fissò cattiva negli occhi. ‘Non provarci ancora! O ti arriva un manrovescio!’ era il messaggio veicolato.

Lorenzo comprese che avrebbe fatto sul serio quel gesto e cambiò atteggiamento.

“… Si presume che serviranno all’incirca trecentomila euro per completare il progetto. I miei numeri sono valutazioni empiriche sulla base di una discussione avuta giorni fa con Giacomo. Sommare e sottrarre dei numeri sono in grado di farlo, stendere una previsione di spesa no” concluse Betta.

Sulla base di quale considerazioni?” chiese Marco, rivolgendosi a Giacomo.

Numeri spannometrici” cominciò il ragazzo. “L’impresa edile quest’anno ci ha fatto pagare circa settantamila euro, scontandoci il venti per cento del costo effettivo. Supponendo una spesa costante per i materiali e le spese generali, dovremmo spendere come all’incirca quest’anno. Cioè centomila euro. Tre anni di lavoro ed ecco la cifra esposta da Betta. E’ chiaro che in realtà si dovrebbe eseguire un’analisi più curata della mia approssimativa, basandosi sulle voci a bilancio e sulle necessità future”.

Qualche mormorio e altre valutazioni chiusero la riunione, prima del pranzo offerto da Eva.

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Il Borgo – Capitolo 66

Laura, chiusa la telefonata con Mattia, cominciò a prepararsi. Era perennemente in ritardo. Sentì bussare alla porta. L’ansia crebbe. Era ancora in mutandine e reggiseno e stava pensando a cosa mettere, disturbata dal pensiero verso Mattia.

Laura, sei pronta?”.

Era Lorenzo che la sollecitava.

Un attimo e arrivo” rispose.

Ci stanno aspettando nella hall”.

Dammi cinque minuti di tempo. Vi raggiungo lì”.

Va bene”.

Lo sentì allontanarsi e sospirò, mentre velocemente indossò una camicia di lino e i jeans di Armani. Erano i primi indumenti che aveva trovato. Infilò delle ballerine nere. Una spruzzata di Chanel n.ro 5 completò l’opera.

La cena sembrava non finire mai. Aveva un pensiero fisso: telefonare a Mattia. Con abilità respinse tutte le proposte che direttamente o indirettamente alcuni commensali avevano avanzato: finire la serata in discoteca.

Hai fatto colpo sul direttore di …” cominciò Lorenzo, mentre tornavano in albergo.

Quel vecchio bavoso?” lo interruppe Laura.

Sì!” rispose ridendo il ragazzo. “Però sarebbe pronto a ricoprirci d’oro”.

Beh! Che se li tenga i suoi soldi. Il solo vederlo mi provoca nausea”.

Ma ci farebbero comodo” continuò come un martello.

Non importa. Vedrai che le donazioni lieviteranno come funghi nei prossimi mesi” replicò infastidita.

Su, non scaldarti. Scherzavo!” concluse ridendo Lorenzo, mentre Eva e Marco non avevano smesso un secondo di sghignazzare.

Arrivati alla reception, Laura chiese la chiave della camera.

Io salgo. Ci vediamo domani. Notte!”

Ti accompagno” disse Lorenzo, mentre Eva e Marco si sistemarono nel salotto.

Non è necessario. Puoi restare” affermò decisa la ragazza.

Ho sonno anch’io” replicò speranzoso il ragazzo.

Arrivati al piano, le prese la mano, che lei ritrasse.

Mi spiace Lorenzo. E’ capitato una volta ma non succederà più” esclamò seria. L’espressione del viso non lasciava margini di dubbi sulle parole pronunciate.

Lo sai che mi piaci” insistette Lorenzo.

Laura scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli castani, mentre apriva la porta della camera.

Capisco che tu ci provi ma la risposta è sempre no. Sto bene con te in gruppo ma tutto finisce lì. Notte! A domani” concluse, richiudendo la porta alle spalle.

Freneticamente si tolse il piumino nero, le ballerine, la camicia e i jeans, per infilare il pigiama di flanella e mettersi comoda a letto. Guardò l’ora. Erano poco più tardi delle undici. Afferrò il telefono e chiamò Mattia.

Ciao. Cosa stai facendo?” gli chiese.

Ciao. Nulla di speciale” le rispose mentendo. “Mi preparo per andare a letto. Come è andata la cena?”

Bene. Un posto magnifico e una cena speciale”.

Vorrei essere lì con te…”.

Mattia si interruppe, perché Teresa lo stava stuzzicando.

C’è qualcuno con te?” domandò guardinga, come se avesse intuito la presenza della ragazza.

No, solo soletto. E poi chi vuoi che ci sia?” rispose pronto, mentendo spudoratamente.

Boh. Non lo so. Mi sembrava di udire dei rumori strani. Ma forse è solo immaginazione. Lo sai che sono gelosa…”.

Non credere che non lo sia anch’io. Una bella ragazza, spigliata, decisa attira sempre l’attenzione dei maschi”.

Teresa nel frattempo gli aveva sbottonato la camicia e aveva insinuato le mani sul suo corpo. Mattia stava soffrendo, incapace di difendersi senza tradire la presenza della ragazza. Doveva stare attento. «E’ una bugiarda, perché non rispetta i patti. Gliela farò pagare! Come?» rifletté. «Non lo so».

Ascoltò l’ultima parte del discorso, distratto da Teresa e dalla sue riflessioni.

“…una vera lagna”.

Scusami ma mi ero distratto un attimo e ho perso il motivo della lagna” disse sperando di non incuriosirla troppo.

Mi sembri svagato” disse alterando la voce. “Dicevo che c’erano solo vecchi bavosi”.

Sono quelli i più pericolosi. Credono di comprare tutto coi soldi, perché pensano che le donne siano sempre in vendita” rispose sollecito, mentre si dimenava, incapace di resistere alle carezze di Teresa.

Sembra che tutti siano disponibili a ricoprirci di euro ma non sono molto persuasa che sia facile”.

Gli altri che dicono?” domandò mentre bloccava una mano che cercava di insinuarsi fra le gambe.

Sono contenti, perché arriverebbe una valanga di denaro. Però non sono convinta che sia la strada giusta. Quando torniamo, ci diamo appuntamento con questo ordine del giorno: le offerte ricevute”.

Mi sembra un’ottima idea. Dobbiamo discutere e valutare i pro e contro delle varie proposte. Diamine, il tempo vola!” esclamò Mattia che voleva chiudere la conversazione e terminare il supplizio inflittogli da Teresa. “Starei al telefono fino a domani mattina ma purtroppo alle sei la sveglia suona”.

Scusami. Anch’io resterei a telefono per sentire la tua voce ma stavo dimenticando che domani sei al lavoro”.

Ci sentiamo come stasera. Alle sette?”

Sì, alle sette!” disse schioccando un bacio.

Bacioni e sogni d’oro” rispose il ragazzo.

Anche a te” rispose con tono malinconico Laura.

Chiusa la conversazione molto sofferta, Mattia afferrò le mani di Teresa, bloccandola.

Sei una spergiura!” le urlò in faccia. “Avevi promesso di stare tranquilla, invece…”.

Era un’occasione d’oro per tentare” rispose irridendolo. “Ora che mi farai?”

Non ho ancora deciso. Ma forse ti legherò le mani alla spalliera del letto e ti farò il sollecito con una piuma. Ora fila senza fiatare in camera. Si fa la nanna”.

Posso spogliarti?”

No!” rispose secco.

Peccato. Mi piace molto accarezzare la tua pelle”.

Beh! Scordatelo”.

Fu una notte molto travagliata per Mattia, perché adesso aveva la certezza che Teresa era inaffidabile.

«Sarà una mina vagante» si disse affranto.

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