Il 10 agosto si ritrovarono tutti davanti alla rocca a festeggiare la fine del cantiere. Solo qualche abitazione era priva di arredi. A queste avrebbero provveduto col tempo, visto che la gestione sarebbe stata a loro carico. Le altre erano state arredate con mobili e lampade, raccolte negli ultimi due anni.
La chiesa era quella che presentava più completa per arredi, vetrate e dipinti. Lorenzo e Matteo avevano realizzato il portone con pazienza e perizia, usando i disegni di Eva. Il legname era tutto di recupero ed era stato restaurato con abilità da Betta con l’aiuto di Alba. Chiunque lo osservasse, destava una magnifica impressione, come se fosse un autentico portale antico. Sulle finestre laterali erano state montate vetrate colorate, che narravano la storia dei SS. Giovanni e Paolo. Pure l’altare, in legno vecchio, era stato disegnato da Eva. L’arredamento interno era in gran parte il frutto dei pellegrinaggi di Giacomo nel ferrarese e nel modenese. Il ragazzo si presentava ai parroci, proponendo loro di sostituire le vecchie e consumate panche con delle nuove. Molti avevano accettato, qualcuno nicchiò ma alla fine il raccolto fu abbondante. Lucidate e rattoppate erano tornate a splendere. Più complicato era stato reperire gli arredi sacri ma alla fine qualcosa era stato trovato. Betta aveva poi ripreso qualche frammento dei vecchi affreschi e, dopo il restauro lungo e paziente, li aveva sistemati sulle pareti.
La ragazza aveva dimostrato una grande abilità nel restauro sia di mobili sia di tele, oltre che a essere un’oculata amministratrice della cassa della onlus. Anche Alba si era rivelata una valida allieva, dando più di una mano alla maestra. Ben presto la voce della bravura di restauratrice si era sparsa nelle località vicine e arrivarono molte richieste. «Non vi chiedo nulla» diceva ai committenti. «Fate una libera donazione al Borgo». Il lavoro non mancò con effetti benefici alla cassa.
Marco organizzò con l’aiuto di associazioni ambientaliste un’interessante mostra nei locali del Foro Boario a Modena con le fotografie su come procedevano i lavori. Il ricavato delle vendite finì anch’esso nel conto del Borgo.
Laura scrisse sulle loro attività sia sul web sia sulla carta molti articoli, che suscitarono interesse e curiosità e che stimolarono diverse persone a contribuire economicamente alla riuscita del progetto.
In conclusione furono tre anni di disinteressato fervore, durante i quali nessuno si tirò indietro. Un periodo costellato da tanti litigi e incomprensioni, da amori sbocciati e da gelosie profonde. Però adesso, per una sera, era tutto dimenticato, felici del positivo esito della loro iniziativa, sulla quale nessun osservatore esterno avrebbe scommesso un centesimo. Gli screzi erano un lontano ricordo.
La serata non sembrava che terminasse mai. Nessuno aveva sonno, nessuno era stanco. Tutti erano allegri.
Era all’incirca la mezzanotte, quando il Vecchio comparve tra loro.
“Grazie, ragazzi” disse loro, sedendosi accanto al fuoco.
Laura prese un nuovo ciocco e lo gettò tra le fiamme che tendevano a morire. Queste di colpo ripresero vigore.
“Benvenuto tra noi!” esclamò allegra la ragazza, mentre gli altri zittirono. “Il Borgo è tornato a nuova vita”.
“Vedo che è rinato. Tutto questo lo devo alla vostra abnegazione e tenacia”.
Teresa stava per rompere l’atmosfera magica che si stava instaurando con «Uffa! Ancora con questa lagna! Parla da sola rivolgendosi all’aria», quando fu zittita da Lorenzo con un bacio. Tentò di liberarsi dalla morsa del ragazzo ma alla fine si calmò e rimase in silenzio.
“C’è anche un’altra bella notizia…” continuò la ragazza.
“Quale?” domandò il Vecchio curioso.
“…Proprio in questi giorni il comune di Fiorenzuola…” riprese Laura. “… ci ha concesso la gestione del Borgo per quindici anni. Una novità stupenda!”
“Cosa significa?”
“Il Borgo rimarrà esattamente come si vede ora. Nessuno per tutto il tempo, che lo gestiremo, potrà trasformarlo”.
Il Vecchio sorrise e si strinse nelle spalle.
FINE
“Vedo Ersilia, Tonino e tutti gli altri che stanno facendo festa e mi chiamano a gran voce. Ora li raggiungo. Addio, ragazzi” disse salutandoli.
Si alzò e sparì dalla loro vista.