Ellie ripone in un cassetto il diario di Angie. Ha letto molte pagine, altre rimangono da sfogliare, ma per il momento si sente appagata così. Non interessa conoscere il loro contenuto, perché sa che Angie e Dan nell’anno successivo regolarizzarono la loro unione, dalla quale nacque Patrick, il mitico nonno Pat. Poi il resto è storia recente, che conosce quasi a memoria. L’abbandono di Holland Island e della vecchia casa vittoriana, il trasferimento a Princess Anne, la partenza per il fronte europeo del nonno e il suo ritorno da reduce vittorioso. Poi ancora tanti altri eventi fino alla sua nascita. Tutti questi episodi li ha ascoltati innumerevoli volte dal nonno e sono rimasti impressi nella sua memoria come le fiabe narrate dai genitori.
Il week end lungo a Baltimore è stato un flop, almeno questa è la conclusione che ne ha tratto tornando a casa.
Annie e Matt sono stati dei padroni di casa impeccabili, gentili e pieni di premure. La loro abitazione, una villetta a schiera con un piccolo giardino davanti e uno scampolo di terra dietro, tenuto a orto, è molto graziosa. Ovviamente il paragone con la sua casa di Princess Anne è improponibile e impietoso, perché sia le dimensioni, sia la tipologia sono talmente diverse che è come confrontare una sedan Chevy Malibu con la city car della Toyota. Però in una città come Baltimore è un’abitazione confortevole e ambita da molti, soprattutto perché è in una zona tranquilla e piena di verde.
Ellie pensa che inviterà altre volte l’amica col marito, perché tra loro c’è molto feeling e molti argomenti in comune. Le conversazioni sono state sempre accese e interessanti, non si è mai annoiata come loro d’altronde. Matt è stato un cuoco eccellente, come Annie le aveva detto durante la settimana trascorsa a Princess Anne. Lei ha organizzato tutto con gusto e semplicità. Si è sempre sentita come a casa.
Però le è rimasto il rammarico di Dashiell, personaggio enigmatico, stravagante e alquanto odioso. Proprio ripensando a lui ha concluso che quei quattro giorni sono stati frustranti perché il suo atteggiamento ha rovinato tutto il resto.
Lui abita in pieno centro a Baltimore, in una vecchia casa di arenaria rossa, almeno questo era il colore originario. Il tempo e lo smog hanno trasformato il rosso in un grigio che lascia intravvedere sotto delle chiazze rossastre. Il suo è un tipico appartamento da single come struttura, pur essendo vasto per una persona sola, dove tutto ruota attorno alla camera da letto.
“Ha avuto la sfacciataggine di invitarmi a dormire a casa sua! Non ho compreso per chi mi abbia preso. E al mio rifiuto ha pure fatto l’offeso. E’ una persona insopportabile, indisponente e …”.
Sono questi i pensieri di Ellie ricordando quell’invito arrivato senza tanti giri di parole.
«“Stanotte sei mia ospite” aveva detto Dashiell all’arrivo da Annie a mezzogiorno».
“Non si è degnato nemmeno di salutarmi o chiedermi come stavo o se avevo fatto buon viaggio! Il benvenuto è stato «stanotte vieni a letto con me»! Più villano e strafottente di così non poteva essere. Se lui è abituato a trattare le donne che conosce come un oggetto o un trofeo da portare a letto, beh! con me ha sbagliato approccio”.
Adesso che seduta di fronte al caminetto del salotto ripensa a lui, sente ribollire il sangue mentre l’adrenalina cresce di intensità.
“Se ho voglia di andare a letto con un uomo, quello me lo scelgo io e non vengo scelta da lui. La mia disponibilità sessuale la decido nei tempi e nei modi. C’è maniera e maniera per rendersi attraenti e interessanti, ma il suo non lo è stato né nella forma né nel tempistica. Già mi aveva irritato il suo SMS durante il viaggio, figuriamoci poi il benvenuto detto con così signorile richiesta …”.
Al rifiuto garbato e deciso di Ellie, Dashiell se ne era andato senza salutare, scuro in volto e corrugato nel viso, lasciando basiti sia il fratello sia la cognata.
Aveva udito in lontananza durante la serata Annie che diceva a Matt: “Tuo fratello è impazzito? Rivede dopo due settimane Ellie e senza peli sulla lingua le chiede di passare la notte con lui! Sono rimasta senza parole! Poi offeso, come se lui avesse ragione, ha girato i tacchi e se ne è andato senza salutare. Un comportamento cafone e inqualificabile. La mia amica è stata fin troppo educata nella risposta. Io gli avrei mollato due ceffoni. Ogni volta che lo vedo, noto degli aspetti del carattere che non conoscevo. E purtroppo sempre più in maniera negativa”.
Non è stata capace di comprendere la risposta, solo qualche frammento indistinto «..maleducato.. a calci nel culo.. mi vergogno.. spero che ..» e poco altro. Ma non le sono interessate ascoltare con precisione le parole di Matt, perché un groppo le ha chiuso la gola e poi è stata troppo bruciante l’offesa per concentrarsi su quello che stava dicendo.
Ancora adesso sente gli occhi che si riempiono di lacrime come quel giorno, perché non aveva immaginato una simile conclusione. Non aveva accettato l’invito di Annie con la speranza di rivedere Dashiell, perché aveva compreso che natura che era in lui lo rendeva caustico, punzecchiante, ironico.
“No, no. Non avevo sperato che quel timido sentimento che aveva fatto capolino per Halloween potesse tramutarsi in qualcosa di più. Ma almeno ho creduto che potesse diventare un rapporto amichevole. Invece..”.
Nonostante il prodigarsi di Annie e di Matt per creare un minimo di calore attorno a lei, è rimasta latente la presenza di Dashiell, che avrebbe potuto comparire da un momento all’altro fingendo che non fosse successo niente.
Questa tensione aveva guastato il clima e l’atmosfera della vacanza. Ognuno di loro percepiva l’ansia che quell’episodio trascinava con sé.
Eppure momenti gradevoli e piacevoli ci sono stati, quando hanno passato un piacevole pomeriggio al Walters Art Museum con Annie che si è dimostrata un ottimo cicerone.
“Sono stata fortunata. In quei giorni si discuteva di Edgar Alla Poe e i suoi racconti a Enoch Pratt, una biblioteca pubblica posta nel centro di Baltimore. E’ enorme! Non ricordo di averne mai visitato una così imponente! E poi quanti eventi! Il calendario era fittissimo e un residente non aveva altro che l’imbarazzo della scelta!”.
Però il pensiero di Dashiell continua a torturarla.
“Non merita nulla, quel villano maleducato, ma è ricorrente. Ogni volta che penso a Annie, subito compare lui e quel viso da schiaffi! A volte mi dico che ne sono innamorata e che ho perso un’occasione. Ma non credo. Un uomo così non merita nessuna attenzione”.
Continua a fissare le fiamme del caminetto come se fosse ipnotizzata dal guizzare veloce del fuoco..
Era immersa nelle meditazioni quando sente la musica di Madonna, Like a virgin, risuonare dal telefono. Osserva il display illuminato e sussulta.
“E’ Dashiell! Cosa vorrà ancora? Perché ha deciso di torturarmi?” si domanda lasciando suonare il motivo, finché non cessa.
Una sottile ansia la prende mentre il respiro si fa più lento.
Un trillo e un breve avviso. E’ arrivato un sms.
“Sei per caso offesa?”.
“Sì” risponde infastidita e spegne il telefono.
FINE