Su Caffè Letterario quest’anno comincio io.
Beppe Gambalunga è infagottato nel giubbone nero che appare un po’ logoro sui gomiti. Impreca sottovoce, perché alle sei del primo gennaio deve recarsi al commissariato.
È successa una gran lite nel condominio Spera e gli agenti non riescono a sedare la lite che prosegue a colpi di sedie e ceffoni.
Così il commissario di turno ha richiamato in servizio chi non era di turno. «Che stronzo! Non riesce a gestire quattro gatti che si scazzottano per bene, alticci per le troppe bevute» biascica con le mani affondate nelle tasche. Se fosse per lui li avrebbe lasciati lì a picchiarsi di santa ragione. Tanto prima o poi avrebbero smesso. Però lui è l’agente scelto Beppe Gambalunga, e l’altro il commissario Ciccio Bellavista. Una bella differenza!
C’è ancora buio ma il cielo è senza stelle coperte da nuvole che sono grige. Tira una bava di vento freddo che fa rabbrividire Beppe, che ha il collo incassato nel giubbone.
Il commissariato non è proprio dietro l’angolo ma a lui non andava di prendere fuori la macchina con le strade ingombre di cocci. Gli operatori ecologici sono in azione da un paio d’ore ma prima che arrivino al suo quartiere passerà ancora del tempo. «Che mania quella di gettare le cose vecchie dalla finestra» bofonchia indispettito con l’alito che condensa per il freddo.
«Alla buon’ora!» Lo accoglie il commissario Ciccio Bellavista. «Sei l’ultimo ad arrivare! La pattuglia ti aspetta nel cortile. Sono lì al freddo da mezz’ora».
Beppe non risponde. Non gli va di incominciare l’anno male con un battibecco sterile. Incassa il rimprovero, deposita il giubbone nel suo armadietto e indossa il giubbetto imbottito d’ordinanza.
Alceo Spingarda sta fumando l’ennesima sigaretta accanto alla Punto blu che ha il motore acceso. Dentro ci sono Luca Bimbo e Dino Sperandio che discutono animatamente.
«Si parte». Alceo buttato il mozzicone si mette alla guida. «Speriamo di non trovare troppo sporca la strada».
Scansati diversi oggetti ingombranti, arrivano al condominio Spera dove ci sono diverse pattuglie tra polizia e carabinieri.
Lo spettacolo sarebbe divertente se non ci fossero una dozzina di persone che si azzuffano tra le urla di incitamento di donne e bambini col contorno dei condomini affacciati alle finestre che fanno il tifo da stadio.
Beppe guarda incredulo lo spiegamento di forze che non osano separare i contendenti. Dà di gomito a un carabiniere dal viso annoiato che nell’ombra si fuma una Marlboro. «Si sa perché si picchiano?»
«No. Qualcuno delle case davanti ci ha chiamato perché c’era una zuffa in strada. Ma il motivo non lo so».
Beppe lo osserva. Gli sembra che sia infastidito perché gli ha chiesto la causa della battaglia a suon di pugni. Però non demorde. «Perché non li separate?»
Il carabiniere lo guarda in tralice e sbuffa perché non può fumare in santa pace. A lui non gliene frega nulla di motivi e d’intervenire. «Se le danno di santa ragione senza usare coltelli o arme improprie. Alla fine qualcuno si recherà al pronto soccorso senza qualche dente o col naso rotto e tutto finisce lì». Poi gettata la cicca nel tombino si allontana borbottando qualcosa che Beppe non capisce.
È ancor più irritato col commissario. «Mi ha tirato giù dal letto per assistere a una zuffa senza intervenire» bofonchia alzando le spalle e sputando per terra.
Era andato a letto da poco dopo il veglione in casa sua con le sorelle e i loro mariti, quando è arrivata quella telefonata inopportuna. Se le prime ore dell’anno nuovo sono passate in allegria, adesso l’umore è nero.
È ormai da una mezz’oretta buona al freddo ad assistere a una zuffa da osteria senza che le forze di polizia accorse in gran numero vi ponga fine, quando sente una voce proveniente dal buio.
«Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signori, di almanacchi?»
Beppe si gira nella direzione di quella voce e e vede un Vucumprà che avanza tenendo in mano degli opuscoli.
«Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signori, di almanacchi?» Ripete con tono strascicante un corpulento clandestino dal viso nero come la pece.
Una donna, che fino a pochi istanti prima urlava e incitava qualcuno a dargliele per bene, si stacca dal gruppo e chiede: «Almanacco per il nuovo anno? Sarà buono?»
Il venditore si avvicina e in un italiano incerto afferma che il prossimo sarà di certo migliore di quello che ci ha appena lasciato.
«Ne siete certo?» Insiste la donna dubbiosa che prende l’almanacco che il Vucumprà le allunga.
«Potete scommetterci. Migliore di tutti gli anni passati».
Come per incanto la rissa cessa e poliziotti, spettatori e litiganti si assiepano intorno al venditore ambulante per comprare un almanacco.