Il mio primo lipoacrostico

Da Wikipedia
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Non avrei mai creduto di riuscire a comporre un acrostico ma alla fine ci sono riuscito. Tuttavia vediamo cosa si intende con questa parole, che conosciuta dai più per me era ignota fino a non molto tempo fa.

L’acrostico (dal greco tardo ἀκρόστιχον, composto di ἄκρον, «estremo» e στίχος, «verso») è un componimento poetico o un’altra espressione linguistica in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase.
In origine l’acrostico aveva certamente una funzione mnemonica e probabilmente una funzione magica. Si possiedono esempi di acrostici già in composizioni sacre babilonesi, per esempio quella che presentava così il nome del suo autore: «Saggil-kinam-ubbib, sacerdote degli incantesimi di Babilonia». Altri esempi di acrostici dell’antichità si rinvengono con la Bibbia, ad opera del profeta Geremia, con il “Libro delle Lamentazioni”, i cosiddetti “Salmi alfabetici” in cui l’inizio di ogni verso presenta, nell’ordine, tutte le lettere dell’alfabeto (Salmi 25, 34, 119). (fonte Wikipedia)
Come ho detto poco sopra ignoravo l’esistenza di questa forma poetica. Il motivo non lo so ma forse perché ho sempre considerato la poesia una forma espressiva del proprio sentire di fronte alle persone, alla natura, al mondo. Quando mi sono imbattuto in questo modo di poetare ho alzato bandiera bianca, perché il solo pensare di cominciare un verso con una lettera e che l’insieme di queste formassero un lemma o altro mi faceva prendere dei capogiri.
Trovavo limitativo questo modo. Una sorta di tarpare le ali alla propria creatività e tale è rimasto il mio pensiero, finché Scrivere creativo non ha pensato di affiancare al liposcrivilo, che poi vi spiegherò, anche un lipoacrostico. Così per gioco e per sfida contro me stesso ho composto il primo.
Essendo una costola derivata da liposcrivilo, vediamo cos’è. Ogni giorno sul loro blog propongono una frase, un pensiero celebre oppure una semplice frase. Chi vuol partecipare scrive su Twitter la sua, che deve rispecchiare quella proposta senza usare una lettera del nostro alfabeto. Il tutto condensato in circa 100 caratteri (in realtà sarebbero 140 ma tolto @scrivereC e l’hashtag ne rimangono poco più di un centinaio). La difficoltà dunque consiste proprio in questo. Ma con un po’ di fantasia e cercando sinonimi appropriati si riesce comunque a produrre delle frasi simili nel senso a quella proposta ma nel contenuto diverse.
Una settimana fa hanno affiancato a questa ultima anche la scrittura di una composizione poetica di tipo acrostico ma anch’essa con la limitazione nel non uso di una lettera.
Visto che amo le sfide, ho accettato e ho scritto il primo di una serie. Ve lo propongo. Niente di particolare ma mi sono accorto che ci riuscivo anch’io.
La parola proposta era
SGUARDO

La lettera da non usare era I

Ecco il mio parto poetico

Sogno o son desto?
Guardala!
Un volto sereno
Ancora
Resta fermo nella mente
Dopo la scena scompare
O evapora.
Può piacere oppure no, resta il fatto che tra parola proposta e testo c’è una qualche assonanza.

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