Il pettirosso
E’ lì
posato lievemente
sul davanzale,
e si guarda intorno.
Quel minuscolo amico
dal pettino rosso
è tornato
per mendicare
qualche briciola di pane.
Aspettavo
con ansia
il suo ritorno
che annuncia
l’inverno imminente.
Fantasie e realtà
Nuvolaglia nera,
vento impetuoso e freddo,
le gocce di pioggia
grosse e violente
s’infrangono
con fragore sul tetto,
sulla strada,
sul mio capo.
Un ribollire di suoni,
come musica cacofonica,
si sparge intorno.
Poi tutto tace,
non si ode più nulla,
la tempesta è finita?
Un timido sole s’affaccia
e appare alla vista.
Il cielo si sgombra,
è pulito, è vestito a festa.
Un rumore leggero
attira i miei sensi
che vagano
alla ricerca.
L’occhio va,
guidato
dall’orecchio,
lè dove giunge
quel suono intermittente.
E’ il battito di ali
di una cavolaia bianca,
che gira nel giardino
della mia mente.
Un’emozione sale,
vedendo la leggerezza
del volo,
e mi abbandono
al ricordo
del bambino.
Nella nebbia mattutina,
che lentamente sale
dai campi
tra le case,
osservo
un puntino colorato
che spunta
nel cielo azzurro.
Poi d’incanto
un altro,
un altro ancora
e il cielo si riempe
di colori.
In quei palloni
rotondi e rumorosi
con appesa una cesta
vedo l’immagine riflessa
del tuo volto,
che vaga allegra
ora a destra
ora a sinistra,
si innalza
e si abbassa.
Sono lì con il naso all’insù,
sperando di vederti,
ma il balloon se ne va
ora silenzioso,
ora sgassando
perdendosi sull’orizzonte