Poesia d'autore

Traendo lo spunto da due versi di Emil Dickinson è uscita la seguente poesia.
E’ stato un gioco, che mi ha divertito.

Incipit

Se io dicessi non aspetterò?
Se io rompessi il carnale cancello e, oltrepassato, fuggissi da te!

Tu non mi rincorrerai
e mi lascerai andare via.
Ti amo,
ma tu non sei altrettanto fedele
da desiderarmi.
Il mio cuore batte,
i battiti diventano sempre più flebili.
mentre fuggo da te!
No,  non ti aspetterò ancora!
Come iniziò,
così è finita
la storia tra me e te.
Vedo volare alte nel cielo
le nuvole che disegnano
il disincanto per un amore
che è naufragato dentro.

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Mal di pietre

Mal di pietre di Milena Agus

 Alcune sere stavo discettando dottamente sull’italiano e le sue regole con una carissima amica sarda, perché ormai quasi più nessuno scrive in modo sintatticamente grammaticalmente corretto racconti e romanzi.
Quando mi dice che una scrittrice sarda, Milena Agus, ha scritto un racconto ‘Mal di pietre’ in modo quasi impeccabile dal punto di vista linguistico e mi invitava a leggerlo.
Spinto dalla curiosità ho fatto un passaggioin libreria per acquistarlo, con una certa difficoltà non essendo più una novità.
Sabato pomeriggio e sera non avevndo niente di interessante da fare, li ho dedicati alla sua lettura. Come era ovvio la lettura del ‘bugiardino’ di quarta pagina di copertina non raccontava il vero e faceva balenare quali scenari piccanti, che in realtà non ci sono per niente.
La domenica mattina ho letto che il libro era arrivato secondo al Premio Campiello riportando le interviste con la scrittrice. Diceva che “scriveva per insoddisfazione” e “ha descritto una perdente, che non sapeva di essere felice”.
Sembrano più affermazioni ad uso mediatico che corrispondenti al suo pensiero.
Si scrive per due motivi
1 – si scrive per mestiere e guadagnarsi da vivere (come ha detto la vincitrice);
2 – si scrive perché la mente elabora quello che i cinque sensi trasmettono.
Vie intermedie per me non esistono. Nel primo caso nascono romanzi e racconti ineccepibili dal punto di vista strutturale, ma aridi e privi di sentimenti e commercialmente ineccepibili. Nel secondo la difficoltà consiste nel esprimere le sensazioni nel modo corretto in maniera tale che possano essere compresi; però è un prodotto difficle da piazzare.
Ergo nessuno scrive per insoddisfazione. Così come una perdente (o un perdente) non potrà mai essere felice, sarebbe l’equivalente del dire ‘mi do le martellate sulle mani e dico che è divertente’.
Chiusa questa lunga parentesi, torniamo al libro. Ci sono due universi uno femminile, perdente e negativo, ed uno maschile, un po’indecifrabile, ma che sembra il vero protagonista del racconto.
La voce narrante del libro è la nipote della nonna paterna, che dovrebbe essere la reale protagonista. Accanto a lei ci sono la bisnonna paterna, la nonna materna, la madre e le prozie.
La madre sembra vivere in un mondo tutto suo fatto di sogni e al servizio del marito, musicista di fama. L’unico sussulto è quando va alla ricerca del padre mai conosciuto.
La bisnonna è una donna bisbetica e gretta come lo erano un tempo nelle realtà rurali. Non desta nessuna compassione.
Le prozie sono caricature di donne specialmente nell’episodio dell’incontro con la futura moglie del nipote.
La nonna materna, attorno cui ruota l’intero libro, è una figura scialba che si illumina solo quando fa “le prestazioni” al marito e al Reduce. E’ la classica perdente, che accetta il suo ruolo senza protestare, ma che sia felice senza saperlo, quello mai. E’ un vero peccato, perché la scrittrice avrebbe potuto scavare maggiormente la psicologia.
La nonna materna desta più ammirazione perché ragazza madre in un periodo e in un contesto sociale troppo antiquato ha la dignità di andarsene dal paese e vivere una esistenza modesta di lavoro a fronte alta.
I veri protagonisti sono il nonno paterno e il Reduce, che potrebbe essere lui il vero nonno materno; sempre presnti anche quando non sono citati. Entrambi hanno grande dignità e signorilità in ogni momento della loro esistenza. In particolare il nonno paterno sa e non dice nulla, supera gli ostacoli e le difficoltà senza darsi mai per vinto. E’ riconoscente verso il suo prossimo. Una figura sicuramente positiva.
Il Reduce, che dovrebbe avere reso felice la nonna durante il breve amore alle terme, aleggia sempre a mezz’aria come un fantasma. La lettera che è trovata dalla voce narrante è un momento molte felice, che suggella il libro.
In conclusione è un libro fresco e bello, che mostra uno spaccato del mondo sardo nel bene e nel male, dall’impianto non tradizionale,. Merita di essere letto (costa solo 12€) e può stare tranquillamente nella biblioteca (è piccolo e sottile e non occupa molto spazio).

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Il volto

Chiudo gli occhi,
mentre penso a te,
che arcani misteri
impediscono
di vederti.
Come caleidoscopio
colorato
si compongono
i frammenti di te
e si scompongono
in nuove immagini.
Colori, fantasia,
visioni, volti
volano
nell’aria immobile
di questa estate
calda.

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Sdraiami

Sdraiami di Berarda Del Vecchio

Ero entrato da Feltrinelli per comprare un vocabolario di spagnolo tascabile e come il solito ho dato un’occhiata in giro, sfogliando qua e là qualche libro. Girando ho notato un libretto con su scritto “sdraiami” e il volto di una ragazza bruna che spiccava in copertina.

L’ho guardato per un attimo e poi ho proseguito nel mio giro fino ai dizionari, dove ho scelto quello che mi sembrava il più adatto alla bisogna.

Però nella mia testa frullava quella immagine e il titolo del libro, così andando verso la cassa mi sono fermato nuovamente.

Ho dato un’occhiata al prezzo 10€, che con lo sconto 30% si riduceva 7€; più o meno quello di una rivista col vantaggio che il libro sarebbe finito in biblioteca, che dopo il trasloco era molto dimagrita.

Non ho letto la quarta pagina di copertina, perché l’ho sempre considerata alla stregua dei ‘bugiardini’ dei medicinali, che dicono tutto fuorché la verità. Sono passato direttamente all’indice per studiarne l’organizzazione. Andava bene: suddiviso per parti con tanti titoletti invitanti.

Poi ho letto l’introduzione e un pezzo dal titolo intrigante: la lettura veloce di queste pagine mi hanno convinto.

L’ho preso e sono andato alla cassa.

In tre sere l’ho letto tutto tra una sbirciatina a Splinder per leggere qualche blog e qualche raro commento lasciato da gentili visitatori del mio e un popup di Thunderbird, che mi annunciava l’arrivo di un e-mail

Bene, adesso arriviamo alla conclusione.

Leggendo il bugiardino di pagina 4 un lettore si sarebbe aspettato chi sa quali piccanti segreti sull’incapacità amatoria del maschio italico, in realtà è il classico libro da ombrellone senza doverti concentrare troppo sulla lettura.

La narrazione è accattivante e scorrevole anche se un po’ sconclusionata nei riferimenti temporali, scritto col linguaggio dei ragazzi degli anni novanta. Naturalmente gli attuali trentenni fanno un tuffo nel passato adolenscenziale, per gli altri sembra un linguaggio demenziale, ma è ovvio che va bene così.

La parte migliore è quella iniziale dove l’autrice ha cercato di analizzare (non troppo in verità) le problematiche dei ragazzi alle prese coi primi amori. Poi diventa un po’ banale, più convenzionale. Non mancano passaggi ameni e piacevoli che fanno sorridere per la disarmante freschezza con cui sono narrati (la descrizione dei vari tipi di fidanzati).

Dalla lettura si potrebbe ricavare questa morale

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A Doriana

Grande è il mare,

deserta è la spiaggia.

Nella notte silenziosa

la distesa rintrona.

Voci lontane rimbalzano

veloci sull’onda spumosa.

Tra un’onda che s’infrange

sulla spiaggia e l’altra

si sente

il ritmico battere dei remi.

Tu sei lì

ad ascoltare

le mie parole.

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Fine di Estate

La mente vaga

e si perde,

osservando

il volo degli ultimi balestrucci,

che si preparano a partire.

Le rondini

se ne sono già andate.

La nebbia è lì

al levare dal letto

in attesa del sole

a dissolverla.

L’umida aria

scivola silenziosa

sulla mia pelle.

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Il fuoco

Il fuoco è amore,

il calore sono i sensi

che percepiscono

i tuoi pensieri.

Incontrarsi è bello,

ma serve alimentare

il fuoco che arde

dentro di noi.

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Omaggio a Michelangelo Antonioni

In questi giorni è morto un grande concittadino, che ha sempre amato la sua città, Ferrara, come un altro grande personaggio Giorgio Bassani.

Entrambi sono stati e lo saranno sempre accanto a me con le immagini in bianco e nero di Antonioni e i romanzi di Bassani. Entrambi hanno contribuito a farmi crescere culturalmente ed a riflettere sul senso della vita.

Ricordo Antonioni con alcune frasi che testimoniano il suo amore per Ferrara.

Se uno rinnega o perde le sue radici, quando tornerà sarà sempre uno straniero nella propria terra

Ho portato sempre con me Ferrara: l’ho lasciata molti anni fa con un bagaglio di affetti ed immagini, che ho portato sempre con me, ovunque sono andato

Nella mia memoria rimangono impressi il trittico di film “L’avventura, La notte e L’eclisse”, già alla loro uscita relitti fossili in bianco e nero, quando nelle sale si proiettavano i grandi colossal americani a colori in cinemascope, fututoscope, ..

Dialoghi rarefatti collegati tra loro da splendide immagini hanno colpito la mia fantasia giovanile e hanno trasmesso sensazioni difficili da descrivere. Sono film difficili da amare e da capire, perché i lunghi silenzi con un sottofondo musicale leggero, ma martellante, costringevano lo spettatore a pensare ed a concentrarsi sull’immagine. Allora ero un ragazzo ma questi tre film mi hanno indotto a riflettere sulla vita e sul suo senso di vuota inutilità.

Quelle lunghe carrellate che indugiavano lente su attori e luoghi, sono cariche di silenziosa malinconia ed interiore solitudine, che non produce mai depressione od angoscia, ma invita all’introspezione psicologica per ricercare il senso della nostra esistenza.

I film successivi, a colori, che molti hanno giudicati le sue opere migliori, secondo me sono meno convincenti, perché l’artista ha ceduto all’aspetto commerciale della sua opera.

Antonioni è ricordato come “il maestro dell’incomunicabilità”, ma mi domando a quasi cinquanta anni dall’uscita di quei tre film, nell’epoca della comunicazione globale e del web.”Qual è il livello di comunicabilità della società attuale?”

A mio parere lui ha anticipato i tempi, descrivendo l’attuale società, dove la comunicazione è diventata impersonale, virtuale attraverso strumenti tecnologici, dove le persone non riescono più a parlarsi direttamente e fisicamente, dove il silenzio e la solitudine sono elementi palpabili e concreti.

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E' tornato il sereno ..

E’ tornato il sereno.

E’ tornato dopo la pioggia,

che ha smesso.

E tutti ne provano gioia.

E’ tornato il sereno.

E’ tornata una tenue felicità,

velata dalle gocce di pioggia,

che battevano sulla strada assonnata.

E’ tornato il sereno.

E’ tornata la calma

nel mio cuore spaurito

per l’improvvisa oscurità che s’era fatta

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Profumo di sera

Cala la sera

e si sente il suo profumo

galleggiare nell’aria.

Si risvegliano i sensi,

mentre il cielo si tinge di rosso.

Figure umane vede

la mia immaginazione

stagliarsi in lontananza,

mentre le nuvole

compongono e scompongono

il loro caleidoscopio arrossato.

E’ bello abbandonarsi

nelle sue braccia e

ascoltare i suoni profondi

che vengono da lontano.

Posso toccare

con mano il profumo di sera,

che impalpabile

scivola via.

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