Accadde il 27 dicembre

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Da Il laboratorio di scrittura è stato posto questo tema

“Il 27 dicembre successe una cosa incredibile. Da quel giorno nulla fu come prima…”

Il 27 dicembre successe una cosa incredibile. Da quel giorno nulla fu come prima…

«Va bene! Mi hai convinto» annunciai a Giovanna ai primi di giugno. Erano sei mesi che voleva fare una vacanza in India per seguire due settimane di terapia ayurvedica in una località del Kerala. Per poi raggiungere Rishikesh, una città di cui ignoravo l’esistenza. Qui avremmo passato due giorni con un santone, un mistico dal nome impronunciabile, che scrutava il futuro con delle perline colorate e altri strumenti come mi aveva assicurato Giovanna. Con Google Map scoprì che si trovava alle pendici dell’Himalaya. «Ma non farà troppo freddo?» le domandai tra il curioso e il dubbioso. La risposta fu «No!». Però io ci credetti poco ma finsi il contrario.

Prenotati i voli con Air India con partenza da Milano e arrivo a New Dehli per il 2 dicembre, mi documentai su questa terapia che secondo Wiki serviva a disintossicare mente e fisico. Decisi di viaggiare leggero, perché era nostra intenzione girare per l’India. Per il ritorno trovammo due voli: uno per il 27 e l’altro per il 28. “Pazienza” mi dissi, “viaggeremmo separati”. Io optai per il volo del 28, lasciando quello del 27 a Giovanna.

Il 2 dicembre partimmo per l’India.

Raggiunto il resort, immerso nella folta e verde vegetazione del Kerala, rimasi stupito dal posto e dalle persone. Era incantevole e si mangiava divinamente ma non solo aveva anche una spiaggia privata. Era stata una scelta oculata.

Ci sentivamo in piena forma quando il 17 partimmo per il tour in India che ci avrebbe condotto dal santone la vigilia di Natale.

Ero dubbioso di raggiungere il posto. Nubi basse e nere coprivano la catena e ci informarono che stava nevicando. Faceva freddo ed era tutto bianco intorno. Battendo i denti ci accodammo a una fila di persone in attesa di entrare nella grotta del santone. Volevo desistere ma Giovanna mi spronò a rimanere in coda. Quando fu il nostro turno, rimasi colpito da quella persona. In pratica aveva solo un drappo colorato intorno al petto. Ci scrutò, prese una decina di bastoncini di bambù, ma non ne sono sicuro oggi perché ho un ricordo confuso. Ce ne fece scegliere uno a testa e poi gli altri li gettò per terra. Disegnò un 27, un aereo e un boom. Insomma ci sconsigliava di prendere il volo del 27 dicembre.

Io risi ma Giovanna lo prese sul serio. «C’è poco da ridere» affermò con tono serio. «Se dice di non volare il 27 è meglio non farlo. Io rinuncio e vedo di convertirlo per un altro giorno».

Avrei potuto scambiare il mio volo col suo ma non mi piaceva lasciarla una giornata da sola. Il giorno di Natale Air India mi mandò un SMS con la possibilità di due posti per il 27 oppure per il 28. Optammo per quello del 28. Potevamo fare il viaggio insieme.

Il 27 dicembre eravamo sul treno che ci riportava a New Dehli, quando sul telefono comparve una notizia spaventosa. Il volo AI-980 era stato dirottato ed era esploso in volo. Nessun superstite.

«Il santone aveva ragione» affermai con voce roca. «Se avessimo preso quel volo, ora saremmo morti».

«Ma quello non l’avrei preso anche se avessi perso il costo del biglietto!» esclamò con tono deciso. «Io l’ho preso sul serio. Non raccontava balle!»

Da quel 27 dicembre decisi che appena alzato avrei messo in pratica quello che aveva insegnato il santone per vedere cosa mi riservava la giornata.

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