Arrivo

Sono sul treno che mi porterà a casa, a Bolzano. Non vedo l’ora di arrivare. Prendo il mio magro bagaglio, una ventiquattrore di cuoio, e mi dirigo verso lo sportello per essere il primo a scendere. Vedo scorrere sotto di me le acque tumultuose dell’Isarco. Ci sono, mi dico chiudendo per bene la zip del giubbotto. Deve far freddo perché nevica. I fiocchi sembrano piume bianche e hanno imbiancato la massicciata.

Un fischio e sento lo sferragliare delle ruote che stanno frenando. Una scena singolare si presenta alla mia vista. Non che sia qualcosa di straordinario ma perché mi lascia interdetto. Una giovane signora siede immobile su un oggetto che assomiglia a un baule di cuoio, fuori dalla pensilina. Mi avvicino al vetro per osservare meglio, mentre il treno con dolcezza si ferma quasi di fronte a lei. Apro lo sportello per scendere e adesso ho una visione completa. È una donna di cui non riesco a decifrare l’età. Potrebbe avere trent’anni come quaranta oppure di meno. Veste in una maniere inusuale come se fosse una cartolina della Belle Epoque. Il cappellino rosso è diventato bianco per la neve che scende copiosa. Lo sguardo fisso punta verso un orizzonte che non riesco a cogliere. Rimango immobile sotto la pensilina per capire cosa fa. Le porte del treno si chiudono e lei rimane lì immobile. Forse aspetta il treno successivo o forse l’arrivo di qualcuno.

Scuoto la testa e mi avvio verso l’uscita.

Luz 

ha proposto di scrivere un incipit partendo dall’immagine che vedete sopra.

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13 risposte a “Arrivo”

  1. Ma che bell’incipit, Gian Paolo porta indietro nel tempo.
    Trovo sia molto bella anche questa interconnessione tra le piattaforme blog. Pensa che io ho iniziato proprio con blogger… anni fa, ormai.

    1. Credo di avere ancora un account su blogger. Google non dimentica 😀
      In effetti l’immagine porta indietro nel tempo. Vediamo Luz cosa vuol fare.

    1. La lunghezza è stata una scelta. Non so Luz, che ha fatto la proposta, cosa vuol fare. Poi potrei sviluppare il racconto. Ho in mente un possibile proseguo.
      Grazie del passaggio

  2. Anch’io, tempo fa, ho scritto un racconto in cui un passeggero, sceso dal treno, si ritrova proiettato nel passato… secondo me è proprio l’ambiente ferroviario a suggerire questo tipo di fantasie!

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