Un romanzo distopico di Marcella Donagemma
È un romanzo ambientato nel futuro nemmeno troppo lontano: 2038. Tuttavia mostra i pericoli che le nuove tecnologie possono produrre in nome del progresso o presunto tale. Quello che doveva essere un balzo in avanti per l’umanità si è trasformato in una gabbia dove pochi decidono la vita di tutti gli altri in maniera invasiva e pericolosa. Non esiste più privacy ma tutto è controllato da un grande fratello di orwelliana memoria.
Il lavoro è affidato a dei robot, che sono l’alter ego delle persone in carne e ossa. La scala sociale non esiste più ma potrebbe diventare un pozzo nero che inghiotte tutti.
Come nel famoso romanzo 1984, anche qui si attua una rivolta contro lo strapotere di questa società che sta rendendo piatta la vita di tutti, eliminando quelli che economicamente non sono più utili in nome dell’efficienza e del potere del denaro.
È una specie di grido d’allarme questo testo, perché dietro a un presunto progresso sta invece un gruppo di persone che hanno tutto il potere in mano e decidono chi va avanti, chi sta fermo e chi deve essere eliminato.
Scritto bene con proprietà che dimostra come l’autrice si sia documentata e con un buon ritmo narrativo che tiene avvinto nella lettura il suo lettore.
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