Konnie – parte diciassettesima

La bambina senza nome

Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la diciassettesima puntata di Konnie, che potete leggere anche qui.

27 agosto 2144

I due ragazzi hanno quasi terminato la discesa dal Karersee. Hanno impiegato più di quanto avevano programmato.

Nella giornata precedente al loro risveglio si sono persi. I sentieri erano stati cancellati dalla vegetazione che era cresciuta incontrollata. Le strade non erano messe molto meglio. Non ricordavano il percorso della sera precedente. Insomma un vagare in circolo col terrore di finire in un dirupo. Poi con calma hanno raccolto tutte le informazioni dalla carta e sono riusciti a imboccare la via che conduce a Bozen.

Però nemmeno la discesa è stato un viaggio di piacere, perché in più punti il costone di roccia era franato sulla carreggiata e da lì era finito nel corso d’acqua che scorre di fianco alla strada. Queste rocce hanno costretto il rio a cercare nuove strade per fluire a valle, erodendo le sponde su entrambi lati. Questo ha ridotto in diversi punti il percorso simile a strette cenge in bilico sul baratro.

Durante la sosta notturna Alba ha espresso le sue preoccupazioni per il viaggio di ritorno. «Matteo pensi che riusciremo a rifare questa strada?» Il tono della voce era serio e allarmato. A fatica ha trattenuto le lacrime e l’agitazione.

«Ci sono alternative?» Ha replicato Matteo cercando di infondere sicurezza alla compagna. «Questa via presenta due salite che conosciamo. La prima è quella che abbiamo percorso oggi. Se il tempo ci assiste, conosciamo le difficoltà e non dovremmo incontrare spiacevoli sorprese. La seconda è Passo Pordoi, faticosa ma tutto sommato più agevole perché i punti critici sono pochi e superabili. L’unica incognita è il meteo».

Alba non si sentiva rassicurata dalle parole di Matteo. Ha compreso che in montagna il tempo muta velocemente e in modo imprevedibile. Quindi contare sulla fortuna è come gettarsi nel vuoto con la speranza di atterrare sul morbido.

A mezzogiorno fatta una curva, si presenta dinnanzi ai loro occhi la piana di Bozen e il contorno delle montagne alla sua destra.

Quello che osservano li lascia di stucco. La natura ha ripreso possesso di quello che era suo, una volta che l’uomo ha smesso di antropizzare l’ambiente in cui vive. Questo si nota in dettaglio sulle pendici della montagna ricoperte da una fitta foresta ma anche nella piana e lungo l’asta del fiume che scorre dinnanzi a loro. Anche quel poco di autostrada che si vede è quasi sepolto sotto il verde. Questa rivincita sulle attività umane l’avevano già assaporata nel tratto pianeggiante tra passo Pordoi e il Karerpass. Però quello che si presenta ai loro occhi stupiti supera di gran lunga l’immaginazione.

«Rimettiamoci in marcia» suggerisce il ragazzo, prendendole la mano seguiti da Cucciolo. «Speriamo di trovare un ponte per passare il fiume ma anche questo». Con lo sguardo indica il rio che scorre alla loro destra.

Come ha supposto la strada si interrompe quando deve scavalcare il corso d’acqua. Seguono la sponda finché non trovano un sentiero che li conduce a quello che un tempo era l’autostrada. La passano e raggiungono una via in buone condizioni e si dirigono verso sinistra. Consultano la vecchia piantina di Bozen. «Tra non molto dovremmo incontrare un ponte che scavalca l’Isarco e arrivare in città» suggerisce Alba, alzando gli occhi dalla cartina.

Sentono il rumore dell’acqua che scorre sulla loro destra.

3

8 risposte a “Konnie – parte diciassettesima”

  1. Buongiorno Gianpaolo, sto per mettermi a tavola; sei andato nel mio nuovo sito?
    Sto abbandonando lentamente WordPress.
    Ti leggerò volentieri nel pomeriggio. Buon pranzo

  2. Quello che ho letto finora mi sembra rispecchiare il territorio dove vivo; comunque Bozen vuole riecheggiare Bolzano in questo termine

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *