Niceville – recensione

 

 

Diverse settimane fa dal blog di Lorena Parma ho letto la sua recensione di Niceville, la trilogia di Carsten Stoud. La lettura del post mi ha incuriosito, così ho deciso di comprare i tre ebook di cui si compone la storia.

Sono un lettore onnivoro ma certi generi mi attraggono più degli altri. Però al termine mi sono chiesto: cos’è questa trilogia? Un thriller? Un giallo poliziesco? Un horror? Un urban fantasy? Un romanzo psicologico? Ammetto che c’è un pizzico di tutti questi e forse anche di altri che non ho citato.

Passiamo oltre.

Il primo volume si apre con una rapina milionaria condotta da un ex poliziotto radiato e un poliziotto in servizio, che di mestiere fa il cecchino. È questa è una linea narrativa che segue la sua strada. Poi il caso del ragazzino scomparso e ritrovato chiuso in una cappella del cimitero. Un pizzico di horror e forse di urban fantasy che vede impegnati Nick, un detective della polizia, e Kate sua moglie, un avvocato. E qui mi fermo per non fare spoiler e togliere il gusto della lettura a chi li volesse leggere.

I tre ebook, o libri di carta per chi ama sfogliare le pagine, sono in un certo senso autoconclusivi ma suggerisco di leggerli in sequenza senza altre letture in mezzo.

Dei tre il volume 2 è il migliore. Il primo l’ho trovato un po’ confusionario. Il terzo un po’ troppo impregnato di magia e alquanto improbabile. Il finale mi ha lasciato freddo.

Sono convinto che Stroud li abbia pensati sperando che diventasse una serie TV per Netflix e affini. Troppe linee narrative, troppi personaggi che appaiono e scompaiono senza lasciare tracce, troppi morti che vivono anche dopo morti. Insomma qualcosa stride un po’.

Per contro la sua scrittura è elegante, chiara e il lettore non fatica a immaginare le scene o immedesimarsi nei protagonisti.

In conclusione, anche se il mitico Stephen King l’ha elogiato, per il momento sta due gradini sotto.

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