Leggendo “Leggere Lolita a Teheran” di Nazar Nafisi mi sono imbattuto in questa raccolta di gialli polizieschi che è stata esaminata e valutata dalla scrittrice e le sue allieve. Mosso da curiosità l’ho comprato, perché di Dashiell Hammett avevo letto molti anni fa “Il falcone maltese“, che fu portato sul grande schermo con la superba interpretazione di Humphrey Bogart nel ruolo del detective Sam Spade.
In questi giorni ho finito di leggere Contintal OP volume 1 di Dashiell Hammett, una voluminosa raccolta dei racconti scritti per la rivista Black Mask tra 1923 e 1930. Sono ventotto racconti più una storia incompleta. “Black Mask” è stato all’epoca il faro delle riviste pulp e Hammett lo scrittore che ha ispirato le prime storie “hard-boiled”.
Forse come autore è meno famoso di Raymond Chandler e del suo detective Philip Marlowe, che è comunemente associato a questa tipologia di romanzi polizieschi.
Un piccolo inciso per spiegare i due termini hard-boiled e pulp. Hard-boiled, intraducibile in italiano, è la storia di un detective che bada al sodo, che lavora da solo e con mezzi non convenzionali. Pulp sono quelle riviste che pubblicano i racconti hard-boiled.
Adesso parliamo di questa raccolta, piuttosto corposa.
OP è un agente dell’agenzia Continental, senza volto e senza nome, personaggio cinico e stanco, ma non disumano né del tutto invulnerabile. Si basa sulle esperienze personali nell’agenzia Pinkerton dello stesso scrittore. Un detective completamente diverso da quelli che eseguono le indagini secondo le tecniche deduttive, come Philo Vance di Van Dine oppure Ellery Queen dell’omonimo autore.
OP può sembrare a un lettore del ventiduesimo secolo un personaggio fuori dalla realtà. Invece rappresenta una persona reale con tutte le ambiguità morali tipiche del periodo in cui sono ambientate le storie. Può apparire strano che OP indichi la strategia alla polizia, patteggi con i criminali le condanne o le fughe. Insomma sembra sostituirsi al giudice o al poliziotto. Però tutto questo descrive la realtà degli anni venti del secolo scorso. Il grande pregio di questa raccolta è la scrittura semplice ma efficace di Hammett che senza troppi fronzoli narra le sue storie, complice anche il limite imposto dalla rivista Black Mask. Leggendo i vari racconti il lettore si immerge nell’atmosfera del periodo, vede i personaggi e gli ambienti descritti con puntiglio così da essere l’ombra di OP.