Seguendo il blog di Lorena di The page after ho scoperto questo autore dal nome strambo.
Se volete leggere la sua recensione del secondo libro che vede come protagonista Kate Marshall andate qui.
La mia non è una recensione ma sono semplici impressioni di lettura.
Cominciamo dalla struttura. È quella classica di tutti i gialli. C’è un serial killer e l’indagine per catturarlo. Di lui si sa tutto ed essendo pericoloso viene internato in una struttura a prova di evasione. Tutto questo sta nei primi capitoli del libro. Allora direte voi: che gusto c’è nel leggere qualcosa di cui si conosce tutto?
Chi l’ha catturato è una poliziotta diventata ex per una certa sua debolezza. La ritroviamo che finisce per insegnare a risolvere i casi criminali soluti e insoluti tenendo lezioni all’università.
È come svegliarsi in un incubo: qualcuno sta ripercorrendo le gesta del serial killer originale. Stessa tecnica, stessi posti. Di questo ‘ammiratore’ si conosce la faccia, come vive ma si ignora il nome.
Kate Marshall con il suo assistente Tristan Harper comincia a ragionare come catturarlo. Il filo logico del libro sta proprio qui: riflettere chi sia e come neutralizzarlo. Questo rende la storia intrigante.
Il punto debole, secondo me, sta proprio nel finale che appare un classico dei gialli. Non dico nulla per non togliere il gusto della lettura a chi si volesse cimentare nella sua lettura.
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