L’arbitro chiama i di giocatori per dare inizio alla partita.
L’occhio segue la pallina. Questa vola leggera e veloce da una parte all’altra del tavolo. Gli spettatori muovono il capo in sincrono col movimento dei colpi.
L’orecchio ascolta il toc sul tavolo. Un rumore ritmico come quello sulla racchetta di legno accompagna il movimento della pallina che rimbalza violenta sul tavolo.
La mano avverte il ruvido. La pallina è liscia, il tavolo è scabro. La mano nasconde la pallina nel palmo prima di servire dopo un punto.
Il naso avverte il profumo della vittoria. La sente avvicinare punto dopo punto fino a esplodere in un urlo di contentezza. La vittoria è una droga che inebria il giocatore.
Il palato gusta il trionfo. Sono gli applausi del pubblico, le loro grida di euforia che rappresentano la droga per il vincitore.
Si spengono le luci, gli spettatori sciamano fuori tra un brusio di parole.