Le mummie – prima parte

Su Caffè Letterario è stata pubblicata da poco la prima parte del racconto Le mummie. La seconda e ultima parte sarà pubblicata domenica 19 dicembre.

La prima parte la potete leggere anche qui.

La piazza circolare contornata da lecci a forma di pino era battuta da un vento gagliardo che sollevava polvere e carta.

Luigi la guardava dal terrazzino della locanda Al gras’ nat, mentre fumava il sigaro toscano. Pensò per quale bizzarria qualcuno si era divertito a trasformare la larga chioma di un leccio in quella di un pino. Però qualcosa lo distrasse da questo pensiero e la sua attenzione fu catturata da un vociare garrulo che proveniva dalla sua destra. Un piccolo corteo procedeva attraversando la piazza. Erano uomini donne e bambini vestiti in una foggia a lui sconosciuta. Colori sgargianti che si notavano. Rossi, gialli, arancioni e verdi. Mangiavano frutti e cantavano delle nenie cantilenanti. Aguzzò la vista per mettere a fuoco chi conduceva quel gruppo di persone. Aveva qualcosa di bianco sulla testa che reggeva con entrambe le mani.

«Lisa, corri! Vieni a vedere!»

Dal bagno sentì dei rumori sordi e una voce simile a un ruggito. «Non posso! Mi sto asciugando!»

Luigi ripeté l’invito in modo perentorio. «Non puoi perderti lo spettacolo!»

La donna a piedi nudi lasciò una scia umida sul pavimento e si posizionò dietro a lui. «Coprimi. Sono nuda». E poi seguì con lo sguardo il suo braccio che indicava quello strano corteo. «Non spostarti altrimenti mi vedono. Ma…» Si interruppe ed esclamò stupita: «Ma è un funerale! Quella cosa bianca è una bara di una bambina».

Luigi si spose in avanti per vedere meglio, mentre Lisa gli rimase appresso tenendo in mano l’asciugamano rosa. «Sì, sì!» Confermò con tono convinto. «È proprio il funerale di una bambina».

La donna ritornò sui suoi passi rifugiandosi nel bagno.

Luigi finì di fumare, gettando il mozzicone di sigaro sulla strada. Si chiese come era morta quella bambina di cui aveva visto il funerale, assai singolare, perché invece di piangere ridevano e mangiavano. Era convinto che in quella piccola bara bianca ci fosse una bambina ma forse, pensò, era una neonata morta prematura. Comunque il sesso era di sicuro femminile. Rientrato nella stanza si avvicinò alla porta del bagno. «Lisa, se ti sbrighi, facciamo in tempo a visitare il camposanto che custodisce delle mummie».

Come risposta udì un grugnito che voleva dire molte cose: dal sì al no.

«Luigi, facciamo le valigie e torniamo a casa» disse in modo intellegibile la donna dalla porta chiusa del bagno.

«Ma abbiamo ancora una notte per restare qui. E poi ci sono ancora angoli suggestivi del paese da visitare».

«Luigi ti prego, facciamo le valigie».

«Forse il camposanto ti mette paura?»

La porta si aprì mostrando Lisa coi capelli umidi e una vestaglietta trasparente. Aveva quarant’anni portati non troppo bene. Il seno quasi flaccido si adagiava sull’addome. I capelli rossi, una volta luminosi, apparivano smorti. Le rughe intorno agli occhi verdi erano pronunciate. «No, non mi mette paura ma voglio tornare a casa. Non mi sento bene».

Luigi le prese la mano ancora bagnata. «Cosa ti senti?»

«Non mi sento bene» ripeté monotona.

«La passeggiata fino al camposanto ti farà bene. Vedrai che tutto passa» affermò con finta premura.

Faceva caldo anche se il sole era basso sull’orizzonte, quando giunsero davanti al cancello in ferro battuto del camposanto. Due angeli montavano la guardia a fianco dell’apertura che era socchiusa. Chi fossero, era difficile da capire: il tempo e il guano degli uccelli li avevano resi irriconoscibili.

Luigi spinse il battente che si mosse silenzioso sui cardini ben oliati.

C’erano solo tre uomini tra le lapidi del camposanto, tutt’altro che grande. Un omino che sembrava controllare l’attività degli altri due che brandivano una pala.

Il sorvegliante si mosse incontro a Luigi e Lisa come a sincerarsi delle loro intenzioni.

«È vero che sono conservate delle mummie?» Domandò Luigi all’omino che era di fronte a lui.

«Certamente» fu la risposta pronta.

«Si possono vedere?»

Lisa si strinse al suo braccio con la fronte madida di sudore. «Ma Luigi…»

«Se mi seguite ve le mostro» e girò i tacchi verso una costruzione bassa in mattoni rossi.

Luigi stringendo la mano di Lisa lo seguì.

Aperta una vetrata colorata, l’omino fece strada verso il basso. «Fatte attenzione ai gradini. Sono fatiscenti».

Arrivati sul fondo la stanza appariva ben illuminata dalle grandi finestre sul soffitto. A destra e a sinistra stavano rispettivamente su ogni parete sessanta mummie e altre dieci su quella di fronte. Ben centotrenta fissate con ganci metallici perché non cadessero.

Luigi rimase sorpreso. Sembravano ancora vive anche se la carne era incartapecorita e le vesti ridotte in brandelli mostravano le loro nudità.

«Ma…».

«Il posto è asciutto e conserva bene le salme» affermò l’omino anticipando la domanda di Luigi.

Nel mentre Lisa passava in rassegna le mummie contandole. Uno, due, tre… E osservandone i lineamenti stravolti dalla morte. Pareva che urlassero con la bocca aperta e storta e gli occhi bianchi rivolti verso l’alto.

I due uomini si fermarono dinnanzi a una donna che appariva diversa dalle altre mummie. Questa aveva i lineamenti contratti in una smorfia di terrore e le mani chiuse a pugni rivolte verso l’alto. L’omino spiegò che questa soffriva di catalessi e quando un giorno la trovarono irrigidita nel suo letto pensarono che fosse morta. «Evidentemente la sua morte era apparente e si è svegliata nella bara. Una morte orribile picchiando sul coperchio».

Luigi ebbe un brivido. «Ma come sono finite qui?»

L’omino spiegò che per un anno il costo della sepoltura era di dieci schei e con cento potevano rimanere cent’anni.

«Ma voi cosa fate? Le disseppellite e le portate qui?»

L’omino rise. «Sappiamo chi non ha gli schei per l’anno dopo e la bara resta a un metro dalla superficie per fare meno fatica».

«Ma se paga?»

«La torniamo a seppellire».

Mentre Lisa continuava la sua macabra conta, Luigi osservava quelle bocche urlanti che gridavano il loro terrore per la morte.

Ritornati alla locanda, cominciarono a riempire le valigie con un gran rumore delle chiusure.

«Si parte» annunciò Luigi scendendo verso la reception.

– La seconda è ultima parte sarà pubblicata domenica 19 dicembre –

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