Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la puntata numero 32. La potete leggere anche qui.
Bathilde non ci mette molto a rintracciare Baldegunde e metterla al corrente degli ultimi avvenimenti.
«Blocchiamo la traditrice». La capitana non vuole pronunciare il suo nome.
Markus scuote il capo. Non gli sembra la mossa giusta. «Ricordati che la sua parola è molto influente presso la regina. Ti conviene seguirla col messaggio nelle sue mani, bloccarla e portarla al cospetto di Krimhilde. Sarà lei a decidere della sua sorte».
Se segue il suggerimento del compagno deve lasciare il gruppo senza guida. Baldegunde pensa alle ragazze che sono sotto la sua responsabilità. Il compagno intuisce i suoi dubbi. «Bathilde e l’altra dragonessa ci scorteranno fino al Castello, mentre tu gestisci la traditrice. Siamo in buone mani».
Le rughe si distendono, perché le pare una buona soluzione. Si avvia veloce verso il ciliegio senza ciliege, mentre Markus e le ragazze aspettano le dragonesse per avviarsi a destinazione.
Grummhilde non si accorge della presenza di Baldegunde. Raccoglie il messaggio che nasconde sotto l’ampia tunica rossa e si avvia tranquilla verso il Castello.
Baldegunde la segue come un ombra cinquanta passi indietro senza perderla mai di vista. Arrivati nella piana prospiciente il Bitfrost, accelera il passo e l’affianca all’imbocco del ponte.
«Buongiorno Grummhilde. Siamo mattinieri» puntualizza Baldegunde, prendendola sottobraccio.
Grummhilde sbianca. Non si aspetta che qualcuno la stesse seguendo. Per un riflesso condizionato con la mano libera cerca il messaggio per gettarlo. È troppo compromettente per conservarlo.
«Non affannarti. Questo lo prendo io» e con mossa rapida recupera la pergamena, mostrandola chiaramente alle guardie del Bitfrost. «Mi accompagni dalla regina, perché devo fare rapporto».
Un ghigno di soddisfazione compare sul viso di Baldegunde. Ha sempre dubitato sulla lealtà di Grummhilde ma adesso l’ha in pugno. Tutta la scena è stata vista dal posto di guardia e questo impedirà qualsiasi menzogna da parte della donna.
La donna vorrebbe divincolarsi per fuggire ma la presa ferrea della capitana non lo permette. Superato il Bitfrost tra l’incredulità delle dragonesse di guardia, si avvia verso il cortile d’onore, dove ha la certezza di trovare la sua vice.
«Accompagnaci dalla regina» apostrofa con ruvidezza Brumfilde prima che lei abbia il tempo di dire qualcosa.
La vice capitana allarga la bocca come per proferire qualcosa che non esce. Spalanca gli occhi per la sorpresa. Stenta a riconoscere la sua capitana. Non l’ha mai sentita pronunciare le parole con quel tono duro che taglia le gambe a qualsiasi risposta. Poi nota il vigore che sta mettendo nel trattenere Grummhilde che tenta di liberarsi dalla presa. Questo la stupisce perché è la consigliera più ascoltata da Krimhilde. Potente e cattiva tutti la evitano e non osano mettersi di traverso.
Biascica qualcosa e fa strada verso la sala delle udienze.
***
Il drago Michele ha già visto a sufficienza ed è inutile soffermarsi per osservare dove vanno. L’approdo è il Castello di Mezzo. L’intera operazione ‘Falco rapace’ è ormai naufragata con la liberazione delle cinque fanciulle. Quella coppia è stata più abile di loro nel neutralizzare le loro mosse. “Non rimane altro che rientrare tra le montagne innevate e decidere come procedere con la strega Ampfel”. Non c’è molto da scegliere, anzi c’è una sola strada da imboccare: difendersi dai probabili attacchi della regina Krimhilde.
Recuperato Lucifero sui prati prospicienti il torrente Ginestro, ritorna sui suoi passi per raggiungere l’abitazione della strega.
L’apprendista strega Rotapfel lo informa che la strega Ampfel si è appena coricata stremata e di certo non la sveglia per la seconda volta.
«Perché?» Il drago Michele non indaga ulteriormente e lascia cadere la domanda, ritirandosi nella propria abitazione.
È pomeriggio inoltrato, quando la strega Ampfel riemerge dal sonno popolato da incubi. Questi hanno avuto una sola presenza costante: quella coppia che ha compreso essere molto pericolosa. Tuttavia è turbata dal quel volto senza faccia, compagno della capitana. Sa che è dotato di un’arma dalla quale non può difendersi: la conoscenza del sapere. È una risorsa che può distruggere lei e tutta la comunità dei nerd di montagna. Per il momento è riuscito a far fallire il suo piano di dominio.
Le ferite pulsano come un animale che lotta per difendersi. Sembrano dotate di vita propria come se quel volto senza faccia fosse penetrato nella sua carne. Le tisane e gli unguenti alleviano in modo temporaneo le sofferenza ma svaniti gli effetti tornano a dolere più di prima.
Con passo stanco e l’occhio appannato dal dolore e dallo stress siede sulla poltrona nera, la preferita per le meditazioni, quella che le concilia idee con la realtà. Però sembra che non sortisca alcun effetto positivo. Si lamenta, mentre l’apprendista strega Rotapfel la massaggia con l’olio di maleleuca che non fa il miracolo.
Il drago Michele osserva con la fronte aggrottata quel viso sofferente. Non sarebbe il momento giusto per darle altre preoccupazioni ma deve farlo.
«So già tutto» gracchia.
Le parole del drago Michele rimangono a mezz’aria, sospese nel vuoto senza raggiungere la destinazione. Con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta piomba sulla poltrona viola e tace. “Come può sapere tutto?”
La strega Ampfel abbassa le palpebre e aspetta una risposta che tarda a venire. «Allora? Sei diventato muto?»
Il drago Michele si raddrizza, si sistema comodo. “Non c’è più con la testa”. Due colpetti di tosse, avendo la precauzione di non emettere uno sbuffo di fuoco.
«Ho consegnato il messaggio come mi avete ordinato e poi ho preso la strada di casa».
La strega Ampfel sbuffa, anche se sa che questi erano gli ordini. «Non si sa se Grummhilde l’abbia raccolto».
Detto questo reclina la testa come se volesse addormentarsi.