Siamo a 15

È da poco che su Caffè Letterario è stata pubblicata la quindicesima puntata di Krimhilde e le fanciulle scomparse.

Per chi volesse la trova anche qui sotto. Buona lettura.

L’ultima avventura di Puzzone

Markus tiene con la mano buona un triangolo di ceci e pomodoro brillato, mentre osserva i fogli disposti sul tavolino, facendo attenzione a non macchiarli col sugo rosso.

Baldegunde in silenzio sembra scrutarlo con gli occhi semichiusi, mentre assaggia la zuppa di porri, cipolla e aglio speziato. Però in realtà se la sta gustando: è la sua preferita. Sa che poi l’odore dell’aglio speziato si fa sentire con vigore sollevando qualche smorfia di disgusto ma non gliene importa molto. Prova a concentrarsi sulle carte disposte sul tavolino. “Non ci capisco nulla. Semplici segni sulla carta”. Alza le spalle. “Ci sarà tempo per farmi spiegare il senso di quei tratti appena accennati”. Un altro vigoroso colpo di cucchiaio affonda nella scodella con un rumore sordo.

Markus si lecca le dita per togliere i residui di pomodoro ma non è soddisfatto del lavoro che sta facendo, perché le carte si spostano di continuo e deve risistemarle di nuovo. Questo gli fa perdere concentrazione e ricominciare da capo, se vuole scovare il famoso passaggio segreto. Si alza. Deve trovare qualcosa su cui appuntare i fogli per renderli fissi. Pensa alla tavoletta di faggio principino che si trova chissà dove nel ripostiglio insieme ai suoi attrezzi di lavoro.

Baldegunde cerca d’intuire i motivi dei movimenti del compagno per aiutarlo. “Di cosa va alla ricerca?” Riflette perlustrando con gli occhi la stanza senza successo, mentre lui sparisce nel ripostiglio.

Sorride vedendolo di ritorno con una tavola di faggio principino. “Ecco cosa cercava. Gli serve per fissare i fogli”.

Baldegunde riflette che gli avvenimenti della giornata hanno stimolato la fame, visto che di tutto quello che ha preso in mensa è rimasto solo qualche frutto. “Meglio così” Sospira prendendo due pomi d’arancio passito. «Ne vuoi uno?»

Markus solleva un sopracciglio mentre fissa con gli ultimi listelli di legno i fogli sulla tavola.

«Ma sì! Mi toglierà un po’ di sete».

Si ferma un momento per gustare il frutto e riposare la mente, appoggiandosi al divano di cretonne rosso. Una stoffa robusta ma morbida tessuta con lino di filo verde e canapa di cannabis.

Finito il frutto, si spostano sui fogli alla ricerca d’intuire quale di quei sentieri ha un senso e conduce alla meta. Markus è convinto che tra la dozzina di segnaposti solo uno farà al caso loro. Molti sono inseriti solo per far confusione e impedire di rintracciare quello buono.

«Ci sono ancora alcuni frutti se vogliamo».

«Cosa?» Markus risponde senza alzare gli occhi dai fogli su cui sta appuntando alcune freccette di legno mandorlino.

«Mele e pere. Una mezza dozzina. Una merendella, una zitella e una gamba fina, una pera volpina, una broccolina e una del curato».

Markus ruota leggermente a sinistra il capo per osservare la fruttiera di cristallo di rocca. Storce il naso perché gli sembrano tutti acerbi. A lui non piace la frutta non matura.

«Non mi paiono invitanti. La più matura mi sembra la mela gamba fina».

Baldegunde ride di gusto. Conosce bene il suo compagno e la risposta è in linea con la sua personalità. In effetti avrebbero bisogno almeno di un’altra settimana per maturare al punto giusto. Però in effetti la scelta è caduta su quella meno acerba. Sbucciata e tagliata a tocchetti la mette sul piatto di coccio grezzo con disegni geometrici blu oltremare. Per lei sceglie la pera volpina. È alquanto granulosa e di certo non matura sia al taglio sia al gusto. Spera che non le rimanga sullo stomaco.

Mentre la sua attenzione è concentrata su frutto, ascolta la voce del compagno. Solleva il capo e si netta la bocca con una salvietta di lino prudentino.

«Ci sono rimasti tre sentieri che hanno la possibilità di arrivare alla Prigione del Tempo Perduto. Potrebbero essere validi tutti e tre oppure uno solo».

Baldegunde allunga il collo sulle carte, mettendo da parte la pera volpina. “Tanto è acerba” e ride alla sua sciocca battuta.

Markus ha segnalato bene i tre sentieri e non le costa fatica seguirli. Il primo sentiero inizia dal villaggio Amori Perduti, l’ultimo posto abitato della terra di Mezzo prima che inizi l’area delle montagne innevate. “Potrebbe essere”. Il villaggio è molto vecchio e subito ricorda le leggende ascoltate quando era una bambina. Il secondo sembra nascere dal nulla ma prosegue oltre la roccia dell’impiccato. “Uhm!” Borbotta masticando rumorosamente una mela zitella tagliata fina. La pera volpina era immangiabile.

«Questo sentiero da dove parte? Sembra sbucato dal nulla e finire nel nulla» e ride per la battuta sciocca fatta, spostandosi di lato per osservare meglio.

«No, ha un inizio e una fine non visibile. Se ho interpretato bene le rocce della carta dovrebbe iniziare dalla foresta del Rombo tuonante. Quella grande foresta che sta a nord del Castello oltre il ruscello Ginestro. Non molto distante dal primo rapimento».

Baldegunde spalanca dapprima gli occhi per la sorpresa e poi corruga la fronte pensando alla vastità del luogo. Più di una volta ha condotto il quel luogo le allieve dragonesse a cavallo per fare addestramento e orientarsi senza strumenti. Tutti i sentieri appaiono uguali e se non avesse messo dei segnali si sarebbero perse moltissime volte.

«Ma è come cercare un ago nel pagliaio per trovare quello buono».

«Lo so!» Risponde con un bel sorriso. «Ma l’ago, se necessario verrà trovato».

«E come?» Baldegunde non è così ottimista come il compagno ricordando le difficoltà e i pericoli della foresta.

«Adesso è un dettaglio ininfluente sapere quale sentiero prendere nella Foresta del Rombo tonante, ammesso che parta in effetti da lì».

Poi la loro attenzione si appunta sul terzo che appare quello meno probabile. Parte da un punto d’ingresso delle montagne innevate.

«Uhm!» Borbotta Markus, osservando il possibile inizio.

«Ma di certo sarà presidiato! È il punto di partenza del sentiero principale che porta nel Cuore di ghiaccio, il principale villaggio dei nerd di montagna» Esclama stupita tenendo in mano una fettina di mela zitella.

Markus sorride all’uscita della compagna. Appare ovvio a tutti questo dettaglio vista l’importanza della strada.

«Se questo fosse il vero sentiero, la sua rappresentazione sarebbe ingenua perché qualsiasi curioso la percorrerebbe. Vuol dire che c’è il trucco».

«Quale?»

Markus l’abbraccia scoccandole un bacio sulla fronte. “Siamo una coppia formidabile!” Riflette riprendendo a osservare questa stranezza.

«Markus, cos’è questo strano segno?» Chiede Baldegunde indicando un tratto di penna, che parte dal vuoto e finisce nel vuoto, in apparenza senza logica.

Subito lo sguardo di Markus si concentra su quando ha detto la compagna. La stanchezza sparisce di colpo dal suo viso. Ha compreso che in realtà l’inizio è proprio in quel punto disegnato senza motivo come se fosse un errore del cartografo.

«Senza la tua intuizione avrei vagato nel nulla per giorni. Hai scoperto il vero punto d’ingresso. Lì ci sarà un passaggio segreto nascosto agli occhi di chi sorveglia la strada. Credo che questo sia il sentiero giusto».

Presa Baldegunde sottobraccio si dirigono verso la camera da letto. La stanchezza e lo stress si fanno sentire.

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