Finito di leggere l’ultima fatica di Elena Andreotti, Nonosolocampagna, e l’ho trovato molto coinvolgente.
Su Amazon, che ha stravolto l’ultima parte – non ho capito il motivo – ho posto, o meglio avevo posto, la seguente recensione Il nome di mio padre.
Elena Andreotti non delude mai. Nuovo appuntamento con Debora Nardi che ritorna in gran spolvero. Romanzo agile ma avvincente che si legge senza pause perché la curiosità di conoscere cosa avviene dopo stimola la lettura. La struttura della storia è semplice: un uomo è trovato morto in condizioni terribili e Debora è coinvolta nelle indagini. Con l’amica Flora e l’aiuto di Fil riesce a sciogliere il bandolo della matassa
Nella sua semplicità la trama si dimostra efficace e coinvolgente per i lettori.
Elena dimostra la sua professionalità con la documentazione di una malattia rara.
Veramente consigliato da leggere.
Posso dire senza timori che l’importo speso per comprarlo sono tutti meritati. Ho gradito molto il ritorno sulla scena del delitto di Debora Nardi e le sue agili investigazioni.. Dopo l’intermezzo di Fil Vanz, davvero molto gradevole, e il romanzo rosa – ma sarà vero? Per me è un bel libro di narrativa che parla di donne senza indulgere in storie lacrimose – torna prepotente la figura di Debora Nardi.
Chi non la conoscesse, questa è un’ottima occasione per fare la sua conoscenza.
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