Era stato cieco…

copertina Amanda e il bosco degli elfi

 

Ero ancora giovane, come ho già scritto, non avevo ancora capito fino a che punto l’amore potesse essere una passione illogica, fatale, imprevedibile, eppure conoscevo la letteratura greca che rappresenta sempre la passione come un’ascia sfolgorante, brandita insieme dalle mani di morte, amore, carità.

(tratto da La porta di Magda Szabò)

Ilario rilesse due volte quelle poche righe ma non ci capì nulla o almeno non gli dicevano nulla.

Leggere qualcosa estrapolato dal contesto gli riusciva ostico. Comprare il libro per leggerlo non ci pensava nemmeno.

“Leggere?” pensava osservando schifato quella mail che gli era arrivata con questa citazione. “Roba da donne”.

Lui detestava leggere ma Laura no. Leggeva, leggeva e leggeva sempre. In piedi, alla fermata dell’autobus, in treno. In macchina mentre guidava, no. E sorrise a quest’ultimo pensiero. Però se avesse potuto l’avrebbe fatto.

A Laura non piacevano gli audiolibri. «Non riesco assaporare il gusto delle parole e poi». La voce sfumava perché era la sua formidabile memoria visiva che le consentiva di gustare parole e pensieri.

Ilario non comprendeva la passione di Laura per i libri. A lui bastava mettersi in poltrona e riempirsi di immagini sportive. Lui conosceva tutti anche se erano ripresi solo di sfuggita.

Ilario era un bel ragazzo o almeno era quello che credeva, quando narciso si guardava allo specchio, mentre faceva il nodo alla cravatta oppure la barba. Diciamo che aveva un suo fascino per attirare gli sguardi femminili ma poi…

Quando apriva bocca, era di una pochezza infinita. Conosceva solo lo sport e se la conversazione virava su un altro qualsiasi argomento doveva starsene zitto e annoiarsi senza ascoltare quello che dicevano.

Laura era veramente una bella donna, matura e colta, che poteva trattare qualsiasi tema con proprietà a esclusione dello sport. Minuta di corporatura ma con tutti gli attributi giusti destava l’invidia delle amiche, o presunte tali, e l’ammirazione degli uomini.

Quello che nessuno era riuscito a decifrare, era come due soggetti tanto diversi potessero essere amici. Un’amicizia sincera e vera. Se uno aveva un segreto, non era tale per l’altro. Se uno era in difficoltà, l’altro lo soccorreva senza la necessità di chiedere aiuto.

Si frequentavano e sembravano due fidanzatini, pronti a sbranare chi volesse mettersi in mezzo. Nonostante le apparenze nessuno dei due aveva cercato di fare delle avance. Un casto bacio sulla guancia, un prendersi sottobraccio senza sfiorarsi.

Ilario rilesse un’altra volta la citazione. “Chissà perché me l’ha mandata” rifletté, nonostante sapesse che lui odiava leggere.

Poi capì e un bel sorriso si stampò sul viso.

Era stato cieco fino a quel momento ma adesso aveva aperto gli occhi. Impostò amazon e cercò quel libro per ordinarlo.

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0 risposte a “Era stato cieco…”

  1. Già chissà perché. Stimolare l’ interesse è sempre arguta mossa. Quello che sai fare tu benissimo con i tuoi lettori. Bravo come sempre il mio caro amico Gian Paolo. Un grande abbraccio. Isabella

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