Era una sera d’estate…

Altro vecchio racconto estratto dal fondo del barile.

la copertina

Era una bella giornata d’agosto, senza una nuvola e senza un soffio di vento. La strada per cui il reggimento camminava era larga diritta e lunga che non se ne vedeva la fine, e coperta d’una polvere finissima che si sollevava a nuvoli, penetrando negli occhi, nella bocca, sotto i panni, e imbiancando barbe e capelli. A destra e a sinistra della strada non un albero, non un cespuglio, non un palmo d’ombra, non una goccia d’acqua. La campagna era secca, nuda e deserta, e le poche case sparse qua e là parevano disabitate. Non si poteva fermar lo sguardo sulla via né sui muri, né sui campi, tanti vi batteva. Si camminava a capo basso e a occhi socchiusi, era una bellissima giornata d’agosto e una pessima giornata di marcia. Il reggimento camminava da poco più di un’ora.

Tratto da “La vita militare” di Edmondo de Amicis, Avagliano editore, pagg. 454, 15€.

Matteo distese le gambe, appoggiandosi allo schienale del divano, mentre il foglio di giornale scivolava di lato sul pavimento.

Incrociò le mani dietro la nuca per impedire ai pensieri di volare leggeri nella stanza, mentre lui era concentrato dove aveva letto quelle parole trovate nell’inserto del giornale.

Il flusso delle idee dapprima era leggero e frizzante, poi assunse un andamento tumultuoso e prorompente come un torrente al disgelo primaverile.

Dove ho letto questo breve incipit?” si domandò, mentre lo sguardo spaziava sui libri disposti nella sala. Erano ordinati e sistemati con cura in base al genere e autore su due pareti.

Non amava conservarli all’interno di spazi chiusi, ma preferiva tenerli su scaffali aperti, perché respirassero come respirava lui.

Li sentiva vivi e pulsanti con un loro cuore e una loro anima, li coccolava con lo sguardo come parte di se stesso, li estraeva con cura, mentre lasciava vuoto il posto.

Aveva quasi duemila libri, mentre la parete scoppiava, perché ogni posto era occupato. Qualcuno era sistemato sul tavolo davanti alla parete.

Doveva decidere se smettere di comprare nuovi libri o eliminare quelli che non interessavano. Però si domandò, corrugando la fronte, quali erano da rimuovere, perché non ce ne era uno che non avesse una sua storia.

Così i nuovi si stavano ammonticchiando sulla scrivania, ma presto la pila sarebbe diventata instabile, quindi urgeva prendere una decisione.

La libreria era formata da aste di alluminio fissate alla parete, su cui appoggiavano tavole di legno nero spesse due dita e larghe una spanna. La loro lunghezza erano di due dimensioni: una più piccola che aveva necessità di due appoggi e una più grande che appoggiava su tre mensole.

L’uso sapiente delle tavole combinate in modo vario consentiva di creare un gioco appariscente sulla parete, dove negli spazi rimasti vuoti erano inseriti alcuni quadretti colorati.

Aveva riempito due pareti fin quasi al soffitto. Sotto una delle due librerie stava un mobile chiaro, che ospitava dischi di vinile, cd e l’impianto hi-fi.

Aumentare le tavole della libreria si scontrava con due problemi non risolubili, perché su una parete c’era la finestra che portava luce nella stanza e su quella di fronte la porta che consentiva l’accesso.

Nella stanza non c’era più posto per i suoi libri, quindi urgeva trovare una soluzione.

Matteo continuò a ruotare lo sguardo sulle pareti, sperando di risolvere il problema, come se possedesse la bacchetta magica. Nonostante questi crucci, era soddisfatto della biblioteca che aveva messo insieme.

Aveva delle piccole manie nella scelta del formato e dei generi di libro, perché era un po’ tocco e narciso. Odiava i formati economici o pocket, perché la qualità della carta era scadente e perché erano scritti troppo in piccolo. La copertina morbida non era di suo gradimento perché si rovinava facilmente e poi di solito era brutta. Quindi andava alla ricerca di libri cartonati o a copertina rigida. Non sempre riusciva nel suo intento.

Degli autori preferiti aveva raccolto con pazienza tutti i libri col risultato che a volte lo stesso racconto era presente in due pubblicazioni distinte.

Si girò verso sinistra lentamente e vide allineati in bella mostra i romanzi e racconti di Calvino, che ammiccavano sorridenti e invitanti con la copertina rigida di tela grigia con la sopra copertina bianca.

In basso la raccolta dei gialli Mondadori con la loro copertina di tela colorata, ormai introvabili nelle librerie, raggruppati per autore: Rex Stout, Ellery Queen, Agatha Christie. Non un solo volume, ma tutti, raccolti con certosina pazienza nel corso degli anni rovistando tra migliaia di libri messi in vendita come rimanenze.

Matteo si domandò quando denaro aveva speso per raccogliergli, ma la soddisfazione non aveva prezzo e questo lo rendeva felice.

Ora indugiava su un libro ora su un altro, sorpreso di non ricordare che erano lì a portata di mano, pronti per essere sfogliati ancora una volta.

Li aveva letti tutti, proprio tutti, ma non una sola volta. Alcuni li aveva riletti tre, quattro volte. Non importava se ormai conosceva a memoria frasi e immagini, se la trama non aveva più segreti. Però il gusto di assaporare ancora la lettura era troppo forte, troppo intenso per non farlo ancora una volta.

Ricordava che aveva poco più di dieci anni, quando con regolarità prendeva a prestito dalla scuola un libro alla settimana, che divorava in poche serate. Si, perché non cessava di leggere finché non arrivava all’ultima pagina.

In quegli anni si formò nella sua mente l’idea di creare una biblioteca da curare con amore. Molti di quei libri scolastici, ormai consunti e logori per essere stati sfogliati innumerevoli volte, sono stati acquistati molti anni dopo e messi nella libreria.

Matteo abbassò la vista e vide il foglio con in bella mostra l’incipit, ma nonostante gli sforzi non riusciva a localizzare il libro da cui era stato tratto.

Lo raccolse e cominciò a leggere la lettura centrale, un inedito di norma, un piccolo racconto. Questa volta era diverso, perché un grande regista parlava del cinema attraverso il ricordo di tanti colleghi.

Sospirò e si concentrò nella lettura.

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0 risposte a “Era una sera d’estate…”

  1. Aveva quasi duemila libri, mentre la parete scoppiava, perché ogni posto era occupato. Qualcuno era sistemato sul tavolo davanti alla parete.
    Ho messo questo pezzo copiato su google è uscito un mondo 🌍 devo provare con frasi della Grazia

    1. ho provato per curiosità ma per ‘scoppiava’ zero risultati, ma non ne trova nemmeno per scoppia. Ovviamente la ricerca è tra virgolette per ritrovare la frase esatta. Conclusione la frase è solo mia 😀
      Non ho capito cosa hai trovato, forse usi un Google diverso dal mio 😀
      Certo che ne può uscire un mondo. Duemila, libri, parete, scoppia… diventano fonte di ricerca e i risultati sono moltissimi

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