Diana Gabaldon e i numeri

Ho letto due libri della Gabaldon sulla saga Outlander. Il quarto, Il cerchio di pietre, e il primo, La straniera, per la precisione.

Naturalmente non letti nella sequenza giusta. Ma sono fatto così. Non cambierò mai. Leggere un sequel di libri non è nelle mie corde. Al limite li leggo tutti ma in ordine sparso. Forse non sarà così in questo caso ma non si sa mai che decida la lettura degli altri otto.

Però ho anche il grave vizio di leggere i numeri e che questi siano in sequenza giusta. Ci faccio molta attenzione e sbuffo quando l’autore o l’autrice combina qualche pasticcio. Con pignoleria segno date e orari e verifico che siano coerenti tra loro.

La Gabaldon in effetti ha combinato qualche errore.

Senza fare uno spoiler della storia, per questo vi lascio alla lettura delle sinossi, faccio un breve riassunto del primo e del quarto libro per inquadrare meglio i miei dubbi.

Claire Randall in vacanza col marito nella Scozia nell’ottobre 1945 si trova risucchiata dal tempo nell’anno 1743. Qui comincia la sua straordinaria avventura sposando uno scozzese, Jamie Fraser, una specie uomo di ferro che non si piega mai, resistente alle frustrate, alle ossa spezzate, ai chiodi piantati nelle mani. Dunque la nostra è bigama con la benedizione di tutti, ma non è questo l’argomento del pezzo. Nel primo volume la storia si snoda fino ai primi mesi del 1745. Quello che avviene nel secondo e nel terzo lo ignoro, non avendoli letti. Il quarto la storia ci proietta dopo la battaglia di Culloden, 16 aprile 1746, con Claire incinta che ritorna nel mondo reale nell’anno 1948. Tralascio tutte le avventure e disavventure di Jamie, anche se nutro qualche dubbio sulla loro sequenza. Claire ricompare vent’anni dopo, anno 1968, tanti sono gli anni di Brianna, la figlia nata dall’amore tra Claire e Jamie dopo il suo ritorno nel mondo reale. Decide di tornare indietro nel tempo alla ricerca di Jamie. Cosa che le riesce benissimo. Nuove avventure e disavventure della coppia.

Qualcuno potrebbe pensare che non ci sono stranezze in tutto questo.

Vediamo qualche numero e situazione.

Nel 1945 Claire, infermeria di guerra, ha trentacinque anni e fa da svezzatrice a un giovane Jamie, vergine di sesso e la cui età è di difficile diagnosi. Potrebbe avere diciassette o diciotto anni, da come è presentato a letto la prima volta, perché ignora tutto di come è conformata una donna, ma forse ne ha quattro o cinque anni di più. Quindi nel 1968 gli anni diventano cinquantotto, anche se non sono mai detti esplicitamente. Basta fare una semplice differenza e poi una somma. L’abbiamo lasciata infermiera e la ritroviamo dottoressa e baby pensionata. Non male come carriera in vent’anni.

Una donna a cinquantotto anni non è vecchia ma neppure giovane. Però ha ancora gli ormoni in fibrillazione visto l’impegno, l’intensità e la passione che mette nel fare all’amore con Jamie quando lo ritrova. In certi momenti fa concorrenza a un adolescente in preda a una tempesta ormonale. Dimostra di avere un fisico notevole, perché cammina per decine di miglia a piedi con qualsiasi tempo.

Insomma dà dei punti a tutte le giovincelle in calore.

D’accordo. La storia richiede anche questo ma in effetti fa un po’ sorridere l’ardore di Claire.

Nel primo libro non ho capito bene se si tratti di un refuso oppure di altro. Geillie Duncan, da tutti ritenuta una strega per la vaccinazione antivaiolosa ricevuta, prima di essere bruciata dice ‘uno, nove, sei, sette’ che Claire, sua amica, interpreta come 1967. Claire ha intuito che Geillie ha fatto il suo stesso percorso risucchiata dal tempo. Ammesso che sia una data, che senso ha quell’anno, quando in realtà era il 1946, essendo passato un anno da quando Claire era piombata nella Scozia del 1743? Non può essere quello reale, né quando Geillie era finita nella Scozia di inizio settecento, si presume almeno quattro o cinque anni prima di Claire. Neppure l’anno del ritorno di Claire nella Scozia post battaglia di Culloden, come abbiamo visto è il 1968. Insomma un numero sparato a caso e un’arbitraria interpretazione di Claire.

Credo che la Gabaldon bari cinicamente giocando su due fattori. Il primo è che i libri sono distanziati temporalmente e quindi al lettore possano sfuggire questi dettagli. Il secondo è che il lettore preso dalla storia e dai colpi di scena non bada a questi particolari, bevendosi tutte le incongruenze temporali.

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0 risposte a “Diana Gabaldon e i numeri”

  1. Caro Gian Paolo, non credi che leggere a caso una serie storica, con per giunta dei salti nel tempo molto precisi, possa generarti qualche confusione? 😀
    L’età di Claire è ben specifica nel primo libro, La straniera, che hai letto (o che libro hai letto tu, a sto punto?!) Pagina 676 di 1051 del mio ebook (verso la fine del capitolo “Non lasciare vivere la fattucchiera”):
    Tacque un istante. «Quanti anni hai?» domandò, curioso. «Non mi era mai venuto in mente di chiedertelo.»
    La domanda mi parve talmente assurda che impiegai un minuto per pensare.
    «Ho ventisette anni… o forse ventotto», risposi. Questo lo sconcertò per qualche istante. A ventotto anni, le donne di questa epoca erano di solito ai limiti della mezza età.
    «Oh», fece lui. Tirò un profondo respiro. «Pensavo che fossi mia coetanea… o più giovane.»

    Dove mai tu hai letto che lei ha 35 anni?!
    Resta fino al 29esimo compleanno nell’epoca giacobita.
    Quindi, quando lei tornerà indietro ne Il cerchio di pietre, vent’anni dopo, ne avrà 29+20= 49 anni.
    E sinceramente anche mia nonna (per non fare paragoni con la mia generazione fortunata) a 49 anni era bella arzilla! Certo che faceva l’amore con mio nonno, perbacco!

    L’età di Jamie invece si ricava in più occasioni, la più divertente a pagina 741:
    «Saprai che i ragazzi, al mattino, certe volte si svegliano con… be’, insomma, con…» Era arrossito.
    «Sì, lo so», replicai. «Ma succede anche a quelli più maturi, sui ventitré anni. Pensi che non ci abbia fatto caso? Sei stato tu a farmelo notare, in parecchie occasioni.»

    Ergo, Jamie ha 23 anni quando si sposano nel primo libro. Alla battaglia di Culloden gli manca poco ai 25 anni. Quindi, vent’anni dopo, quando se la ritrova in bottega, lui avrà 25+20= 45 anni.

    La questione di Geillis Duncan è spiegata nel terzo libro… che tu non hai letto.
    Capisco che tu “sei fatto così”, però questa è una storia troppo complessa per cercare di comprenderla leggendola a pezzi.
    Poi per sua stessa ammissione, l’autrice negli anni ha avuto difficoltà a tenere ben tutto saldo (senza considerare i danni fatti dai primissimi editor). Ma in genere i suoi errori sono anacronismi storici (qualcuno le ha fatto spostare la data della fine della seconda guerra mondiale, pensa un po’). Sulla trama invece è abbastanza ferrea.

    1. sull’età si Claire approfondisco.
      Per Jamie nessun problema. Anch’io ho pensato a 22 o 23.
      Per Geillie, se leggi, non riuscivo a inquadrare il 1967.
      comunque con calma domani rispondo

      1. Guarda, sia sull’età di Claire che di Jamie, nonché di tutti i protagonisti dei 15 libri trovi di tutto e di più in rete, anche in lingua italiana (sai, con un fandom di 40.000 lettori solo in Italia…) Basta cercare da Google 🙂

        Non puoi no inquadrare il 1967 se hai saltato due libri nel mezzo, dove è spiegato tutto il percorso. Claire e Geillis si incontreranno nel 1967, si vedranno qualche istante prima che Geillis faccia il suo primo viaggio nel passato, e qualche mese prima che Claire decida di tornare da Jamie. Tra l’altro, anche questo lo potevi cercare su Google, con timeline precise che spiegano tutti i salti temporali e gli incroci delle varie epoche. Pure sul sito dell’autrice.

        E’ come se io guardassi una sola scena di due episodi presi a caso di Game of Thrones e dicessi che è una schifezza di trama perché non l’ho capita… 😀

        1. Prendo atto di tutto. Scriverò un nuovo post con rettifiche e aggiornamenti.

          E’ come se io guardassi una sola scena di due episodi presi a caso di Game of Thrones e dicessi che è una schifezza di trama perché non l’ho capita
          Mi spiace deluderti ma questo non l’ho mai scritto. Di Game of Thrones non ho visto una sola scena 😀 né mi pento di non averle viste.

  2. 😅interessante questa tua analisi.
    Anch’io quando leggo, non sopporto se trovo incongruenze, temporali o altro.
    Ricordo un libro dove per tre volte, in tre punti diversi, l’autore dichiara, riferendosi alla protagonista: e per la prima volta pianse…
    La terza volta ho chiuso il libro e ho dovuto fare un bel respiro… e sì che era un libro pubblicato da una casa editrice famosa..
    e io allora sono stupida che leggo e rileggo e controllo e verifico ogni cosa cento volte e pago un editor per essere sicura prima di pubblicare ?
    Uff🙄
    Buona giornata 👍

    1. Scusa Sara, hai trovato i miei personaggi “quasi impalpabili”? E “la storia delicata, quasi una favola ma un po’ debole”?
      Caro Orso Bianco, io non ho scritto da nessuna parte che si trattava di una favola, ti ringrazio per “scritto in un italiano eccellente” e ti consiglio di rivedere il tuo, o di stare attento al correttore automatico.
      Per il resto ho letto le altre tue recensioni e la sensazione che mi è arrivata è che tu voglia, involontariamente,, affossare tutti gli altri scrittori.
      Io uso spesso la pancia e non la testa quando recensisco, come ho fatto con il vostro tralasciando molte cose, ma non siamo tutti uguali
      Per il resto, grazie per averlo preso anche se non era il tuo genere, forse è proprio per questo che non ti è arrivato nulla.

      1. Non sono Sara ma la recensione è mia. Il correttore è quello di Kindle Fire. Li odio ma spesso scrivono quello che vogliono loro.
        Affossare gli altri autori? Non fa parte del mio DNA. Scrivere solo quello che l’autore vuol sentirsi dire? Mi sembra piaggeria.
        Leggo di tutto senza problemi e dico quello che penso senza remore. Critiche astiose non ne faccio. Preferisco tacere piuttosto.
        Non mi offendo se qualcuno dice quel che pensa su quanto scrivo.
        Se l’ho comprato, un motivo c’era. Curiosità di leggere quel testo.

        1. Ho nominato Sara perché sa benissimo che i miei personaggi non sono “impalpabili” come li hai definiti e, trattandosi di una storia parzialmente autobiografica, questa tua infelice definizione la trovo inaccettabile.
          Per il resto un racconto può piacere o meno, i gusti sono gusti e ognuno ha i suoi.
          Hai detto bene “dico quello che penso” e si percepisce, perché tra pensare e sentire c’è un’enorme differenza.
          Il correttore, infine, può essere corretto manualmente.
          Buona notte!

  3. Eheheh! Mi fa sorridere che tu ti sia districato in questa serie, decisamente è un romanzo destinato alle fanciulle. Comunque Barbara ha fatto i giusti conteggi 😉 Se vuoi continuare, ti conviene seguire i libri in sequenza, non so come ti saresti ritrovato a leggere in ordine sparso Le Cronache del ghiaccio e del fuoco. Io mi diletto a seguire la serie tv, è leggera, ma dei romanzi ne faccio a meno 😉

    1. Continuerò a leggere in ordine sparso. Non amo le serie che superano due libri. La serie TV? Ma chi guarda la TV?
      Barbara non ha fatto esattamente i conti giusti. Sono un pignolo

  4. La tua ricostruzione, corretta o meno, mi ha fatto schiattare. Non è il genere di libri che acquisto, nemmeno per pochi euro. Ma ho scoperto in te un mordace indagatore del tempo. Ho ritrovato gli spigoli del Gian che conobbi tempo fa. Insomma, al di là di refusi e/o errori, non ti è proprio piaciuto… 😊

      1. Si, capita anche a me di accanirmi per capire se davvero tenermi distante da qualcosa ha senso. Di solito si, ma mai restare con il dubbio. Fan ne ha parecchi e fanno anch’essa migliaia di chilometri per ritrovarsi, ne sa qualcosa @barbara

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