Agnese si stava risvegliando dal sogno con Marco nella casa dei misteri, si sentiva tutta bagnata. I capezzoli erano duri come il marmo. L’odore dei suoi umori arrivava alle narici. Non le dispiaceva, anzi li trovava gradevoli.
La camicia era arrotolata sopra il seno, gli slip erano abbassati fino alle caviglie, come se una mano misteriosa avesse compiuto il gesto.
Mormorava in uno stato di semi incoscienza delle parole incongrue. Aprì gli occhi senza vedere nulla. Solo oscurità e qualche lampo di luce. Riemerse dal sonno, diventando vigile. Un languore allo stomaco la sollecitò per ricordarle che non aveva mangiato nulla da molto tempo. Rimase inerte a cullarsi nelle sensazioni che aveva provato in sogno.
‘È come se un uomo fosse passato nel mio letto’ pensò, mentre abbracciava con vigore il cuscino, scambiato per il misterioso amante.
‘Perché dovrei alzarmi?’ si disse, osservando le cifre fluorescenti della sveglia. ‘Mi piace sentire le carezze del lenzuolo di lino sul petto, sull’addome e più giù fra le cosce’.
Afferrò il cuscino, come se fosse l’amante, stringendolo forte sul petto.
“Se fosse qui!” sospirò. “Sarebbe lui a darmi piacere”.
Paolo si girava e si rigirava nel letto. Non aveva sonno per via del pensiero fisso per Laura. Doveva aspettare la mattina per conoscere le informazioni raccolte da Matteo, mentre l’alba non sembrava arrivare mai.
‘Saranno buone o cattive?’ pensò mentre si metteva sul fianco destro. ‘Saprà darmi il passe-partout per aprire il cuore di questa donna che ha rapito il mio? Quando la vedo o l’ascolto, sono incerto, confuso e incoerente. Balbetto. Sono la brutta copia dell’architetto brillante e sicuro che appare agli occhi della gente’.
Continuava a guardare le cifre rosse della radiosveglia che secondo dopo secondo scandivano il passare delle ore. Il telefono stava sul comodino nella speranza che Matteo avesse delle buone nuove da comunicargli. Però era rimasto muto. Guardò nuovamente l’ora. Era mezzanotte e tre quarti. ‘Matteo sarà a casa di Sofia?’ si chiese con un pizzico di ansia mista a timore. ‘Lo doveva chiamare alle undici. Alle undici e mezza non si era ancora fatta viva’. Lo sapeva, perché aveva chiamato Matteo a quell’ora. Non aveva resistito. L’attesa l’aveva logorato. Ricordò la voce dell’amico, che nervoso gli aveva detto di aspettare una sua telefonata.
L’agitazione prese il sopravvento, perché non era sicuro che Sofia avesse chiamato Matteo. Un dubbio lo assalì, perché aveva il timore che lei avesse scherzato. ‘Spero di no’ si disse per calmarsi. ‘Se fosse vero, si sarebbe burlato di me’. Pensò di mandargli un messaggio. “No” esclamò Paolo, che aveva nelle orecchie la voce dell’amico irata e incollerita. “No. Forse è già a letto con Sofia”.
Era meglio lasciare perdere l’idea di chiedere notizie. Avrebbe aspettato la mattina per ricevere le informazioni.
Nelle sue fantasie da innamorato non mancava la visione di Laura. Si interrogò cosa stesse facendo. Forse stava leggendo oppure sognava. Chi? Si chiese. Forse me. Oppure stava dormendo in un letto che avrebbe voluto condividere con lei.
Doveva calmare l’agitazione interna. Nonostante i suoi sforzi non ci riuscì.
Sofia, per farsi perdonare l’atteggiamento di possesso e di freddezza verso Matteo, lo baciò con passione prima di scendere dalla macchina. Voleva controllare l’effetto che faceva su di lei. Doveva scacciare il pensiero di Laura, che la tormentava da troppo.
L’esito non fu incoraggiante all’inizio, perché provava disagio verso se stessa. ‘Devo superarlo’ si disse, stringendosi a lui. ‘Devo eliminare gli stimoli verso Laura e concentrarmi su Matteo’.
La lingua di Sofia cercò quella di Matteo. Si insinuò maliziosa tra le labbra, scivolò sui denti alla ricerca di una fessura per entrare.
Matteo sorpreso era rimasto passivo ma conquistato dalla piacevole sensazione che lo pervadeva. Contraccambiò con uguale passione.
La mano sinistra di Sofia scivolò leggera sul suo corpo alla ricerca della cintura. Scese sulla cerniera. Si insinuò calda e passionale nei pantaloni aperti a frugare. Era una ricerca impertinente del piacere. Lo percepì impaziente in tutto il suo turgore.
Matteo non rimase inerte. Non faticò a trovare il sesso di Sofia che era caldo, bagnato e fremente di passione.
Sofia si staccò, gli sussurrò che avrebbe voluto essere già nel letto con lui. Rapidamente salirono in casa.
La ragazza respirò profondamente e rasserenata rimuginava che le piacevano troppo gli uomini per desiderare un amore saffico. Aveva perso tempo, prima di concedersi all’uomo che amava. Intendeva recuperarlo questa sera.
“Vieni Matteo” gli disse, “prepariamoci nel bagno prima di raffreddarci!”.
Laura era stata titubante e incerta all’inizio ma poi si era spogliata davanti a Marco senza accorgersene, mentre parlava dei suoi dubbi con lui.
Si specchiò nelle ante dell’armadio. Faticava a guardare il proprio corpo con naturalezza, mentre Marco le stava nudo accanto.
“Come vedi“ disse il ragazzo sorridente, “tu osservi me e il tuo corpo. Passa la mano sul seno senza distogliere lo sguardo dallo specchio”.
La prese alle spalle, abbracciandola. La baciò con dolcezza dietro la nuca, sul collo, succhiando il lobo dell’orecchio.
La mano di Laura rimase a mezz’aria, incerta se seguire la mente, che le diceva di non farlo, oppure l’ordine di Marco. Il bacio e la carezza spezzarono la barriera psicologica, mentre la mano scendeva leggera sul capezzolo che inturgidiva.
“Vieni“disse Marco, “andiamo sotto le coperte. È presto per girare nudi”.
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