Tende, 10 marzo 2015, ore sette
Luca cammina sul marciapiede tra cumuli di neve sporca, che lasciano rivoli di ghiaccio ancora più neri. Aspetta che la vita nella cittadina riprenda a pulsare. Sono quasi le sette e il profumo del pane appena sfornato sollecita il suo appetito. Entra nel forno per acquistare una baguette. Se la fa tagliare in tre parti e riempire con formaggio e salumi. Prende da un dispensatore una bottiglia di Evian e caccia il tutto nello zaino che porta a tracolla.
Cammina di nuovo sotto le finestre de Le Miramonti, mentre Pierre apre la finestra. Si ferma. Luca l’ha riconosciuto. Si sposta rasente al muro, abbassando la testa nel tentativo di sfuggire allo sguardo di Henri. Non vuol farsi scoprire. ‘Dunque ho intuito giusto’ pensa Luca, andando alla ricerca del garage dell’albergo, che trova poco oltre. Gongola e sorride. Sa che sarà un cane da caccia implacabile nell’inseguire la preda.
Poco più in là sta sollevando la saracinesca un bistrot. ‘Ottimo’ si dice, pregustando un caffè e una brioche calda. Si sistema in un tavolo vicino alla vetrata, da dove può tenere sotto controllo la porta del garage.
“Un caffè forte e due croissant alla marmellata” ordina al gestore ancora assonnato.
Sorseggia il caffè nero caldo bollente, mentre sbocconcella i croissant, leccandosi le labbra. Controlla l’ora. Sono ormai quasi le otto e tra non molto vedrà sbucare la Mini blu. Si fa incartare una mezza dozzina di croissant, ancora caldi. ‘Ne prendo qualcuno per te, Van’ si dice Luca con lo sguardo sorridente, mentre paga il conto. Poi scoppia in una risata alla sua battuta sotto lo sguardo incredulo del barista. ‘Mi prende per matto’ pensa Luca, mentre finisce il caffè.
Sente un pulsare nella tasca del giubbotto pesante. ‘Si è messo in moto’ pensa, avviandosi con calma verso la porta. Ha mosso qualche passo verso la sua macchina, quando intravvede uscire dal portone del garage la Mini blu. Sussulta, perché vede Vanessa muovere il maniera strana la testa, come svenuta. ‘Se hai torto un capello a Van’ urla in silenzio Luca arrabbiato con una smorfia del viso, ‘ ti levo i peli a uno a uno e ti scortico vivo. Il supplizio di Bragadin è nulla in confronto’.
Sale in macchina, posiziona gli smartphone ed estrae il computer dallo zaino. Mette la bottiglia di Evian nella console sotto il cruscotto. Poi si mette in moto per seguire il segnale.
Riprendono la strada verso la costa. ‘Non ho capito il senso d’infilarsi a Tende’ pensa Luca, mentre segue a debita distanza la Mini blu. ‘Se l’intenzione era di passare in Italia, quello era il posto giusto. Ma se doveva puntare altrove, era quello sbagliato’. Prova a ragionare sul comportamento di Henri. Non lo trova logico a meno che non abbia ricevuto ordini di puntare verso una località francese successivamente al suo arrivo a Tende. Solo questa ipotesi avrebbe giustificato il dietrofront di Henri. ‘Quale?’ si domanda curioso, mentre la mappa lo informa che, superato Sospell, stanno viaggiando verso Nice. Si preoccupa, perché questo potrebbe complicare la liberazione di Vanessa. Deve intuire dove si sta dirigendo. ‘Nizza’ riflette Luca, aggrottando la fronte e arricciando le labbra, ‘ha un porto e un aeroporto. E sarei fregato, se usasse uno dei due posti’.
La Mini blu è avanti sempre di circa trecento metri, mentre il segnale è chiaro e stabile. Arrivati in prossimità di Nice, entra nella A8 a Nice Est verso l’aeroporto. A Luca vengono i sudori freddi. ‘Sono fregato’ si dice, osservando la mappa sul computer. Però dopo l’uscita di St. Isodore prende il Boulevard du Mercantour in direzione Grenoble. ‘Grazie, Henri’ gli dice Luca con le rughe che spariscono dal viso, tirando un sospiro di sollievo. Né porto, né aeroporto. Tuttavia non è tranquillo. Stanno costeggiando il Var e non è improbabile che possa fare una deviazione. Si tiene fuori del campo visivo della Mini. Il segnale lo sta guidando.
Luca allunga una mano per prendere un croissant e beve un sorso d’acqua. Adesso è più sereno stanno puntando verso Grenoble, costeggiando le Alpi ormai da un paio d’ore. Fa una ricerca sugli aeroporti della zona, pubblici oppure privati. Ce ne sono diversi nell’aerea ma potrebbero essercene altri non censiti. È il suo terrore. Se imbarcano Vanessa su un aereo, lui è fregato. ‘D’accordo che il telefono di Van’ si dice Luca, facendo attenzione allo smartphone e alla strada, ‘continua a segnalare la posizione. Ma che me ne faccio?’ La riflessione è amara, mentre tallona la Mini blu.
‘Sono stato un asino’ pensa Luca, quando vede rallentare il segnale. ‘Non ho capito che Henri era alle nostre costole nel viaggio verso Mentone. Non ho fatto attenzione alle macchine che ci seguivano. Ha avuto buon gioco nel cogliere Van con le braghe in mano’. Sorride, perché mai metafora è stata così reale. Ha compreso il motivo del rallentamento. Sta entrando a Digne-les-Bains. Accelera un po’ per portarsi più vicino. ‘Henri’ riflette Luca, ‘non fa una sosta. Povera Van! Chissà come si lamenterà!’ Ridacchia, pensando a quando era di fianco a lui.
Ringrazia mentalmente Manetta, l’amico hacker per questa app, che permette di essere in collegamento con Vanessa. Senza sarebbe stato in grossa difficoltà. È veramente furba, si dice, facendo attenzione al segnale. Gli ha spiegato che riesce a mantenere in vita la comunicazione per oltre cento ore e anche di più, se la batteria è in buono stato. “Sia Android che IOS sono dei fottuti bastardi” gli ha detto, mentre la installava. “Lavorano solo per Google e Apple e consumano un sacco di energia semplicemente per spiarti. Quando la batteria scende sotto un livello di sicurezza. Diciamo il 25%, l’app iberna il sistema, tenendo in vita solo il kernel, che usa poco o nulla della potenza della batteria. Anche il programma è parco di energia. In questo modo con un livello basso il segnale è vivo per almeno cento ore. Se qualcuno tenta di riattivare il telefono, lo fa solo se è in carica. Altrimenti niet!”
Luca sorride, perché per almeno quattro giorni può inseguire la sua preda. ‘Posso chiedere il tempo residuo’ pensa, mentre addenta un altro croissant, ‘ma non voglio correre rischi’. Si allarma, perché il segnale indica un rallentamento in un’area senza abitazioni. Accelera per avvicinarsi, perché ha lasciato la N85, dirigendosi verso una località sconosciuta. Luca è in fibrillazione, dopo che si era rilassato per il viaggio che procedeva tranquillo. La mappa non dà indicazioni precise. La velocità della Mini è prossima a fermarsi. Segue le indicazioni e si trova pochi minuti dopo di fronte a un viottolo di campagna, che si perde in un bosco. La Mini è ferma adesso.
“Che faccio?” dice Luca indeciso se infilare lo stradello in terra battuta oppure spostarsi più avanti e attendere che Henri e Vanessa ripartono. “E se questa fosse la destinazione finale?”
Le Miramonti, 10 marzo 2015 ore otto
Pierre trasporta Vanessa nel garage sulla Mini, prima di passare dalla reception a saldare il conto.
“Niente colazione?” chiede il receptionist.
“No” risponde secco Pierre. “Abbiamo fretta e siamo in ritardo”.
L’addetto lo guarda strano. Vede solo lui ma ha parlato al plurale. Guarda il registro. È segnato Pierre Martini e signora. ‘Dunque sono in due’ pensa e sta per chiedere dov’è la signora, quando viene preceduto.
“È già in macchina che mi aspetta” dice Pierre, che ha intuito le perplessità del receptionist. Non vuole domande scomode e si allontana senza salutare.
Uscito dal garage, punta il navigatore della Mini su Annency con alcuni aggiustamenti.
Pierre, quando ha infilato i pantaloni a Vanessa, ha tastato le tasche alla ricerca del telefono senza trovarlo. Non ha pensato che la ragazza lo tenesse in una custodia di cotone colorata sotto la maglietta poco visibile dall’esterno. Non l’ha perquisita, perché non voleva correre rischi. I suoi capelli rossi le conferiscono una sensualità che colpisce. Pierre non avrebbe resistito dal palpeggiarla, se l’avesse fatto. Una regola del Oak’s Priorate impedisce violenze sessuali. Infrangerla costerebbe caro.
Uno sguardo sommario gli ha detto che non teneva oggetti nascosti. Questo l’aveva tranquillizzato. Aveva abbassato la guardia per fortuna di Vanessa.
Fatto il pieno si è messo sulla strada, seguendo le indicazioni del navigatore col rispetto dei limiti di velocità e con una guida prudente.
La ragazza sembra dormire tranquilla. Pierre ha bloccato i polso di Vanessa al sedile per evitare che faccia gesti inconsulti al momento del risveglio. Stanno viaggiando da oltre due ore, quando lei dà segni di risveglio. ‘Forse ho abbondato con lo spray’ si dice Pierre con un sorriso cattivo. ‘Meglio! Almeno sono stato tranquillo’.
Vanessa ha gli occhi chiusi. La mente pare riemergere da un buco nero, da un sogno in una notte oscura senza stelle né luna. Non riesce a coordinare i pensieri né a comandare i sensi e i muscoli. Avverte in bocca una sensazione di secco come se la lingua fosse disidratata. Le labbra sono riarse, spaccate. Non riesce a comandare l’apertura degli occhi che rimangono incollati alle palpebre. Non è sdraiata come si aspetterebbe ma avverte delle strane oscillazioni, dei sobbalzi. E ripiomba nel limbo di un sogno senza colori e senza immagini.
Poi riprende coscienza. Sbatte le palpebre ferite da una luce improvvisa. Sente una voce. ‘Non è quella di Luca’ riesce a pensare. Prova a muoversi ma qualcosa impedisce alle mani di obbedire ai suoi comandi. Anche il corpo pare imprigionato da qualcosa che la tiene appoggiata a uno schienale. Non realizza dove si trova. Cautamente riapre le palpebre. Una spira di sole le colpiscono, mentre le richiude. Cerca di portare la destra davanti agli occhi ma avverte dolore sul polso. Qualcosa la blocca. Sospira, mentre un piccola fessura consente agli occhi di osservare dove si trova.
“Buon giorno, signorina” dice una voce sconosciuta. “Dormito bene?”
Vanessa ruota con lentezza il capo verso quel suono. Inquadra un viso che non è quello di Luca. ‘Quando ho bisogno di lui’ si dice con uno sforzo, che le provoca un dolore alla testa, ‘non c’è mai’.
Richiude gli occhi e cerca di rilassarsi. Intuisce che la situazione non è piacevole. Deve riacquistare un minimo di lucidità, che al momento le manca.
Avverte una strana sensazione tra le cosce. Uno sfregamento che produce dolore. Non comprende il motivo. In compenso avverte la necessità di svuotare la vescica, che pulsa dolorosamente. A causa dei sobbalzi qualche goccia di urina inumidiscono la stoffa. Sono tutte sensazioni strane che non riesce a catalogare. Ha un vuoto nella memoria. Un buco nero che non riesce a riempire. Si affloscia in semi incoscienza. ‘Mi devo rilassare’ pensa Vanessa, riaprendo con cautela le palpebre. ‘Devo riacquistare lucidità’.
Il tatto le indica che le mani appoggiano su un tessuto che assomiglia alla pelle. L’udito percepisce un rumore sordo. Quello di un motore di una macchina. L’olfatto le porta l’odore di una persona profumata. ‘Non è quello di Luca’ si dice, avendo la conferma di avere accanto una persona sconosciuta. L’unico senso che funziona male è il gusto. Ha in bocca un sapore orribile e una sete incredibile. La vista le mostra immagini insolite. Si trova su una macchina nuova, molto meglio del catorcio di Luca. Il paesaggio non lo conosce. Alla sua destra ci sono montagne, alla sua sinistra un fiume. Tuttavia il vero terrore è il profilo dell’uomo che guida. ‘Henri’ pensa, dopo averlo riconosciuto. ‘Come diavolo sono finito con lui?’
“Siamo svegli?”
Di nuovo ascolta quella voce mai sentita prima. Finge di non aver sentito. Si lamenta come se stesse sognando. Deve ritrovare il pieno possesso delle sue facoltà. È ancora torpida nella mente. Vorrebbe bere ma l’impellente bisogno di urinare la induce a mentire. Poi comincia a focalizzare i motivi delle sensazioni tra le cosce. ‘Ho i jeans ma non gli slip’ si dice, senza capire il perché. Poi qualche scampolo di memoria la riporta a Mentone, all’albergo. ‘Mi ero tolta jeans e mutandine’ ricorda Vanessa, ‘perché come ora avevo necessità del bagno’. Adesso deve ricucire i ricordi per ricostruire cosa è avvenuto a Mentone.
La mente di Vanessa non è ancora lucida e ripiomba in quel limbo che sta tra la veglia e l’incoscienza. Ancora sogni senza colori, senza immagini senza suoni. Poi riemerge nello stato vigile senza mostrarlo apertamente. ‘Ora ricordo’ si dice Vanessa, tenendo gli occhi chiusi e respirando come se dormisse. ‘Ero in bagno con jeans e slip in mano, quando ho avvertito dei rumori dalla porta della camera. Poi solo buio profondo. Henri mi ha colta di sorpresa e mi ha narcotizzata. Ma dove sono? Dove stiamo andando? Perché Luca non è intervenuto?’ Mentre riflette e ricostruisce gli ultimi momenti prima del grande sonno, avverte nell’incavo del seno il morbido tessuto che tiene il suo Iphone.
“Siamo svegli?” dice quella voce, che suona odiosa alle sue orecchie.
Non risponde ma presto dovrà farlo. La necessità di minzione diventa sempre più urgente, mentre avverte nel basso ventre i dolori causati dalla ritenzione dell’urina nella vescica. Sente che sono sempre più labili i comandi di trattenersi. Qualche goccia torna a bagnare i jeans.
Apre gli occhi, che rimangono accecati dalla luce per qualche istante e articola debolmente poche parole.
“Dovete fermarvi” implora Vanessa. “Devo fare pipì con grande urgenza”.
Pierre ride. “E se non lo facessi?” dice, rallentando la velocità.
“La farei qui dentro. Su questo sedile” replica dura la ragazza.
Pierre scorge a trecento metri un viottolo sulla loro sinistra. Mette fuori la freccia per infilarlo. Si addentra in un bosco abbastanza fitto. Percorre qualche centinaia di metri per occultarsi alla vista dalla N85, prima di fermarsi.
il piacere della lettura si mescola con quello dell’attesa. Sempre troppo lunga la seconda, sapendo che per ritrovare Vanessa e Luca dovranno passare un paio di settimane.Complimenti 🙂
Hai ragione. Cercherò di ridurre i tempi.
Capitolo dettagliato che va in crescendo.
La caccia prosegue, ma con quali risvolti?
Un caro abbraccio.
presto li conoscerai.
Un grande abbraccio
altra bella pagina! Accattivante e ricca di situazioni che la rendono stuzzicante e affascinante. Alla prossima. Ciao
Grazie, Sarino per le tue generose parole.
Ciao Gian Paolo ti lascio un saluto per una dolce notte 🙂 A presto
Sia dolcissima anche per te. A presto
Bellissima puntata piena di suspense …..storia sempre più avvincente!
Buona settimana speriamo senza ☔️☔️☔️☔️
Grazie, Mariella. Senza ombrello? Pare di no. Oggi così e così con l’ombrello sotto il braccio.
Spero che lo siano anche le prossime.
Felice settimana
Povera Vane!!! non tenerci sulle spine troppo tempo!
Spero di farlo presto. 😀
Sempre colme di imprevisti le tue pagine letterarie
Un saluto,silvia
Si devono movimentare le storie. Sereno pomeriggio
https://zitroneblog.files.wordpress.com/2016/04/rosen_0025.gif?w=950
Lieber Gruß wünsche eine gute Woche eine Umarmung Gislinde
Eine schoene Woche. Lieber Gruß und eine Umarmung
Buonasera Gian Paolo !
Bella foto personale ! 🙂
Complimenti ! 🙂
Simona Halep è stato imposto nel Masters di Madrid e a causa di circostanze favorevoli e per la sua strada verso la finale era molto più facile rispetto allo scorso anno o due anni fa! 🙂
Ma la vittoria ancora vincere e di essere apprezzato come tale! 🙂
Se recuperato o meno sportivi La vecchia forma (2 WTA)
vediamo al torneo WTA di Roma dove andrà direttamente nel deflusso …………
Fino ad allora, grazie per la vostra visita e commentare! 🙂
Serena serata e poi, 6 giorni meravigliosi! 🙂
Cordiali saluti,
Aliosa.
Grazie, Aliosa per gli apprezzamenti.
Felice serata
Sai che scritta così sembra una sceneggiatura? Hai cambiato stile per questa puntata!☺
No, almeno non erano le mie intenzioni
Riuscirà Luca a consegnare i cornetti a Vanessa? 🙂
La ragazza è una tipa in gamba ed ha con sè, ben nascosto, il cellulare.
Spero che i ragazzi si ritrovino presto, molto presto.
Serena giornata Gian Paolo.
dubiti? I cornetti consegnati a domicilio? Chissà!
Sereno pomeriggio