Laura avrebbe voluto prepararsi per la notte lontano dagli sguardi di Marco. Li avvertiva su di sé feroci e determinati, mentre lui muto l’incitava a spogliarsi. Questa sensazione le dava un senso di capogiro, di vergogna. Doveva togliersi gli indumenti con la luce accesa davanti a un uomo. Doveva vedere riflessa la sua immagine nuda nelle ante a specchio del suo armadio. Si fermò, smise e incrociò le braccia. Era rimasta con mutandine e reggiseno.
Mentre Marco con gli occhi la invitava con decisione a proseguire, a Laura venne in mente quel bacio saffico e quelle carezze scambiate con Sofia. Un cambio di prospettiva, che le fece dimenticare il suo stato, la sua ferma intenzione di non togliersi anche quegli ultimi indumenti. ‘Pensavo a un semplice bacio’ si disse Laura, che tornava con la memoria a quegli istanti. ‘Invece ho ricevuto una scarica di ormoni che mi ha indotto a cercare la sua lingua, il suo corpo’. Laura percepì disorientamento, perché amava e desiderava Marco. Ma si scopriva bisex. Si era resa conto che baciare e toccare un’altra donna le dava sensazioni mai provate prima. Aveva sentito il battito del cuore accelerare a ogni carezza, aveva provato un caldo intenso nel viso e corpo. Aveva sperimentato in misura maggiore le stesse emozioni che le donava Marco, quando la baciava, quando la toccava. ‘Non era lui a baciarmi’ pensò, mentre sfilava gli slip meccanicamente. ‘Non era lui a toccarmi ma una donna’. Questo le stava dando disorientamento, una percezione da capogiro ma allo stesso tempo di consapevolezza della propria femminilità.
Marco si era accorto di questo trasporto e l’aveva detto con chiarezza. Non era riuscita tuttavia a distogliere i suoi pensieri da Sofia. Si domandò come avrebbe reagito a queste sensazioni nuove e inaspettate, qualora fossero state loro due sole. Sembrava di rivedere ‘Ho voglia di te‘ con lei al posto di Caterina Vertova ma non era in una fiction televisiva, perché era tutto vero.
“A cosa stai pensando?” le chiese Marco, che la stava osservando da qualche minuto, mentre con delicatezza sganciava il reggiseno.
Laura impallidì, rimanendo in silenzio. Si sentì perduta con l’angoscia nel cuore, perché Marco aveva letto una volta di più nel suo pensiero. ‘Non è possibile’ si disse. ‘Non è possibile che lui riesca scoprire quello che nascondo dentro di me’. Doveva operare una scelta. Fingere di non aver capito la domanda o decidere di affrontare con lui questo aspetto inaspettato e sconosciuto della sua sessualità.
“Stavo riflettendo sulla serata” esordì Laura. “Ammetto di avere fatto una scenata di gelosia, che a mente fredda giudico sproporzionata alla reale importanza del vostro bacio”.
Marco le prese la mano e la condusse verso il letto, annuendo alle sue parole.
“In effetti è probabile che Sofia non si sarebbe trattenuta, se tardavo ad arrivare” disse Laura, arrossendo. Aveva visto riflessi nello specchio i loro corpi nudi. “Adesso la valutazione è più serena e pacata”.
“No” la interruppe Marco, mentre con la mano le sfiorava l’incavo del collo. “La colpa non è di Sofia ma mia. Sono stato io la causa di tutto il trambusto. Tu hai avuto tutte le ragioni di questa terra nel fare la scenata. Il mio comportamento è stato indecoroso e inopportuno. Ne sono mortificato. Mi auguro che tu mi abbia perdonato”.
Laura non intendeva riaprire la questione che considerava risolta e sepolta sotto dieci metri di terra. Sorrise e gli diede un bacio a suggello delle sue ultime parole. Aveva deciso di affrontare l’altro episodio, quello tra lei e Sofia. Doveva e voleva far chiarezza dentro di sé per completare l’opera iniziata nel pomeriggio prima dell’arrivo di Sofia.
“Non questo episodio, che giudico risolto” disse Laura alla ricerca del tono giusto per affrontare la questione. “È il bacio dato a Sofia, che voglio discutere con te. Mi ha stimolato eroticamente. Ho provato desiderio di lei”.
Marco la guardò, sorridendo. ‘Non c’è necessità che tu lo ribadisca’ pensò, mentre con le labbra le sfiorava il collo.
“Ho notato tutto” disse Marco con calma. “Lo stimolo sessuale galleggiava nell’aria in maniera talmente percettibile che avrei potuto afferrarlo con questa mano”.
Fece scattare la mano, come dovesse acchiappare qualcosa d’inesistente nell’aria. Voleva smorzare i toni che stavano salendo d’intensità. Desiderava consentire a Laura di fare outing senza ansie o condizionamenti. Ricordò che il primo pensiero in quegli sitanti fu di sconcerto, perché l’aveva interpretato come un atto di ritorsione nei suoi confronti. Adesso Laura affermava di essere bisex, di avere provato una forte sensazione di stimolo sessuale. La teoria della ripicca non poteva reggere. Quel bacio aveva un’altra spiegazione.
“Sia tu che Sofia eravate eccitate e nervose per opposte ragioni” fece Marco dopo una breve pausa. “Le vostre emozioni erano giustificabili per l’atmosfera ambigua che si era generata per causa mia”.
Laura sorrise.
“Non capisco” disse la ragazza, “perché a tutti i costi vuoi affermare che è stata colpa tua”.
Marco la baciò con dolcezza dietro la nuca.
“Cosa provi?” le chiese.
Laura non rispose ma i suoi occhi brillavano per le sensazioni ricevute. Si strinse a lui, perché aveva compreso che forniva la giustificazione alla sua confessione. ‘Forse’ pensò, ‘ha ragione. È stato solo un momento di sbandamento’.
Marco intuì che le sue parole erano state convincenti.
“Allora” scandì Marco, “questo sarà il secondo argomento che affronteremo sotto le lenzuola”.
“Si” rispose Laura. “Lo desidero con tutta la forza dell’amore che provo per te”.
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