Una storia così anonima – parte quarantanovesima

dolcetti - foto personale
dolcetti – foto personale

Mentone, 9 marzo 2016, ore diciannove

Luca ha trovato un parcheggio custodito a tempo a trecento metri dall’hotel. Salito al piano, trova la porta socchiusa. Luca si stupisce. ‘Non è da Van lasciare la porta aperta’ si dice, spingendo il battente. La camera presenta un colpo d’occhio notevole, anche se ormai è buio. La vista del porto con le sue luci multicolori colpisce per un istante Luca, che nota il loro bagaglio a terra vicino al letto matrimoniale.

Van?” chiama il ragazzo, senza ottenere risposta. La porta della terrazza è chiusa. Alla sua destra filtra la luce del servizio.

Van, dove sei?” fa Luca, che si sta allarmando. Non è da Vanessa fingere di essersi nascosta, pensa, muovendo qualche passo cauto in direzione del bagno. Sul pavimento nota le mutandine della ragazza. Adesso il sospetto acquista certezza. ‘È successo qualcosa a Vanessa’ si dice inquieto. Nel bagno non c’è nessuno. Per terra qualche pezzo di carta igienica. Gira intorno al letto matrimoniale senza vedere nulla, come dietro i due divani. Solo adesso osserva la tracolla dell’amica sul letto, abbandonata. Probabilmente gettata da Vanessa, quando si è precipitata nella stanza.

Esce a precipizio, lasciando la porta aperta. Si fionda nella hall per chiedere notizie alla reception ma vede attraverso le vetrate che danno sul corso una Mini blu che si sta allontanando. La persona alla guida è Henri. Di questo ne è certo con accanto una persona che appare incosciente. Esce sulla strada e fa in tempo a leggerne la targa. Non è italiana e nemmeno francese. A spanne gli pare una inglese. La sua memoria visiva imprime nella mente lettere e numeri, nel caso dovesse servire. Ritiene inutile gettarsi all’inseguimento. Ha troppo vantaggio e non saprebbe cosa inseguire.

Rientrato nella hall, si dirige verso la bionda receptionist, che lo sta guardando con gli occhi sgranati. Non capisce i movimenti di Luca, che le appaiono strani.

La signora Felici” fa il ragazzo, che muove la mani e lo sguardo in modo frenetico, “è per caso uscita con qualcuno?”

Non, Monsieur” risponde cortese.

Merci” fa Luca, avviandosi verso l’ascensore.

Una volta in camera Luca comincia a riflettere sulle prossime mosse. ‘Vado alla Gendarmerie?’ Scuote la testa. Ritiene inutile un simile passo. ‘Perderei un sacco di tempo senza essere creduto, perché la storia di Henri suona inverosimile’. Nel mentre Vanessa chissà dove è finita, pensa. Passare il confine, che dista solo un chilometro e fare la denuncia alla polizia italiana non avrebbe esito migliore. ‘Meglio tentare da solo’ si dice.

Estrae dalla tasca dei pantaloni il suo Samsung. Con lo sguardo cerca l’Iphone di Vanessa. In vista non c’è. ‘Speriamo che non sia nella tracolla’ si dice, rovesciandone il contenuto sul letto. C’è di tutto. Assorbenti, lucido per labbra, fard, portamonete, fazzoletti assortiti, chiavi, pillole varie e un paio di bustine di Control Retard. Luca sorride nel vederli. Il telefono comunque non appare. Tira un sospiro di sollievo. ‘Dunque è rimasto nei pantaloni di Vanessa’ fa con un lungo respiro.

Armeggia col suo smartphone. Cerca la app Cento passi tra le decine di icone che punteggiano il display. Sorride, perché è una app speciale, dono del suo amico Manetta. Manetta è un hacker buono, ammesso che ne esista uno. Ha creato un piccolo programma, un gioiello informatico sia per il suo Samsung che per l’Iphone di Vanessa. Questa app ufficialmente è nel Google Play come un innocuo programmino che conteggia i passi. In realtà una volta installata e collegata al PC diventa un oggetto che prende il controllo del sistema, senza che all’esterno si noti nulla di anomalo. Collegato al programma gemello, è in grado di fornire sia la sua posizione che quella dell’altro telefono e d’inviare messaggi di alert invisibili a chi non li conosce. Come chicca fornisce anche la mappa del percorso dello smartphone gemello. È già entrato in funzione a Rennes-le-Château durante la spedizione nella chiesa. Se per il Samsung è stato relativamente facile installarlo, sull’Iphone Manetta aveva dovuto aggirare le protezioni del sistema Apple, sfruttando una delle numerose falle dell’IOS. Questa app è molto particolare e sicura, perché funziona anche a dispositivo spento o con la batteria quasi esaurita. Infatti se il telefono viene chiuso, l’app si attiva e impedisce lo spegnimento totale, consentendo d’inviare l’informazione di geolocalizzazione e gli alert. In apparenza il telefono appare muto, mentre in realtà è attivo per questa sola funzione. Qualora il livello della batteria scenda sotto di una certa soglia percentuale, avvia lo spegnimento virtuale e rimane attiva solo questa.

Luca osserva la funzione attivarsi e stabilire un contatto con l’Iphone di Vanessa. Vede che il segnale della geolocalizzazione si muove. ‘Buon segno’ pensa, anche se non vuol dire nulla. Ricorda lo scherzo del dispositivo, inserito nella valigia della ragazza, che ha depositato su un’altra vettura. Henri avrebbe potuto fare la identica mossa, sistemando il telefono della ragazza dentro un’altra macchina. ‘Se fosse così’ si dice, ‘sarebbe un bel guaio’.

Luca attiva la mappa e nota che il dispositivo è sulla Turbie, sopra Montecarlo. Adesso deve prendere una decisione non facile. ‘Mi metto all’inseguimento subito’ si chiede, chiudendo gli occhi, ‘oppure domani mattina di buon ora?’

Guarda l’ora sono le venti e si sente molto stanco. ‘Ma per procedere ho la necessità di un secondo telefono’ si dice, mentre esce alla ricerca di uno store per l’acquisto e di una trattoria per mangiare qualcosa.

A tavola ricostruisce il percorso che ipoteticamente Henri e Vanessa hanno seguito. ‘Non ci sono state soste, salvo quelle legate al traffico’ riflette, allentando la tensione dei muscoli facciali. ‘Dunque è al momento con loro. Lasciato l’hotel si è diretto verso Montecarlo prima di prendere le strade del mitico rally’.

Tornato in albergo, paga il pernottamento in anticipo. Vuole essere libero di lasciare l’hotel a qualsiasi ora della notte. Decide per un breve risposo. ‘Un paio d’ore mi sono sufficienti per non avere un colpo di sonno’ si dice, distendendosi sul letto vestito. ‘Alle due parto alla loro caccia’. Punta la sveglia sul secondo Samsung, che ha comprato poco prima e si addormenta.

Mentone, 9 marzo 2016, ore diciotto e trenta

Pierre intuisce che ha una breve finestra per tentare il sequestro della ragazza. Il ragazzo deve cercare un posto per la macchina, la compagna ha la necessità urgente di un servizio. Lo percepisce da come lei si muove agitata e nervosa, da come stringe le gambe e dal viso congestionato per l’impellente bisogno. Apre il tablet e cerca Hotel Napoleon. In un attimo ha la pianta dell’albergo e i punti di debolezza. Scende senza chiudere la Mini, entra nella hall e segue la ragazza fino all’ascensore. Visto il piano di fermata, sale velocemente le scale per appostarsi vicino all’uscita del lift. Sorride, perché la necessità del servizio è talmente urgente, che non chiude la porta della camera. ‘Brava’ pensa, mentre si introduce furtivo dentro con la bomboletta di spray narcotizzante.

È nuda dalla cintola in giù, quando la vede di spalle, e tiene in mano mutandine e pantaloni. Spruzza e la prende al volo prima che cada per terra. Gli indumenti, che teneva, scivolano sul pavimento. Lui raccoglie i pantaloni per metterli alla ragazza, Non può perdere tempo con le mutande. Poi sorreggendola con un braccio, esce dall’uscita di servizio. Sa che non è presidiata per caricarla come un sacco di patate sulla Mini. Le mette la cintura di sicurezza per non correre il rischio di essere fermato da una qualche pattuglia di polizia e assicurarsi che non cada. Deve apparire come addormentata.

Sono poco più delle diciannove, quando mette in moto la macchina e parte dolcemente. Prende il tablet, posizionandolo sotto il cruscotto. Digita qualche indicazione e come per incanto appaiono le indicazioni stradali da seguire. Si muove con cautela. Cè un notevole traffico verso Montecarlo. Così un tragitto di mezz’ora si raddoppia in un amen.

Raggiunto Turbie, si dirige verso Sospell per poi puntare su Tende, dove ha deciso di sostare. Sembra un giro vizioso ma gli serve per depistare se qualcuno si fosse messo sulle sue tracce.

È quasi mezzanotte quando arriva a Tende. Ha prenotato presso Le Miramonti, annunciando che sarebbe arrivato tardi. La ragazza è ancora sotto l’effetto dello spray. La prende in braccio, fingendo che sia addormentata.

Domani mattina sveglia alle sette” chiede alla receptionist, prima di chiudersi nella stanza prenotata.

La depone sul letto, assicurandola con un paio di manette alla testiera del letto. Mette un bavaglio sulla bocca di Vanessa per evitare che richiami l’attenzione di qualcuno. Pierre si mette a dormire sul divano. Il sonno non tarda a venire.

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0 risposte a “Una storia così anonima – parte quarantanovesima”

            1. Prima io lo facevo saltuariamente, adesso cerco di farlo anch’io nel limite del possibile. Ti auguro una bella serata e tornerò a leggere questo post. A presto 🙂

  1. Mi piace tanto questo capitolo
    Spunti davvero interessanti: la scomparsa di Vanessa ad opera di Pierre, la tenacia e l’ affetto di Luca che non molla un passo e, a proposito di passi; esiste veramente l’ app, Cento Passi?…
    Comunque se esiste o meno…Sei geniale
    Grazie, caro Gian Paolo
    Alla prossima :aspettare è un piacere
    Abbraccio grande
    Mistral

    1. Grazie per le generose parole, Mistral. Per l’app… non saprei ma potrebbe essere. Geniale? No, semplicemente ho sfruttato le mie conoscenze informatiche.
      Un grande abbraccio
      Gian Paolo

    1. I dolci? Strepitosi! Imparata, meglio mia moglie 😀 , la ricetta a Bolzano. Sono dolcetti tipici del periodo delle feste di dicembre, San Nicola, Santa Lucia. Ha avuto sempre un successo strepitoso. Portati in tavola, spariscono in un amen 😀

  2. Bella puntata!! Questi sviluppatori di app sono grandi!
    Vedo che seguono un percorso defilato anche se non ci sono più frontiere da superare….chissà cosa ha in mente Henry!
    una volta da Olivetta passava chi cercava di aggirare la frontiera visto che c’erano meno controlli…
    Buona domenica☀️☀️☀️☀️

  3. Oh mamma è successo l’imprevedibile! 🙁
    Luca è un giovane sveglio e sarà sicuramente in grado di recuperare la sua Vanessa che al momento è in brutte mani. Per fortuna le tue abili conoscenze informatiche sanno dare un tocco di genialità al racconto per individuare il punto preciso dove è stata portata a questo punto la ragazza.
    I meravigliosi dolcetti pasquali che hai messo nell’immagine (complimenti alla tua Signora) sono un balsamo virtuale per alleggerire l’ansia di questo capitolo. 🙂
    Buona domenica Gian Paolo, un caro saluto

  4. mi potresti togliere e rimettere da caffè letterario perchè ricevo le email del mio blog intestate a quest’ultimo.
    Se si può senza perdere gli articoli grazie. qualcosa è andato in conflitto. ciao

      1. ho cambiato telefono ed è stato copiato mentre ancora si trovava su caffè. Lo vede come sito principale anche se cambio impostazione. Ho pensato che forse togliendolo un attimo….

              1. urka problema! accetto il tuo invito ma mi dice che la mia email è già esistente e anche l’username. In qualche modo risulto ancora. Non mi fa fare il login, dovrei cambiare email!😥

                1. Il problema sta nell’app del telefono. Wp sul telefono non lo uso. Credo, almeno a spanne, che l’app abbia memorizzato il precedente indirizzo e quindi per lui è un doppione. Ho controllato su Caffè, risulti come autore.
                  Prova a disinstallare l’app o a cancellare tutta la cache. Gli smartphone sono terribili.

      1. Ogni estate la passo a Cannes mio caro. Ed è facile da lì andare poi in giro e scoprire luoghi nuovi.La nostra amica Florence è come ho detto varie volte il nostro navigatore. Ciao

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