Sofia era distratta da un pensiero che non comprendeva nella sua pienezza. ‘Perché Laura ha telefonato a Marco?’ si chiese perplessa. ‘Perché lui si è precipitato immediatamente? Vogliono ricucire lo strappo?’
Non riusciva a concentrarsi in quello che stava facendo. La mente vagava tra dubbi e curiosità, mentre lei guardava in continuazione l’orologio, che pareva fermo tanto lentamente sembrava scorrere il tempo.
‘Basta!’ si disse, cercando di scacciare quei pensieri. ‘Basta con queste fantasie! Devo terminare la relazione entro stasera! Non ho scritto un rigo da quando sono rientrata. Penso sempre a loro. Accidenti! Quasi fossero i miei amanti che mi hanno abbandonata per strada’.
Si alzò dal tavolo con movimenti concitati, andando alla finestra per guardare fuori. Non doveva controllare nulla ma voleva ritrovare la concentrazione perduta. Era la domanda sul motivo del riavvicinamento tra Laura e Marco, che continuava a monopolizzare la sua mente. Sentì la suoneria del telefono. “Anche questo congiura contro di me!” sbottò ad alta voce, mentre leggeva sul display il chiamante. ‘Uffa!’ sbuffò innervosita. ‘Che vuole Matteo? Lo sa che non amo essere disturbata in orario di lavoro’.
“Ciao“ esordì Sofia con voce acida.
“Ciao” le rispose Matteo, che avvertì freddezza nella risposta. “Paolo è in crisi per Laura. Non so cosa fare. Posso chiederti un consiglio?”
“Porca miseria!” esclamò Sofia e poi tacque. Valutò la situazione, che si presentava ingarbugliata e imponeva un’attenta riflessione. ‘Laura e Marco insieme, almeno fino a stasera’ pensò. ‘Paolo in crisi come un ragazzino ai primi innamoramenti che chiede per interposta persona aiuto a me. Io in pieno marasma esistenziale per colpa loro’. Tutto le appariva interconnesso senza trovare il filo che legava ogni aspetto del rebus. Cercò di decifrare la situazione senza successo. La testa sembrava che dovesse esplodere da un momento all’altro. Aveva un’importante relazione da terminare entro poche ore ma non riusciva a concentrarsi. Doveva dare una risposta a Matteo.
‘Non posso rimanere in silenzio in eterno’ pensò, mentre era alla ricerca delle parole giuste per la risposta al quesito. ‘Cosa ho fatto di male per trovarmi coinvolta in questa intricata storia d’amore?’
“Scusa” disse, mentendo spudoratamente “Stavo riflettendo su quello che hai detto. La risposta è troppo articolata per dartela su due piedi. Rischierei nella fretta di passarti informazioni fuorvianti”.
Tacque un attimo prima di riprendere a parlare. “In questo momento sono impegnata con una grossa grana professionale” aggiunse, facendo una nuova pausa. “Lo sai che non voglio essere disturbata sul lavoro”.
Matteo era rimasto in silenzio per ascoltare quello che Sofia aveva da comunicargli. Non era una novità per lui che Sofia non desiderava essere disturbata durante la giornata su questioni private. Questo, ricordava bene, la innervosiva non poco ma aveva sperato che gli desse una risposta volante.
“Scusami” rispose Matteo, “lo so di avere infranto una regola che ci siamo dati. Ma Paolo è troppo in crisi per attendere che tu esca”.
Sofia cercò di moderare il tono della risposta, perché d’istinto avrebbe voluto dirgli ‘E chi se ne frega se è rincoglionito!’. “Matteo” fece la ragazza, “non riesco a liberarmi prima delle sette per darti una risposta. Alle otto, come sai, sono da Laura per cena”.
Sofia lo sentì sbuffare. “Che ne diresti se vieni a dormire da me, così ne possiamo parlare con calma?” gli disse, anticipando le sue rimostranze. “Ti telefono, quando mi libero da Laura, e mi raggiungi a casa”.
“Va bene“ sospirò Matteo, ritenendo inutile insistere, “anzi non va bene un bel niente”. Sono troppo amico di Paolo per abbandonarlo in questo momento, pensò Matteo.
“Hai ancora qualcosa da dirmi?” fece Sofia, che voleva chiudere la conversazione.
“No” rispose seccato. “Se non puoi ora, ne parleremo sotto le lenzuola. Ciao a stasera”.
“Ciao” replicò Sofia, che pareva una tigre in gabbia, muovendosi nervosamente nella stanza.
‘Al diavolo!’ imprecò sotto voce per i pensieri che non smettevano di disturbarla. ‘Al diavolo anche questa relazione!’ si disse Sofia, chiudendo la cartellina sulla sua scrivania. ‘Neanche se mi legassero alla sedia riuscirei a finirla! Vado da Bob e gli dico che per oggi smetto. Non è giornata! L’avrà domattina o il giorno dopo, quando sarò riuscita a controllare le mie azioni e i miei pensieri’.
Uscì dall’ufficio con largo anticipo rispetto al solito per riflettere. Doveva raccogliere le idee, doveva capire, se il riavvicinamento tra Laura e Marco era definitivo oppure no. Doveva comprendere troppe cose, che non la riguardavano e nemmeno la sfioravano e si incamminò verso piazza Cordusio. Era coinvolta controvoglia in una storia intricata dalla quale non sapeva come uscirne.
Mentre camminava, sperò di analizzare con più lucidità la storia che coinvolgeva Paolo, Marco e Laura. Tuttavia più pensava agli avvenimenti delle ultime ore, più si rendeva conto che c’erano troppi punti oscuri, di cui non conosceva i contorni. Un profondo senso di frustrazioni l’assalì, mentre la curiosità lasciava il posto ai dubbi e alle domande insolute.
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