Marco rifletteva sul rapporto avuto con Laura: era stato assai stimolante sul piano intellettuale, perché gli aveva permesso di crescere e maturare ma lo aveva deluso su un aspetto.
‘Non ho mai capito’ borbottò nel ricordare i giorni trascorsi insieme, ‘perché fosse così terrorizzata nel fare all’amore. La prima volta mi disse di non essere più vergine. In realtà lo era o almeno lo era parzialmente. Cosa sarà successo, quando lei credette di averla persa?’ Era una domanda del tutto inutile, perché non ne conosceva le risposte. L’unica, che la conosceva, si era rifiutata di fornirla.
I flashback, che andava a ricomporre, assomigliavano a una rete, strappata in più punti, che doveva essere rammendata con pazienza e precisione.
‘Laura non se ne è nemmeno accorta di essere stata finalmente deflorata. É stato un momento bellissimo per l’intensità della passione che ha raggiunto. In quei momenti ha scalato la montagna del piacere fino ad arrivare in cima, il diapason più alto. Successivamente non è stato altrettanto appagante, perché è sempre rimasta tesa senza abbandonarsi al piacere’. Ricordò che non aveva mai forzato i tempi, lasciando decidere a Laura, quando avere un rapporto e come averlo.
Rammentò un altro particolare, che l’aveva lasciato perplesso, anche se non l’aveva mai manifestato apertamente. ‘Aveva un’autentica fobia di spogliarsi davanti a me’ si disse, ‘doveva farlo senza la mia presenza’.
‘Quando finalmente potevo infilarmi nel letto’ ricordò, ‘scoprivo che aveva le mutandine, che adorava farsele sfilare con delicatezza da me. Le teneva fino all’ultimo istante per indossarle subito dopo, al termine del rapporto’.
Marco era convinto che non avesse avuto un buon rapporto col suo corpo e con la sua sessualità. Aveva provato ad approfondire l’argomento senza grande successo. O taceva o cambiava tema della conversazione: mutava di umore, che diventava scuro come il cielo per un improvviso temporale.
Rifletté che era stato un vero peccato che fosse mancato il piacere pieno del sesso. Fatta una breve pausa tornò a ragionare su questo punto.
Si domandò come sarebbe stata una futura relazione coniugale dal punto di vista sessuale. ‘Sarebbe rimasta conflittuale’ si chiese, ‘oppure Laura avrebbe aperto le porte del segreto che ha custodito con tanta decisione?’
Si chiese, se avrebbe avuto la stessa pazienza oppure il rapporto avrebbe risentito delle fobie sessuali di Laura, e giunse alla conclusione che non sarebbe mai stato ottimale o soddisfacente. ‘Credo’ rifletté, ‘che non riuscirei in un rapporto stabile ad assecondarla con uguale calma e pazienza. In questi cinque anni è stato un fatto occasionale’.
Ragionando con freddezza, adesso comprese che l’approccio al sesso non era stato costruito su basi valide, perché lui avrebbe dovuto insistere per chiarire ogni punto, senza lasciare punti oscuri.
Questo aspetto zoppicante e opaco della loro relazione aveva aggiunto un altro tassello alle motivazioni di chiudere. Si rendeva conto che non avrebbe funzionato in assenza di un chiarimento franco e chiaro.
A parte questo aspetto c’era sempre stato un rapporto leale tra loro senza sbavature o incomprensioni. Marco riconosceva a Laura che possedeva un carattere dolce e una personalità ben pronunciata. Rammentò le lunghe e pacate discussioni sul loro futuro. ‘Aveva chiare le idee’ si disse, ‘su come avrebbe sviluppato la professione al termine degli studi’. Aveva sempre sostenuto che non avrebbe mai accettato un’offerta di lavoro, anche economicamente allettante, se non l’avesse soddisfatta dal punto di vista umano e professionale. “Devo trovare empatia nelle persone” aveva detto una delle ultime volte che si erano visti. “Non riesco a lavorare con serenità se avverto dell’ostilità nell’ambiente di lavoro. Piuttosto faccio la donna di casa”. Lui aveva annuito più per compiacerla che per essere convinto della bontà del ragionamento. ‘Si fa presto a parlare così, avendo alle spalle una famiglia facoltosa’ pensò con amarezza Marco, facendo un parallelo con la sua.
Ricordò gli sguardi invidiosi dei compagni di corso per aver costruito con lei un sodalizio stabile mai incrinato da litigi o tradimenti.
‘Non per vantarmi’ si disse, ‘ma formavamo una bella coppia. Entrambi più alti della norma facevamo sembrare dei pigmei la maggioranza dei nostri amici. I suoi capelli di un bel colore rosso attirava l’attenzione dei ragazzi e non solo di loro’.
Si alzò dalla sedia, lasciando le immagini di Grazzano Visconti sparpagliate sulla scrivania. ‘Non ho saputo dare una spiegazione chiara a Laura’ rifletté, scuotendo la testa. ‘Né allora, né in seguito. Non ho avuto il coraggio di affrontare la questione con decisione. L’incapacità di assumermi le mie responsabilità non depone a mio favore. Pareggia il conto con le fobie sessuali di Laura’. Non aveva ancora finito le riflessioni sulla relazione e sui motivi che l’avevano portato a chiudere, quando udì la suoneria del telefono.
Non aspettava nessuna telefonata. Non voleva interrompere le sue meditazioni, che lo stavano portando, sulle onde del ricordo, a chiarire verso se stesso le motivazioni della rottura per poterle esporre in un ipotetico futuro anche a Laura.
Guardò il display. Inarcò una sopracciglia e rimase a bocca aperta per la meraviglia.
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