Vicinanze Limos, 22 novembre 1307, ora terza – anno secondo di Clemente V
“Sta nevicando” dice Fabienne, “non è prudente avviarsi verso la montagna”.
Pietro scuote la testa. É in ritardo per l’appuntamento che era fissato per la giornata precedente. La consegna avuta era precisa. Non la può mancare. ‘Se il cavaliere se ne è andato’ pensa il frate, ‘non potrò mai recuperare l’oggetto’.
“No, devo partire” dice con tono fermo. Gli dispiace lasciare le due donne sole ma non può lasciarsi commuovere. ‘Ho una missione da portare a termine’ riflette, ‘consegnare quello che ho legato saldamente alla cintola e ricevere lo scrigno di legno da conservare in luogo sicuro’.
“Prendete almeno un po’ di cibo che ho comprato con i vostri danari” lo esorta Fabienne.
“Tenetelo voi” replica con cortese decisione il frate. “A voi sarà più utile. Io sono in grado di procurarmene dell’altro. Chiedo solo di prendere un po’ di fieno e di granaglie per il mio bardo”.
Pietro affretta i preparativi della partenza. ‘Se in condizioni normali serve una mezza giornata a cavallo’ si dice, mentre infila nella sacca le poche cose che ha, ‘in condizioni difficili come queste non so quanto ci metterò’.
Fabienne guarda fuori. La nevicata è cresciuta in intensità e le nuvole hanno nascosto il bosco. Teme per il frate, che potrebbe perdersi, quando dovrà affrontare i primi contrafforti. ‘Di sicuro’ riflette la ragazza, ‘in montagna la neve potrebbe impedire l’avanzare del cavallo. Ma anche nel piano potrebbe smarrire il sentiero’.
“Non è prudente partire con questo tempo’ insiste la ragazza. “Se avete pazienza, domani o dopodomani ci sarà una giornata limpida”.
Pietro si ferma. Rimane sorpreso dall’affermazione di Fabienne. ‘Come può affermare questo?’ si domanda, prima di rendere esplicito il suo pensiero.
“Siete sicura che tra un paio di giorni al massimo tornerà il bel tempo?” chiede perplesso il frate. “Finora ho trovato tempo incerto o piovoso. Mai una giornata soleggiata”.
“Sì” replica convinta la ragazza.
“Come potete affermarlo con sicurezza?” fa Pietro, poco persuaso da quella affermazione. ‘Forse vuole impedirmi di lasciarle’ pensa il frate, guardandola dritta negli occhi.
“Lo so e basta” afferma Fabienne senza tentennamenti. “Il vento sta girando lentamente e cambia direzione. Prima spirava da settentrione. Ora tende a soffiare verso levante. Quando è diretto verso il mare, spazzerà via le nuvole”.
Visto come nevica a Pietro pare un discorso azzardato. Tuttavia un dubbio gli sorge. ‘Sono proprio le persone, come Fabienne, che conoscono i capricci del tempo’ riflette il frate. ‘Devo fidarmi oppure è solo una manovra diversiva?’ Alla fine decide.
“Rimango ancora una giornata” dice alla ragazza. “Poi partirò alla volta di Rhedae qualunque sia il tempo”.
Limos, 22 novembre 1307, ora terza – anno secondo di Clemente V
Louis decide di partire anche se il tempo volge al brutto. Sta nevicando con forza ma non può concedere alla preda dell’altro vantaggio. ‘Non conosco la strada’ si dice. ‘Qualcuno del paese mi farà da guida’. Si consulta col prevosto, che gli suggerisce Bernard Quinou, un montanaro che conosce sentieri e pericoli.
“Ma questo Bernard accetterà?” chiede Louis.
“Non saprei” risponde il sacerdote. “Provate a chiedere”.
“Dove lo posso trovare?” si informa l’uomo.
Il prevosto riflette prima di replicare con l’indicazione. Dubita che il montanaro si metta al servizio di quel cavaliere, che ha suscitato commenti non troppo benevoli in paese. Lui conosce bene il suo gregge e sa come prenderli per il verso giusto. Gli è indifferente Louis ma qualcosa gli suggerisce di rimanere neutro, fuori dalla questione.
“Lo trovate nell’ultima casa del paese. Siate diplomatico nel parlargli” gli suggerisce il sacerdote, che si allontana nella canonica.
Louis bestemmia sottovoce. ‘Nessuno mi vuol dare una mano a catturare il templare’ pensa arrabbiato. ‘Se potessero, mi pianterebbero una spada nella schiena’. Prende il mantello e si avvia alla ricerca di questo Bernard. Per convincerlo usa le maniere forti.
Partono per Rhedae sotto una bufera di neve. Più volte si devono fermare per ripararsi dal vento che impedisce loro di proseguire. All’ora nona sono sul fiume che funziona da confine con la marca catalana. Louis sa che passato il ponte si trova in un territorio ostile. Il vento sta calando d’intensità e la neve cade più dolcemente. Al vespro, immersi nel buio raggiungono il borgo fortificato di Rhedae, trovando riparo nel castello di Hautpoul.
Louis non rivela chi è e dice di essere un viandante diretto al di là delle montagne, in Catalogna.
“Pensate seriamente di riuscire a passare dal valico di Bugarach?” gli chiede il comandante del castello.
“Lo devo” replica secco Louis. Lui sa che in quest’area i templari sono ancora forti e rispettati. Deve quindi nascondere la natura della sua presenza e i motivi che l’hanno spinto fin qui. Tuttavia deve chiedere se Pietro da Bologna è arrivato in paese o è passato dal paese diretto in Catalogna. Deve usare prudenza nelle parole e nei modi.
“Ma il valico” dice Louis, di cui ignora il nome, “è percorribile?”
“Non credo” replica il comandante, che si scalda accanto al camino. “Da giorni nessun viandante è passato dal villaggio diretto verso il Pic de Bugarach o proveniente da lì”.
Louis un’informazione l’ha ottenuta. Il frate non è stato da queste parti negli ultimi giorni. Quindi può tornare verso la pianura e dirigersi verso Carcasum e i porti della Linguadoca.
“Dunque non posso scavalcare le montagne?” insiste Louis.
“No” risponde il comandante. “Se dovete andare in Catalogna, vi conviene recarvi sulla costa e arrivarci via mare”.
La mattina seguente la neve cade con minore intensità. Louis, dopo aver ringraziato per l’ospitalità, riprende la strada verso Carcasum, accompagnato da Bernard Quinou.
Vicinanze Limos, 23 novembre 1307, ora terza – anno secondo di Clemente V
Pietro si alza al primo albore per le consuete orazioni del mattino. Al termine si reca a controllare lo stato del suo bardo. Trova Fabienne che sta mungendo la capra per ottenere un po’ di latte per loro e per il frate.
“Buondì, Fabienne” dice con cordialità Pietro.
“Buongiorno” risponde la ragazza senza distogliere l’attenzione da quello che sta facendo. “Come avete potuto constatare, il tempo sta virando verso il bello”.
Il frate annuisce, osservando con quanta perizia e delicatezza ricava del latte da quella bestia magra e malnutrita. In effetti la neve non scende più e il cielo tende ad aprirsi. Pietro aspetta paziente il termine dell’operazione di mungitura per aiutare Fabienne a trasportare il recipiente col latte, che fuma per il freddo della giornata.
Pietro, dopo una frugale colazione a base di latte di capra e pane nero di segale, si sincera delle condizioni della donna inferma. “Mi raccomando” esorta il frate, “date due pozioni delle erbe che vi ho lasciato a vostra madre. Nel giro di pochi giorni dovrebbe ristabilirsi”.
Fabienne annuisce e chiede di nuovo di accompagnarlo, ricevendo un altro diniego. A malincuore lo saluta dalla porta, vedendolo allontanarsi verso il bosco.
Pietro procede con lentezza e cautela. La neve alta, che tende a ghiacciare, può nascondere delle insidie nascoste. Presta attenzione ai rumori, allertando i suoi sensi. Non desidera incrociare quel cavaliere che Guillaume de Nogaret ha messo alle sue calcagna. Si ferma più volte per far riposare il cavallo. Gli pare di udire in lontananza delle voci e cerca invano di trovare un rifugio nel bosco ricoperto di neve. Per fortuna il tempo tende a migliorare, anche se il freddo è pungente. Qualche spira di sole fa capolino tra le nubi bianche, che corrono verso levante.
É l’ora nona, quando Pietro vede in lontananza un villaggio. Fabienne gli ha spiegato che, quando arriva a un borgo fortificato, vicino a un fiume, deve prendere il sentiero mediano. Salendo verso la montagna, arriva a Rhedae. Fino a quel momento non ha incontrato fiumi ma solo piccoli rigagnoli ghiacciati. Deve decidere se quello è il borgo, da cui parte la strada che deve prendere. ‘Mi avvicino’ si chiede Pietro, ‘oppure gli giro attorno?’ Tuttavia sa che in quel villaggio c’è il ponte che gli permette di superare il fiume. Quindi è inevitabile che debba entrarci.
Si sta avvicinando, quando scorge due cavalieri in lontananza. Senza indugio si dirige verso occidente, lasciando il sentiero finora seguito. Deve fare in fretta per non incrociarli. Un presentimento gli suggerisce che uno dei due sia quel cavaliere che lo sta inseguendo. Trova un capanno abbandonato e si nasconde dietro. Scende da cavallo e osserva i due uomini che avanzano. Non ha avuto tempo di occultare le sue tracce e spera che proseguano verso Limos.
Louis si ferma dove Pietro ha cambiato strada. Osserva dove le tracce vanno. É tentato di seguirle ma l’oscurità incipiente lo scoraggia. Sa che rischia di trovarsi nel buio della sera senza essere giunto a un villaggio. Quinou mostra impazienza di tornare alla propria abitazione. Quindi riprendono di buona lena il viaggio verso casa.
Pietro osserva i due allontanarsi e non si muove finché non sono scomparsi all’orizzonte. Decide di ritornare sul sentiero molto più a sud di quanto l’ha lasciato. É buio, quando raggiunge il borgo, che effettivamente sta sulla sponda di un fiume. Prima di entrare si prostra a terra verso levante per ringraziare Gesù, Maria e Maddalena per il sostegno dato.
Si sistema nell’unica locanda. Il cavallo è sfinito. Lui è stanco e affamato.
Domani di buon’ora, sperando che il tempo tenga, partirà per Rhedae.
‘Chissà se il cavaliere mi ha aspettato’ si dice, assaggiando una zuppa di cavoli e piselli.
Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sottoscrivi il form.
Tu novela es atrapante, gracias, un abrazo muy grande de una amiga que te quiere y admira!!!
Gracias, Lili! Una tarde tranquila y un gran abrazo
Bello…
Grazie
Mi piace la cura che poni nel delineare i caratteri dei personaggi regalando loro un proprio personale bagaglio di conoscenza siano essi protagonisti di rilievo o semplicemente figure di minore spicco.
Luca e Vanessa hanno avuto buon fiuto, hanno seguito la pista giusta e la storia piano piano convince sempre più (ammetto che mi sta molto a cuore la sorte di frate Pietro da Bologna, un monaco coraggioso che dorme male e mangia poco, spesso inseguito pure da loschi figuri …).
E dopo una calda zuppa di cavoli e piselli qualcosa dovrà pur accadere …
Complimenti, il racconto scorre fluido e piacevolmente sorprende.
Resto in attesa di un nuovo capitolo, un abbraccio
Sono lusingato delle tue generose parole. Mi fa piacere che segui questa storia, questa doppia storia in parallelo, che sto tentando di far correre verso il finale.
Ho esaurito i capitoli scritti, adesso devo inventare quelli nuovi.
Nel mentre ricambio l’abbraccio
La storia mi cattura sempre di più, senza mai un momento di noia
Mi piace , oltre alla tua bravura, la preparazione accurata che pemette di apprezzarla ancora di più. Riuscirà Pietro a seminare, ancora una volta Louis?…
Sono una grande fan del frate.
Complimenti caro Gian Paolo, sei veramente bravo
Ti abbraccio, augurandoti una bella sera
Mistral
Grazie, Mistral! Le tue parole mi spronano a fare ancora di più. Anch’io tifo per Pietro. Non si nota?
Bacioni
Gian Paolo
Ancora il sapiente uso della caratterizzazione dei personaggi.
Un caro abbraccio.
Grazie per le belle parole
Un caro abbraccio
Sempre avvincente il racconto ,nell’attesa di arrivare finalmente alla meta lasciamo Pietro a gustarsi una meritata zuppa!
😀😀
Lasciamolo riposare in pace.
Grazie per la tua attenta presenzaNotte
Avvincente e davvero piacevole nella lettura. Ogni volta che leggo ho l’impressione di seguire Pietro anch’io troppo mi piace tutto questo mistero. Sei come al solito bravissimo. Un forte abbraccio al caro amico Gian Paolo. Isabella
Grazie per le tue generose parole. Mi fa piacere sapere che òa storia sia avvincente
Sereno pomeriggio
Gian Paolo
Dolce sera mio caro . Un abbraccio e un sorriso. Isabella
Dolce notte, Isabella
Ps Bella anche la foto personale
Un piatto 😀
Simpatico . Bacino serale
Grazie col bacino serale