Villa d’Este è un must nel campo degli eventi organizzati, è la cornice ideale per ospitare forum e meeting. Tuttavia se l’organizzazione è convenzionale, un cliché già visto in altri posti, l’avvenimento vivacchia senza infamia e senza lode. Questa era la situazione dell’incontro annuale con la clientela, quando Matteo cinque anni prima era entrato nello studio, come giovane praticante in attesa di iscriversi all’albo professionale.
Subito si era fatto notare per le idee innovative nella gestione dei clienti. Aveva portato una ventata di rinnovamento al suo interno. Il gran capo pensò di affidargli il compito di organizzare il meeting di quell’anno per metterlo alla prova e valutarne le capacità organizzative.
Matteo portò piccoli aggiustamenti nella coreografia generale, come la cena di saluto, presentazioni grafiche più accattivanti, riscuotendo il generale consenso. Negli anni successivi migliorò il taglio degli interventi e la loro lunghezza, rendendo più snello e funzionale il programma. Queste modifiche fecero decollare l’evento, tanto che in questa edizione il numero delle adesioni era superiore ai posti disponibili e si erano dovute rifiutare a malincuore molte partecipazioni.
Le novità più interessanti apportate erano l’aperitivo di benvenuto, il venerdì sera, e il pranzo di gala, la domenica a mezzogiorno a chiusura del meeting. Questo aveva favorito la presenza femminile, di solito assai scarsa. Per il prossimo anno Matteo pensava di organizzare attività e incontri per le mogli e le compagne in modo tale da abbinare a un evento professionale uno mondano. Aveva dodici mesi di tempo per tradurre queste idee in realtà.
Laura e Sofia raggiunsero Villa d’Este verso le diciannove accolte da Matteo.
“Alle venti e trenta c’è la cena di saluto. Vi aspetto puntuali alle venti al bar Canova per il drink di benvenuto” disse, prima di tornare nella hall ad accogliere altri partecipanti.
“Non abbiamo molto tempo per sistemarci e renderci presentabili” fece Sofia leggermente in affanno come una scolara al primo giorno di lezione.
“Comincia per prima” rispose calma Laura. “Mi devo cambiare l’abito e darmi una sistemata a trucco e capelli. Non ci metto molto”.
Alle venti in punto splendidamente vestite fecero il loro ingresso nel bar Canova. Sofia indossava un abito lungo di Armani, che fasciava con eleganza la sua figura tonica e snella. Due orecchini e una collana di perle ornavano il viso. Laura aveva un vestito più anonimo. Un tubino scollato nero che valorizzava la capigliatura rossa. Una paio di scarpe di Rossi dal tacco modesto erano il perfetto proseguimento della caviglia snella.
Tutti si voltarono ad ammirarle, perché non potevano passare inosservate.
“Da dove sono sbucate quelle due deliziose fanciulle?” chiese a un vicino un grassone incuriosito ed eccitato.
“Chiedilo al dottor Minati, visto che le sta salutando con tanta cordialità” rispose l’altro con una punta di ironia, venata di invidia.
In un consesso di soli uomini o quasi le due ragazze rappresentavano un tocco di grazia femminile, che si notava vistosamente, anche se fossero state meno attraenti.
Una processione di uomini si recò in pellegrinaggio da Matteo per farsi presentare le nuove arrivate, che nessuno conosceva e che tutti avrebbero voluto come accompagnatrici.
Laura e Sofia catalizzarono le attenzioni di tutti i partecipanti, mentre il clima si andava scaldando. Il meeting sembrava nato sotto una buona stella. Attorno a loro si radunò un bel gruppetto di persone attratte dalle loro figure eleganti e dal conversare brillante e piacevole. Chi non era riuscito a parlare aveva cominciato a malignare sulla loro provenienza.
“Sai” disse uno con fare saccente al vicino, “ho visto le loro foto sul web. Quelle gallerie fotografiche di belle donne”.
“Sei sicuro?” chiese incuriosito l’altro. “Non mi sembrano due ragazze copertina! Ti ricordi il link?”
“Beh,“ replicò il primo incerto, “assomigliano tutte. Forse non sono loro”.
“La rossa, la più bella tra le due, deve essere la nuova fiamma del dottor Minati” disse un invitato all’amico. Poi aggiunse una battuta a doppio senso. mentre sogghignava compiaciuto.
“Ma no!” replicò l’altro. “Ti sei confuso! La compagna è la morettina. La rossa è l’amica del dottor Renati”.
Ognuno diceva la sua. Tutti ascoltavano e guardavano con ammirazione le due ragazze, che si destreggiavano con grazia tra un drink e una battuta pronta e accattivante col sorriso sulle labbra. Sembravano quei fiori di campo sui quali in continuazione farfalle e api si posano per succhiare polline e profumo.
Il meeting rappresentò un autentico successo per Matteo, il migliore in assoluto da quando era stato organizzato la prima volta. Le edizioni iniziali avevano avuto un discreto successo ma niente di più. Tutti erano rimasti soddisfatti dell’organizzazione, della cornice, dei contenuti e aspettavano con impazienza il pranzo di gala a chiusura delle due giornate di presentazioni.
La domenica mattina comparve Paolo che si aggregò un po’ imbronciato e senza troppi entusiasmi, mentre Matteo poté dedicarsi alle due ragazze.
Laura storse il naso, vedendolo. Pensò che Matteo avrebbe dovuto avere la gentilezza e la compiacenza di avvertirla della presenza dell’amico. Non trovava corretto il suo comportamento. Mentre i pensieri e la rabbia invadevano la testa, cercò di calmarsi. ‘Pazienza’ si disse, ‘facciamo buon viso a cattiva sorte’.
Sofia rabbuiò in viso, perché ricordava bene quella sera durante la quale Matteo le aveva chiesto con insistenza un mare di notizie su Laura. Quelle domande avevano un scopo ben preciso: non erano per parlare in generale sull’amica ma per recepire informazioni da trasmettere a Paolo. Questo le lasciava in bocca una sensazione di amaro. Entrambe non mostrarono segni di malumore esteriormente, mentre dentro di loro ribolliva l’ira.
Matteo aveva pensato di distribuire gli invitati in modo tale che ogni tavolo avesse almeno una presenza femminile e l’attribuzione dei posti fosse mirata a mescolare tra loro le persone per favorire l’atmosfera conviviale.
Sistemò Laura e Sofia strategicamente con i clienti primari dello studio. Lo scopo era duplice. Il primo era che senza dubbio erano le donne più concupite dai partecipanti. Il secondo avrebbe consentito loro di allacciare nuove conoscenze utili in futuro.
Paolo venne collocato insieme ad altri invitati brillanti e danarosi, che avrebbero potuto rappresentare per lui potenziali clienti.
Il capo di Matteo, soddisfatto sia della qualità del meeting che dell’atmosfera, che si stava creando nella sala, passò accanto a Matteo. “Hai avuto ottimo fiuto a invitare quelle due ragazze” gli disse con lo sguardo sornione. “Sono carine quanto basta per attirare gli sguardi degli uomini senza fare ingelosire le altre donne, hanno comunicativa e sanno gestirsi con intelligenza e discrezione”.
Paolo non era contento perché aveva pensato di trascorrere la giornata con Laura, mentre aveva scoperto di essere stato usato da Matteo per intrattenere gli invitati.
‘Mi ha fregato come un’allodola con lo specchietto di Laura!’ pensò. masticando amaro e digrignando i denti. ‘Per fortuna ha avuto buon gusto e sensibilità di inserirmi in un gruppetto utile per la mia professione’.
Il pranzo di gala fu servito sulla veranda ristorante da cui si poteva ammirare lo splendido paesaggio sui giardini della Villa e sul lago di Como.
Era pomeriggio inoltrato quando lentamente Villa d’Este si andò svuotando dai convitati, mentre Matteo li salutava a uno a uno, dando loro appuntamento al prossimo anno.
Paolo poté conversare con Laura senza il timore di essere interrotto da qualche inopportuno in cerca di nuove conoscenze.
“Ti ho cercato in queste settimane“ disse con tono di rimprovero non troppo mascherato, “ma non mi hai mai risposto. Dove sei stata?”
Laura, stanca ma soddisfatta per le due giornate trascorse a Villa d’Este, gli rispose in modo freddo e distaccato, senza mostrare il minimo interesse verso di lui, ignorando le frecciate.
Paolo avvertì che non era cambiato nulla rispetto alla prima volta. Capì che, se voleva conquistarla, doveva sudare la fatidiche sette camicie o sobbarcarsi le mitiche fatiche di Ercole.
‘Pazienza! O divento Ercole oppure resto Paolo’ si disse, sospirando, e cominciò a parlare con Sofia e Matteo, ignorando di proposito Laura, che ascoltò in silenzio senza partecipare alla conversazione. ‘Ho la gola secca per le chiacchiere’ pensò, ‘un po’ di riposo non guasta’. Si sentiva stanca per la tensione e appagata per le nuove conoscenze.
Sofia, vedendo l’amica silenziosa in disparte, la prese a braccetto. “Ragazzi” disse sorridente, “siamo rimasti solo noi. E’ stato un magnifico week end, allietato da tante piccole e graziose sorprese. Che ne direste di salire in camera e di caricare le valigie sulle macchine per rientrare alla base?”.
Invitò tutti a casa sua, precisando che il frigo era vuoto.
Risero e si ritrovarono da Sofia per chiudere le due giornate di svago per le ragazze e di lavoro per Matteo.