Una storia così anonima – parte ventinovesima

foto personale
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Poitiers, 26 febbraio 2015, ore dieci

Intraprendente il nostro Pietro” chiosa Luca al risveglio. “Parte per il sud della Francia senza nemmeno avere un’idea dove si trova la meta”.

Vanessa non risponde. Vorrebbe dormire ancora dopo la maratona del giorno precedente e la lettura notturna. Si copre il viso con le lenzuola.

Toh!” esclama il ragazzo divertito. “La nostra mancata pescatrice!”

Luca consulta le mappe online per valutare quante ore servano per raggiungere Rennes-le-Château. Tuttavia adesso ha fame. ‘Ieri in pratica abbiamo fatto un solo pasto e molti chilometri’ si dice, mentre chiude il computer. ‘Una bella colazione a base di viennoiseries calde e caffè nero bollente ci vuole proprio. Ma posso abbandonare Van?’ Scuote il capo. Sa che, se lo facesse, glielo rinfaccerebbe per il resto della sua vita.

Pensa a Henri e allo scherzetto che gli hanno fatto. Dubita che lui non ritorni presto a seguirli come nei giorni passati. ‘No, no. Non ce lo abbiamo tolto dalle palle. É un mastino. Conosce il percorso di Pietro. Quindi ce lo ritroviamo a Rennes-le-Château di sicuro. Spero qualche giorno dopo il nostro arrivo’ riflette, mentre sta escogitando un sistema indolore per tirare giù dal letto Vanessa.

‘É una brava ragazza. Una vera amica, che non esiterebbe a gettarsi nel fuoco pur di salvarti. Però te la raccomando con quel caratterino che si ritrova’ ghigna Luca, che apre con delicatezza le imposte. La stanza viene inondata dai raggi del sole. La giornata, dopo diversi giorni, è serena. Alcuni la colpiscono in viso.

Sei impazzito” strilla Vanessa, mettendosi ritta con una mano sugli occhi.

Il ragazzo sorride. La mossa non gli sembra che sia stata particolarmente astuta. Non ha pensato alla giornata serena dopo tanto grigio e nuvole nere. ‘Dovrò pagar dazio’ si dice ‘ma almeno è sveglia’. Evita qualsiasi battuta per non peggiorare la situazione.

Non hai fame?” fa Luca sornione. “Io ho un buco nello stomaco”.

Ordina la colazione in camera” afferma con decisione la ragazza, che appare piuttosto irritata. “Ho sonno e vorrei dormire”.

Non ti ricordi che ieri sera ci hanno detto che non servono la colazione in camera?” dice il ragazzo. “E poi sono già le dieci. Le colazioni le servono fino alle nove e mezza”.

Vanessa sbuffa, scende dal letto per avviarsi al bagno. “Sei un negriero! Me la pagherai” afferma la ragazza, chiudendo la porta alle spalle. “Sono quattro giorni che mi fai girare come una trottola”. Urla per farsi sentire.

Luca sorride, perché alla fine non si è arrabbiata più di tanto. “Ci aspettano più di cinquecento chilometri e quasi otto ore di viaggio”.

Non ci penso proprio” strepita attraverso la porta chiusa. “Come minimo si spezza il tragitto in due tappe. Ho il culo piatto a forza di stare seduta in macchina. Almeno fosse comoda”.

Luca sorride. ‘Il culo piatto? No, è sodo e tondo come una zucca violina’ si dice, mentre si prepara per lasciare la stanza.

Si fermano in una sala da tè poco distante dall’albergo, dove hanno alloggiato. Fanno una ricca petit dejeuner, che costa più un pranzo. Mangiano senza parlare più di tanto. Hanno sempre la bocca piena. Non è da educati farlo.

Possiamo fare un tragitto breve oggi e uno lungo domani” fa Luca, mentre sta guidando verso Limoges.

La ragazza non risponde subito. Il breve per Luca significano centinaia di chilometri. Quindi non c’è da fidarsi.

Spiegati meglio” dice Vanessa sulla difensiva, controllando la voce.

Il ragazzo ride. ‘Diffidente, Van’ pensa. “Se ci fermiamo a Brive-le-Gaillarde” comincia Luca, subito interrotto da Vanessa.

Niente nomi. Spara chilometri e tempi” esclama la ragazza.

Ho capito, ho capito. Sta tranquilla che oltre alla località ti avrei ragguagliata con chilometri e ore” dice Luca.

Tranquilla, mica tanto. Sei un negriero. Mi svegli all’alba, mi fai fare migliaia di chilometri al giorno, mi costringi a leggere fino a notte fonda. Posso stare tranquilla con te?” fa Vanessa, per nulla convinta dalle parole del compagno.

Luca ride di gusto, mentre la ragazza schiuma di rabbia.

E va bene. Allora il tragitto breve di oggi è di duecento e diciannove chilometri. Poco più di tre ore di marcia. Mentre la tappa di domani, sono trecento e tredici chilometri con quattro ore di cammino. Più o meno. La tappa sarebbe a Brive-le-Gaillarde” fa il ragazzo, che aspetta commenti dall’amica.

La seconda opzione, quale sarebbe?” dice la ragazza con tono ironico.

Si prosegue fino a Cahors. Chilometri trecento e dodici. Oltre quattro ore di viaggio. La seconda tappa è di soli duecento e ventisette chilometri e circa tre ore” conclude Luca.

Vanessa spalanca gli occhi gli occhi verdi e scoppia in una risata.

Sono stato divertente?” chiede il ragazzo, contagiato dall’ilarità della compagna.

Sì!” fa la ragazza. “Ora pensa a guidare. Quando siamo quasi a …”

Brive-le-Gaillarde” suggerisce il ragazzo.

Ci siamo capiti” dice Vanessa che continua a ridere. “Decidiamo se farci un’altra ora di viaggio oppure no”.

La stanchezza e il buio consigliano di fermarsi a Brive-le-Gaillarde. Hanno trovato traffico, che ha rallentato la loro marcia. Sono quasi le diciotto quando entrano nella città.

La mattina seguente si mettono in viaggio per Rennes-le-Château. La giornata è grigia. Dense nuvole li accompagnano fino a Couiza, dove iniziano i primi contrafforti dei Pirenei orientali. Le nubi basse non permettono di vedere né il colle dove sta la cittadina, né le cime delle montagne che dovrebbero essere alle spalle. Si inerpicano per una strada che taglia in due un bosco, che appare spoglio in questo periodo. Scheletri con le mani verso il cielo immersi nella nebbia.

Sembra di essere a Ferrara in Novembre” chiosa Luca, immerso in una foschia densa e lattiginosa.

Pensa a guidare” lo rimbrotta Vanessa. “Non ti distrarre con accostamenti inutili”.

Fatto l’ennesimo tornante sbucano fuori dalla nuvolaglia e vedono davanti a loro una cittadina arroccata sulla collina.

Ecco!” esclama Luca “Siamo arrivati”.

Vanessa stringe gli occhi ma non riesce a vedere quasi nulla. Quello che nota tra i rami spogli di piante enormi sono delle creste di un bianco sporco, che elevano le mani verso il cielo sereno.

Ma dove?” chiede la ragazza.

Il ragazzo guida con prudenza. La salita non è ripida ma deve fare attenzione.

Ora si è nascosta” dice sollevando per un istante gli occhi verso l’alto. “Ma tra poco… Ecco si vede la torre e qualcosa che assomiglia a un castello”.

Vanessa scuote il capo. Osserva qualcosa che poi si nasconde. Dopo l’ennesima giravolta il paese si presenta davanti a loro. Sembra disabitato. Grandi parcheggi fuori il perimetro delle abitazioni vuoti. Non si nota nessun movimento. Né di pedoni, né di auto.

Ma sei sicuro che sia questo il posto?” domanda Vanessa per nulla convinta.

Sì” fa Luca che si ritrova dinnanzi al naso un cartello, che non riesce a comprendere.

dal sito di Rennes-le-Chateau
dal sito di Rennes-le-Chateau

I fogli sono interdetti?” fa il ragazzo con ironia. “Che cavolo vuol dire?”

La ragazza ride con le lacrime agli occhi, mentre Luca entra nel centro abitato. La guarda stupito, perché non comprende l’ilarità dell’amica. Scuote il capo. ‘Non conosco il francese’ pensa ‘ma mi hanno sempre detto che assomiglia tanto all’italiano’.

Vuoi sapere cosa vuol dire?” fa Vanessa, mentre Luca parcheggia in un piccola piazzetta circondata da case basse.

Non muoio dalla curiosità. Però se vuoi” dice il ragazzo interrompendosi.

Dice semplicemente che gli scavi nel territorio comunale sono proibiti” traduce la ragazza.

Ma non dobbiamo scavare un bel nulla” afferma Luca, che spegne il motore. “Ci facciamo quattro passi in questa metropoli?”

Vanessa annuisce. Infila il piumino nero e lo chiude per bene. Il freddo è pungente. Intorno la neve arriva a quote basse. Girano per le strade, che sono deserte. Sembra che tutti siano chiusi in casa. Un solo ristorante è aperto con un unico cliente.

Toh! Chi si vede!” esclama Luca, come se si aspettasse quella vista.

Chi?” domanda curiosa Vanessa.

Il nostro Henri” fa il ragazzo, accennando con la testa l’avventore solitario del locale. “Ha capito che l’abbiamo fregato e senza perdersi d’animo è arrivato qui”.

La ragazza si aggrappa al braccio dell’amico, come per rincuorarsi. “E ora che facciamo?” chiede.

Nulla” dice Luca. “Mi sono appuntato un paio di gite”.

Cosa?” domanda scandalizzata Vanessa.

Il ragazzo si schernisce. “Lo sai che il francese non lo mastico. Sul sito di Rennes compare questo nome les gites, che sono forniti di camere. Chambres, sono sicuro, vuol dire camere. Poi il numerino, tre, è chiaro e lampante”.

Vanessa ride, mentre si stringe ancora di più addosso a Luca. “Impara le lingue” chiosa la ragazza. “Gite significa alloggio. Probabilmente è un bed & breakfast. Dove si trova?”

Quasi di fronte a dove abbiamo parcheggiato” dice il ragazzo. “Però avrei fame”.

Hai il verme solitario?” lo rimbrotta la ragazza. “Sai dire solo ‘ho fame’. Andiamo a vedere se hanno camere libere. Poi ti accontento. Ti porto al ristorante”.

Come è buona lei!” replica sarcastico il ragazzo. “Se sono libere tutte e tre, le blocco. Così Henri rimane a bocca asciutta”.

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0 risposte a “Una storia così anonima – parte ventinovesima”

  1. A very well penned installment… I much enjoyed teh interaction between the characters and the dialogues they have … They seem very keen and witty, indeed.
    Sending best wishes. Aquileana 🐉☀️

  2. Storia accattivante aspetto con ansia il prossimo capitolo. Rennes le Chateau mi intriga e sono curioso di sapere sti due che troveranno lì 🙂

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