Lopapa rilegge gli appunti di quanto ha dichiarato Ludmilla. C’è qualche spiraglio per arrivare alla soluzione ma non riesce a coglierlo completamente.
“Dunque il killer è ancora a Ferrara” esordisce il magistrato.
“Avevi ragione. Non si è mai allontanato. Mi domando il perché” dice Ricardo.
Lopapa si gratta la guancia, ricoperta di peli ispidi e neri per la barba che è cresciuta. Questa mattina non ha potuto rasarsi come il solito, essendo venuto direttamente in ufficio. Gli prude come le domande che vorrebbe fare ma non può. Riflette su un punto e lo espone al commissario.
“Dobbiamo rintracciare a tutti i costi Antonio Lopiccolo. Penso, anzi ne sono quasi certo, che darebbe la spinta definitiva alla soluzione dei due omicidi” dice riprendendo il foglio che qualche ora prima Ricardo ha preparato e ci aggiunge un nome.
“Sì. Credo che ci porterebbe sulla strada maestra. Ma dove lo cerchiamo?” domanda il commissario con fare dubbioso.
“Dobbiamo interrogare Maria Russo. Hai detto che un’agente le fa compagnia?”
“Sì”.
“Telefonale e dille di accompagnarla nel mio ufficio” aggiunge chiudendo l’argomento.
Lopapa si concentra su un’informazione che Ludmilla ha detto nella lunga deposizione ‘sei anni prima la madre è tornata a Lecce e la figlia è rimasta a Ferrara. Per quattro anni non si sa come abbia vissuto prima di essere assunta nella finanziaria…. La madre l’ha definita zoccola‘. Qualcosa non gli torna. Una madre, che dà della puttana alla figlia solo perché vive da sola lontano dai famigliari, non è plausibile, né credibile. Scuote il capo. Gli appare strano questo epiteto di Maria nei confronti di Teresa. Ci dev’essere qualcosa d’altro che le suggerisce di disprezzarla così ma per il momento è solo un’idea. Dovrà verificarla.
Al termine della telefonata, mentre Lopapa riflette, Ricardo si concentra sul killer. “Ferrara tutto sommato è una città sufficientemente tranquilla. Tanti piccoli pusher, una banda che sta dando del filo da torcere coi botti del bancomat e poco altro. Infiltrazioni malavitose basse, anche perché il tessuto economico è talmente liso, che si legge la trama!” si dice ridendo. “Potrebbe essere il posto ideale per rimanere anonimi. Non sarebbe la prima volta. Qui ognuno pensa ai fatti suoi. I miei informatori non segnalano nulla di anomalo. Quindi il killer deve essere passato inosservato. Gli alberghi non sono moltissimi. Quindi dovrei fare in fretta a rintracciarlo, se è ancora in città, come sostiene Carmelo”.
“Ho riflettuto” inizia Lopapa. “E sono giunto alla conclusione che la Russo non ha chiamato la figlia zoccola tanto per dire qualcosa di spregiativo”.
“Stai dicendo che la Lopiccolo esercita o ha esercitato il mestiere più vecchio della terra?” chiede Ricardo, strizzando gli occhi.
“Precisamente” chiosa il magistrato, sorridendo.
“E come lo possiamo provare?” domanda curioso il commissario.
“Al momento non lo so. Di certo non a casa sua ma altrove”.
“E’ come cercare un ago nel pagliaio” esclama Ricardo.
“Ma tu sei abilissimo nel trovarlo” si burla di lui Lopapa.
Una franca risata accompagna l’ultima battuta. Stanno per aggiungere qualcosa, quando sentono bussare alla porta.
“Avanti” urla il magistrato che si è ricomposto.
Maria Russo entra, accompagnata da un’agente, che rimane in silenzio, attendendo le nuove istruzioni.
“Aspetta la signora, quando avrà finito con noi. Poi la accompagnerai dove vuole” le dice Ricardo, mentre fa accomodare la donna.
“Si è trovata bene con la signorina Presente?” le domanda Lopapa.
“Sì. E’ una ragazza eccezionale” risponde Maria con tono gelido.
Il magistrato avverte una chiusura verso di loro e percepisce che sarà difficile ottenere delle risposte sensate. Si concentra per dare alla voce un tono di cordialità nel tentativo di abbattere le difese della donna.
“Ludmilla sarebbe una poliziotta coi fiocchi. Riesce ad avere quelle confidenze che ci sono negate” si dice, ascoltando la risposta di Maria.
“Ha ragione. La ragazza infonde fiducia e serenità, quando parla. E’ un vero peccato che non ci sia” precisa Lopapa.
“Ci dispiace averla disturbata stamattina” interviene Ricardo. “Ma avevamo la necessità di porle un paio di domande, poi la lasceremo libera di andarsene dove vuole”.
“Non posso” replica Maria stizzita.
“Perché?” domanda il magistrato.
“Mi avete appiccicato un angelo custode, che mi segue come un’ombra” risponde la donna, visibilmente alterata.
“E’ una necessità. Lei è in pericolo come la signorina Presente. Un killer si aggira per la città e ha già ucciso una seconda persona” precisa Ricardo, parlando lentamente nel tentativo di farsi dare fiducia dalla donna.
“Se muoio, non sarebbe una grossa perdita” replica acidamente.
“Ma il nostro compito è proprio quello: evitare un evento del genere” aggiunge il commissario, sfoggiando un gran sorriso.
Maria scuote il capo. Non è convinta per nulla delle affermazioni di Ricardo.
“Ieri sera è stato ucciso un uomo, forse poteva condurci all’assassino di sua figlia” interviene Lopapa, moderando la voce.
“Io non ho più una figlia” dice ad alta voce Maria.
“Lo sappiamo. E’ morta” replica il commissario.
“No, non avete capito. Sei anni fa ho perso mia figlia” aggiunge scura in volto la donna.
“Ci potrebbe spiegare perché sei anni fa ha perso sua figlia?” chiede Ricardo, cogliendo l’opportunità offerta.
Maria stringe le labbra, come se avesse paura che le parole potessero uscire contro la sua volontà, e rimane muta.
“Nessuno la vuole costringere a rispondere” aggiunge Lopapa. “Lei è sposata?”
“Sì”.
“E’ vedova?”
“No. Ma è come lo fossi”.
“Ah! Dunque è separata” precisa Ricardo.
“No” risponde Maria.
“Ah! No? E suo marito dove si trova ora?” le domanda il commissario, che già conosce la possibile risposta.
“No sacciu”.
“Ci potrebbe spiegare cosa è successo?” le dice Ricardo. “Poi è libera di andarsene”.
Lopapa lo fulmina con uno sguardo incendiario, perché ha preso una decisione senza il suo assenso. Lui la vorrebbe torchiare per bene, mentre il commissario con fare molle la lascia andare via. “Non è il momento di sconfessarlo” riflette il magistrato. “Però non ci sarà una seconda volta!”
“Se ne è andato senza salutare, lasciandoci sole” precisa Maria.
“Da solo o con qualcuno?” la incalza Ricardo.
“Con una zoccola, che diceva di essere l’amica del cuore di Teresa” aggiunge con tono pieno di astio.
“Ah! Ho capito. Con una ragazzina”.
“Sì, proprio così”.
“Ha un’idea dove possa essersi nascosto?” domanda il commissario, che ha preso le redini dell’interrogatorio.
“No sacciu” risponde asciutta.
“Ricorda il nome della ragazza?” le chiede Lopapa, che è rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Certo che lo ricordo. Anna Inzoli” afferma Maria.
I due si guardano sorpresi. Non si aspettavano quel nome.
“E’ sicura, signora Russo?” le domanda Ricardo.
“Come potrei dimenticarla! Era sempre a casa nostra, quella zoccola e trescava con Antonio”.
“Mi perdoni se glielo chiedo. Ma Antonio chi è?”
“Ntuninu è mio marito” esclama sorpresa la donna.
“Dunque Ntuninu la tradiva con questa Anna e poi è fuggito con lei”.
“Sì”.
“Per caso” continua Ricardo con tono dolce. “Per caso non ha una foto di Ntuninu?”
“No. Le ho gettate tutte nel fuoco”.
“Ultima domanda. E’ proprio l’ultima” precisa il commissario. “Quanti anni ha Ntuninu?”
“55” precisa subito Maria.
“Li ha ora oppure li aveva al momento della sparizione?” chiede Ricardo.
“Li ha ora”.
Grazie, signora Russo, per la collaborazione. Se per caso le viene in mente qualche altro particolare mi può chiamare in qualsiasi ora del giorno” le dice il commissario, che chiama l’agente di scorta che attendeva paziente fuori dell’ufficio.
“Quando posso tornare a Lecce?” chiede Maria, alzandosi.
“Tra qualche giorno” risponde sollecito Lopapa. “Il tempo di completare alcune indagini sul corpo di sua figlia”.
La donna esce dall’ufficio senza salutare.
“E tu cosa ne pensi?” gli domanda Ricardo.
“Non lo so! Però ora ho la necessità di un buon caffè” risponde.
“Ottima idea. Caffè del Corso?”
“Sì”.
E si avviano verso corso Giovecca.