La notte di San Giovanni – parte ventesima

tratto da fictionitaliane.com
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“Vieni Miao. Torniamo a San Giovanni in Marignano. Ci siamo rifocillati e non abbiamo sonno” disse Deborah al gatto nero, che rispose con un Miauu di assenso.

Recuperata la macchina, la ragazza raggiunse il paese in breve tempo. Dopo aver parcheggiato nella piazza principale, cominciò ad aggirarsi alla ricerca del posto dove aveva lasciato i bacili. Lo sguardo vagava a destra e a sinistra nella speranza di trovare qualche appiglio per ricordare. Con la luce del sole tutto le sembrava diverso rispetto alla notte appena trascorsa. Si muoveva in maniera confusa, prima che il gatto non assumesse le redini della direzione da prendere. In un attimo li rintracciò, esattamente come li aveva lasciati qualche ora prima. Erano all’ombra di un grande albero, vicino alla panchina dove aveva chiacchierato con Alex.

Grazie, Miao” disse Deborah, accarezzando il micio, che rispose con uno sbadiglio di approvazione.

Intinse le mani nel recipiente coi fiori di iperico. Percepì la frescura dell’acqua, che portò al viso. Ripeté l’operazione due volte per essere sicura che operasse con i suoi benefici effetti. Non ci credeva molto ma in cuor suo ci sperava.

Vuoi essere bagnato, Miao. Rimarrai sempre giovane e bello come me” fece la ragazza ma un Miaoooo deciso le fece intendere che non accettava l’offerta. Rise, mentre lo lisciava sulla gola e sulla testa.

Ora diamo uno sguardo all’altro” disse, spostando la vista sul secondo, che conteneva la cera sciolta.

Osservò con cura l’immagine che dondolava lievemente sul pelo dell’acqua. A lei non diceva nulla. Erano solo grumi di cera rappresa. Strinse gli occhi nel tentativo di scorgere qualcosa. Provò a usare l’immaginazione ma nemmeno questa venne in suo soccorso. Stava per rinunciare, quando si spostò sull’altra gamba ed ebbe una folgorazione.

Sajana, l’indovina, mi aveva avvertita. Puoi notare il profilo di una persona ma anche gli strumenti del suo lavoro” fece, accoccolandosi sui talloni.

Il gatto si strusciò sulle sue gambe, come per confermare che l’intuizione era quella giusta.

Ci siamo, Miao!” disse Deborah, facendo scivolare la mano sul morbido pelo del micio.

Vedo la sagoma degli strumenti. Però non conosco nessuno che faccia quella professione” continuò a dialogare col gatto.

Miaou”.

Dici sul serio?”

Miaoo”.

Vieni che ti stringo a me!” fece la ragazza allungando le braccia per prenderlo. Il micio nero lasciò fare, mentre strofinava la testa sul collo della ragazza.

Torniamo a Cattolica” disse Deborah, rimettendolo a terra. Raccolti i due bacili, tornarono indietro.

Si pose il quesito, se l’hotel avrebbe accettato la presenza del gatto. Non era sicura ma molti alberghi non volevano animali come ospiti.

Se non gradiscono il micio, faccio i bagagli e me ne torno a Milano. Accorcerò di qualche giorno la vacanza ma a lui non rinuncio. Vero, Miao?” fece Deborah, mentre guidava. Un sonoro Miaooo di assenso, suggellò l’accordo.

Milano non è esattamente la stessa cosa. Qui puoi girare come vuoi e dove vuoi. Là sei molto più limitato nel muoverti”.

Un nuovo Miaooo confermò che aveva compreso il messaggio.

Vivo in un bilocale in posizione centrale, all’ultimo piano con un minuscolo terrazzo. Se ti va, sarai il benvenuto” proseguì la ragazza nel suo dialogo col gatto, che stava tranquillo acciambellato sul sedile davanti.

Miaou”.

Affare fatto! Sono felice di accoglierti nel mio appartamento!” fece allegra Deborah. Il micio spalancò le sue fauci e tornò a ronfare con un occhio aperto e le orecchie usate come antenne, pronte a captare le chiacchiere della ragazza.

Arrivati all’hotel, prese la chiave della stanza, seguita dal felino nero, che teneva dritta la coda e le orecchie. Nessuno obiettò qualcosa o forse non se ne erano accorti. Deborah, una volta che fu nella stanza, si spogliò e fece una doccia calda per sciogliere la stanchezza, che affiorava sulla pelle.

Miao si sistemò sul letto, apparentemente addormentato ma sempre vigile, pronto a seguire la ragazza.

Vieni in spiaggia con me?” fece Deborah, mentre indossava un bikini assai ridotto, che metteva in risalto la doratura della pelle.

Il gatto aprì un occhio, lo richiuse subito e non si sforzò di emettere un qualche miagolio né di assenso, né di dissenso. Restò immobile e in silenzio.

Ho capito. Preferisci poltrire qui” disse la ragazza, ridendo.

Giunta in spiaggia, quando ormai era quasi mezzogiorno e la sabbia era infuocata, si sistemò sul lettino al sole. Sbirciò alla sua destra ma Gina e Giuseppe non c’erano.

Forse sono già andati via” pensò, mentre chiuse gli occhi per la stanchezza accumulata durante la notte precedente. Fu un sonno senza sogni, nero e vuoto, che fu interrotto da un Miaooo, che ben conosceva.

Grazie, Miao! Mi sono addormentata!” fece Deborah, alzandosi dal lettino.

Sorrise per la battuta veramente sciocca. Guardò l’ora nel grande display del bagno e si accorse di aver dormito per tre ore.

Vieni” e fece un cenno al gatto, “andiamo al bar a prendere qualcosa”.

La sabbia scottava e il sole picchiava duro.

Una piadina al prosciutto e rucola. Un mezzo litro di acqua naturale fredda e una bella ciotola di latte tiepido per Miao” disse Deborah al barista, che osservò il gatto senza fiatare.

Rimasero all’ombra per un’ora prima di decidere il ritorno all’ombrellone. Miao non aveva nessuna intenzione di camminare sulla sabbia rovente e Deborah lo prese in braccio. Trovarono Gina, che si stava ungendo per bene. Aveva il viso corrucciato e un atteggiamento scontroso. Di Giuseppe non c’era traccia.

Che strano” si disse, mentre il gatto si sistemava all’ombra su un telo da spiaggia.

Ben presto si addormentò di nuovo. Stava tranquilla, perché sapeva che Miao avrebbe fatto buona guardia. Il pelo nero lucente, gli occhi arancioni tendenti al giallo lo facevano sembrare innocuo ma quando soffiava con le fauci aperte, metteva paura a chiunque. Quei denti aguzzi e quegli artigli affilati erano un buon motivo per girargli al largo.

Dormì senza sogni. Un sonno buio, pesante. La notte insonne presentava il conto. Rumori e voci famigliari la risvegliarono dall’abisso nero dove si era calata. Aprì un occhio e poi l’altro. Si volse verso la sorgente e vidi con sorpresa Giuseppe per mano a Monica. Si drizzò a sedere e si mise ad ascoltare. Entrambi erano bagnati come se fossero usciti dal mare. Forse avevano fatto il bagno. Si domandò il motivo per cui Gina aveva richiamato la ragazza.

Che domanda sciocca mi pongo” si disse, mentre Miao con un balzo si sistemò sul lettino.

Mamma, allora per stasera?” chiese il bambino senza lasciare la mano della ragazza.

Resti con me. Non possiamo importunare ancora Monica” fece la madre visibilmente scocciata.

Se vuole…” accennò Monica coi capelli a tagliatella che gocciolavano sulle spalle.

Sei molto carina nell’offrirti ma non puoi dedicare il tuo tempo a Giuseppe” replicò Gina senza molta convinzione.

Ma posso, se vuole. Stasera resto in casa. Non saprei dove andare” disse la ragazza.

Ma dai! Una bella ragazza come te resta in casa da sola?” fece la madre.

Gli amici sono via e tornano fra qualche giorno” concluse Monica.

Mammina, ieri sera mi sono divertito moltissimo” implorò Giuseppe.

Gina si trovò a corto di argomenti e acconsentì che il ragazzino passasse la sera con Monica. Lei avrebbe trovato il modo di passarsi il tempo. Raul era fuori discussione. Il film all’Arena Sole l’aspettava.

Però alle undici torni in albergo” dichiarò senza mezzi termini la donna.

Alle undici Giuseppe sarà all’hotel” promise Monica.

Deborah sorrise, ricordando il dialogo della mattina.

Vieni, Miao. Torniamo in albergo” e presolo in braccio si avviò.

Gina non era molto felice nell’esaudire il desiderio del figlio ma sospirò sconfitta. Monica doveva sparire dalla sua vista, perché gli ricordava troppo Raul.

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36 risposte a “La notte di San Giovanni – parte ventesima”

  1. Leggendo una ad una tutte le parti ed arrivando fin qui realizzo che sono ancora tanti i punti oscuri. Mi intriga molto la possibilità di Deborah di materializzarsi un pò ovunque senza che venga percepita la sua presenza e infatti ascolta indisturbata le ultime volontà del padre di Anna che di fatto consegna il teschio nelle mani della figlia. Deborah si rende poi conto del malessere di Gina alla vista di Monica che le ricorda Raul eppure la donna è costretta a far buon gioco per non deludere il figlio Giuseppe che sembra ben felice della presenza della ragazza.
    Ora accanto a Deborah c’è un gatto nero, Alex e tante domande che aspettano risposte.
    Chissà se la ventunesima parte scoprirà qualche nuova carta che ci aiuterà a districare la trama …
    il racconto è molto articolato e la curiosità cresce proprio sulla chiusa di ogni parte, ‘nnaggia! 😉
    Aspetterò la prossima pubblicazione, perbacco, dovrò pur sapere adesso come va a finire!
    un abbraccio
    Affy

    1. Sicuramente qualche tassello andrà in porto con la prossima puntata. Ormai siamo, almeno nelle mia mente, alle battute finali.
      Sono lieto che leggendolo tu abbia colto molti dei messaggi che la storia fa emergere.
      Grazie e un abbraccio caldo.

  2. Il racconto e’ davvero articolato, adesso sono veramente curiosa di sapere come andra’ a finire. Certo che bello potersi materializzare in altri luoghi, mi farebbe comodo questo incantesimo.

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