Phantom, il pesciolino rosso

tratto dal web
tratto dal web

Mi chiamo Phantom e sono un pesciolino rosso. Direte ‘non mi sembra una notizia originale. I pesciolini rossi si vincono al Luna Park e stanno buoni buoni in una boccia sulla mensola del salotto‘.
In effetti avete ragione ma i pesciolini rossi stanno anche nelle vasche del parco pubblico e si nutrono di larve di zanzare. Di solito l’acqua non è mai troppo pulita e noi scoloriamo in fretta. Qualche bambino ci getta pallottoline di pane che cerchiamo di mangiare. Però non è il caso mio. Sono stato vinto al Luna Park da un signore uomo che per sbaglio ha centrato il mio vasetto con una pallina colorata e così sono finito qua, in questa palla di vetro. Già stavo stretto in quella del baraccone, qui non va meglio.
Perché? Direte ancora voi. Uffa come siete saccenti. Odio stare rinchiuso in una bolla piena d’acqua. Sono un pesciolino che gli piace nuotare libero e spensierato nel mare con i suoi simili. Non mi pare di chiedere la luna. I pesci stanno a mollo nel mare e non dentro vasi panciuti e trasparenti. Capito? Chiuso lo sfogo, proseguiamo nel racconto.
I miei padroni non mi sono molto simpatici. Assomigliano perlopiù a degli ippopotami pelosi e obesi. L’unica cosa positiva è il cibo, perché me ne danno sempre più del dovuto.
Mi annoio a girare sempre in tondo e vedere il mondo deformato ma … ecco vi racconto cosa è successo un giorno di primavera dell’anno scorso, mentre i raggi del sole filtravano nell’acqua. Non saprei da dove cominciare, perché è una cosa singolare da narrare.
Il mio padrone uomo è arrivato con una donna che non avevo mai visto. Appariva molto strana ai miei occhi: lunghi capelli biondi tutti riccioluti e due protuberanze che erano molto più grandi dell’ampolla in cui sto dentro. Almeno questa era l’impressione che ne ho ricevuto. Indossava una gonna rossa molto piccola, diciamo uno straccetto che non copriva nulla, e calzava degli stivali con tacchi sottili come spilli, alti più di una spanna. Mi pare di udire una voce che commenta in negativo questa descrizione. Che provi lui a venire dentro a questa boccia e poi vedrà come il mondo è diverso da quello fuori. Chiudiamo questa parentesi e proseguiamo.
Non sapevo chi fosse e neanche che lavoro facesse ma mi è venuto qualche sospetto. Il mio padrone e la tizia si sono messi sul divano e hanno iniziato a fare manovre che all’inizio non sono riuscito a comprendere. Lui stava sopra e lei sotto. Lo straccetto in pratica non esisteva più. Sentendo i gridolini di lei e gli sbuffi di lui, ho capito tutto: stavano facendo sesso senza pudore dinnanzi ai miei occhi. Mi sono fermato e non ho più girato in tondo. Sono restato in apnea per due minuti buoni, prima di salire in alto a prendere fiato. Stavo scoppiando e un secondo in più mi avrebbe portato sul fondo senza vita. Ero sbalordito.
Non riuscivo proprio a crederci, il mio padrone stava tradendo la padrona! Avrei voluto telefonarle ma non esistono telefoni per pesci. Quindi ho scartato l’idea. Mi stavo arrovellando il cervello sul come avvertirla, quando il padrone e la tizia dopo aver massacrato il divano, se ne sono andati tutti soddisfatti. Mi sembra, ma non ci giurerei, di avere visto uno scambio furtivo di banconote. Ero agitato come se fossi stato morso dalla tarantola ed ero arrabbiatissimo.
Quello che non sapevo, era che la parte più divertente doveva ancora arrivare. Ero già arrivato al centesimo giro della boccia. Il solito spocchioso riderà perché crede che i pesci non sappiano contare. Invece io sono un pesciolino rosso istruito. Ho letto Lolita insieme al mio padrone e ho imparato a contare fino a cento e distinguere le banconote da cinquanta da quelle di dieci dalla mia padrona. Lei si mette sempre sul divano e, umettandosi le dita, conta ad alta voce, sfogliando dei mazzetti colorati. Chiaro? Ma proseguiamo, perché le sorprese quel giorno non sono finite.
Sul più bello la porta di casa si è aperta di nuovo. Ho aguzzato la vista e ops! Cosa vedo? La padrona era entrata con un tizio che non avevo mai visto. Si sono spogliati in fretta e sono rimasti nudi, prima di gettarsi sul divano, ancora caldo da prima. Non potevo credere ai miei occhi: facevano lo stesso lavoro della donna e del mio padrone. Si stavano tradendo a vicenda! E io che avrei voluto chiamarla, informarla! Che anima ingenua ho!
Ero tutto intento a riflettere su quanto era accaduto e ascoltavo la padrona urlare, non ho capito se per la gioia o per il dolore, quando la porta si è riaperta. Sono rimasto strabiliato: il mio padrone era accompagnato da una tizia vistosa dai capelli rossi, diversa da quella precedente. I miei padroni si sono guardati in modo strano. Poi si sono messi a ridire e tutti e quattro sono finiti sul divano. Facevano un orgia!
Non ci potevo crederci. Senza nessun pudore facevano sesso a quattro!
Ero ancora incredulo a quella visione, quando ho visto tremare tutto quanto. Mi sono domandato se fosse colpa di quei quattro scalmanati sul divano, che avevano provocato un piccolo terremoto. Mi sono sbagliato. Era Mustafà, il pesce palla che mi scuoteva con violenza.
Mi sono svegliato e mi sono reso conto che è stato solo un sogno. Non ho mai vissuto con padroni strani, non ho mai visto un tradimento in contemporanea e vivo felice in un luogo bellissimo, chiamato mare.
L’unico posto dove sono nato e cresciuto e dove nuoto libero. Vi state domandando se anche i pesciolini rossi sognano. Senza dubbio! Solo che i bipedi umani lo ignorano. Sono veramente buffi quando nuotano accanto a me: goffi, impacciati, sempre pronti a emettere bollicine e poi portano strani oggetti e non hanno pinne né squame. Dunque dico che anche noi sogniamo ma più che un sogno è stato un incubo. Quattro bipedi ansanti e rantolanti, che si avvinghiavano tra loro, stavano uno sopra l’altro come una massa informe. Uno spettacolo poco edificante.
Mi sono sempre chiesto se vivere in una bolla sia terribile come mi è apparso nel sogno. Credo proprio di sì! Non mi piacerebbe provare l’emozione.
Uffa! Ancora un bipede che si aggira nei dintorni. Salem, un pesce pappagallo, mi ha detto di aver passato uno spavento non da poco quando aveva visto un bipede armato di un arnese trasparente e con dei buchi, dove per poco non ci finiva dentro. Un colpo di coda ed era sgusciato via, nascondendosi dentro un anemone rosa. Però una volta ho visto un bipede armato con uno strano strumento che sparava saette d’argento. Ha beccato Zalim, una vecchia cernia grossa dieci volte me e forse anche di più. Si era dibattuta inutilmente e poi era sparita, trascinata via dal bipede.
Questi umani sono veramente infidi e sporcaccioni. Dovrò fare attenzione. Adesso vado a fare una riverenza a Madame Noir, la bella seppiolina.
“Ellò, Madame. Come va?” le chiedo.
“Non le dico come! Oggi non è giornata” risponde con uno sbuffo di nero.
“Mi racconti tutto. Ho qualche minuto per ascoltarla”.
“Sono io che sono di corsa! Mi aspetta Lord Goffy. Non posso fare tardi. Sai mi corteggia da tempo” dice muovendosi sinuosa. “E’ così affascinante con quella protuberanza sottile sul naso”.
Dovete sapere che il titolato è uno splendido pesce spada ed è ambito da tutte le pescioline del nostro universo.
“La lascio andare dal suo bello” replico con tono dimesso.
Questa notizia mi ha turbato. La vedo andare via, mentre una lacrima si confonde con le gocce del mare.

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28 risposte a “Phantom, il pesciolino rosso”

  1. Que hermosa historía****me encantan los peces y ese es re**lindo***y el color alegre!!!!!
    un cuento maravilloso!!!!!!!!*****para disfrutar****
    mi cariño
    siempre****
    querido amigo!!!!!!!!!

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