Il mazzo di fiori – parte trentaseisima

Ci vediamo stasera alle 9 al solito posto. TVB

Il messaggio destabilizza Vito, che non capisce perché di sabato sera Antonia lo vuole vedere. Non è mai capitato prima. Ha sempre detto che durante il fine settimana esce col marito e per lui non c’era posto. Pensa che lo voglia vedere per la soffiata del pomeriggio. “E’ ancora una bella donna nonostante i suoi quarantacinque anni. E’ insaziabile a letto. Se non fossi giovane e gagliardo, sarei già spompato” riflette nel leggerlo. Sa di passare delle informazioni riservate ma lei l’ha talmente coinvolto che non riesce a farne a meno. Ormai è finito nella sua rete e deve tenersela buona per non rischiare una brutta fine. Le ha fornito la mappa delle telecamere. L’ha informata che l’uomo dai nervi d’acciaio era nel mirino degli inquirenti. Si domanda cosa vorrà conoscere ancora stasera. Lo paga con sesso bollente e qualche pacco di euro, che gli servono per pagare i debiti.

“Sono stato un coglione a indebitarmi coi De Rosa. Per fortuna ho conosciuto Antonia, una donna splendida che ha il fuoco tra le gambe. Mi ha aiutato per uscire da quel vicolo cieco nel quale mi sono cacciato. Ora presenta il conto e non posso dire di no”.

“Rosario, stasera esco” dichiara con tono deciso Antonia, mentre si sta preparando nella sua camera.

“Dove vai?” le chiede il marito, che trova strana l’uscita del sabato sera.

“Da quando ti interessa dove vado?” replica insolente la moglie.

“Così. Lo sai che sono geloso”.

“Cosa dovrei dire? Con tutte le corna che mi hai messo! Topina, la mora, la rossa…” dice ridendo, mentre lui impallidisce. “Da quando non mi scopi?”

Ha un moto di stizza, perché gli ha snocciolato i nomignoli delle varie amanti. “Come può saperli?” si chiede interdetto, sospettando che intercetti sms o lettere.

“E va bene. Non fare tardi. Ti aspetterò per una notte bollente” le dice, scoccandole un bacio sul collo.

“Uhm! Non so. Se non sono troppo stanca…” replica, lasciando capire che non si farà nulla. Il giovane stallone, che frequenta in questo momento, ha uno stantuffo che la manda in orbita. Quello di Rosario non la soddisfa più. Come ripiego va bene ma tutto finisce lì.

“Prima ti lamenti che ti trascuro, ora ti tiri indietro” afferma deluso. Ha voglia di sesso ma l’unica disponibile era Teresa che è morta. La nuova biondina è un bel bocconcino ma non ha ancora provato a sondarla. “Se fosse libera… ma io ci tento”.

“Può darsi che esca anch’io, se trovo un amico che mi fa compagnia”.

“Un’amica, dirai. Non mi sembri adatto alla compagnia maschile” aggiunge ironica Antonia.

“Non mi dirai che sei gelosa?”

“Quanto te!” replica la donna. “E ora esci dalla camera o farò tardi”.

Ricardo parla al telefono con Lopapa dei dubbi sulla talpa. Ha l’elenco dei nomi che hanno aiutato l’ispettore Esposito nelle ricerche. Domani nella tranquillità della domenica approfondirà su di loro. Adesso sarebbe una perdita di tempo. La preda è scappata e sicuramente ha cambiato auto, abbandonando l’Audi. E’ un autentico professionista che non lascia nulla al caso, curando dettagli e piani alternativi.

“Carmelo, aspetto il rientro delle squadre che hanno perlustrato una vasta area alla ricerca dell’auto e poi ci vediamo. Dobbiamo fare il punto della situazione e programmare una strategia vincente per individuare talpa e appoggi ferraresi”.

“Bene. Ti aspetto. Spero che mi porti delle buone notizie. Ah! Mi stavo dimenticando…”.

“Dimmi” dice il commissario.

“Col tunisino come è andata?”

“Bene. Nel senso che è arrivato un avvocato untuoso assoldato dai malavitosi. Ha protestato per la custodia cautelare, minacciando l’intervento di Napolitano…” Una grassa risata di Ricardo interrompe per un attimo la narrazione. “Lunedì farà istanza affinché il suo assistito venga rimesso in libertà. Che faccia. Per il momento lo lascio riflettere sui suoi errori nella cella di sicurezza fino a lunedì. Al momento non ho alcuna intenzione di torchiarlo per bene. Ci sono aspetti più urgenti da controllare e verificare. A dopo”.

“Ciao”.

Ha da pochi minuti chiuso la conversazione, quando vede una chiamata entrante. E’ sorpreso, perché non se la aspettava.

“Dimmi, Ludmilla”.

“Maria mi ha confidato che sono scappati da Lecce per via di una donna ma forse sarebbe meglio parlarci di persona. Non vorrei che mi sentisse mentre parlo. Con me non ha remore nel chiacchierare senza nascondere nulla. Ci vediamo domani mattina?” conclude Ludmilla.

“Va bene. Dove e quando?”

“Al caffè del Corso alle nove”.

“Va bene. Facciamo colazione e poi ci trasferiamo da Carmelo” conclude Ricardo.

“Carmelo?” chiede interdetta la ragazza.

“Scusami. Da Lopapa” risponde Ricardo. “Ciao”.

Il commissario sorride soddisfatto. Era arrabbiato pochi istanti prima ma adesso questa telefonata gli ha fatto tornare il buon umore.

Col rientro dell’ultima squadra ha la conferma che l’Audi non è stata abbandonata in strada ma è al sicuro in un qualche posto, lontana da occhi indiscreti. Ha allertato sull’intero territorio nazionale polizia e carabinieri. Adesso deve setacciare le immagini delle telecamere ferraresi per scoprire i movimenti dell’auto nei giorni precedenti. Avendo una sommaria descrizione dell’uomo con un po’ di fortuna avrebbe potuto scovare qualche immagine che lo immortali, anche se ha dei forti dubbi su questo. Però lo farà domani.

“Rimando tutto a domani. Sarà la mossa giusta?” si domanda, mentre si sta trasferendo da Lopapa.

Comprende che la rapidità è un’arma a suo favore, perché gli permette di seguire le piste ancora calde. Però deve fare il punto con il procuratore per informarlo sullo stato delle indagini, che sono delicate. Non ha intenzione di crearsi dei nemici.

“Dimmi” afferma Lopapa, facendolo accomodare.

“Cominciamo da quelle buone. Per le notizie cattive c’è tempo”.

I due uomini ridono su quest’ultima battuta, prima di ricomporsi.

“Ludmilla… la signorina Presente ha fatto cantare la Russo. Domani mi riferirà. Anzi ci riferirà dopo la colazione al Caffè del Corso” dice Ricardo, appoggiandosi allo schienale.

“Bene, bene. La tua è stata un’intuizione vincente e quella ragazza è veramente preziosa oltre a essere in gamba” replica il magistrato, fregandosi le mani.

“La seconda è buona per metà. Il killer ha un nome, anche se lo ritengo fasullo. Raffaele Albanese, nato a Bari nel settembre del 1973. Ha sempre usato i medesimi documenti negli spostamenti tra alberghi e Bed&Breafast. Paga in anticipo per non correre il rischio che qualcuno lo denunci, se è costretto a lasciare in fretta l’albergo. Almeno è quello che un mio uomo ha verificato negli ultimi tre spostamenti”.

“Interessante” dice Lopapa, interrompendo momentaneamente il monologo di Ricardo. “Sai da quando è a Ferrara?”

“Sì, di certo da metà luglio. Dapprima ha alloggiato in Bed&Breakfast nei dintorni di Ferrara. Poi dall’ultima settimana di agosto in città. Sempre in zone centrali. Su quello che mi ha riferito l’appuntato Scanu, che ho mandato a controllare gli ultimi indirizzi in città, è stato discreto e prudente. Colazione alla mattina con gli altri ospiti,. Poi esce per ritornare poco dopo le nove di sera, chiudendosi in camera. Unica eccezione ieri, come mi ha riferito la proprietaria, quando è rientrato dopo mezzanotte. E sappiamo il perché”.

“Metodico e anonimo” commenta il procuratore.

“Sarebbe passato del tutto inosservato, se non avessimo posto domande precise. Altra stranezza, ma non proprio, zaino e sacca sono sempre con lui. Nella camera non rimaneva mai nulla di personale. Altra precauzione per allontanarsi senza lasciare tracce. Per completare il quadro ho mandato l’ispettore Rossi a intervistare le autorimesse che ospitano a pagamento le auto. L’Audi una volta nel parcheggio rimaneva fissa lì, finché il nostro uomo non la ritirava. Anche in questo caso il pagamento era sempre anticipato”.

“Quindi girava a piedi per città…” ragiona ad alta voce Lopapa.

“Uhm! Non credo. Sospetto invece che usasse la famosa Smart gialla. Ferrara non è grande e stare fuori per dodici ore tutti i giorni per oltre due mesi non è plausibile. Come ben sai, il sole picchia duro e l’afa è insopportabile in luglio e agosto”.

“Credo che tu abbia ragione” ammette il procuratore.

I due uomini si guardano e restano per qualche minuto in silenzio a riflettere su quanto ha detto il commissario, che poi riprende a parlare.

“Ho pure una descrizione sommaria che i miei uomini stanno trasformando in un identikit. Fine delle buone. Inizio delle cattive…”

“Peccato… mi ero già abituato a quelle buone” lo interrompe Lopapa. “Continua pure”.

“Il nostro uomo ha due identità. Una la conosci. La seconda è Carlo Borghese, nato a Roma nel settembre del 1973, come appare sulla fotocopia della patente, fatta nell’ultima autorimessa. Come ti ho detto, ho mandato un ispettore a verificare nelle altre autorimesse o parcheggi a pagamento la presenza dell’Audi A6. Ha usato sempre il nome presente sulla patente”.

“Ovviamente identità fasulle?”

“Sì. Hai fatto centro. Nessun Raffaele Albanese o Carlo Borghese risiede dove indicano i documenti di identità. Dunque tutto falso. Copertura ottima”.

“Solo queste le cattive notizie?” domanda, stiracchiandosi Lopapa.

“No. Ha una base logistica a Ferrara. Forse il tunisino può essere utile per metterla a fuoco. Forse è più di una ma non sappiamo. Di sicuro lì ci saranno una macchina incensurata e nuovi documenti di identità da usarsi in caso di necessità o di emergenza. Dove sta quella usata per sfuggirci, non lo so ma spero di arrivarci assieme a te. Di sicuro è in possesso della mappa delle telecamere installate e controllate direttamente da noi o dalla polizia municipale. E’ incappato in una che non era registrata. Però vuol dire che una talpa lavora alle nostre spalle e passa informazioni riservate a qualcuno. Brutto segnale. Conto entro stanotte di individuarlo!” esclama arrabbiato Ricardo.

“Pessima questa notizia!” dichiara scuro in volto Lopapa. “Un traditore della nostra fiducia va eliminato il prima possibile”.

Il commissario estrae un tablet Samsung, dove ha caricato una mappa dettagliata di Ferrara e circondario e la mappatura di tutte le telecamere.

“Qui è stato intercettato alle cinque del pomeriggio, esattamente quando ci siamo presentati all’ultimo alloggio. Che disdetta. Loro sono stati più veloci di noi” dice Ricardo.

Poi con una penna indica i percorsi possibili per evitare i punti di sorveglianza, che gestiscono le due polizie.

“Avrei necessità di una tua autorizzazione per sequestrare le registrazioni di oggi pomeriggio di due telecamere private” afferma il commissario.

“Te la preparo subito” dice il procuratore.

“Non appena pronta chiamo l’ispettore Tommasi per operare il sequestro. Nell’attesa il nostro uomo ha avuto due possibilità per sfuggirci: una una strada che costeggia il petrolchimico e arriva a Casaglia, l’altra verso Francolino o Malborghetto di Boara”.

“Ottimo lavoro, Paolo” esclama Lopapa.

“Calma, calma. Tutto questo se non ha operato il cambio macchina subito dopo la rilevazione di Viale Po” replica Ricardo, smorzando l’entusiasmo del procuratore. “Però sono ragionevolmente certo che l’operazione si è svolta fuori città, lontana da occhi indiscreti. La possibilità che qualche curioso lo abbia notato entrare con una macchina e uscirne con una differente, è alquanto probabile, mettendo a rischio l’intera operazione”.

“Comprendo le tue perplessità. Troppo prudente il nostro uomo per commettere un errore come questo. Poteva usare per gli spostamenti in città un mezzo vistoso ma non riconducibile a lui. Gli orari, come ha deposto il tunisino, si adattano a quelli del nostro uomo. Credo che abbiamo imboccato la pista giusta” conclude Lopapa.

“Domani mattina faccio alzare in volo un elicottero e mando in appoggio una squadra via terra per perlustrare le due zone possibili. Se abbiamo fortuna possiamo trovare tracce di pneumatici che ci conducono al luogo dove è avvenuto lo scambio. Ma abbiamo ancora molta strada da esplorare prima di arrivare al killer e ai suoi mandanti”.

Lopapa tace e scrive qualcosa su un foglio, che ha prelevato dal cassetto. E’ pensieroso e riflette su quello che sa.

“Ripenso a una tua affermazione” comincia il procuratore.

“Quale?” domanda Ricardo.

“Perché il killer non se ne è andato via dopo l’uccisione della Lopiccolo? Perché aspettare una settimana per uccidere l’Inzoli? E perché rimanere anche dopo il secondo omicidio? Se oggi pomeriggio se ne è andato, questo è dovuto a circostanze estranee, che gli hanno imposto di cambiare aria in fretta” risponde con calma Lopapa.

“Mi fa piacere che tu abbia i miei stessi pensieri. Per il killer la partita è sospesa. Rimane la talpa e il referente ferrarese”.

“Perché pensi che abbia avuto appoggi in città?” gli chiede il procuratore.

“La soffiata in primo luogo. La talpa non conosceva di certo il killer. I compartimenti devono essere stagni per avere successo. Poi affittare o comprare un casale o un box in città serve tempo e conoscere le agenzie giuste. Operazione che il nostro uomo non ha condotto di persona. Contratti, rogiti e altre scartoffie con quale nome senza destare sospetti? No, lui è un killer di professione. Queste attività le devono svolgere altre persone. Infine per un’auto pulita da tenere nascosta serve qualcuno ovvero un complice. Potrebbe essere stato il tunisino ma dubito che lui fosse a conoscenza di questi particolari per quello che ho detto prima. In conclusione ci deve essere un gruppo residente in città, che sa come muoversi, come supporto logistico” conclude Ricardo.

“Mi hai convinto. Il gruppo deve essere composto da persone del tutto insospettabili” afferma deciso Lopapa. “Che ne dici se ci aggiorniamo a domani mattina?”

“Buona idea”.

Ricardo, rientrato nel proprio ufficio, esamina l’elenco dei poliziotti che hanno raccolto l’elenco dei pernottamenti a Ferrara.

“Ah! Credo di averlo individuato” afferma soddisfatto. “Però devo avere qualche riscontro in più. Adesso usiamo Google Earth per individuare i possibili casali delle due aree incriminate”.

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30 risposte a “Il mazzo di fiori – parte trentaseisima”

  1. Si profila un’antica vendetta, inserita in un gioco molto più grande fatto di malavita organizzata con gli ingredienti classici: droga, armi e via cantando.
    Due piani d’azione interessanti dove i protagonisti non possono fare a meno dell’aiuto l’uno dell’altro.
    Intrigante e di altissimo profilo e per palati più che raffinati.

      1. Mi piace la vostra visita, anche se è stato breve!
        Sono davvero molto dispiaciuto che l’Italia è stata sconfitta da COSTA RICA
        Coppa del Mondo di Brasile 2014! 🙁
        Se non riesci a battere l’Uruguay nell’ultima partita del suo gruppo
        poi rimanere nella terra di Pelè, ridurrà drasticamente! 🙁
        Una serata tranquilla! 🙂
        Forza Italia! 🙂 🙂 🙂
        Con amicizia,
        Aliosa.

        1. Grazie, Aliosa, per l’incoraggiamento per l?italia, che ho visto spenta nei pochi minuti ai quali ho osservato la partita.
          Spenta e incaoace di produrre gioco. Dubito molto che riuscirà nell’impresa di battere o pareggiare con l’Uruguay. Quando c’è presunzione, gli errori si pagano e l’Italia ha pagato.
          Un caro saluto

  2. L’Ispettore Esposito, Ben Hamman e Felix mi convincono poco.
    Speriamo che a questo punto il cerchio si stringa, che Ricardo fiuti la pista giusta magari seguendo le impronte lasciate dai pneumatici della Smart gialla.
    E’ un gomitolo intricato dagli artigli di un gatto, per sbrogliare la matassa occorre pazienza e perseveranza, resto in attesa di una soluzione, dovrà pur arrivare, o no?
    Io non mi muovo, ormai questo giallo mi ha coinvolta, buon lavoro dunque
    un abbraccio
    Affy

  3. M’incuriosisce molto sapere di più sul killer che come Lopapa e Ricardo non capisco,dopo gli omicidi, perchè sia rimasto. Cosa lo legherà a Ferrara? Leggerò il seguito con molto piacere. Isabella

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