Il mazzo di fiori – parte trentacinquesima

Poco dopo le sedici di sabato 28 squilla il telefono di Giuseppe a Lecce.

Pàtrima, lu cacciatore sçia lluzzandu la ecina te casa. Lu boscu è periculosu1”.

Figlia mia, δδu maulone, amicu de li carbunieri e de li finanzieri, ete nnu spiune perniciosu2”.

“Sì. Un abbraccio sincero”.

“A presto Ntonia”.

La donna appoggia il telefono sul tavolino e riflette sugli ultimi avvenimenti. Ha avuto una soffiata: ‘Il commissario, che indaga sui due casi di omicidio, ha chiesto l’elenco di tutti quelli che hanno soggiornato o stanno soggiornando a Ferrara’. “Basta fare due più due per dire che il risultato è quattro. Tempo poche ore e ha individuato la persona che cerca. E’ più prudente che parta subito per destinazione estero”.

Ntonia raccoglie le gambe sotto di sé. Sa di non correre molti rischi di essere individuata ma la prudenza non è mai troppa.

“Quella puttanella mi voleva fregare il marito, minacciando uno scandalo. Non che la cosa mi avesse sconvolto ma dopo lo sgarbo del padre quello della figlia non lo accetto per nulla” esclama, prendendo il foglio, intercettato con abilità e fortuna.

Caro Felix, questa è la fotocopia degli esami. Mi hai messo incinta e devi riparare. Quando ci vediamo? La topina

“Puttana!” urla, gettando il pizzino per terra.

Pochi secondi dopo aver parlato con la figlia Giuseppe compone un numero usando un telefono sicuro.

Sta’ brusçiânu lu boscu3” dice con calma l’uomo.

Poi me nfilu sulla strata te Lècule4” risponde la persona alla chiamata.

Stàtiu ccortu a cquiδδu ci faciti5”.

Tegnu àuta sta capu6

Chiusa la conversazione, l’uomo raccoglie le sue cose con calma. Il bagaglio è minimale e sta dentro lo zaino che porta con sé. Smonta il fucile Barrett che mette in una sacca con la pistola e le cartucce. Esce, abbandonando la camera.

Si avvia senza fretta verso l’autorimessa dove ha parcheggiato l’Audi A6.

Che mi cerchino, se ci riescono” si dice, sorridendo, mentre avvia il motore della potente auto. Deve fare pochi chilometri in direzione di Casaglia, dove qualcuno ha affittato per lui un casale di campagna. Lì troverà una Golf e nuovi documenti, che userà per raggiungere la Croazia. La base era stata predisposta per un’eventuale emergenza. Rimarrà in un isolotto croato, finché non sarà cessato l’allarme rosso.

Erano all’incirca le diciassette, quando alla reception del B&B A Frara si presenta Ricardo con un agente in borghese.

“Cerco il signor Albanese” dice senza presentare il documento di riconoscimento.

“Mi spiace ma è uscito da una decina di minuti. Non ho visto dove si è diretto” risponde cortese con un bel sorriso la receptionist.

Il commissario impreca sottovoce. La preda gli è sfuggita per un’inezia. “E’ un caso oppure ha ricevuto una soffiata?” riflette, prima di decidere di gettare la maschera.

“Sono Ricardo della Polizia di Stato. Ho un mandato di perquisizione della stanza del signor Albanese. Mi potrebbe accompagnare nella camera dove era alloggiato?” dice mostrando tesserino e il documento firmato da Lopapa.

“Le chiamo la proprietaria. Così parla con lei” risponde la ragazza che è diventata paonazza per l’imprevisto.

“Faccia in fretta. Ogni minuto può essere prezioso” ribatte Ricardo di malagrazia.

Mentre la ragazza sparisce dentro una porta, il commissario chiama Lopapa.

“Carmelo, l’uccellino ha preso il volo. Qualcuno ha aperto la gabbia per farlo scappare”.

“…” si ode solo un grugnito che oscura le parole scurrili.

“A dopo”.

Una signora di mezz’età appare quasi subito dopo seguita dalla receptionist.

“Buongiorno!” dice con tono gentile. “Lei vorrebbe perquisire la stanza del signor Albanese?”

“Esattamente” risponde Ricardo, porgendole il documento pieno di timbri e visti.

Lo legge, lo ripiega e lo ritorna al commissario.

“Mi segua” dice a malincuore, prendendo la chiave della stanza.

Il poliziotto fa un cenno al collega di rimanere lì, mentre si avvia dietro alla donna.

“Mi dica…” comincia, mentre affrontano la rampa delle scale.

“…Cosa vuol sapere?” gli risponde, mentre gira la chiave nella serratura.

“…Il signor Albanese è da molto presso di voi?” le domanda, conoscendo perfettamente la risposta.

“No. Da una settimana. Ha pagato quindici giorni in anticipo” afferma, mentre fa accomodare Ricardo, che nota la stranezza del pagamento senza dire nulla. L’uomo voleva garantirsi di non destare sospetti, qualora avesse dovuto scappare.

Il commissario osserva la stanza, perfettamente in ordine, come se non fosse stata abitata. Cassetti vuoti e chiusi, il bagno senza tracce di una permanenza di una settimana. Comprende che il ricercato ha lasciato la stanza e non tornerà più.

“Non credo che rivedremo il signor Albanese” esclama laconico Ricardo. “Sembra sia stata abbandonata”.

“Già” ammette la donna con gli occhi sgranati, giungendo alla stessa conclusione.

“Il signor Albanese come si comportava?” chiede il poliziotto.

“Alla mattina faceva colazione con gli altri tre ospiti. Poi usciva per rientrare nel tardo pomeriggio. Un paio di sere fa è uscito, rientrando tardi. Aveva avvertito”.

“Quando è stato?”

“Credo ma non ne sono molto sicura. L’altra sera. Di certo Francesca sarà più precisa, perché ha atteso il suo rientro”.

“Francesca chi è?” domanda Ricardo.

“La ragazza alla reception” risponde garbata, mentre discendono le scale.

Raggiunto l’ingresso, trovano la ragazza agitata che osserva il poliziotto sistemato su una poltrona.

“L’ha disturbata?” le domanda Ricardo.

“No” risponde pronta.

“Vorrei farle una domanda. Il signor Albanese una sera è tornato tardi. E’ vero?”

“Sì”.

“Ricorda il giorno?”

“E’ stato venerdì. Ieri sera”.

“A che ora è rientrato?” la incalza Ricardo.

“Poco dopo la mezzanotte. L’ho aspettato per aprirgli la porta. Alle undici chiudiamo fino alle sette del mattino successivo. I nostri clienti lo sanno e ci avvertono se devono rientrare dopo” risponde Francesca, diventando rossa come un pomodoro maturo.

“Grazie” dice il commissario, chiudendo il notes, dove ha annotato le risposte. “Se per caso, ma non credo, dovesse ritornare, vi prego di avvertirci immediatamente”.

Prima di uscire allunga alla donna un cartoncino con dei numeri.

“Potete chiamare a qualsiasi ora” dice sollevando un sopracciglio. “Ah! Mi dimenticavo di chiedervi un’informazione: il signor Albanese aveva un’auto? Di solito indirizzate i clienti verso qualche rimessa qui vicino?”

“No, che io sappia, almeno non mi ha chiesto nulla. Ci sono due posti auto convenzionati con noi, dove mandiamo chi ha la necessità di posteggiare l’auto, senza correre il rischio di una multa” afferma la donna, rigirando il biglietto ricevuto.

“E a lei non ha chiesto nulla?” domanda a Francesca.

“No” risponde asciutta.

“Un’ultima informazione e poi vi lascio alle vostre attività. Potrebbe descrivermelo?”

“Sì” replica la ragazza. “Alto…” osserva il commissario. “Alto quanto voi o forse anche qualche dito in più. Capelli curati, scuri ma non tinti. Posso dirlo con certezza, avendo fatto per qualche anno la parrucchiera. Occhi marroni. Viso regolare con zigomi sporgenti e barba sempre rasata. Un bel uomo tutto sommato” conclude arrossendo.

“Che bagaglio portava con sé?”

“Uno zaino, piuttosto grande, come quelli che portano i ragazzi su una spalla. E una sacca di tela grezza. Li aveva sempre con sé. Esattamente come quando è uscito un quarto d’ora prima del vostro arrivo”.

“Grazie per la collaborazione”.

Ricardo allunga una mano per salutare la ragazza, prima di uscire dal Bed&Breakfast.

Ricorda che nelle vicinanze ci sono almeno tre autorimesse. “Sicuramente due sono quelle convenzionate, la terza non so ed è più distante. Cominciamo da questa” riflette.

“Anto’” dice rivolgendosi al poliziotto che lo accompagna. “Io vado al garage Estense. Tu passa dagli altri due. Chiedi se un forestiero ha affittato un posto auto nella rimessa da almeno una settimana. Non credo che abbia usato Albanese come nome. Prendi nota modello, marca e targa. Chiamami subito se hai fatto centro”.

“Sì, commissario” risponde dirigendosi verso quella più vicina.

Ricardo, raggiunta dopo una decina di minuti l’autorimessa, si presenta e chiede all’addetto se un cliente occasionale ha preso una ventina di minuti prima l’auto.

“Sì” risponde l’uomo.

“Potrebbe descrivermelo?” domanda il commissario.

“Alto più o meno come lei, capelli scuri e lisci, fisico asciutto”.

“Portava uno zaino e una sacca?”

“Sì”

“Potrebbe darmi tutti i dati?”

“Sicuramente. Il tempo di consultare il registro”. L’uomo apre un libro contabile e comincia a citare. “Audi A6, grigio metallizzata. Targata EA 677 YZ. Intestata a Borghese Carlo. Patente …”

Ricardo ha preso nota di tutte le informazioni.

“Grazie. Se per caso rientrasse, chiami uno di questi numeri” e gli allunga un biglietto.

Il commissario chiama la questura per lanciare l’allarme della ricerca di una Audi A6.

“Anto’” dice al telefono. “Ce vedemo alla macchina. Già trovato”.

Ricardo scuote la testa, perché è convinto che non sia stata casuale la fuga dell’uomo. “La talpa sta da me o da Carmelo?” ragiona, mentre di passo lesto raggiunge il luogo dell’appuntamento. “Se è da me, la soffiata può essere uscita solo dall’ispettore Esposito e dalla sua squadra, che hanno raccolto le liste di chi ha pernottato a Ferrara. Da Carmelo, non so. Però non mi piace sapere che le nostre mosse sono monitorate”.

Scuro in viso e di umore nero il commissario raggiunge il suo ufficio, deciso a scoprire chi lo tradisce. Sta per chiamare a rapporto l’ispettore, quando dall’interfono arriva una notizia che gli peggiora la situazione. ‘Circa alle diciassette una telecamera posta in Viale Po ha intercettato l’Audi A6 sospetta. Direzione località Doro. Le telecamere all’inizio di Via Modena e a metà di Viale Marconi non hanno inquadrato la vettura. Quindi potrebbe essersi diretta lungo via Padova oppure aver deviato in via Oroboni. Però nessun’altra telecamera ha delle immagine con l’autovettura. Potrebbe averla lasciata in una delle vie che sbucano in via Padova oppure in zona Barco e aver cambiato vettura. Commissario mi spiace ma…‘. Ricardo chiude rabbiosamente l’interfono, imprecando come uno scaricatore di porto.

“Quel figlio di puttana, oltre agli appoggi, ha studiato bene la dislocazione delle telecamere per scegliere un percorso tale da evitarle. Un vero professionista! Ormai l’uomo ci è sfuggito e ritrovarlo sarà una vera impresa!” ragiona lucidamente il commissario. “Ora manderò diverse pattuglie a controllare se ha lasciato l’Audi in una qualche via cittadina oppure se la base logistica d’appoggio è fuori. Però dubito che abbia lasciato una traccia. E’ troppo perfetto nei comportamenti per aver trascurato questo dettaglio”.

1Trad. Padre mio, il cacciatore guarda la vicina di casa. Il bosco è pericoloso.

2Trad. Quell’uomo, amico dei carabinieri e dei finanzieri, è uno spione pericoloso.

3Trad. Sta bruciando il bosco.

4Trad. Mi avvio per la strada di Lecule

5 Trad. State attento a ciò che fate

6 Trad. Tengo alta la testa

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32 risposte a “Il mazzo di fiori – parte trentacinquesima”

    1. Dove? Sul web c’è uno splendido sito di uno studioso del dialetto leccese che condivide la grammatica, veramente completa e i due dizionari. Quello leccese-italiano è ben fatto (coniugazioni dei verbi, singolare e plurale dei sostantivi, maschile e femminele aggettivi con molte frasi idomatiche). No so se a lecce si oparla così, forse no ma per parlare in codice può andare. Se trovassi un leccese che mi corregge sarei felicissimo.
      Un caro abbraccio

  1. Buon giorno, Gian Paolo !
    Mi piace il suo passaggio a me,
    mi fa sentire più vicino a mio nipote italiano
    EMANUEL
    http://aliosapopovici.wordpress.com/2013/09/13/! 🙂
    Questa sera, a partire dalle 19:00 (GMT)
    (18.00 voi) seduto comodamente davanti alla TV
    pista sarà trasmesso in diretta dalla Coppa del Mondo in Brasile,
    partita di calcio tra Italia e Costa Rica! 🙂
    Forza Italia! 🙂 🙂 🙂
    Tuo,
    Aljosha.

  2. In questo episodio emergono le figure di due identità fasulle. Quella di Carlo Borghese e di Raffaele Albanese. Chi si nascondo dietro loro?
    Il caso si rivela davvero difficile, le indagini proseguono.
    Accipicchia che bel racconto sta venendo fuori, intrigante da morire e con mille sfaccettature: quando pensi di aver trovato un indizio puoi solo ricominciare.
    Andiamo avanti ….

      1. Ci stai centrifugando le meningi! 🙂
        Alla fine sarà Ludmilla a fornire l’indizio giusto perchè è la sola capace di far parlare Maria Russo. Ma può Maria Russo da sola aver orchestrato tutto questo quarantotto? Certo che no, ha avuto degli aiuti … è difficile il lavoro dell’investigatore sai?

          1. Hai proprio ragione. Metter su una trama che sia avvincente e filante nella sua costruzione non è roba per tutti. E per me tu te la cavi troppo bene per farmi sospettare …. gasp … sei mica una scrittore? 😯

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