Il mazzo di fiori – parte quindicesima

“Ieri, lei era dalla polizia. Almeno questo è quello che ci ha comunicato” comincia con tono duro e poco amichevole Chiumento, guardandola fisso negli occhi. “E’ vero oppure no?”

“Sì, Dottor Chiumento” risponde la ragazza reggendo lo sguardo dell’uomo in segno di sfida.

“Dunque è lei la donna, che è andata all’obitorio per identificare un cadavere, come riportano i giornali?”

“Potrebbe darsi”.

“Come potrebbe darsi?” replica stupito Chiumento.

“Certamente!” risponde con tono calmo Ludmilla. “Non posso darle una risposta certa, perché non so cosa abbiano scritto i giornalisti”.

L’uomo si agita e comincia a spazientirsi. Pensava di metterla nell’angolo, invece regge con sicurezza i suoi sguardi e replica senza paura.

“Ecco. Legga” le ordina l’uomo, porgendole il giornale.

La ragazza con calma lo prende e comincia a leggere l’articolo, mentre Chiumento si muove nervosamente sulla poltrona. Sono inequivocabili i segni di nervosismo, mentre lei tranquilla e serena continua imperturbabile la lettura. Squilla il telefono ma lui non risponde. Bussano con discrezione e decisione alla porta.

“Uffa! Benedetta ragazza! Le avevo detto che non volevo essere disturbato!” esclama a voce alta. “Avanti!”

Questa si apre di quel tanto per consentire alla testa castano di Sara di passare.

“Dottor Chiumento, il commissario Ricardo desidera parlare con lei”.

Sbianca e deglutisce in fretta prima di rispondere.

“Fallo entrare”. E rivolgendosi a Ludmilla, dice: “Aspetti di là, da Sara”.

“Come vuole lei, dottore” risponde, mentre si alza dalla sedia.

“La signorina Presente rimane” afferma imperioso il poliziotto, entrato nella stanza.

La ragazza si siede nuovamente, mentre il capo del personale mastica amaro, perché non comprende le motivazioni del diktat del commissario.

“Buongiorno. Commissario Ricardo, della questura di Ferrara”. Mostra il tesserino di riconoscimento, senza allungare la mano verso quella protesa di Chiumento. Si siede di fianco a Ludmilla, senza guardarla.

Chiumento non si sente tranquillo e si domanda il motivo per il quale la ragazza deve assistere al colloquio. Sente colare nel colletto della camicia un rivolo di sudore. Si muove sulla poltrona, cercando una posizione meno scomoda.

“Desidero farle alcune domande” afferma con tono di comando il commissario.

“Mi chieda pure” risponde cercando di modulare la voce per nascondere l’agitazione per la presenza del poliziotto.

“Questa” dice Ricardo, allungandogli un foglio pieno di timbri. “E’ l’autorizzazione a perquisire gli uffici e mettere sotto sequestro eventuale materiale legato alle indagini. E’ firmato dal procuratore aggiunto, il dottor Carmelo Lopapa della Procura di Ferrara”.

Chiumento non si stupisce, perché intuisce a cosa si riferiscono le indagini. Prende il documento, lo osserva con calma e lo appoggia sulla scrivania.

“Bene” afferma Ricardo. “La signorina Teresa Lopiccolo lavora alle vostre dipendenze?”

“Sì” risponde asciutto.

“Ha una sua fotografia?”

“Sì, quella al momento dell’assunzione. Mi tolga la curiosità. Perché tutte queste domande?”

“Vogliamo dare un’identità a un cadavere” replica Ricardo.

“E perché avete puntato sulla signorina Lopiccolo?” domanda Chiumento.

“Sospettiamo che la persona da identificare sia lei. A meno che non ci compaia di fronte”.

Chiumento stringe le labbra come per impedire l’uscita delle parole. Sa perfettamente che non è possibile. Riflette senza trovare una risposta intonata alla domanda. Ha anche la certezza che Ludmilla abbia già identificato la donna morta. Ritiene inutili queste schermaglie dialettiche.

“Non può comparire” rivela l’uomo. “Perché da lunedì mattina è assente dal lavoro. Non sappiamo il motivo, né dove sia finita”.

Chiumento spinge un pulsante per chiamare Sara.

“Signorina” si rivolge alla ragazza che è appena entrata nell’ufficio. “Potrebbe prendere dall’archivio la fotografia della signorina Teresa Lopiccolo e l’intera documentazione?”

“Sarà fatto, dottor Chiumento”.

La ragazza sparisce velocemente, chiudendosi la porta alle spalle.

“Nell’attesa le chiedo: ha parenti a Ferrara?” domanda Ricardo.

“Non credo ma le sarò più preciso, quando guardo la documentazione. Non ricordo tutte le posizioni dei dipendenti” risponde Chiumento.

“Bugiardo!” si indigna silenziosamente Ludmilla. “Teresa la conoscevi bene. Altro che balle! Ma devo tacere, perché non posso rivelare la fonte delle mie certezze!”

“Nessuno le chiede di conoscere a memoria la storia dei vostri dipendenti. Aspetterò con fiducia. Credo però che ricorderà, anche senza l’aiuto dei documenti, se la signorina Lopiccolo ha subito dei richiami per aver infranto le regole aziendali”.

“Su questo punto posso essere preciso. Richiami ai dipendenti per infrazioni alle norme non ci sono stati, né Teresa… la signorina Lopiccolo ne ha mai ricevuto qualcuno”.

“Con chi lavorava in ufficio?” domanda Ricardo, pur conoscendone la risposta.

“Caro Commissario, non mi dica di non conoscere la risposta, visto che ha imposto la presenza della signorina Presente” replica piccato Chiumento.

“Non lo sapevo” replica il commissario abbozzando un sorriso. “Dunque la signorina Presente o signora…?”

“Sono single” dice Ludmilla, facendo sentire la propria voce. “Cosa vuol sapere, commissario?”

Chiumento assume una posa interessata e guarda ora l’uno ora l’altra.

“La signorina Lopiccolo non le ha mai fatto confidenze personali?” chiede Ricardo.

“No. Era molto riservata. Mi accorgo ora che Teresa era una perfetta sconosciuta”.

“Teneva diari o altro del genere?”

“Può darsi ma in ufficio non l’ho mai vista scrivere qualcosa che non fosse attinente al ruolo che ricopriva”:

“Cosa faceva?”

“Aveva un portafoglio di clienti, dei quali seguiva investimenti e rendimenti”.

“Allora aveva contatti con l’esterno?”

“No, no!” esclamò Ludmilla. “Sono i nostri agenti che lavorano all’esterno. Noi gestiamo il portafoglio come backoffice. Segnaliamo agli agenti se qualche investimento sta andando male, prepariamo le lettere per la clientela sia quelle regolamentate, che quelle estemporanee. In pratica osserviamo in tempo reale l’investimento e il suo andamento. Se scende sotto un livello prefissato, facciamo partire un sms di warning. Non abbiamo molto tempo da dedicare né a confidenze né a scrivere diari”.

“E’ stata chiarissima, signorina Presente”.

Ricardo stava per rivolgere una domanda a Chiumento, quando sente bussare. Era Sara che arrivava con tutta la documentazione di Teresa.

“Grazie, Sara. Appoggi tutto sulla mia scrivania” dice il capo del personale, facendo segno che può uscire dalla stanza.

Chiumento apre il faldone e prende una fotografia, che porge al commissario.

“Ecco. Questa è Teresa… la signorina Lopiccolo”.

Ricardo l’osserva e annuisce.

“E’ proprio lei”.

Prima che il capo del personale possa replicare, Ricardo gli pone una domanda.

“Tarack Ben Hamman…. Le dice nulla questo nome?”

“No” risponde prontamente Chiumento.

“Era originaria…” chiede il commissario, lasciando interrotta la frase.

Il capo del personale controlla, legge qualche documento e infine estrae un foglio un po’ ingiallito, che porge al commissario.

“San Cataldo…” comincia a leggere Ricardo. “Frazione di Lecce. Dunque era pugliese la ragazza. Ha dei recapiti?”

Chiumento consulta ancora il faldone e scuote il capo. “Solo quello di Ferrara”.

“Avrei finito. Il faldone lo prendo con me”.

“Non è possibile” esclama il capo del personale.

“Sì, è possibile. Legga quel documento che le ho dato. Sono autorizzato a prelevare qualsiasi atto utile alle indagini”.

“E se va perso…” domanda impaurito Chiumento.

“Chiami… quella signorina. Stenderà l’elenco del contenuto del faldone che firmeremo io e lei”.

Un uomo, seduto al tavolino interno del Caffè prospiciente R&S, legge con attenzione i giornali locali, che accennano alla misteriosa bionda, vista in compagnia del commissario e del procuratore. Non muove un muscolo della faccia, mentre con un occhio tiene sotto osservazione l’ingresso. Non sorride, non muta espressione, sembra assorto nella lettura. In realtà quegli articoli li conosce a memoria. Li ha letto qualche ora prima, mentre prendeva il primo caffè della giornata. Sa chi è la bionda. E’ tranquillo. Nessuno sarà in grado di associarlo alla ragazza morta.

Paga la consumazione. Si alza ed esce. Sa perfettamente come muoversi e dove colpire.

“Ogni cosa a tempo debito”.

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19 risposte a “Il mazzo di fiori – parte quindicesima”

      1. Mi raccomando … bello luminoso, con un bel raggio di luce! 😉
        Lo abbiamo già incontrato scrivi … fuochino fuochino…. 🙄 ripasso velocemente tutti i personaggi, uomini e donne e c’è una donna che …. che sia lei? 😯
        Ricambio l’abbraccio e grazie per la luce 😉

  1. Il tipo con il nome strano suppongo sia quello che compare alla fine..metterei una mano sul fuoco che è lui l’uomo dei fiori 🙂 Lo so, non ho capito niente ma ci provo 🙂 Alla prossima!

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