Il mazzo di fiori – parte quattordicesima

La Nuova Ferrara del 24 settembre 2013

Trapelano indiscrezioni sul misterioso incidente di venerdì 20.

Dal nostro inviato

Sembrano in arrivo delle novità sul misterioso incidente di Corso Giovecca. Alcune fonti hanno riferito di aver visto una ragazza in compagnia del procuratore Lopapa e del commissario Ricardo, che si stanno occupando del caso. Quale sia l’identità della donna non è dato di sapere ma una persona l’ha vista arrivare in bicicletta in questura nella giornata di ieri per poi uscire col commissario e raggiungere la procura.

Il nostro informatore giura che dopo non molto tempo il terzetto ha fatto tappa all’istituto di medicina legale di Fossato di Mortara, probabilmente per identificare la morta. Non si sa se questo abbia dato esito positivo. Il riserbo degli inquirenti è strettissimo e da loro non filtra nessuna indiscrezione.

Chi sia questa donna non siamo riusciti a saperlo né dove lavora o vive. L’informatore ha dato un sommario identikit. Alta, dai capelli biondi lunghi fino alle spalle. Si muove in bicicletta, una Bianchi azzurra gran turismo e nulla più.

Abbiamo interpellato telefonicamente sia Ricardo sia Lopapa ma non siamo riusciti a ottenere informazioni. Si sono limitati entrambi, come se ci fosse un tacito accordo, a dire che le indagini si muovono con cautela perché non si conosce il nome della donna morta, né in quale modo sia deceduta, né un possibile movente. ‘Tutte le ipotesi sono valide’ hanno aggiunto entrambi.

Tutti questi misteri non hanno senso logico. O gli inquirenti hanno qualche carta da giocare oppure brancolano nel buio più totale. In entrambi i casi noi cronisti non sappiamo cosa raccontare ai nostri lettori.

Speriamo domani di avere notizie più sostanziose.

“Merda!” esclama Ricardo dopo aver letto l’articolo. “Se individuano Ludmilla, il nostro piano subisce una battuta d’arresto e dobbiamo cambiare strategia. La ragazza è sveglia e sa destreggiarsi bene ma i cronisti della nera sono dei mastini”.

Il commissario ripiega con cura il giornale e telefona a Lopapa.

“Salve. Hai letto la cronaca di Ferrara?”

“No. Cosa dice?”

“La Nuova Ferrara ha descritto a sufficienza la ragazza in maniera che potrebbe essere individuata, visto che lavora in centro”.

“No. E’ un rischio che dobbiamo correre. Non è pensabile nascondere i nostri passi. Certo che accostare la visita di una ragazza al caso in oggetto ci vuole fantasia. Sono dell’avviso che sia stata una soffiata di una talpa. Una mezza idea ce l’avrei…”.

“Ho capito. L’addetto che ha mostrato il cadavere”.

“Bravo. Proprio lui! Poi i nostri imbratta carte hanno fatto tutti i collegamenti. Però avrei preferito che ci fossero un paio di giorni di silenzio. Ora ci dobbiamo muovere. Anche il killer sa che qualcosa bolle in pentola. Ludmilla sta correndo dei rischi come mandante o come persona informata”.

“Cosa pensi di fare?” gli chiede Ricardo.

“Mettiamo sotto sorveglianza discreta la ragazza” risponde Lopapa.

Il procuratore dà un’occhiata distratta al monitor, dove scorrono le varie news.

“Porca puttana!” esclama arrabbiato.

Ricontrolla l’informazione. Non ci sono dubbi. Apre il tweet di Estense.com e ha la conferma.

Identificata la giovane donna morta venerdì scorso in un misterioso incidente in Corso Giovecca. Si tratta di Teresa Lopiccolo, che abita in Via degli Angeli al 46. Ieri sera la polizia ha messo i sigilli alla sua abitazione. Una vicina di casa, interpellata dalla nostra redazione, ha affermato che la ragazza non è più rientrata in casa dopo essere uscita il mattino di venerdì 20. Teresa Lopiccolo ha circa 30 e lavora in centro a Ferrara in una grossa società assicuratrice.

Il procuratore riflette sulle prossime mosse.

Ludmilla ha passato una notte agitata tra sogni e incubi. La sveglia decreta la loro fine.

“Devo sbrigarmi e rimettere in ordine tutto quello che ho preso. E’ dinamite e rischio di saltare per aria” dice alzandosi prima del solito.

Prende al volo il caffè e dopo un sommario trucco pedala con vigore verso l’ufficio. Sono le otto quando si presenta all’ingresso, facendosi riconoscere dai guardiani. Sale velocemente le scale e col fiatone apre l’ufficio.

“Merda” esclama in silenzio. Ci sono ancora le donne delle pulizie.

“Ci mettiamo un attimo” dice una delle due, mentre con vigore pulisce la scrivania.

“Fatte con calma” risponde la ragazza, che a stento reprime l’ansia.

Si siede al suo posto. Tiene la borsa sulle ginocchia. Sbircia se le chiavi sono al loro posto. Finalmente escono ma ha perso un quarto d’ora buono. Gli uffici cominciano ad animarsi e i rischi di essere sorpresa aumentano. Infila i guanti di lattice trasparente. Prende la chiave e apre il cassetto chiuso, riponendovi agenda, moleskine e busta. E’ in un lago di sudore, che puzza di aglio per l’agitazione.

“Porca miseria! Dalla fretta stamattina non ho messo né profumo né deodorante. E ora ne pago le conseguenze!”

Estrae dalla borsa un flacone di ‘Arrogance‘, che spruzza generosamente sulla camicetta. I grossi aloni di sudore si notano sotto le ascelle e l’abbondante spruzzata peggiora la situazione. Il nervosismo non si placa e avverte che la giornata sarà dura senza capire da dove nasce questa sensazione. Respira a fondo nel tentativo di calmarsi. Quello che ha letto ieri sera continua a ronzare nella testa. La scuote, muovendo i capelli biondi che le coprono e scoprono il viso. Mentre sta facendo questi movimenti, entra un collega con La nuova Ferrara in mano.

“Leggi” le dice mettendo il giornale aperto dinnanzi a lei. “La descrizione calza a pennello con te”.

“Quale descrizione?” gli chiede cercando di dissimulare l’ansia.

“Quella della donna che ha identificato la morta di venerdì”.

“E perché dovrei essere io?” domanda cautamente Ludmilla.

“Leggi ‘Alta, dai capelli biondi lunghi fino alle spalle. Si muove in bicicletta, una Bianchi azzurra gran turismo‘. Sembra la tua fotocopia” conclude, ripiegando il giornale.

“Ma ci sono solo io a Ferrara che gira su una Bianchi azzurra gran turismo? Quel colore è uno standard!” replica ridendo ma tremando dentro per l’agitazione.

“Sarà come dici ma alta e bionda coi capelli lunghi fino alle spalle sembrano le tue caratteristiche fisiche. Non sei tu?”

“NO!” risponde seccamente.

Uscito il collega, percepisce che sarà una processione e che tutti le chiederanno se è lei la misteriosa donna vista in compagnia del procuratore che segue il caso.

E’ immersa nei suoi pensieri, quando lo squillo del telefono la fa sobbalzare.

“Pronto” risponde stancamente.

“Teresa Lopiccolo è morta!” dice una voce concitata che identifica per Sara.

“Ma scherzi?”

“No, no! Un tweet di Estense.com ha diffuso la notizia”.

“Ma è ufficiale?” domanda con una punta di inquietudine Ludmilla.

“No, no. Ma la polizia ha messo i sigilli al suo appartamento!” la informa Sara.

“Sono senza parole!”

“A chi lo vai a dire! Ma ieri la polizia non ti ha detto nulla?”

“No. Volevano solo che identificassi il telefono. E nient’altro”.

“Ti lascio. Corro dal dottor Chiumento per comunicargli la notizia”.

Ludmilla riflette. La sua posizione è precaria, perché è difficilmente sostenibile la versione concordata con Ricardo e Lopapa.

“Inoltre l’identikit della misteriosa donna che è andata all’obitorio” ammette la ragazza con una punta di sconforto “è troppo somigliante a me per sostenere il contrario. Già Piergiorgio l’ha detto, seppure tra le righe. Sicuramente Sara e Chiumento, quando leggono l’articolo, non avranno nessun dubbio. Sanno che ero in questura e sono rimasta là per molte ore. Devo telefonare immediatamente a Ricardo per concordare una linea d’azione”.

Squilla nuovamente il telefono.

“Sono Chiumento. Potrebbe venire con celere urgenza nel mio ufficio?” le dice con voce fredda e distaccata.

“Certamente. Tra un minuto sono da lei”.

Chiama Ricardo prima di andare dal capo del personale e gli spiega gli ultimi avvenimenti.

“Se ti chiedono se hai identificato la donna. Rispondi che non puoi parlare perché legata al segreto istruttorio. Tempo una mezz’ora e siamo lì” sono le istruzioni del commissario.

A Ludmilla tremano le gambe al pensiero di parlare con Chiumento. Si fa forza e si reca nel suo ufficio.

“Si accomodi” le dice l’uomo. “Dica a Sara che nessuno ci deve disturbare e poi chiuda la porta”.

La ragazza esegue gli ordini, anche se sente crescere l’ansia dentro di sé.

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20 risposte a “Il mazzo di fiori – parte quattordicesima”

  1. Certo che scrivere un giallo a puntate non deve essere troppo semplice. Non viene voglia anche a te di vederne la fine? Qui si sta sulle spine…Ciao e a molto presto mi auguro… Isabella

    1. Chissà! Non lo so proprio, perché la prossima parte non è ancora scritta.
      Spero che anche il tuo fine settimana sia dolce, intrigante e delizioso.
      Un abbraccio
      Gian Paolo

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