Il mazzo di fiori – Quinta parte

Inizia una nuova giornata. E’ sabato e Ludmilla rimane nel letto più a lungo a crogiolarsi. La giornata è differente rispetto a venerdì appena passato: più grigia, più umida, più fredda. Non invita ad alzarsi. La mente continua a girare a vuoto sul misterioso ammiratore.

“Chi sarà mai?” si domanda, ammirando lo splendido vaso, riempito da quel mazzo di fiori enigmatico.

Si avvolge nelle lenzuola e guarda l’orologio.

“Sono solo le nove. Dove devo andare?” si chiede, tirandosele fin sotto il mento.

Non ha una risposta, anzi non ne ha nessuna. Le piace porsi delle domande pleonastiche che non hanno una possibile replica.

Non ama poltrire, non ama annoiarsi. Desidera muoversi, essere sempre in movimento. E’ abituata a svegliarsi presto e uscire con qualsiasi tempo, come tutte le mattine della settimana, all’infuori della domenica, quando invece preferisce starsene nel letto. Oggi, no. Non ne ha voglia. Fiori e biglietto sono un mistero che vorrebbe scoprire, che la sta appassionando. Vorrebbe capire chi si nasconde dietro quella frase. La curiosità la pungola ma si limita, al momento, a osservarli sul tavolino nell’angolo della camera.

Vorrebbe un caffè. Anzi vorrebbe che le fosse portato a letto ma nessuno può soddisfare il suo desiderio. E’ single in attesa di un possibile pretendente, che non arriva mai.

“Come dovrebbe essere?” riflette, ben sapendo che nessuno le va a genio.

“Sono difficile e pretenziosa” continua nella riflessione. “Nessuno ha le caratteristiche che desidero”.

Pigramente si stiracchia ma non decide di uscire dalle lenzuola.

Ripensa al giorno precedente. Un mazzo di fiori e uno splendido vaso. Ragiona su quello che ha letto su Google sul possibile autore del biglietto. Scuote la testa, perché non ci ha capito nulla.

“Che vuol dire ‘quadratura’?”

Ludmilla cerca di comprendere cosa significa ma trova semplicemente un’analogia astrologica.

“Le quadrature tra due astri di solito non sono buone. Anzi manifestano contrarietà. Forse lo scrivente, che ha come caratteristica la quadratura, non preannuncia nulla di buono. Sarà vero oppure ho preso una cantonata?”

Decide di alzarsi per prendere il PC dal tavolo di cucina, dove l’ha lasciato la sera precedente. Lo fa a malincuore, perché uscire dal calduccio del letto la disturba.

La ragazza si appoggia alla testata del letto col computer sulle gambe. Ricomincia da Google. Rifà la ricerca. Adesso i risultati sono tantissimi: oltre 2 milioni e mezzo in mezzo secondo. Trova sempre al primo posto ‘Analisi on line della scrittura‘. Si alza di nuovo. Prende una lente di ingrandimento, un righello e un blocco di carta bianca a righe, come quello che ha usato a suo tempo a scuola. Le serve un piano d’appoggio. Si aggira per casa, finché non approda in cucina a prendere un vassoio di legno. Quello che usa per la colazione. Del caffè si è dimenticata, assorbita dalle ricerche di quanto le serve. Finalmente torna a letto, sistemandosi comoda.

Appoggia il biglietto sotto una pagina bianca, avendo la cura di far combaciare il bordo superiore del biglietto con una riga del foglio. Poi ricalca l’intero messaggio sul blocco.

“Fa attenzione!” si dice quando sbava nella trascrizione di una lettera. Suda, impreca, si agita ma alla fine le riesce un lavoro quasi perfetto. Lo ammira e si congratula da sola. «Sono veramente brava!»

Col foglio in mano comincia il test on line dal sito.

“Praticamente le righe sono orizzontali” e passa alla schermata successiva.

Qui entra in crisi. Prende il biglietto e osserva i margini.

“Quello di sinistra com’è?” si chiede, mentre legge le scarne indicazioni presenti. “Parla di due o tre caratteri. E come faccio a saperlo?”

Afferra il righello e misura lo spazio a sinistra.

“Circa 3 cm. Ora misuro tre caratteri… oppure solo due?”.

Controlla ‘Può’ e deduce che le prime due lettere occupano lo spazio di 2,2 cm. E aggiungendo la terza, si arriva a poco meno di 3 cm. Dunque spaziatura normale” esclama trionfante. Che strada avesse scelto la sera precedente, non lo ricorda. Prosegue col margine superiore.

“Le indicazioni parlano di due o tre righe. Qui il messaggio è praticamente centrato, Stesso spazio sopra e sotto. Che faccio? Normale oppure non riesco a decidere?”

Riflette e poi lo considera normale.

“Il biglietto è scritto su due righe, quindi… differisce dall’esempio. Colpo di genio! Secondo me, se avesse riempito il biglietto avrebbe lasciato in alto due o righe, come in basso. Quindi margine superiore normale”.

Quindi di pagina in pagina arriva a leggere il seguente responso.

Caratteristica Principale : Originalità.


La Scrittura Esaminata dimostra un certo equilibrio tra attività e ponderazione, tra lavoro e pausa. L’energia fluisce a dovere sotto il controllo della volontà.

Alcune componenti denotano un equilibrio tra la tendenza di aprirsi agli altri ed all’ambiente e la necessaria prudenza e diffidenza.

Abbiamo poi rilevato che razionalità ed emotività sono ben bilanciate, conciliando armonicamente le componenti tecniche e quelle intuitive.

Questa scrittura inoltre denota un rapporto equilibrato tra costanza ed innovazione, tra il rispetto dei modelli ed il gusto di costruirne di nuovi. Difficilmente avrà grandi fedi o vocazioni ed altrettanto difficilmente avrà grande creatività o immaginazione.

Infine questa scrittura è equilibrata quanto a chiarezza, risultando ragionevolmente leggibile pur con qualche personalizzazione e manierismo. Ciò denota che un sano desiderio di essere compresi convive con un certo margine di indipendenza.

Trascrive il testo sotto la frase ricopiata e scuote la testa. Ne è scaturita una nuova definizione, difforme da quella che ha letto la sera prima.

“Questa mi sembra più chiara!” esclama. “Però ne so quanto prima. Sono ancora in alto mare. Uomo o donna?”

Scuote il capo, perché il mistero invece di chiarirsi si infittisce. Prosegue alla ricerca di qualche altra indicazione.

Scorre l’elenco dei risultati di Google e si imbatte in SAPERECOMEFARE. Rimane incuriosita dalle prime parole.

’15/feb/2013 – Oggi la grafologia si è evoluta nella “psicologia della scrittura“, che va …. assolutamente assurgere a metro di analisi o addirittura diagnosi di…’

La parola psicologia la spinge a leggere il testo. Ci sono esempi con brevi descrizioni.

“Se prima è stato un rompicapo, una specie di scioglilingua, qui si va a spanne. Pochi esempi e lontani dal testo del biglietto. Comunque proviamo a leggere”.

Il primo esempio è relativo a come si scrivono le righe.

“Uhm! Decisamente i tre esempi proposti sono riduttivi” dice pensosamente. “L’unico che si avvicina un pochino è il rigo aderente”.

Legge cosa sta scritto a fianco.

Chi scrive aderente ha una visione realistica delle cose, le accetta così come stanno, non tenta di migliorarle o di cambiarle. Sul lavoro è un valido collaboratore.

“Passiamo sotto. La scrittura è grande o piccola?” si domanda, prima di optare per quella grande. “In realtà sarebbe una via intermedia. Ma pensiamo in grande”. Ride per la battuta.

Chi ha una scrittura grande tiene se stesso nella massima considerazione. È suscettibile, esige soddisfazioni per le offese reali o immaginarie. Tende ad imporre agli altri il proprio stile di vita e il proprio modo di pensare.

Il passo successivo è l’esame della spaziatura. Nuovi dubbi arrovellano la testa di Ludmilla.

“Spazi piccoli? No, di certo. Spazi grandi? Forse! Leggiamo cosa c’è scritto”.

La scrittura con larghi spazi tra le parole esprime un’ampia visione mentale. Appartiene a chi possiede senso critico, è obiettivo nelle valutazioni, lungimirante, non è impulsivo, non si entusiasma facilmente, ha un’inclinazione per le attività intellettuali e per le scienze.

Non ha dubbi sulla definizione di scrittura chiara od oscura.

“Sicuramente è chiara. Anzi chiarissima!”

La scrittura chiara è di chi pensa e agisce con chiarezza. È corretto nel rapporto con gli altri e apprende con facilità.

L’andatura le rimane ostica, come la pendenza.

“Che vuol dire? Scrittura calma o nervosa?”

E’ incerta come interpretare i due esempi.

“Boh! Optiamo per quella calma” decide alla fine.

La scrittura calma indica pazienza, animo quieto, capacità educative, azione pacifica e serena.

Altro dilemma sulla pendenza.

“Oddio. Non pende né a destra né a sinistra. Ma l’esempio visivo è fasullo. Induce a riflettere su qualcosa sul quale non c’è niente da pensare! Dunque eretta”.

La scrittura eretta esprime un atteggiamento piuttosto freddo di chi tiene sotto controllo i propri sentimenti e le proprie sensazioni.

Ormai era quasi arrivata in fondo. E’ rimasto solo l’esame della t e della i.

“Qui si va sul velluto” esclama rilassata. “Esempi chiari e notevole aderenza con lo scritto. Dunque la t ha taglio basso. ‘Esprimono democraticità, disponibilità a tenere conto delle esigenze altrui.‘. La i è chiarissima, perché il punto è un segno particolarmente riconoscibile. Come afferma la noticina è ‘un tratto immediato e spontaneo e rivela con precisione alcuni aspetti del carattere‘. Nessun dubbio nemmeno qui. Il punto è un bel tondo e quindi…” conclude leggendo l’ultima interpretazione.

I punti a forma di cerchio sono di chi in generale aspira alla chiarezza. Le sue azioni e decisioni possono venire danneggiate dall’eccessiva cura dei particolari, che può rasentare la pignoleria.

“E moh! Che me ne faccio?” sbotta delusa. Non sa come mettere insieme questi spezzoni, né gli danno un quadro che possa permetterle di fare una specie di identikit dell’ammiratore.

Si alza. Ormai è oltre mezzogiorno e si dirige in cucina

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29 risposte a “Il mazzo di fiori – Quinta parte”

  1. eh beh, questo quinto capitolo ci apre un mondo sulla grafologia! grazie anche per i link (che ho curiosato). tutto procede, anche se ancora mi pare in alto mare, ma procede 🙂 ciao Gian Paolo!

  2. si dirige in cucina.
    Dopo mangiato avrà sicuramente un lampo di genio 💡 il mazzo è in bella mostra dentro il vaso e la figura del mandante inizia a delinearsi. 😉 Si ricorderà improvvisamente di qualcuno …. 🙂 ehi Orso un finale “soft” stavolta che all’altro racconto 🙁 mi hai fregata ben bene! Stavolta solo romanticismo 🙄 nuvole e farfalle, ecco … così, per dire! 🙂
    un abbraccio

  3. mh… ambiguo/a. Ecco l’unico termine che darei a questo ammiratore sfaccettato.
    Mi fa sorridere il modo (quasi spietato) con cui hai descritto la febbrile ricerca di una donna curiosa, che ricalca la scritta appoggiata al tagliere. L’urgenza di Ludmilla che le fa dimenticare anche la fame è perfetta: siamo proprio così!!!

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  5. Buona sera!
    Quando inserisco un nuovo articolo di pensare soprattutto agli amici (amici)
    blogosfera e-poi a me! 🙂
    Se i loro poteri come mi scrivono e quello che inserisci, significa che il lavoro è buono e sono felice! 🙂 🙂
    Mi bucu te piace, io sono contento di visitare me! 🙂 🙂 🙂
    Vi auguro una splendida settimana!
    Un caloroso benvenuto e una stretta di mano,
    Aliosa.

  6. una persona interessante questa Ludmilla. Perche’ cominciare con una analisi grafologica? Veramente strano…. mi chiedo dove vuoi arrivare. Avrei cominciato a pensare a tutte le persone con le quali ho avuto incontri particolari o nelle quali ho suscitato un certo interesse. Secondo me e’ qualcuno che conosce!

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