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Un gruppo di ragazzi, che qualcuno potrebbe definire temerari, ha deciso di riportare in vita uno dei tanti borghi abbandonati del nostro Appennino. Hanno costituito una onlus ‘Il Borgo’ per finanziare la loro impresa. Le donazioni sono ben accette. Dopo diverse peripezie per dribblare la burocrazia, usando un’immagine calcistica, il 1 giugno sono iniziati i lavori per far rivivere Castiglioncello. Eva, Marco, Betta, Giacomo, Alba, Matteo, Teresa, Lorenzo, Mattia e la sottoscritta hanno lavorato duramente nei mesi precedenti, rinunciando ai fine settimana e a giornate di ferie, con l’obiettivo di far partire l’impresa. Qualcuno ci ha detto che siamo dei visionari, altri dei paladini dell’ambiente, altri dei pazzi scatenati. Niente di tutto questo! Siamo un gruppo di dieci amici, che fino all’agosto dell’anno scorso non sapevano nemmeno l’esistenza degli altri. Adesso, come un team affiatato, discutiamo, litighiamo e alla fine troviamo la quadra dei nostri pensieri. Eva, futuro architetto, ha trovato uno studio, H3, che ha firmato il progetto esecutivo di recupero. Marco, il fotografo, ha colto le immagini di com’era e seguirà a immortalarle man mano che il Borgo rinascerà. Lorenzo, l’ingegnere edile, seguirà i lavori dell’impresa edile. Alba, Teresa, Mattia e Matteo contribuiranno col loro entusiasmo e lavoro all’ottima riuscita del progetto. E io? Sarò l’umile cronista di questa splendida avventura.
Se qualcuno leggendo queste poche righe di news vorrà toccare con mano i progressi, sarà il benvenuto. Il gruppo li accoglierà e li accompagnerà nella visita guidata. Chiediamo solo un piccolo contributo alla nostra causa. Quanto? Quello che volete purché ci sia.
Noi siamo presenti tutti i week end. Cosa ne pensate di passare una giornata o due (ci sono delle comode tende per gli ospiti) in nostra compagnia?
Alla prossima news.
La vostra Laura
A questa news, alla pagina di Facebook, alla pubblicità del passa parola sulla riviera e agli articoli sul Corriere dell’Appennino risposero in tanti, che come gitanti della domenica si presentarono per vedere all’opera questo gruppo di giovani entusiasti. La presenza di turisti invogliò altre ditte a contribuire come sponsor o con donazioni con grande sollievo delle casse de Il Borgo.
Nel corso di quell’estate un altro evento monopolizzò l’attenzione del gruppo.
Il 21 luglio del 2010 venne progettata una grande festa a Bologna, quando Laura sostenne la tesi di laurea. Gli amici organizzarono ai Giardini del Baraccano un rinfresco per festeggiare la ragazza. Come ricordo del gruppo gli regalarono una preziosa MontBlanc Princess Grace di Monaco come simbolo della futura carriera di giornalista, mentre Mattia le comprò un Ipad come regalo personale.
Insieme a loro c’erano anche i genitori, che furono coinvolti nell’atmosfera spensierata del festeggiamento.
Emma poté conoscere finalmente gli amici di Laura.
“Ernesto, Ernesto” lo chiamò con un colpetto al fianco.
“Uhm! Che vuoi?” grugnì un po’ spaesato in mezzo a quei giovani caciaroni, che gli stavano facendo una testa grossa come un melone.
“Mi sembrano dei bravi ragazzi”.
“E con questo?”
“Mi piacciono. E ora sto tranquilla” rispose la donna serafica.
“Dovevi dirmi solo questo?” le domandò, addentando una tartina al prosciutto.
“No”.
“Cosa c’è ancora?” domandò di malagrazia.
“Hai visto che regalo le ha fatto Mattia?”
“Chi?”
“Mattia, il suo ragazzo”.
“Perché Laura è fidanzata?”
“Non lo so…”.
“Allora perché l’hai detto? E chi sarebbe questo Massimiliano?” le chiese guardandosi intorno stralunato.
“No, Mattia. E’ quello che ti sta di fronte” rispose calma.
“Chi? Quello lì?” disse indicando con l’indice il ragazzo, che stava seguendo divertito i loro discorsi.
“Ernesto, non indicare con le mani le persone” rispose scandalizzata Emma.
“Sei un tifoso del Bologna?” domandò al ragazzo, ignorando il rimprovero della moglie.
“No”.
“Per quale squadra tifi?” gli chiese deluso.
“Per il Cesena” rispose garbatamente.
“Una squadretta” disse un po’ schifato.
“Beh! Nemmeno il Bologna è molto meglio” replicò sorridente.
“Per forza coi dirigenti che ci ritroviamo” ammise amaramente l’uomo.
“Ernesto…” lo interruppe la moglie.
“Dimmi, Emma”.
“Non parlerai di calcio e del Bologna anche oggi! E’ la festa di Laura e dei suoi amici”.
“Allora perché siamo qua?” replicò infastidito.
“Oggi è un bel giorno per noi. Laura si è laureata con 110 e lode” esclamò la donna.
“Ho capito” disse, mentre afferrava un’altra tartina piena di gamberi e caviale.
Laura con la classica corona d’alloro in testa stava ascoltando le ultime battute alquanto irritata.
“Simpatici i tuoi genitori” le disse sottovoce Mattia.
“Veramente…” cominciò col dire infastidita.
“Ma no! Simpatici e giovanili. Ma tuo padre è un tifoso del Bologna?”
“Perché non l’hai capito? Gli potresti chiedere tutte le formazioni e lui non sbaglierebbe un colpo”.
“Caspita! Peccato che non ci sia più Mike e Lascia e Raddoppia!”
“Già” ammise amaramente.
La festa continuò fino alla sera, quando ognuno prese la strada del ritorno.
Quell’estate volò decisamente. I giorni scorrevano veloci e leggeri fino al momento di sospendere i lavori.
Un bilancio decisamente positivo fu steso il 1 ottobre, quando il cantiere fu chiuso con appuntamento al 30 maggio del 2011. Il gruppo si ritrovò con gli operai per festeggiare i quattro mesi di lavoro che stavano lentamente cambiando il volto al Borgo. In cassa rimanevano denari a sufficienza per riaprirlo il prossimo anno senza troppi patemi.
Un’allegra tavolata salutò la fine del cantiere e, dopo aver saldato tutte le pendenze economiche, tra festosi abbracci e calorose strette di mano si scambiarono un «Arrivederci al prossimo anno».
In quei quattro mesi nessuno si era tirato indietro. Laura tra un colpo alla tesi e un articolo pubblicato fece da guida, unitamente a Teresa a qualche migliaio di turisti curiosi in visita a Castiglioncello. Furono impeccabili entrambe le ragazze, anche se era la prima volta che guidavano comitive di gitanti. Notizie curiose, aneddoti, spiegazioni nascevano spontanee dalle loro bocche come se a guidarle fosse il Vecchio.
Giacomo batté le campagne dell’Emilia alla ricerca di mobili dismessi, specialmente quelli delle chiese. Li domandò ai parroci, ai quali offriva in cambio arredi nuovi e moderni. Aveva noleggiato per sei mesi un furgone, spuntando un buon prezzo. Quando arrivava al campo era sempre pieno di mobili, sedie, panche e tanto altro ancora. Molto spesso erano ridotti in cattivo stato ma Betta riusciva a restaurarli in maniera egregia. Alba l’aiutava e presto imparò l’arte del restauro.
Mattia e Matteo con un vecchio pick-up giravano per cantieri e discariche della Romagna alla ricerca di materiale edile da riusare per il Borgo, come faceva Lorenzo nell’area fiorentina. I tre ragazzi, scaricato il materiale nell’area di parcheggio, lo selezionavano, lo ripulivano e lo accatastavano in pile ordinate.
Solo Eva e Marco erano meno operativi degli altri ma anche loro davano un contributo fattivo alla riuscita del progetto.
Ripasso con più calma per la lettura
A presto
Bacioni
Mistral
Ti aspetterò.
Un abbraccio
Gian Paolo
tutti organizzatissimi e super indaffarati! bravi loro e bravo tu 😉
buon pomeriggio, un abbraccio
I giovani sono fatti così!
Felice serata, qui un nebbione incredibile.
Un abbraccio
allora ti mando un tramonto colorato
Grazie! Ci voleva proprio
Ti auguro una buona notte
Trisch
Seppure un ritardo ricambio l’augurio
Gian Paolo
§¤~^~¤§ FELCE ** GIORNO I§¤~^~¤§
───▄████▄CIAO▄████▄
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Grazie.
Serena notte
Un episodio all’ insegna della serenità e allegria, congeda il gruppo per la prossima avventura
Tutti uniti nell’ unico intento di ridare vita e splendore al Borgo
Grazie, caro Gian Paolo
Leggerti è piacevole e interessante
Un caro abbraccio
Mistral
Il gruppo si prepara a nuove avventure e la storia va verso il finale.
Grazie carissima Mistral.
Un bacione
Gian Paolo
Laura always number one!
Un caro abbraccio.
E’ la tua beniamina!
Un caro abbraccio