Finalmente Lorenzo ottenne tutti i permessi per la costruzione di una passerella pedonale provvisoria e una teleferica per il trasporto del materiale.
“Ci siamo coi permessi” disse il ragazzo telefonando il 3 maggio a Laura. “Possiamo cominciare a lavorare alla passerella e alla teleferica…”.
“Ma per il Borgo?” domandò con la voce un po’ tremula per la paura che le risposte fossero negative.
“Dobbiamo pazientare”.
“Perché?”
“Mancano un paio di visti…”.
“Uffa!” protestò la ragazza. “Manca sempre un timbro. Quasi quasi scrivo un pezzo di fuoco sul Corriere dell’Appennino e sulla nostra pagina di Facebook!”
“Calmati, Laura! Non essere precipitosa! Non creiamo attriti. Bisogna pazientare quando si tratta di firme e timbri. Comunque mi hanno assicurato che la sovraintendenza non dovrebbe impiegarci molto a darci il via libera. Parlano di un paio di settimane…”
“Un paio di settimane?” esclamò, esplodendo per la rabbia.
Laura sentì bussare alla porta della camera.
“Che vuoi, mamma?” disse irosamente.
“Sentivo delle urla e pensavo…” rispose Emma serafica.
“Sto parlando con Lorenzo…”.
“Povero cristo!” replicò ironicamente la madre. “Sembra che tu lo stia spellando vivo. Va bene, vado”. E la donna si allontanò, dicendo con se stessa. «Chi sarà mai Lorenzo? Mattia ha già gettato la spugna? Mi sta preoccupando la figliola».
Laura respirò a fondo prima di riprendere la conversazione con Lorenzo.
“Stavi dicendo?” disse, sbuffando per l’intromissione della madre, che l’aveva distolta dal filo del discorso..
“Mancano due firme. Per la sovraintendenza non ci dovrebbero esserci sorprese. E infine la comunità montana. Qui la storia si complica…”.
“Come si complica?” chiese la ragazza innervosita.
“Sì, si complica un poco, perché sono in fase di riorganizzazione tra accorpamenti e rinnovate funzioni. Però mi hanno detto che tra due settimane il nuovo presidente firmerà a occhi chiusi”.
“Quindi dal 15 maggio si può partire…” replicò speranzosa la ragazza.
“Frena gli entusiasmi. Secondo la mia esperienza se ne parlerà per il 24 o 25 maggio, se tutto procede…”.
“Ma siamo impazziti?” esclamò arrabbiata, interrompendolo.
Lorenzo finse di non aver sentito l’ultima esternazione, prima di riprendere a parlare.
“Nel frattempo costruiamo passerella e installiamo la teleferica. Così possiamo spostare i materiali di scarto dal Borgo al greto del Santerno e possiamo cominciare a portare su quello che serve per partire”.
“Mi sembra di impazzire! Sono passati tre mesi da quando è cominciato il bel tempo e non abbiamo combinato nulla!”
“Ci dobbiamo organizzare. Senza passerella e teleferica è impossibile cominciare un qualsiasi lavoro. Poi dobbiamo trovare degli operai, dobbiamo procurarci il materiale necessario, dobbiamo…”.
“Ho capito il messaggio, Lorenzo! Non dobbiamo fare un cazzo!” aggiunse la ragazza spazientita.
“Non ti arrabbiare, Laura! Non serve a nulla. Ci troviamo venerdì 7 al campo base per discutere come suddividere i compiti tra noi. Ci pensi tu?” chiese Lorenzo per tagliare la telefonata, che si stava prolungando oltre il necessario.
“D’accordo. Il 7 sera tutti al campo base!” rispose con un tono di dolorosa sofferenza.
Il venerdì sera dell’appuntamento al campo base arrivò il gruppo alla spicciolata sotto un cielo plumbeo carico di pioggia. Si sistemarono nella tenda più grande dopo aver acceso una stufetta a gas per riscaldare l’ambiente. L’umidità dell’aria e quella che saliva dal fiume era davvero pungente. Sull’esterno delle tende colava l’acqua come se piovesse.
Lorenzo assunse il controllo delle operazioni e cominciò a parlare.
“Ragazzi…” cominciò con voce decisa per attirare l’attenzione di tutti che chiacchieravano tra loro.
“Perché noi ragazze non contiamo un cazzo?” disse Teresa, determinata a far sentire la sua voce.
Lorenzo la guardò in cagnesco e riprese come se l’interruzione non fosse avvenuta.
“Dicevo. Un paio di giorni fa abbiamo gettato le basi per la passerella pedonale provvisoria. Sarà tale fino al 31 ottobre prossimo, poi la dobbiamo smontare”.
“Perché?” domandò Betta sorpresa dal monta e smonta del manufatto.
“Semplice. L’ho già spiegato tempo fa ma lo ridico. Una struttura permanente avrebbe richiesto tempi molto lunghi e incerti per la sua approvazione, relativa costruzione e collaudo. Con una provvisoria i tempi si accorciano di parecchio e i costi pure”.
“Prosegui” disse Matteo.
“Per la teleferica analogo discorso. Abbiamo individuato le coordinate dove collocarla. La prossima settimana cominciamo la realizzazione. Tempi di esecuzione? Direi dalle due alle tre settimane. Speriamo, tempo permettendo di chiudere i cantieri per il 20 maggio”.
I ragazzi rimasero in silenzio per qualche minuto come se dovessero metabolizzare le informazioni.
“Domande?” chiese Lorenzo senza ottenere risposte.
“Ah! Mi stavo dimenticando una buona notizia. I comuni interessati al ponte distrutto sul Santerno mi hanno domandato la disponibilità a partecipare alla sua ricostruzione. Abbiamo detto di sì…”.
“Allora la passerella è in sovrappiù?” domandò Laura.
“No!” rispose ridendo. “”Tra delibere dei due comuni e richieste alle regioni Emilia Romagna e Toscana per avere i soldi, se tutto procede liscio, se ne parlerà la prossima primavera. E questo solo per avviare l’iter…”.
“Ho capito! Ho capito!” disse la ragazza visibilmente insoddisfatta. “La passerella è indispensabile”.
“Procediamo” riprese Lorenzo. “Mentre i lavori avanzano, noi possiamo lavorare al Borgo, preparando l’area dove mettere qualche tenda o casetta in legno per gli operai”.
“Ma non ci lavoriamo noi?” domandò Alba.
“Oddio, volendo sì! Ma quanto tempo possiamo dedicarci? Io solo sui week end e non sempre e voi?”
Qualche mormorio si levò dal gruppo.
“A parte le due settimane di ferie, anch’io sono solo disponibile nei fine settimana” disse Giacomo.
“Beh! Credo che siamo tutti messi nello stesso modo” ribadì Marco, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Dunque dobbiamo trovare qualche muratore e un capomastro che li diriga dal lunedì al venerdì. Però…”.
Lorenzo fece una pausa calcolata per sottolineare quello che avrebbe aggiunto dopo.
“Però cosa?” domandò una Laura nervosa.
“Servono dei soldi per pagarli. Come facciamo?”
Il gelo calò tra loro.
“E come faccio a procurare i soldi?” domandò ingenuamente Teresa.
“Beh! Sei una bella ragazza…” affermò ironicamente Matteo, ridendo.
“Solito maschilista sessista!” replicò adirata la ragazza. “Dicono che anche i bei ragazzi alti spopolano…”.
“Calma, calma!” disse Lorenzo per bloccare quella sequenza di battute da caserma e proseguire nel discorso. “Di soldi ne servono abbastanza…”.
“Quanti?” chiese Betta, che aveva ascoltato tutto senza mai intervenire.
“Vediamo…” rispose il ragazzo, mentre mentalmente faceva un po’ di conti. “A occhio e croce direi circa tremila euro per un muratore e quattromila per il capomastro. In un mese per tre muratori e un capomastro servono all’incirca quindicimila euro…”.
“Caspiterina!” esclamò fischiando Giacomo. “Quasi quasi faccio il muratore anziché l’ingegnere a 1400 euro al mese!”
L’uscita di Giacomo suscitò l’ilarità generale.
“I muratori donna come si chiamano?” domandò Alba divertita.
Altre risate accompagnarono la domanda della ragazza. «Muratrice» disse uno. «Muratora» un altro e nuovi schiamazzi e sberleffi. «Ma ce l’hai il berrettino di carta o lo devi comprare?» chiese Eva. Ormai nessuno aveva più voglia di sentire le parole di Lorenzo.
“Signore e signori” cominciò calcando sulla parola «Signore». “Vista la situazione ridanciana sono costretto ad aggiornare a domani il resto della mia relazione. La seduta è sospesa”.
“Grazie, capo!” disse Matteo con tono serio. “Ora iniziano le danze”.
“Perché si balla?” domandò con un filo di ingenuità Betta.
“Sì” rispose Giacomo avvicinandosi con un inchino. “Mi concede l’onore di questo ballo?”
“Ma non c’è la musica!” replicò la ragazza.
“Come non c’è? Non senti? Tarantà, taratatà…”
“Quando fai lo sciocco, sei adorabile!” gli disse, stringendosi a lui e baciandolo con ardore.
Tutti parlavano e ridevano, fuorché Laura che aveva un muso lungo, perché era stata tagliata fuori da tutte le discussioni della sera.
«Dove li troviamo tutti questi soldi?» si domandava seduta in un angolo della tenda.
“C’è qualcosa che non va?” le chiese Mattia, cingendole le spalle.
“No. Ma sì!”
“Cosa ti preoccupa?”
“Dove li troviamo quindicimila euro tutti i mesi per pagare i muratori?”
“Cercheremo uno sponsor o un’impresa edile alla quale facciamo un po’ di pubblicità su Facebook e sul giornale al quale collabori”.
“Ma credi che sia possibile?” domandò non troppo convinta.
“Certamente! Ma ora non pensiamoci. Domani è un altro giorno” le rispose, baciandola.
Lorenzo scosse la testa, vedendoli allegri e senza pensieri. «Non sanno ancora quante altre mille difficoltà dovranno affrontare!» rifletté, avvicinandosi a Teresa.
Il clima era ormai mutato da serioso ad allegro. La notte si preannunciava lunga e lieta, mentre fuori la pioggia cadeva fitta.
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Sto un po’ accelerando nella pubblicazione de Il Borgo, perché, ormai terminato, ci sono troppi capitoli che aspettano.
Buona lettura
Il Borgo procede spedito e tu, fai bene a pubblicare accelerando un po’ i tempi
Laura proprio non vuol capire le difficoltà che s’ incontrano anche per smuovere un sasso (soprattutto da noi) e la sua impazienza, spesso è fuori luogo
I soldi non bastono mai e i muratori si fanno ben pagare e anche pregare
L’atmosfera, alla fine, si alleggerisce piacevolmente
Ti seguo con piacere e interesse
Bacioni
Mistral
Laura? Appartiene ai giovani che non capiscono i lacci e gli impedimenti della burocrazie e quindi morde il freno e si innervosisce, mentre Lorenzo è più integrato nel sistema.
Soldi e lavoranti una bella spina nel fianco.
Grazie per la tua costanza.
Un bacione
Gian Paolo
Seguendoti con piacere.., ti auguro una serena domenica UN ABBRACCIO! 🙂
Grazie e ricambio l’abbraccio
Ancora una volta Laura emerge!
Un caro abbraccio.
Laura forever!
Un caro abbraccio
Buona sera !
http://youtu.be/n3x7yjrNNTw
Ciao !
Aliosa.
Ciao