Il Borgo – Capitolo 54

Il gruppo si ritrovò nuovamente sabato 1 maggio per proseguire le operazioni di pulizia del Borgo dalle erbe e di numerazione delle pietre cadute. Marco, come aveva promesso arrivò con quattro tende nuove Igloo da 5 posti, cinque sedie da regista e un bel tavolo da picnic solido e sufficientemente grande.

Avrai speso una fortuna!” esclamò Laura felice, osservando il materiale scaricato.

Macché! Poco più di trecento euro. Quel mio amico è stato ben felice di disfarsene, perché più passava il tempo, più si deprezzavano” rispose un Marco sorridente.

Se ne ha delle altre, le possiamo acquistare usando la cassa” continuò la ragazza.

Gli sono rimaste una mezza dozzina di canadesi da due posti. Costano pochi spiccioli. Se volete, le fermo e le porto la prossima volta”.

Per me va bene. E tu, Betta, che dici?” le domandò Laura.

Nessun problema. Possono sempre servire per quando ci sarà qualche volontario nei week end” rispose con un sorriso.

E tu Matteo cosa ci hai portato?” domandò Giacomo curioso.

Un WC da campeggio, una doccia con relativo contenitore per l’acqua e un po’ di materiale per entrambi. Totale circa centottanta”.

Cosa abbiamo in cassa, Betta?” chiese Lorenzo.

Quasi un migliaio di euro, dai quali dobbiamo togliere la spesa di Matteo e la futura di Marco. Facendo un po’ di conti…” disse sommando e sottraendo entrate e uscite. “…Rimangono 780 euro e 40 centesimi”.

Mentre qualcuno va a comprare qualcosa per questi due giorni, gli altri falciano il prato, piantano le tende, sistemano i servizi. Così possono essere fruibili da subito” annunciò con piglio autoritario Laura.

In poco più di un’ora la radura presentava un bel colpo d’occhio. Le tende disposte a formare un cerchio con al centro tavoli e sedie. Il campo base acquistava sempre più la sensazione di una piccola cittadella.

Fatta una rapida colazione, il gruppo si diresse verso il Borgo, armato di rastrelli e forbici, due sacchi raccoglierba e tanta buona volontà. Ormai il passaggio sul ponte pericolante non rappresentava più un’incognita. Veniva affrontato allegramente, con naturalezza.

Si divisero in diverse squadre. Due si dedicarono alla numerazione delle pietre e l’altra a togliere erbacce. La domenica precedente erano state catalogati i sassi del muraglione a secco che cingeva il Borgo. Erano stati numerati e contrassegnati con un bel giallo con pazienza certosina, indicando con un bel uno da dove avevano cominciato. In questo week end proseguirono marcando di verde le pietre della rocca e di azzurro quelle della chiesa. Travi di legno, ormai marcite per le intemperie e corrose dai tarli, venivano trasportate in un punto esterno in attesa di decidere cosa farne.

Il gruppo, incaricato di estirpare le erbacce, riempirono in fretta i due sacchi raccoglierba, che vuotarono accanto al legname accatastato fuori dalle mura.

A mezzogiorno, dopo quasi tre ore di intenso lavoro, fecero una pausa e si ritrovarono nella radura antistante la rocca per uno spuntino veloce.

Sono sfinita! Non pensavo che fosse così faticoso” esclamò Teresa sudata come se avesse fatto una doccia, accasciandosi esausta sul prato.

Pure io” disse Lorenzo, sedendosi vicino a lei.

Gli altri si guardarono in viso, notando buffi sbaffi di nero e di verde sulla faccia e sulle braccia, e risero per come erano conciati.

Forza, ragazzi! Il rancio ci aspetta! Le chiacchiere? Le rimandiamo a dopo! Sono affamato” quasi urlò Matteo, mentre si puliva alla belle e meglio con delle salviette umide.

Terminato di mangiare, rimasero ancora seduti a oziare sotto il sole di maggio, che scaldava già. Avevano davanti a loro ancora un paio di ore di fatica.

Stavano chiacchierando allegramente, quando Laura gridò ”Sta arrivando!”

Chi?” domandò stupita Teresa, guardandosi intorno. “Non vedo nessuno. Ci siamo solo noi”.

Una grassa risata accompagnò la battuta, mentre Laura la guardava in cagnesco.

Chi vuoi che sia?” le domandò acida e incollerita.

Non saprei” replicò la ragazza per nulla intimorita.

Diede un alzata di spalle, riprendendo ad addentare il panino al formaggio, che aveva deciso di mangiare più tardi.

Mi domando…” stava cominciando col dire Laura, quando Mattia le tappò la bocca con un dito.

Facciamo silenzio. Ascoltiamo cosa ci deve dire” disse il ragazzo per chiudere l’accenno di baruffa polemica.

Benvenuti, ragazzi!” esordì il vecchio. “Il Borgo vi saluta e vi ringrazia, perché sta cambiando volto”.

Beh! Abbiamo fatto ben poco!” replicò la ragazza. “Un po’ di erbacce e raccolti sassi e mattoni”.

Teresa vicino a Lorenzo faticava a non ridere, sentendo solamente le parole di Laura, che pareva parlare da sola, perché non udiva nessun’altra voce.

Calmati” le sussurrò il ragazzo. “Non roviniamo l’atmosfera con risate e litigi”.

Sarà! Ma sento una voce sola”.

Per il momento dobbiamo limitarci solo a questo” disse la ragazza, rivolta al vecchio. “I fiorentini stanno mettendo i bastoni fra le ruote…”

Un breve tossicchiare interruppe il dialogo.

Non i fiorentini ma i capi di Fiorenzuola” la corresse Lorenzo.

Ancora loro?” domandò il vecchio, che si era seduto su un masso, contrassegnato col numero 124 in giallo.

Perché?” domandò curiosa la ragazza.

Perché? Non conoscete la storia di queste terre?”

No”.

Nel 1373 i fiorentini costruirono un castello fortificato, quello di Fiorenzuola, appena al di là del crinale. Qualche anno più tardi gli Ubaldini furono cacciati dal Mugello e da questi posti. Il Borgo, che dipendeva dalla chiesa di Sant’Ambrogio della Massa, nel territorio di Castel del Rio, dominato da una famiglia, gli Alidosi, decise di passare sotto Firenze per evitare nuovi conflitti. Questa è stata sempre una terra di confine, contesa fra i signori del Mugello e quelli della Romagna. Il Borgo era il Castrum Castiglioni, un luogo fortificato per difendere la vallata del Santerno. Noi ci sentivamo vicini agli imolesi, dal cui vescovo noi dipendevamo”.

Ma il cambio dal dominio degli Alidosi alla repubblica di Firenze, ebbe degli effetti benefici?” domandò la ragazza.

Beh!” cominciò a raccontare il vecchio, grattandosi la barba bianca. “Penso di no! Se prima era un baluardo difensivo della vallata del Santerno, poi perse importanza strategica anche se restava una direttrice di scambi commerciali di un certo interesse. Era all’incirca il 1390, quando Ser Bertrando da Mercatale, il podestà del Borgo, radunò i saggi per decidere il loro futuro. ‘Messeri’ esordì ‘dobbiamo scegliere cosa fare. Se restare alle dipendenze di Beltrando Alidosi, signore di Imola e della vallata del Santerno oppure passare sotto il gonfalone di Firenze. Voi cosa dite?’ La grande sala del consiglio rumoreggiò. Tutti parlavano e nessuno ascoltava. ‘Cosa ci guadagniamo?’ disse una voce sovrastando il rumore di molte altre persone. ‘ Nulla. Credo’. ‘Allora perché dovremmo decidere in tal senso?’ ‘Se non lo facciamo noi, spontaneamente, lo farà Messer Beltrando, che sta cercando la protezione di Firenze per salvare i suoi possedimenti’ replicò Ser Bertrando. Il brusio si placò come per incanto. ‘Dunque sta scritto da qualche parte che Castiglioncello diventerà parte integrante della repubblica fiorentina’ disse un vecchio alla destra del podestà. ‘Penso proprio di sì’. ‘Non possiamo fare nulla?’ ‘No, anche gli abitanti di Castel del Rio vorrebbero passare sotto il gonfalone gigliato, a quanto mi risulta. Ma messer Azzo, che ha il potere colà, non intende andarsene dalle terre che governa in nome del cugino, Beltrando’. Ancora un momento di sbandamento colse quel consesso, dove tutti parlavano uno sopra l’altro. ‘Voi cosa proponete?’ domandò un uomo dall’aria bellicosa. ‘Io lascerei che si compia il nostro destino senza fare nulla per ostacolarlo’ rispose”.

Il vecchio tacque pensieroso.

Come andò a finire?” domandò Laura.

Tacitamente finimmo sotto la giurisdizione di Fiorenzuola, come tuttora lo siamo. Ma lentamente l’oblio è calato su di noi”

Detto questo in silenzio se andò, così come era arrivato.

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8 risposte a “Il Borgo – Capitolo 54”

  1. Noto che il gruppo bene o male assortito non si perde d’animo, affronta con volontà e passione
    le prime pulizie del borgo
    Ancora il Vecchio che colpisce con la sua storia i ragazzi
    Tieni sempre vivo l’attenzione anche sui minimi particolari e non lasci nulla al caso
    Bravissimo
    Buona domenica
    Abbraccione
    Mistral

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